
Cosa si nasconde dietro gli annunci erotici online, nelle strade di periferia o negli appartamenti delle escort in centro città? Cosa rischia chi compra sesso? Cosa si può fare contro la tratta di esseri umani? Quali sono i diritti dei sex worker? Perché la Germania considera la prostituzione un servizio, e la Svezia la punisce come una delle forme più vergognose di violenza contro le donne? Controverse questioni di policy ma anche di intimità spesso ancora tabù, e sullo sfondo i temi della libertà di scelta, della sessualità, del lavoro, del potere.
In oltre vent’anni anni di impegno contro la pedofilia, Fortunato Di Noto, fondatore dell’associazione “Meter”, ha incontrato e aiutato centinaia di bambini e adulti vittime di violenze sessuali. Questo libro intenso e drammatico, ma mai disperato, raccoglie per la prima volta alcune delle moltissime lettere ricevute negli anni. Sono le testimonianze di un lungo percorso di rielaborazione della violenza subita e mostrano che, se è vero che la pedofilia è un crimine che non potrà mai essere dimenticato, è però possibile per le vittime intraprendere un percorso per “ritrovare la vita”.
Nella seconda parte del volume è pubblicato lo scambio epistolare tra un pedofilo pentito e don Fortunato, a dimostrazione che un cammino di redenzione è possibile anche per chi si è macchiato del più infamante dei crimini.
La prefazione del libro è un coraggioso e determinato appello di don Antonio Sciortino, direttore di «Famiglia Cristiana», il settimanale cattolico che già quindici anni fa dedicò al tema una celebre copertina con il titolo “Maledetti pedofili”.
Destinatari
Ampio pubblico.
Autore
Fortunato di Noto (Avola, 1963), sacerdote dal 1991 è attualmente parroco della parrocchia Madonna del Carmine diAvola (diocesi di Noto). Pioniere nella lotta alla pedofilia, ha sempre sostenuto il forte impegno per l’infanzia come un invito pressante del vangelo, una missione nella Chiesa e nella società. È uno dei maggiori esperti di Internet e Media nel contrasto agli abusi sessuali sui minori e la pedopornografia online; fondatore dell’Associazione Meter onlus (www.associazionemeter.org), ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, fra cui l’alta onorificenza di “Cavaliere della Repubblica Italiana” (2001) e la “Cittadinanza onoraria di Firenze” (2011), oltre al “Premio Paoline Comunicazione ” (2009). Al suo attivo ha numerosi articoli e saggi ed è autore di importanti testi e studi sul fenomeno degli abusi,della pedofilia e della pedocriminalità, oltre che di pastorale sull’infanzia, tra cui: Corpi da gioco (Elledici, 2010); Chi accoglie i bambini accoglie il Signore.Traccia educativa per una nuova pastorale di prossimità contro gli abusi (Santocono, 2011).
Punti forti
Un tema, purtroppo, di grande attualità, avvalorato dalla notorietà e autorevolezza dell’autore.
sogni, amori e paure di ragazzi tossicodipendenti
Questo libro vuole raccontare tre forme di nuove realtà urbane: una baraccopoli (Korogocho a Nairobi), un campo profughi (Kakuma, una regione al confine fra Sudan, Uganda, Etiopia e Kenya, in cui si sono rifugiate 86.000 persone, fuggite da varie guerre) e una periferia marginalizzata (la periferia diffusa di Torino). Si tratta di una ricerca lunga dieci anni, un viaggio in cui l'autore racconta e documenta come e quanto stia cambiando l'idea classica di città, e al suo posto si sia inserito un modo nuovo di intendere lo spazio abitato. Accanto o intorno alle città, ma anche in luoghi - i campi profughi che assomigliano alle città senza esserlo, crescono a dismisura insediamenti di esseri umani inutili al sistema e fuori luogo. Oggi, queste non-città, raccolgono un miliardo di individui. Fra trent'anni saranno 2-3 miliardi. Un fenomeno sconvolgente, in aumento esponenziale. Il libro è un tentativo di dare le ragioni di questo cambiamento, alla luce degli studi di antropologia, economia e sociologia. È un saggio e una testimonianza insieme, che racconta luoghi, volti e storie e che dà spessore umano ai dati statistici.
Questo libro contiene, nella forma letteraria del racconto, gli avvenimenti milanesi sui rom degli ultimi quindici anni. I protagonisti sono i bambini rom di Milano e le loro famiglie. Molti nomi sono inventati, ma le storie sono tutte vere: la leggenda di Sara Kalì, la Madonna nera dei gitani; la storia di Stojka, donna rom sopravvissuta allo sterminio nazista; Sara, paraplegica che vive in una baracca; due giovani violinisti che suonano nell'ambone del Duomo; la piccola Sciakira che regala i suoi biscotti; il cardinale Dionigi Tettamanzi tra i bambini del campo rom di Triboniano; l'autodidatta Marius che impara a scrivere e trova lavoro; Eduard che oggi frequenta il Conservatorio e ha suonato davanti al presidente della Repubblica; la giovane Rebecca che studia al liceo artistico Boccioni di Milano e vende i suoi quadri lungo il Naviglio.
Il libro è il racconto di una esperienza vissuta, nei mesi dell'inverno 1998-99, a diretto contatto con un gruppo di Rom provenienti dalla Romania, finiti ai margini della città di Torino, che l'autore con pochi altri cerca invano di aiutare nei rapporti con le autorità locali e nazionali. Questi nomadi vivono, loro malgrado, senza acqua, senza riscaldamento, senza servizi igienici. Nonostante la retorica umanitaria che caratterizza l'epoca, per scoraggiare l'insediamento, l'acqua, prima concessa, viene tagliata, il riscaldamento, dato dalla Croce Rossa, limitato... Tutti i passi fatti finora sembrano avere esito negativo, finché giunge il decreto di espulsione e la distruzione fisica del campo.
In genere, chi lasciava la campagna per trasferirsi in città, lo faceva perché aveva trovato un lavoro più stabile o meno faticoso o sperava di trovarlo con più facilità, o perché immaginava che, vivendo insieme con molte più persone, avrebbe sperimentato una esistenza con maggiori opportunità, per sé e per la propria famiglia, in una auspicata dimensione protettiva, non solo economica e sociale, ma anche culturale, religiosa e politica. Oggi però il cambiamento è oggettivamente in contraddizione con quelle intenzioni originarie del costruire le città e con quelle aspettative di chi aveva deciso di abitarle. La città era prima un luogo, oggi è più luoghi; era prima un tempo unico, oggi è più tempi e vi è differenza tra il tempo del giorno e il tempo della notte perché la città del buio è decisamente diversa dalla città della luce. Prima, la città era una sola e unica città, mentre ora si ritrovano in essa molte altre città o perlomeno "un'altra città", come affermano gli autori di questo pregevole saggio, che con coraggio denunciano una situazione che rende precario il rapporto tra civiltà ed essere umano e che reclama, in una ritrovata presenza unitaria e in un nuovo slancio politico, il rispetto dei diritti proclamati in molti manifesti e dichiarazioni contemporanei." (dalla Prefazione del Prefetto Carlo Mosca)
L ºimmaginario popolare pensa alla terza et√† solo come disfacimento fisico, indebolimento delle facolt√† cognitive e affettive, lento ritiro dal mondo, inevitabile declino verso la morte. Contro questi equivoci protestano le analisi pi√π recenti della psicologia, della sociologia e dell ºantropologia: la longevit√† dischiude infatti una forma di vita originale e rilevante, durante la quale si apprende quanto √® sfuggito nel tempo del vigore fisico e si riesce a comprendere l ºumano per intero. Se il mondo esterno non lusinga pi√π come terreno di conquiste, si apre invece quello interiore, che porta a compimento l ºesistenza e a maturazione i suoi frutti: la serenit√†, l ºesperienza del limite, la saggezza, la tolleranza, il senso dell ºumorismo.
L ºuomo non si afferma solo quando trasforma con la propria azione il mondo esterno: il pi√π grande successo lo raggiunge quando muta e migliora se stesso. Finch√© si vive si √® sempre posti a confronto con un compito, non si finisce di imparare e crescere. A patto che la longevit√†, nonostante i disagi dell ºet√† che avanza e la salute che si fa cagionevole, non sia subita, ma accettata e vissuta come momento per realizzare davvero se stessi. La piena maturit√† ha bisogno di tempo, di molto tempo, che diventa opportunit√† unica per chi la sa sfruttare.
Mario Bizzotto ha studiato teologia a Vicenza, Verona e Vienna dove ha completato gli studi teologici conseguendo il dottorato in filosofia con una dissertazione su San Bonaventura. In Italia ha continuato lo studio della filosofia insegnando ermeneutica, etica filosofica e antropologia allo Studio teologico San Zeno di Verona. Tiene corsi di antropologia medica all ºIstituto Internazionale di Teologia Pastorale Camillianum di Roma. Presso Studium √® autore de Il corpo e il volto (2005), pubblicato in questa collana. Tra le altre sue pubblicazioni segnaliamo: Erkenntnis und Existenz. Conoscere e interpretare; Rinascita dell ºetica; Il Grido di Giobbe. L ºuomo, la malattia, il dolore nella cultura contem poranea; Esperienza della morte e speranza.
Il libro raccoglie interventi e testimonianze tenute durante il convegno organizzato da Amici dei bambini (www.aibi.it), svoltasi a Bellaria nell’estate 2004.
Il tema è quello dell’abbandono e dell’accoglienza, due condizioni vissute e raccontate in prima persona dai protagonisti che riflettono e si confrontano alla luce del Vangelo, tratteggiando così una vera e propria "spiritualità dell’adozione", che diventa prezioso aiuto e sostegno per chi vive la fede cristiana nella particolare situazione di vita dell’adozione.
Ai.Bi. è’ una Organizzazione Umanitaria Internazionale nata per la tutela dei diritti dei minori. Costituita nel 1986 su iniziativa di alcuni genitori adottivi, nel 1991 viene eretta Ente Morale e nel 1992 è riconosciuta dai ministeri Affari Esteri e Grazia e Giustizia Ente autorizzato per l’Adozione Internazionale. Nel 1993 è riconosciuta Organizzazione non Governativa per la Cooperazione Internazionale. I principi ispiratori nascono dal riconoscimento della centralità del bambino e del diritto di ogni minore a vivere, crescere ed essere educato all’interno di una sua famiglia e ad avere una concreta possibilità di realizzarsi e inserirsi attivamente nella sua società. Tre i suoi campi di azione: Cooperazione internazionale ed educazione allo sviluppo (sostegno a distanza); adozione internazionale; promozione dei diritti del minore (organizzazione di Convegni, seminari ecc.). Opera con i propri volontari in Africa, America Latina, e nell’Europa dell’est. E’ presente in Italia con sedi in varie città: Roma, Milano, Napoli, Bologna, Pescara, Mestre, Reggio Calabria.
Il lavoro nasce dall’esperienza diretta dell’autore, che ha voluto vivere dall’interno la realtà del carcere minorile dell’isola di Nisida (Napoli), mangiando e dormendo dietro le sbarre, facendo la stessa vita dei ragazzi detenuti. Struttura piccola, con un sano rapporto tra operatori e ragazzi, Nisida si presenta come un carcere che mira ad educare e riabilitare più che punire. Il reportage ha spesso la forma del dialogo e ci mette in diretto ascolto dei protagonisti di questa particolare realtà educativa.
Prefazione di don Luigi Ciotti
Reportage giornalistico che dà voce ai protagonisti
Nisida è una delle 19 prigioni per minori in Italia […] dove negli anni Settanta e Ottanta è soffiato, lieve, il vento riformista che immaginava di sorvegliare e punire un po’ di meno, ed educare e riabilitare un po’ di più. Anche grazie a quel vento, oggi a Nisida ci sono un teatro nuovo di zecca (finanziato da Luca De Filippo e dal Comune di Napoli, con un laboratorio di scenotecnica, che quando funziona fornisce le maestranze al teatro San Carlo), un forno per cuocere la ceramica, un reparto di falegnameria. E poi una sartoria e una scuola di pasticceria per le ragazze, perché come negli anni Cinquanta gli uomini imparano a costruire un muro e le donne a cucire un vestito.
«La Repubblica»
"Nel corso della mia vita ho tentato un paio di volte di scrivere un libro per comunicare agli altri il mio diverso mondo, ma si è trattato di miseri tentativi falliti in breve tempo, perché ero impreparato a scrivere e convinto che fosse un argomento poco interessante". Finché Walter non incontra Gianmario, istruttore in piscina, che lo convince: «E così ecco il mio tanto desiderato libro!». Ventiquattro brevi capitoli scoppiettanti di umorismo ad ogni pagina, per raccontare in prima persona le avventure, i pensieri, i desideri di una "palla al piede", come gli amici chiamano Walter.
Paola è tenace e la tetraparesi spastica non le impedisce di sperimentare faticose meraviglie: un impensabile viaggio in Terra Santa, il mirabolante uso del computer, una Via Crucis sulle pietre toccate da Gesù. "Nel 2011 ho realizzato il sogno di quel viaggio e non chiedo di più". Una richiesta invece la fa, a nome di tutti: "Vorrei capire con il cuore qualcosa che con la testa so da tanto, e cioè che la disabilità non è la fine del mondo, poiché quaggiù un poco disabili lo siamo tutti". Un piccolo libro che è anche un coro di voci, nel quale l'autrice fa parlare parenti e amici, l'eroica mamma Gemma e i giornalisti che l'hanno aiutata a raccontare l'avventura del viaggio e della vita.