
Descrizione dell'opera
L’identità specifica del volontariato è la gratuità. L’evoluzione del volontariato verso la cooperazione sociale, l’impresa sociale, l’economia sociale, ha certamente aspetti positivi, avendo creato decine di posti di lavoro e dato vita a una fitta rete di servizi sociali. Tutto questo mondo, che oggi si preferisce chiamare ‘terzo settore’, corre però il rischio di perdere per strada i valori di solidarietà e condivisione con cui era partito.
La sfida che si presenta ora al volontariato è quindi quella di aiutare il non profit a conservare l’anima di servizio, scelta degli ultimi, giustizia sociale da cui è nato. Le riflessioni proposte dal volume si offrono in particolare ai volontari e a chi ha il compito e la responsabilità di guidarli e orientarli.
Sommario
Prefazione. 1. Essere volontario, perché? 2. Dono e gratuità del volontariato. 3. C’è spazio per il dono anche nel non profit? 4. Il senso della gratuità nell’azione sociale. 5. Equivoci da chiarire. 6. Sinergie da promuovere. 7. Il volontariato e il cambiamento sociale. 8. Contributo del volontariato al cambiamento della società. 9. Condizioni per promuovere cambiamento. 10. Ruolo politico del volontariato. 11. L’autonomia del volontariato. 12. Diventare attori delle trasformazioni. 13. Il volontariato, consapevole del suo ruolo politico, è disposto ad assumerlo? 14. Il volontariato può essere stimolo ai partiti per rinnovarli? 15. Volontariato: terzo o quarto settore? 16. La forza e i limiti del volontariato. 17. Questione di fondo del volontariato: la gratuità. 18. Situazioni che mettono a rischio la gratuità del volontariato. 19. I centri di servizio del volontariato. 20. Volontariato e servizio civile. 21. Volontariato e coscientizzazione della comunità. 22. Volontariato e funzione di advocacy. 23. Perché il volontariato deve assumere una funzione di advocacy. 24. È disponibile e preparato il volontariato per una funzione di advocacy? 25. Tutela dei diritti: ambiti specifici e impegno globale. 26. Alcuni problemi particolari. 27. La tutela dei diritti degli operatori. 28. La scelta delle priorità per garantire i diritti. 29. Con chi collaborare per la tutela dei diritti dei soggetti deboli? 30. Il volontariato come stile di vita. 31. Volontariato e istituzioni pubbliche: quale rapporto? 32. Lo specifico cristiano nel volontariato. Verifica delle motivazioni. 33. Antiche e nuove sfide per il volontariato.
Note sull'autore
Giovanni Nervo (Casalpusterlengo - MI, 1918), sacerdote della diocesi di Padova, è stato per oltre 30 anni presidente della Fondazione «E. Zancan», della quale è ora presidente onorario, responsabile della Caritas Italiana dall’inizio (1971) al 1986 e responsabile dei rapporti Chiesa – Istituzioni presso la Conferenza Episcopale Italiana dal 1986 al 1991. Autore di varie pubblicazioni e molti articoli su temi delle politiche sociali e della pastorale sociale, ha ricevuto la laurea ad honorem in economia dall’Università di Udine e in scienze dell’educazione dall’Università di Padova. Per le EDB ha pubblicato Educare alla carità. Per una chiesa credibile (31992); Parrocchia e carità. Schede su Evangelizzazione e testimonianza della carità (1993); Anziani, problema o risorsa? (1994); Il consenso democratico rafforza le disuguaglianze? Riflessioni sulle politiche sociali (1995); La scelta preferenziale dei poveri (1996); Immigrati: un'emergenza o un futuro? (1996); Obiettori di coscienza: imboscati o profeti? Riflessioni sulla pace (1996); Dio Padre, voi tutti fratelli (21999), La carta d’identità del cristiano (2002) e Non lo riconobbero. Il Vangelo in un mondo che cambia (2003).
Una madre e un padre disposti ad andare in capo al mondo pur di diventare genitori. Tre bambini che i genitori, invece, non li hanno avuti mai. Tra loro migliaia di chilometri, che poi è la distanza più semplice da colmare. Perché, in mezzo, ci sono burocrazie da sconfiggere, pregiudizi da abbattere, assistenti sociali da convincere; e tempo, tanto tempo da far passare in un'attesa che ha ben poco di dolce. Almeno fino a quando un giudice non sancisce un vincolo capace di superare la presunta naturalità del sangue con la potenza degli affetti. In "Il mare non chiude mai" Amaltea - lo pseudonimo dietro cui l'autrice si cela per ragioni di privacy - ci racconta proprio questo, e tutto quel che ne consegue: che cosa significa trovarsi madre di tre bambini all'improvviso, senza l'esperienza del pancione a traghettare noi e gli altri? Ma confrontandosi con i problemi particolari che la scelta adottiva pone, Amaltea ci parla anche e soprattutto dell'essere genitori in sé, nella sua accezione più universale e insieme più quotidiana, con tutto quel bagaglio di domande, aspettative, paure e gioie che poco hanno a che fare con il modo in cui i figli sono entrati nella nostra vita. Perché, se figli si nasce, genitori si diventa.
Il "Rapporto", curato dalla Caritas Italiana con l'ausilio scientifico di alcuni esperti della Fondazione "E. Zancan" di Padova, vuole essere un'opera di sensibilizzazione e approfondimento scientifico sulle tematiche del disagio e dell'emarginazione in Italia. La ricerca si sofferma in particolare sul disagio sociale delle persone con handicap, delle donne in difficoltà, dei minori in situazioni difficili e delle rispettive famiglie. Oltre a fornire dati inediti e aggiornati su ciascuno dei fenomeni indagati, il volume offre alcune proposte di soluzione dei problemi.
Descrizione dell'opera
L’hospice è un luogo di cura destinato ad accogliere il malato affetto da patologia cronica e inguaribile. Esso rappresenta non solo un luogo, ma anche una filosofia terapeutica che, attraverso le cure palliative, si propone di intervenire sulle dimensioni fisiche, psicologiche, sociali e spirituali della sofferenza.
Vegliate con me è il primo scritto della fondatrice del movimento hospice pubblicato in lingua italiana; da esso emerge chiaramente il fondamento spirituale cui si rifà chi ha deciso di ‘vegliare’ accanto a chi è prossimo al ‘passaggio’ dalla vita alla morte. Una scelta che può dischiudere orizzonti ricchi di speranza per i medici, i malati e i familiari.
Il testo raccoglie cinque saggi in cui l’autrice descrive il cammino che l’ha portata a creare il primo hospice di concezione moderna. Riscoprire le origini cristiane delle moderne cure palliative non può essere un limite per chi non vive un’esperienza religiosa, ma costituisce indubbiamente per i credenti uno stimolo forte alla testimonianza.
Sommario
Prefazione (A. Caraceni, M. Maltoni, G. Zaninetta). Introduzione (D. Clarck). «Vegliate con me». La fede. Guardando la morte negli occhi. Un viaggio terapeutico personale. Pensa a lui.
Note sull'autrice
Cicely Saunders (1918-2005) è la fondatrice del movimento hospice, che ha promosso e diffuso, prima in Inghilterra e poi nel resto del mondo, l’importanza delle cure palliative, quel complesso di cure mediche, psicologiche, spirituali e sociali che si propongono di avere un approccio globale nei confronti dei malati inguaribili. Per questo ha fondato a Londra nel 1965 il St. Christopher hospice, punto di riferimento ancora oggi per tutta la comunità dei curanti impegnati in questo tipo di medicina.
"Siamo tutti responsabili del disagio umano e sociale che lacera il nostro Paese" e suor Eugenia Bonetti l'ha imparato lottando in prima linea. Viaggiando sulle rotte della prostituzione, dall'Africa all'Italia, ha conosciuto il mondo della notte e ha combattuto contro la legge della strada. Oggi ha deciso di prendere la parola perché l'assalto alla dignità femminile non si consuma più solo sui marciapiedi: è entrato nei palazzi del potere, nei media e nell'opinione pubblica. Ma chi vuole far tacere le donne? È l'Italia cieca e superficiale che non si mette in discussione e non si assume le proprie responsabilità, sostenuta da una politica che non dà il buon esempio e stravolge il messaggio evangelico per rincorrere poteri e privilegi. In troppi hanno dimenticato che Gesù non faceva distinzioni di genere e che la Sua parola continua a spronarci a rivendicare i diritti dei più deboli e oppressi. Suor Eugenia invece lo ricorda molto bene ed è per questo che dedica la sua vita agli altri. Ha nascosto prostitute nei conventi per salvarle dalla strada. Ha parlato all'Onu in qualità di esperta di traffico delle donne. Ha superato un posto di blocco di soldati nigeriani offrendo rosari benedetti dal Papa. E nel febbraio 2011 ha infiammato Piazza del popolo con il suo discorso alla manifestazione "Se non ora, quando?". Con "Spezzare le catene" lancia un appello rivolto a tutti: ribelliamoci, riprendiamoci una dignità calpestata dagli scandali, dalla volgarità dei media, dal traffico di esseri umani.
Bisogno disperato di amicizia, di amore. Bisogno di non essere lasciato in un angolo, solo sulla sua carrozzella. Bisogno di farsi capire, anche senza le parole che gli sono state negate. Bisogno di scrivere, di comunicare, anche se faticosamente. Bisogno di credere in una vita diversa. Storia di un ragazzo che, attraverso il suo diario, racconta la sua particolare vicenda e quella di un gruppo di giovani del Sud, dagli anni '70 in poi. Si sentiva, sapeva di essere, normale. Salvo quell'involucro... Un racconto (tratto da una storia vera) che è la scoperta di cosa nasconda il grido di Tò.
Il 12 gennaio 2010, alle 16.53, un terremoto di 7 gradi Richter ha devastato la capitale di Haiti, Port-au-prince. Sotto le macerie sono morte oltre 200mila persone. Una delle peggiori catastrofi della storia, hanno affermato le Nazioni Unite.
E questo è solo l'ultimo dei tanti cataclismi - naturali ma soprattutto sociali e politici - che si sono abbattuti sull'isola nei suoi duecento anni di storia indipendente, trasformando la "perla nera dei Caraibi" nel Paese più povero dell'emisfero occidentale. Eppure Haiti non è solo il "cuore di tenebra" d'America. Negli ultimi tempi nuovi fermenti culturali, movimenti giovanili, microprogetti umanitari si stavano insinuando, a fatica, nelle pieghe della miseria secolare.
Questo libro non fa previsioni sul futuro, ma cerca di raccontare l'intircata realtà haitiana, la sua primordiale bellezza, la sua insaziabile crudeltà.
Prefazione di Fiammetta Cappellini
GLI AUTORI
Capuzzi Lucia, nata a Cagliari nel 1978, è giornalista. Dopo la laurea in Scienze Politiche ha svolto un dottorato di ricerca in Storia dei Partiti e dei Movimenti Politici a Urbino. Attualmente lavora alla Rai di Torino nella redazione del Tg Leonardo. Ha collaborato con le pagine degli esteri di Avvenire. E' specializzata in questioni latinoamericane. Su questo tema ha pubblicato La frontiera immaginata. Profilo politico e sociale dell'emigrazione italiana in Argentina nel secondo dopoguerra (Angeli, 2006).
Oggi è nata una mamma storie e sfide del centro di aiuto alla vita “Mangiagalli”
di Paola Marozzi Bonzi
Prefazione di Giuliano Ferrara
Il volume, in occasione del 25° di fondazione del Centro di Aiuto alla Vita “Mangiagalli” (uno dei più famosi centri italiani per la ginecologia e la maternità nonché la prima clinica in Italia dove sono stati effettuati aborti “terapeutici”), narra in un tutt’uno la storia della fondatrice del Centro Paola Bonzi, la storia delle opere che via via sono state ideate per sostenere le mamme in difficoltà nonché alcune delle storie delle madri e delle coppie che il Centro ha accolto, ascoltato e sostenuto concretamente.
Un libro che evita i toni celebrativi, ma che porta a comprendere dal di dentro cosa succede attorno all’applicazione della legge 194 sull’interruzione volontaria della maternità e quanto poco basterebbe invece per favorire la maternità.
destinatari
Persone interessate al tema della difesa della vita e sostenitori del Centro Aiuto alla Vita
autrice
Paola Marozzi Bonzi, nata il 29 giugno 1943, è madre di due figli e nonna di tre nipoti. È stata per anni insegnante di ragazzi in difficoltà per un ritardo mentale e si occupa, da sempre, di psicologia e pedagogia. La sua vivace curiosità intellettuale l’ha portata a frequentare, all’interno della Facoltà di Teologia, l’Istituto di Scienze Religiose.All’inizio degli anni Ottanta è diventata consulente familiare e nel 1984, presso la Clinica Luigi Mangiagalli di Milano, tra i più famosi istituti italiani che si occupano di maternità, ha fondato il “Centro di Aiuto alla Vita Mangiagalli” con lo scopo di poter aiutare le donne che sono in difficoltà nel portare avanti una gravidanza. Da allora lo dirige con passione, successo e determinazione. nell’autunno 2009 il centro festeggia i suoi venticinque anni di attività.
Giorgia è una ragazza normale, come tante altre, con alle spalle una famiglia solida e molto unita. Studia, esce con agli amici, ha un fidanzato. Una sera decide di provare l’ecstasy, solo mezza pasticca, convinta che quella dose non possa farle male, ma è l’inizio di un calvario. Giorgia contrae l’epatite, rischia di morire, ed è costretta a un trapianto di fegato. La famiglia, gli amici, i medici le stanno vicino durante le sue sofferenze, fino al ritorno a una vita normale e alla scelta di impegnarsi per informare i più giovani sui rischi delle droghe. Una toccante vicenda narrata in prima persona da Giorgia e dai suoi familiari.
DESTINATARI
Un libro indirizzato soprattutto ai ragazzi, ma utile anche a genitori ed educatori.
GLI AUTORI
Giorgia Benusiglio è nata a Milano nel 1982, si è diplomata in lingue ed è prossima alla laurea in Scienze della Formazione Primaria all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Nel 1999 è stata miracolosamente salvata da un trapianto di fegato dopo aver assunto una piccola quantità di ecstasy. Ora, con il padre, si racconta nelle scuole perché altri possano evitare quello che è capitato a lei. Ospite di parecchi programmi televisivi e radiofonici, la sua storia è spunto di riflessione nel libro "Non sprecate" di Antonio Galdo, e nel 2008 è stata invitata ad inaugurare con la sua testimonianza il portale online del ministero della Gioventù, guidato da Giorgia Meloni.
Renzo Agasso, nato a San Bernardo di Carmagnola (Torino) nel 1953, sposato, tre figli, venti libri, ama raccontare le storie di uomini e donne “luci del mondo”, per farsi e per fare coraggio. Ha pubblicato con le Edizioni San Paolo: "Martinazzoli", "Muccioli", "Il caso Ambrosoli", "Storia di calcio e d’amore. Nel nome di Niccolò", "Elogio del somaro" (con don Antonio Mazzi), "Dominique Lapierre", "Il piombo e il silenzio" (con il figlio Domenico).
Il volume racconta storie vere di disabilità: da quelle derivanti da incidenti stradali o sul lavoro a quelle dovute a errori umani o a malattie invalidanti. In sé sono storie che normalmente "non fanno notizia", ma sono straordinarie per quanto rivelano della vita e del suo senso e valore. Dice l'autrice: "Ogni occasione di incontro, ogni dialogo con i protagonisti dei racconti ha suscitato in me soprattutto stupore: del tutto eccezionale è stato poter entrare nella vita degli altri, varcare la soglia di un'umanità provata, visitata dal dolore e da contraddizioni a volte laceranti, rivelata senza reticenze, con il cuore oltre che con le parole, a volte bagnate di lacrime. E come in ogni vera avventura, il significato di quel che incontravo e che ho cercato di trasmettere, mi si svelava di volta in volta come una sorpresa, rinnovando un sentimento che, ben oltre la semplice curiosità, ridestava nuove attese, una inesauribile e luminosa promessa".
È possibile riappropriarsi del parto come evento non solo clinico ma anzitutto umano? Il volume, a due voci, prova a descrivere questo mutamento di prospettiva, che trova corrispondenze nelle recenti linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), mettendo a fuoco tre temi attraverso i quali si può diversamente parlare della nascita: fisiologia, etica, affettività. Concetti in grado di ridefinire la stessa idea e pratica della "cura ostetrica", come cura dell'altro e cura di sé, e di istruire una esperienza felice del parto per ogni donna.