
Variamente legata, nelle prove più giovanili, al gusto di elegante sperimentazione e insieme al culto dei classici che caratterizza l'area veneta di fine Settecento, e nel 1797 intensamente coinvolta nella nuova situazione rivoluzionaria, la poesia foscoliana matura intorno al 1800 una straordinaria densità e fermezza di scrittura in cui si declina il mito dell'eroe sconfitto e disingannato, in attesa di morte. In seguito, fra i "Sepolcri" e" Le Grazie", Foscolo tenta percorsi più complessi, nella direzione, suggerita soprattutto dagli antichi, di un discorso poetico che esplori la condizione umana e le sue chances, oltre il male storico. Nel suo insieme un'esperienza fra le più alte nella poesia europea del tempo e pure sottilmente aperta sull'oggi.
Poesie che nascono da una dolce ossessione, da un dialogo, da una specie di follia. Claudio Damiani è uno dei più importanti poeti italiani e qui compie un gesto rischioso e forte. E compie, al tempo stesso, il gesto alto e umile della grande poesia: metter la propria voce a disposizione di altre voci, di altri uomini. Affascinato fin da ragazzo dalla poesia cinese incontrata sulla traduzione del sinologo Martin Benedikter, il poeta romano ha sentito crescere in questi decenni la forza di quella letteratura così remota e pur consona a certi classici della nostra latinità. Così queste pagine, che colgono in testi stupefatti e profondi gli elementi minimi e vitali dell'esistenza, ci giungono come frutto speciale di un dialogo naturale tra ere e uomini, tra cuori antichi e contemporanei. Una prova d'autore, nel senso più duraturo del termine, meno legata all'enfasi individualistica della firma e ricca invece della personale scoperta delle dimensioni del tempo.
Davide Rondoni
«Ho amato la poesia cinese come qualcosa che mi spingeva oltre il mio tempo, in un futuro antico che m’appariva come un sogno, che m’avvicinava i giganti della poesia cinese (Po chu-i, Li Po, Tu Fu) ai calmi, sereni giganti dell’elegia latina ( Properzio, Catullo, Tibullo). Ho visto nella poesia cinese una poesia della terra, perfettamente oggettiva, senza il bisogno di nessuna metafora. Grande poesia della terra, della sua calma, della sua gloria».
Dalla premessa dell’autore
GLI AUTORI
CLAUDIO DAMIANI è nato nel 1957 a San Giovanni Rotondo da padre toscano dell'isola d'Elba e da madre romana. Vive a Roma dall'infanzia. Ha pubblicato le raccolte poetiche Fraturno (1987), La mia casa (Firenze, 1994, Premio Dario Bellezza), La miniera (Roma 1997, Premio Metauro), Eroi (Roma, 2000, Premio Aleramo, Premio Montale, Premio Frascati), e Attorno al fuoco (Roma, 2006, finalista Premio Viareggio, Premio Mario Luzi, Premio Violani Landi, Premio Unione Scrittori). Sue poesie sono apparse su varie antologie italiane e straniere. Ha curato i volumi: Almanacco di Primavera. Arte e poesia (1992); Orazio, Arte poetica, con interventi di autori contemporanei (Roma, 1995); Le più belle poesie di Trilussa (Milano, 2000). È stato tra i fondatori della rivista letteraria “Braci” (1980-84). Collabora con vari giornali tra cui la cronaca di Roma di "Repubblica".
Al confine tra la zona della terra e la sfera di ciò che sta oltre scorre una linea labile. Il poeta la sorveglia e l'oltrepassa a suo piacimento, unificando il tempo, contrabbandando i corpi e gli spiriti. In questo continuo intersecarsi e sovrapporsi Mikolajewski colloca se stesso e l'intero microcosmo domestico, dando vita a prospettive ed esiti sorprendenti, attraverso un dialogo ora tragico, ora ironico, tra il desiderio dell'eterno durare dell'essere umano e l'aspirazione a rendere trascendente ciò che è terreno. Corredano il volume alcune fotografie di Ryszard Kapuscinski.
Un libro che parla di cartoni animati e di miti antichi, di amore e di Dio, di esaltanti minuzie e di grandiosi segreti. Insomma di poesia. In questo libro il colloquio procede gentile, e sprofondando. Oppure mostrando improvvisamente rupi e vaste mareggiate. Provocato, e a volte sapientemente braccato da Marco Dell'Oro, Roberto Mussapi attinge alle cavità e agli incanti da cui nasce la sua poesia per trarre materia di riflessione e di acquisizione. Tessendo con fili a volte sorprendenti i legami tra millenario lavoro dei poeti e le questioni attualissime del vivere e della cultura. Legando, con percorsi mai scontati, le grandi domande sul sacro e le scoperte e le inquietudini dell'uomo contemporaneo. Così entriamo in un colloquio che qui si realizza tra il poeta e l'osservatore, i cui frammenti però vivono e urgono intorno a noi. Ancora una volta i poeti parlano autenticamente di quanto nella nostra vita vorrebbe aver più voce, meno dispersa. A ciò che segretamente splende. Davide Rondoni
Raccolta di poesie di Gerard Manley Hopkins, considerato uno dei fondatori della poesia inglese moderna.
Siamo già oltre il Novecento. Scritte negli ultimi anni di quel secolo queste poesie, di un autore già riconoscibilissimo e ancor giovane, testimoniano il brivido di metamorfosi dall'età dell'inquietudine e del dramma a una nuova, aurorale, seppur non meno tormentosa, epoca di rinascita.
Gli "Inni" possono essere visti come l'autorealizzazione di una coscienza perfetta concepita da Novalis come un canto, una pura modulazione di quei toni intimi che prendono il nome di "Stimmungen", indeterminate sensazioni e sentimenti che rendono felici.

