
"'I versi del Capitano' apparvero, anonimi, a Napoli nel 1952. La storia della raccolta l'abbiamo appresa dalla bocca di Neruda: queste poesie sono il documento agitato del suo amore per Matilde Urrutia, sbocciato a Capri durante la residenza del poeta nell'isola; l'anonimo sotto cui l'opera apparve si dovette al fatto che l'autore non volle ferire pubblicamente la donna alla quale allora era ancora legato... 'I versi del Capitano' rappresentano un momento decisivo nell'evoluzione spirituale del poeta. In essi sta il migliore Neruda, il più delicato e il più irruente, il più dolce e il più appassionato, il sommo artista, sempre nuovo e sorprendente in ogni momento della sua vastissima opera." (dalla prefazione di Giuseppe Bellini)
"Jardin de invierno" è senza dubbio uno dei libri nerudiani di maggior significato. Vi si colgono infatti importanti novità e atteggiamenti radicati, che richiamano le "Residenze sulla terra", ma che, se permettono di affermare una sostanziale continuità della poesia di Neruda dal punto di vista problematico, pervengono in realtà a formulazioni artistiche pienamente originali, si presentano nuovi per simboli, metafore e valori cromatici. "Jardin de invierno" rappresenta, nella sostanza, un rinnovato e drammatico momento di ricerca, d'interpretazione di se stesso da parte del poeta e al contempo un ulteriore tentativo di comprendere il mondo, reperimento di una chiave sempre negata.