
Le poesie, con testo manoscritto a fronte, di una delle maggiori poetesse contemporanee, e monaca di clausura. Un testo di profonda spiritualità. Per tutti.
"Todo el Amor" rappresenta l'unica antologia 'personale' di Pablo Neruda, che è andato egli stesso scegliendo e raccogliendo in questo volume quanto poteva meglio rappresentare l'ispirazione amorosa della sua poesia. Se è vero infatti che per Neruda è l'amore la forza maggiore della vita, è anche vero che questa fonte essenziale della sua poesia ha tardato ad essere riconosciuta, tanto che lo stesso poeta confidava a Giuseppe Bellini la sua contrarietà ad essere considerato solamente poeta dell'impegno, quando nella sua poesia aveva tanto posto il sentimento.
"Vita imperfetta" è il racconto in prima persona di una donna che sette anni prima ha perso il grande amore della sua vita, ma non per questo sente di aver interrotto il rapporto che la legava a lui. Si trova quindi a vivere in un assurdo presente, imprigionata da ricordi che le impediscono di guardare con fiducia al futuro. Il distacco dagli amici più stretti e il pericoloso pensiero di porre fine alle sofferenze sembrano insuperabili, ma un nuovo anno porterà una rinnovata vitalità nella vita della protagonista.
Se è vero che ci sono libri, anche di enorme valore, che in breve tempo si cristallizzano in una posizione indiscutibile e tutto sommato fissa, come grandi luci sul viale della Storia, è pur vero che ce ne sono altri più a lungo renitenti a ogni esatta definizione critica, più a lungo dialoganti con l'inquietudine di nuovi, più giovani e più ignari lettori. La luce di questi libri è mutevole, più difficile da reggere, più lancinante e ingannevole. È una luce in cammino, che ancora non è stata interamente decifrata e addomesticata, e che per questo ci attrae, selvaggia e insinuante. È a questa famiglia di opere che appartiene forse Stella variabile, libro dolorosamente conclusivo, eppure anche fiduciosamente aperto verso un futuro che ancora non è del tutto maturato, e verso il quale ci invita a camminare.
Dopo le "Cento quartine d'amore", Patrizia Valduga riunisce in questo volume due delle sue raccolte, "Donna di dolori" (1991) e "Corsia degli incurabili" (1996), alle quali aggiunge nuovi componimenti.