
"In un'epoca in cui la tecnologia sembra invadere anche l'ambito delle relazioni, le tracce della scrittura ci riconsegnano una testimonianza di piena autenticità umana e spirituale. 'Scritture profetiche': una collana dove la grafia dell'autore diventa scavo e ispirazione di un ascolto. L'ascolto della Parola, l'ascolto dell'Altro. Profezia nel senso rigorosamente biblico del termine: interpretare la Parola è interpretare l'oggi. Nelle sue tensioni, nelle sue inquietudini, nelle sue attese, nelle sue speranze. Tra dolore e possibilità di gioia." (Arnoldo Mosca Mondadori)
Per i moltissimi, appassionati lettori di Wislawa Szymborska, scomparsa nel febbraio 2012, questa raccolta postuma sarà come un emozionante commiato, in cui sentir vibrare per l'ultima volta le note inconfondibili della sua poesia: in Un tale che osservo da un po' di tempo l'anonimo protagonista è un netturbino che conduce una silenziosa battaglia contro l'entropia raccogliendo una gabbietta abbandonata fra i cespugli e portandola via con sé, "perché resti vuota"; in Coercizione la Szymborska incrina le certezze dei vegetariani evocando le sofferenze di una foglia di insalata: "Anche l'uomo più buono / addenta e digerisce qualcosa di ammazzato / perché il suo cuore tenero / non cessi di pompare". Altrove ecco affiorare un quadro metafisico in cui gli oggetti continuano a compiere imperturbabili il proprio dovere, anche quando intorno a loro tutto è morte e desolazione: così uno specchio, in una casa distrutta da un bombardamento, "Non rifletteva più nessuna faccia", eppure "funzionava in modo inappuntabile, / con professionale assenza di stupore". Ma c'è anche una lirica d'amore, lievissima come l'abbraccio all'aeroporto di due amanti che si rivedono dopò una lunga assenza, intabarrati in abiti invernali, sciarpe, cappelli, guanti e stivali, "ma solo ai nostri occhi. / Ai loro sono nudi". Infine, in A una mia poesia, la Szymborska ci lascia con l'immagine ironica di una poesia che scompare nel nulla, senza essere mai stata messa per iscritto, borbottando soddisfatta qualcosa tra sé e sé.
Questa antologia contiene testi scelti per il pubblico italiano direttamente dall'autore e costituisce un panorama conciso ma ampio sulla lirica di Tolentino, apparentemente caratterizzata da una semplicità e leggibilità del verso, ma segnata da un lacerante compromesso con la vita che si nasconde dietro la fragilità delle parole. Poesia che rivendica un imprescindibile attaccamento all'essenzialità dei gesti, alla delicata ragione di un costante inno all'amore, di un'urgenza di vita condivisa, anche quando tutto sembra veramente perduto, quando i conti tra i sentimenti estremi e gli orizzonti di attesa non collimano, lasciando scorrere un filo di pudica disperazione.
Il vecchio pescatore di Galilea rivive nei versi di Sergio Silecchia che abbracciano quegli anni insieme a Gesù, quei tre anni che hanno cambiato la sua vita. «Da qui in poi / sta a voi seguitarne e ampliarne la scrittura / perché io sono solo un vecchio pescatore / in Galilea». «Quel che è contenuto di Vangelo, in questo Monologo di Pietro regalatoci da Sergio Silecchia, diventa un fatto di respiro, di fiato. Il respiro evangelico di quei tre anni in terra di Galilea ci giunge come vento plurimillenario direttamente dal fiato del diretto protagonista: quel pescatore, Pietro, ci viene restituito come impietrito dall'avventura trascorsa con l'amico "figlio del carpentiere". Il Pietro-impietrito di allora rivive in questi versi come un'aria poetica che si può inspirare, letteralmente (in lettura e ascolto), tutto-d'un-fiato» (dalla prefazione di Giuseppe Fidelibus).
Pubblicato nel 1917, "Dono d'amore" ("Palataka") è una raccolta di sessanta poesie che completa il percorso iniziato da Rabindranath Tagore con "Petali sulle ceneri" ("Pushpanjali"). Scritte e continuamente rimaneggiate in un lungo periodo tra il 1885 e il 1915, in ricordo dei grandi affetti perduti ma che sopravvivono nella vita del poeta, queste liriche contengono, accanto ai temi ricorrenti di tutta la sua opera - l'amore, il dolore, la solitudine, la natura, l'incontro con Dio, il significato della vita e della morte -, un messaggio che oltrepassa il tempo: ogni aspetto della vita è dono, bisognerebbe goderne finché lo si riceve, senza mai perdere di vista la sua gratuità e la gioia che se ne ricava. Proprio perché gratuito e impetuoso, questo "dono d'amore" arriva come una visita notturna, conosce l'impazienza, i segreti, lo scrosciare del monsone, il desiderio e l'emozione del ritrovarsi. Si alternano, nei vari componimenti, indimenticabili paesaggi sul Gange, spiagge sabbiose su cui le tartarughe prendono il sole, rive alberate e ombrose per i boschetti di bambù, stanchi pomeriggi afosi in cui, alla ricerca dell'amata, si arriva alla convinzione che sia fuggita via "nel silenzio e nelle parole", irrimediabilmente perduta.
Raccolta di poesie in dialetto veronese. Rime zoppe e ritornelli. Storie dimenticate e segreti sfuggiti, paure e sentimenti a buon mercato, raccontati per sbaglio, senza troppi complimenti, senza alcuna prudenza, senza tante pretese. "El balo de la sèngala": Gira la còtola/tacola gitana/anguàna straòlta/bàtola e 'scolta/volta par volta/volta gabàna/ (la te scapa e la te ciama) Gira la ràcola/strolica butina/regina pitòca/col cor su la boca/bala e strabùca/vola e camìna/ (la se alsa e la se inchina).
Lo stupore di fronte allo straordinario miracolo della vita che attraversa i dubbi e i momenti difficili di offerenza, riempie di gioia l'esistenza dove, nel frastuono del mondo di oggi, riecheggia dolce ma prepotente la chiamata quotidiana del Signore. Piccoli flash, incontri, momenti di cielo vissuti nella condivisione silenziosa della bellezza del creato, delle relazioni vere. Una lode a Cristo Risorto che sostiene ogni momento e ogni circostanza della vita, Pasqua nella città inquieta. Sono i graffiti dell'anima del vescovo Francesco Miccichè, brevi e intensi componimenti da leggere e meditare.
Il volume si distingue dagli altri apparsi nella stessa Collana in quanto è una raccolta di poesie e racconti attraverso i quali ci si accosta a uno dei mondi della mobilità attualmente più discriminato: quello dei Rom. "Dalla lettura dei versi e dei racconti di Agim Saiti, - si legge nella Prefazione emerge la storia di una comunità etnica viva, ricca e complessa, che ha vissuto, nella sua storia anche recente, momenti difficili di ghettizzazione ed estraneazione. Come cartoline, le immagini descritte dal poeta - rom kosovaro - si susseguono davanti agli occhi del lettore che tocca con mano il profondo senso religioso, la fede, ma anche le tante istantanee sul cammino: il partire, il viaggiare per terre sconosciute, la Provvidenza che tutto può, il senso di smarrimento. E ancora: l'amore per la propria lingua, da ascoltare alla radio, da scrivere in versi o per mezzo di racconti e da insegnare ai bambini, numerosi nelle famiglie rom, e alle nuove generazioni".
Il tempo di volo è la durata di un viaggio in aereo, dal decollo fino all'atterraggio in pista. Per chi, come l'autrice, teme le grandi altezze e ha paura di volare, "Tempo di volo" si propone come una raccolta di pensieri e poesie per far capo, appunto, ad un metaforico viaggio "in volo" anche se con i piedi ben saldi a terra: un viaggio che prevede delle fasi, come il decollo, il rullaggio e la salita; un viaggio vissuto assieme ad altri passeggeri; un viaggio fatto di incontri e turbolenze, prima dell'arrivo alla meta.
«Se il nostro tempo è povero di poesia non è perché è venuta meno la bellezza, ma perché facciamo fatica a metterci ad ascoltare. [...] La poesia di Luca sa cogliere nelle cose apparentemente casuali, una profondità nuova, diversa. [...] La Bellezza è un'esperienza, e questo giovane ne da' prova in tre direzioni diverse: guardando sé stesso, guardando gli altri e guardando Dio». (dalla Prefazione di Papa Francesco)
La poesia non risolve né risponde, ma apre a prospettive inedite, che costituiscono il sentiero dentro al quale l'animo umano si può incamminare per contemplare non solo le foglie ingiallite e i rami spogli, ma anche la terra bagnata e le piante che, trascorso il duro inverno, si preparano alla rifioritura e al trionfo della vita. Prefazione Giuseppina Rossitto.