
Perché un'antologia poetica oggi? L'Italia, paese di poeti, oltre che di santi e navigatori, sembra affetta da una singolare schizofrenia: da una parte ha smesso di leggere la poesia, dall'altra tende a celebrarla come unico certificato di creatività (contiamo due milioni di poeti!). In questo viaggio alla riscoperta dei principali nomi della poesia italiana, da Dante a Zanzotto, passando - ne citiamo solo alcuni - per Petrarca, Ariosto, Tasso, e ancora Leopardi, Saba, fino a Pasolini e Amelia Rosselli, e per alcuni imprescindibili autori stranieri - tra cui Keats, Baudelaire, Rimbaud, ma anche Hikmet e Szymborska -, il critico e saggista Filippo La Porta rivendica il valore dei versi nel mondo contemporaneo. Oggi più che mai l'esperienza del linguaggio poetico, quella del corpo materiale del testo che si apre a innumerevoli orizzonti di senso, è un prezioso antidoto contro l'assuefazione a una comunicazione onnipresente e standardizzata: "equivalente emotivo del pensiero" (Eliot), la poesia risponde al nostro bisogno di un "sapere" degli affetti, di una scienza "esatta" delle relazioni invisibili (e non ovvie) tra le cose.
I Salmi di tutti i miei tempi di Patrice de la Tour du Pin, ora tradotti in italiano da Gianfranco Poma, rappresentano la diuturna, colloquiale ricerca del "Dio della gioia", che l'autore riconosce nel Cristo pasquale. I 90 salmi della raccolta sono un dono di "parola", di rara luminosità e intensità esistenziale, offerto ai suoi "confidenti", uomini e donne del XX secolo. L'autore era consapevole che il proprio battesimo non poteva non intridere la sua intelligenza della verità dell'amore, e che essa non poteva che essere al servizio dell'eucaristia. In tal senso i suoi salmi appaiono come l'inveramento di una sua convinzione, che egli, in una sua corrispondenza, così formulò: "Ogni uomo è una storia sacra". La sua voce offre, per questo, un'inconfondibile prova di intimità e di universalità.
"Gli haiku saettano come smussate freccioline che ci vengono da un mondo simile a quello di Alice, ma dotato di una sottile, intricata coerenza che non è soltanto il rovescio dello specchio delle nostre coerenze. Sono spiragli da cui filtra qualcosa di accecante e insieme di carezzevole, sono cuspidi elastiche di qualcosa che deve restare sommerso, per noi (e forse per tutti), ma che pure sentiamo necessariamente nostro. E allora per capire ripieghiamo almeno - un "principio di essenzialità", sul tema del risparmio verbale che crea alte tensioni aggregatrici, o addirittura sul "fascino del frammento" come su riferimenti che senza dubbio si possono identificare anche nello haiku." (dalla Presentazione di Andrea Zanzotto)
Rivisitando l'intero Novecento italiano alla luce d'una severa coscienza critica, in questo volume Pasquale Maffeo indaga e documenta l'opera di poeti che nel secolo consegnarono esiti e sensi della loro ventura a carte pressappoco tutte lambite o strinate, e talora arroventate, dal fuoco che emana dal nome e dalla presenza di Dio. In quattordici capitoli di ricognizione e dodici di antologia, un'abbondante sessantina di autori - ciascuno con la propria voce, col proprio armamentario fantastico - si stagliano e collocano lungo i decenni in aree di appartenenza o anagrafica o esistenziale a disegnare una geografia di esperienze e percorsi nel fondo omologati dalla medesima tensione di ricerca, avvistamento, incontro e scontro, colloquio con l'Absconditus. In una lettura che nulla ha dato per acquisito, neppure ciò che corre nei bilanci novecenteschi sinora tentati. Esclusioni, annessioni e amputazioni di gloria sono qui ragionate e connotative (pp. 488).
Pasquale Maffeo è nato a Capaccio (Paestum) nel 1933. Poeta narratore e drammaturgo, ha pubblicato una ventina di libri. La produzione in versi è reperibile in sei raccolte; le più recenti sono: Nella rosa del mondo (1997), Dal deserto (1999) e Diciture (2006). In prosa ha dato tre volumi di racconti, quattro romanzi, biografie di Salvator Rosa, Giorgio La Pira e Federigo Tozzi, saggi su nostri scrittori del Novecento. Alcuni dei suoi nove testi teatrali sono stati rappresentati o radiotrasmessi in Italia e in Svizzera. Da segnalare sono altresଠle sue traduzioni dall'area inglese. Collabora alla testata di Avvenire.
L'esilio del poeta è il tema dominante di queste liriche in cui l'Autore già dal titolo imprime, con la sua voce spirituale, una spontanea ricerca dell'Assoluto, nel transito tribolato dei nostri giorni.
Con la pubblicazione dell'antologia poetica "Lo splendore del tempio. Poesie d'amore" Crocetti Editore offre ai lettori italiani gran parte delle poesie d'amore pubblicate da Carol Ann Duffy dal 1985 a oggi, compresi "Rings" e l'intero corpus del volume pubblicato nel 2010 con il titolo Love Poems.
La poesia può tutto. Nonostante il flusso degli eventi, nonostante l'accelerazione dei fatti che portano a una tragica fine, la poesia può risalire al prima, al momento in cui l'omicidio non è ancora avvenuto, e ha il potere di cristallizzare con le parole un attimo che rischia di andare perduto. Perché quando il dramma segna la fine di un'esistenza, non vogliamo che solo quello sia il carico della nostra memoria. Nonostante tutto.
Le raccolte scelte per questa antologia sono successive al 1906, anno fondamentale nella vita, nella poetica e nell'opera di Rilke; un panorama suggestivo dell'opera di uno dei maggiori poeti tedeschi del Novecento dove l'idea di solitudine si combina con misticismo, gioco, artificio e sensualità.