
«Ne successero di cose a me, alla mia famiglia, al mio Paese e al resto del mondo.
Ma il resto del mondo non m'interessava ancora».
L'Albania del primo Novecento è un luogo misterioso, magico e caotico.
Un luogo dove gli opposti convivono da sempre: cristianesimo e islam, tradizioni risalenti all'Impero bizantino come all'Impero ottomano.
Ed è anche, e soprattutto, una società fortemente matriarcale, in cui per il potere che si acquisisce diventando suocere le donne passano la vita aspettando con gioia d'invecchiare. Meliha è una figlia di questo mondo, una donna forte, capace di seguire i vivi e i morti con lo stesso trasporto: è lei il cuore della famiglia Buronja, all'inizio di questa storia. Ma il vero perno della famiglia e del romanzo diventerà ben presto sua figlia Saba. Appena quindicenne, Saba è costretta a sposare Omer, un uomo maturo che lei non ama, già vedovo di sua sorella e legato ai Buronja da un debito di sangue. Ma la aspettano ben altre altre prove, che Saba crescendo - e conquistandoci pagina dopo pagina - attraverserà con disperata energia: i tanti figli, la guerra, lo sterminio dei fratelli, fino alla transizione a una nuova e per lei piú felice dimensione di vita: il comunismo. È attraverso le tante vicende che gravitano intorno a Saba e al suo mondo - dai piccoli infiniti rivoli di vita ai grandi rivolgimenti politici che entrano nella quotidianità piú intima degli individui e si fanno storie - che il romanzo assume un tono epico indimenticabile, per forza e naturalezza.
Nell'Europa degli anni Venti, permeata da una profonda atmosfera esoterica, si diffondono le dottrine che costituiscono il background del nazismo occulto, ispirate a una forte ripresa dei miti e del pensiero dell'antico oriente. In questo contesto lo stesso Fuhrer, giunto al potere, incomincia a vagheggiare avventurose spedizioni alla ricerca delle origini dell'uomo, del Graal, della razza pura e della magia nera del buddhismo.
Su questo sfondo si muove Leonhard Mayer, brillante ufficiale che viene ammesso a far parte della sezione occulta delle SS: l'Ordine Nero. In quella che si presenta a tutti gli effetti come una setta esoterica, Leonhard viene iniziato a sapienze antiche, che fanno di lui uno dei prescelti per partecipare alla spedizione organizzata da Himmler alla volta del Tibet, alla ricerca della razza padrona e del segreto della vita, custodito dagli eredi dei progenitori dell'uomo, i quali vivrebbero nascosti nelle profondità della terra proprio sotto i domini tibetani. La spedizione, che si consuma negli anni in cui il nazismo sta per condurre l'Europa nel secondo conflitto mondiale, è attesa come una grande avventura volta a realizzare il desiderio di immortalità e potere di Hitler. Nella realtà si trasformerà in un viaggio di formazione che travolgerà la vita e le illusioni di Leonhard, svelando la drammatica follia del progetto dell'Ordine Nero di dominare il mondo.
Tutti i personaggi di questo libro sembrano impegnati a confrontarsi col tempo: il tempo delle vicende che hanno vissuto o stanno vivendo e quello della memoria o della coscienza. Ma è come se nelle loro clessidre si fosse alzata una tempesta di sabbia: il tempo fugge e si ferma, gira su se stesso, si nasconde, riappare a chiedere i conti. Dal passato emergono fantasmi beffardi, le cose prima nettamente distinte ora si assomigliano, le certezze implodono, le versioni ufficiali e i destini individuali non coincidono. Un ex agente della defunta Repubblica Democratica Tedesca, che per anni ha spiato Bertolt Brecht, deambula senza meta a Berlino fino a raggiungere la tomba dello scrittore per confidargli un segreto. In una località di vacanze un ufficiale italiano che in Kosovo ha subito le radiazioni dell'uranio impoverito insegna a una ragazzina l'arte di leggere il futuro nelle nuvole. Un uomo che inganna la propria solitudine raccontando storie a se stesso diventa protagonista di una vicenda che si era inventato in una notte d'insonnia. I personaggi di questo libro disegnano l'ineffabile volto di una stagione. È la nostra epoca impietosa e futile, fatta di un tempo anfibio che non scandisce più la vita e del quale ci sentiamo ospiti estranei. Storie straordinarie che entrano in modo indelebile nel nostro immaginario, anche se non appartengono al piano dell'immaginario ma a una realtà di cui forse abbiamo perso il codice.
Germania dell'Est, 1989. Le donne amano Adam perché confeziona loro abiti che le rendono belle e desiderabili. Adam ama le belle donne. Così, quando le donne indossano i suoi abiti, Adam le desidera tutte. A parte questo, Adam ama Evelyn. Quando lei, in un afoso giorno d'agosto, lo coglie in flagrante tradimento, lo pianta in asso e va in vacanza sul lago Balaton con un'amica e il cugino di lei. Adam li segue. Per Evelyn andrebbe in capo al mondo, e forse dovrà proprio farlo, visto che l'Ungheria vuole aprire il confine a ovest. All'improvviso il frutto proibito è lì, a portata di mano, e ognuno deve decidere se coglierlo o no. Nella situazione eccezionale di quella tarda estate dell'89, nel clima sospeso di un'improvvisa libertà di scelta, Ingo Schulze riscopre l'origine mitica dell'uomo, il divieto e la tentazione, l'amore e la conoscenza, e con essi l'anelito del paradiso. Dove si trova il paradiso? In un gioco di rimandi con il mito biblico di Adamo ed Eva, Ingo Schulze crea una leggiadra tragicommedia che offre una chiave di lettura di quella storica estate del 1989, quando il frutto proibito sembrava a portata di mano.
Mongolia, 1227. Qutula, scrivano di Gengis Khan, solo per caso riesce a scampare alla morte... E ora deve fuggire. Solo cambiando vita potrà nascondersi, pur rimanendo sotto gli occhi di tutti. Perché la bellissima Arqai – questo diventa il suo nome – è a conoscenza di un segreto: sa dove si trova la tomba dell’imperatore. E il suo favoloso tesoro.
Aprile 1919, sul piroscafo Zeppelin. L’incontro ha il sapore della storia, ma i due ancora non lo sanno. Double Skinner ha solcato ogni mare sospinto dai venti oceanici, prima di combattere la Grande guerra al solo scopo di saldare il conto con i demoni che gli hanno divorato l’esistenza. Rimpatriando a bordo del piroscafo Zeppelin, incontra Harry Truman, futuro presidente degli Stati Uniti d’America. Tra i due nasce un’amicizia profonda, tanto che Skinner affida proprio a Truman non solo l’appassionante storia della sua vita, ma anche la custodia di un potente segreto, causa di morte e corruzione. Un segreto che risale a molti secoli prima, in Mongolia...
Italia, 2008. Oswald Breil se ne innamora subito, non appena lo vede in disarmo nel porto della Spezia. Lo yacht Williamsburg un tempo era definito «Casa Bianca galleggiante», perché dimora prediletta del trentatreesimo presidente americano: Harry Truman. Breil l’acquista, procurandosi così l’ostilità di un avversario spietato, pronto a tutto pur di impossessarsi del segreto che, forse, è nascosto fra le paratie della nave. Un segreto dalle origini lontane, perse nel soffio impetuoso del vento che spira sul deserto...
Barcellona, XIV secolo. NeI cuore dell'umile quartiere della Ribera gli occhi curiosi del piccolo Arnau sono catturati dalle maestose mura di una grande chiesa in costruzione. Un incontro decisivo, poiché la storia di Santa Maria del Mar sarà il cardine delle tormentate vicende della sua esistenza. Figlio di un servo fuggiasco, nella capitale catalana Arnau trova rifugio e quella sospirata libertà che a tutt'oggi incarna lo spirito di Barcellona, all'epoca in pieno fermento: i vecchi istituti feudali sono al tramonto e mercanti e banchieri in ascesa, sempre più influenti nel determinare le sorti della città, impegnata in aspre battaglie per il controllo dei mari. Intanto l'azione, dell'Inquisizione minaccia la già non facile convivenza fra cristiani, musulmani ed ebrei... Personaggio di inusuale tempra e umanità, Arnau non esita a dedicarsi con entusiasmo al grande progetto della "cattedrale del popolo". E all'ombra di quelle torri gotiche dovrà lottare contro fame, ingiustizie e tradimenti, ataviche barriere religiose, guerre, peste, commerci ignobili e indomabili passioni, ma soprattutto per un amore che i pregiudizi del tempo vorrebbero condannare alle brume del sogno...
Nella primavera del 1939, Laura Chappell incontra per la prima volta a Memphis Henry McAllan. Lei, piccola e scura, con marcati lineamenti francesi, ha trentun anni ed è ancora vergine: una "zitella sulla via della pietrificazione", come ironicamente si definisce. Insegna inglese in una scuola privata per ragazzi, canta nel coro della Calvary Episcopal Church e fa da baby-sitter ai suoi nipoti. Lui, quarantunenne che dimostra tutti i suoi anni soprattutto per via dei capelli candidi, ha mani forti, una solida aria di sicurezza e la deliziosa parlata del Delta del Mississippi. Quando Henry McAllan le propone di sposarlo, Laura accetta di buon grado, certa che il primogenito di un clan rurale come Henry non possa che essere un buon marito e un padre premuroso dei suoi figli. Il giorno in cui Henry decide di ubbidire al "richiamo della terra" dei McAllan e di trasferirsi col vecchio padre in una fattoria sul Delta del Mississippi, Laura lo segue fedele, portandosi dietro le due bambine nate un paio d'anni dopo il matrimonio. Sul Delta del fiume, però, la vita si rivela completamente diversa dall'idillio che Laura aveva immaginato.
Nel 1993, lo scalatore americano Greg Mortenson, dopo un tentativo fallito di raggiungere la vetta del K2 e una difficile discesa che mette a repentaglio la sua vita, giunge nello sperduto villaggio di Korphe, nel Karakorum pakistano. Gli abitanti lo curano per sette settimane, e per sdebitarsi Greg promette loro che tornerà a costruire una scuola. "Tre tazze di tè" è la storia di quella promessa, delle difficoltà incontrate per mantenerla - in California, Greg rinuncia alla casa e vive in macchina per non sprecare i soldi dell'affitto - e della spettacolare riuscita dell'impresa: in una dozzina di anni Mortenson ha costruito non una ma cinquantacinque scuole, ha promosso in particolare l'istruzione delle bambine, da sempre escluse, e ha portato avanti la sua opera nelle zone dominate dai Talebani, anche dopo l'11 settembre e le guerre che hanno insanguinato una terra già martoriata.
Un pomeriggio di agosto, verso la metà degli anni Novanta. Nel silenzio immobile della controra, una voce chiede aiuto. Una volta, due volte, dieci volte il grido risuona nell'androne ombroso di una elegante palazzina di Posillipo. Poi il silenzio, di nuovo, avvolge la strada. Nessuna porta si è aperta, nessuno degli inquilini ha risposto all'appello della ragazza. In quell'androne la troverà, morta, un giovane poliziotto, uno che viene da un quartiere che sembra appartenere a un altro mondo, nella periferia orientale della città. È la prima volta che vede un cadavere - e quella ragazza potrebbe avere la sua età. Nel vuoto sospeso di una Napoli dove chi può permetterselo è partito per le vacanze, e chi non può aspetta Ferragosto per andare a passare una giornata a Ischia o a Procida, il giovane poliziotto si intestardisce a chiedersi chi era quella sua coetanea che sembrava così normale, chi ha potuto ammazzarla, e perché. Interrogherà i vicini, rintraccerà gli uomini che l'hanno amata. Scoprire la verità (tanto imprevedibile quanto inquietante) lo indurrà a guardare con meno candore, e a giudicare con meno benevolenza, quella parte della città i cui abitanti, pur non essendo né camorristi né spacciatori né tossici - ma liberi professionisti, intellettuali, "gente perbene", insomma -, hanno anch'essi i loro ignobili segreti, le loro viltà nascoste.
Piogge di fuoco divorante, mari tempestosi, ghiacci e rocce di un mondo vuoto di uomini, luci radianti, deserti combusti: con somma potenza di immagini, con il ritmo che il verso libero imprime a un linguaggio avvolgente, e in un costante intreccio di saperi (arte, scienze naturali, letteratura), Sebald ci offre nel poemetto "Secondo natura" - opera prima - un trittico che già contiene in nuce i caratteri della sua futura narrativa. I passeggiatori e gli emigrati dei romanzi e dei racconti sono già tutti qui prefigurati: la tragica vita del pittore Grünewald e di un suo misterioso doppio nella terrificante descrizione di opere come la pala d'altare di Isenheim; il viaggio dell'esploratore e medico settecentesco G. W. Steller alla scoperta, con Vitus Bering, dello stretto marino fra i ghiacci della Siberia e dell'Alaska; un'autobiografia, dalla nascita sotto le bombe, in un mattino di primavera, alle peripezie della famiglia e ai vagabondaggi europei, così simili a quelli di Jacques Austerlitz. "Secondo natura" è il primo dei tanti viaggi che Sebald ha intrapreso nei territori di una natura colta con sguardo snebbiato, nelle sue incessanti metamorfosi.
Ma perché mai proprio all'ispettore Lognon, detto dai colleghi il Lagnoso - lo Jellato da Maigret -, uno che non è mai riuscito a ottenere una promozione, che ha il raffreddore tutto l'anno e quando torna a casa deve pure occuparsi di una moglie ipocondriaca e vessatoria; perché proprio a lui hanno sparato due colpi di pistola lasciandolo quasi moribondo davanti a un palazzo di avenue Junot? Quando apprendono che in quel palazzo, da una decina di giorni, lo Jellato andava tutte le sere, e che trascorreva la notte con una tale Marinette, signorina di bell'aspetto di professione estetista, Maigret e il giovane Lapointe non possono che sgranare gli occhi e scambiarsi uno guardo interdetto. Possibile? I poliziotti non sono stinchi di santo, d'accordo, ma uno come Lognon... Alla portinaia, che si è precipitata a soccorrerlo, lo Jellato ha sussurrato una sola parola: "Fantasma...". Che così, a naso, non pare un indizio decisivo, anzi, sembra quasi una beffa. Come se non bastasse, della Marinette in questione non vi è più traccia: la ragazza sembra scomparsa nel nulla. Muovendo da questi pochi elementi, mentre Lognon rimane sospeso tra la vita e la morte nel suo letto di ospedale, il commissario cercherà di dipanare una matassa alquanto intricata. Che lo porterà a far luce su una losca vicenda di falsari e di ricattatori, di cui l'ispettore aveva cominciato a seguire le tracce - a suo rischio e pericolo.
A raccontarci Pulce e il suo mondo speciale è la sorella Giovanna, con la sua voce ironica, candida, intelligente, divagante. Pulce è una bambina allegra, a cui piace infilarsi negli abbracci degli sconosciuti, stritolarti più forte che può. Quando un giorno, come tutti i giorni, mamma Anita va a prenderla a scuola, Pulce non c'è. "Provvedimenti superiori" hanno deciso che loro non sono più dei buoni genitori, e Pulce è stata portata nella comunità Giorni Felici. Anita e Giovanna possono farle visita una volta alla settimana, "sotto lo sguardo soldato di un'educatrice". Papà Gualtiero, invece, sua figlia non può vederla, perché su di lui grava una mostruosa accusa. Giovanna ha solo tredici anni quando comincia questa "storiaccia". È una ragazzina curiosa, con qualche tic nervoso e un gruppetto di amici immaginari. E proprio grazie alla sua immaginazione vispa e intelligente, alla sua potente capacità inventiva, Giovanna ci racconta senza retorica e senza patetismi lo scontro tra mondo adulto e infanzia, tra malattia e normalità, tra rigidità delle istituzioni e legami affettivi. Il suo sguardo singolare, il suo punto di vista spostato, ci fa vedere improvvisamente le cose, rende intellegibile ciò che anche gli adulti faticano a capire.