
La stanza è invasa dalla polvere e dalla luce. Sono passati anni, ma a casa della nonna Elsa non è cambiato nulla: la bambola, il cavallo a dondolo e poi il vecchio armadio. Ad Anna, sua nipote, basta aprirlo per tornare di colpo bambina, quando insieme alla nonna giocava a vestirsi da grande. Gli abiti ci sono ancora tutti e Anna li riconosce; stoffe che sanno di festa e di risate. Eppure c'è un vestito che la giovane non ricorda: ha la gonna ampia e un nastro alto in vita. Uno stile molto diverso da quello della nonna. Anna lo prova. Basta quel semplice gesto perché il suo mondo cambi per sempre. Quando sua nonna la vede con quell'abito, bella come non mai, capisce che è giunto il momento sfuggito tanto a lungo. Ora che le rimangono pochi giorni di vita, non può più mentire. Lo deve a sé stessa ma anche a sua nipote, deve dirle la verità. Deve confessare a chi appartiene quell'abito, deve pronunciare quel nome taciuto da anni, Eeva. Un nome che Anna non conosce. Il nome di una donna dimenticata nel silenzio, di cui non esistono nemmeno fotografie. Un nome che affonda le radici in un segreto forse incomprensibile. Spetta ad Anna capirlo. Ma per farlo deve tornare indietro a un tempo antico, a una storia di perdono, di tradimento e di bugie. Ma soprattutto alla storia di un amore unico come quelli che lega indissolubilmente una madre e una figlia, nel bene e nel male. Un amore in cui tutto, a volte, può essere perdonato.
Anna coltiva un unico, profondo desiderio: essere indipendente. E invece, orfana e costretta a vivere a carico della ricca cognata - a sua volta mossa dal solo desiderio di maritarla al miglior partito su piazza e togliersela di torno -, Anna rifiuta i corteggiatori e si convince di esser condannata a una vita dimezzata. Fino a quando non accade l'impensabile: un'inaspettata, cospicua eredità arriva a cambiarle la vita e a garantirle l'autonomia tanto desiderata. Ma arrivano anche le impreviste ma prevedibili difficoltà. Colta da un irrefrenabile impulso di generosità, Anna decide di condividere la sua fortuna, e concepisce un progetto filantropico inteso a donare la felicità a dodici donne provate dalle asprezze della vita. Ma dopo una spassosa girandola di situazioni che l'ingenua Anna non poteva immaginare, tutto precipita... Con la verve che distingue la sua scrittura, Elizabeth von Arnim ritorna a un tema che le sta particolarmente a cuore, l'indipendenza femminile, già al centro di "Lettere di una donna indipendente". Mettendo con delicatezza alla berlina la protagonista e il suo progetto improbabile, Elizabeth von Arnim dà voce al tema del destino delle donne, sempre legato al matrimonio, e di quali concrete alternative si possano davvero presentare a chi desideri restare "fuori dal coro".
Il principe fulvo, Don Fabrizio Corbèra, Principe di Salina, è il protagonista di questo arioso "racconto di un romanzo" che Salvatore Silvano Nigro ha costruito per svelare II Gattopardo e guidarci in una regolata intimità di documenti inediti, lettere e testimonianze che, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, illuminano biografia e scrittura. Vengono in primo piano le intemperanze degli anni giovanili di Lampedusa, la vocazione a sgangherarsi nel tentativo di riscrivere "Il Circolo Pickwick" di Dickens. Tutto questo romanzeggiare dickensiano sta prima e dietro "Il Gattopardo". Nigro rapisce lo sguardo quotidiano del Lampedusa maturo, entrando nelle prospettive casalinghe e urbane che erano finite sotto i suoi occhi, per rintracciarvi le immagini che, trasfigurate, si sarebbero trasformate nel "Gattopardo" in veicoli narrativi e in impianto di forme. E si scopre con sorpresa come perfino le più apparentemente innocue presenze di una vita siano diventate "personaggi". In questa luce il capolavoro di Lampedusa è raccontato non come il romanzo storico che tutti conosciamo, ma come un segreto romanzo fantastico e allegorico intimamente strutturato dalla trama di un quadro vivente. Dentro "Il Gattopardo" si muovono una mutante creatura di cielo e di mare, sagome di animali che fanno sberleffi o imprecano, due statue animate: una Venere, determinata e "assassina"; e un Ercole in divisa fulva, da leone, legato all'araldica e alla simbologia dei Borbone.
Per la prima volta in un unico volume la trilogia che ha come protagonista il più grande condottiero di tutti i tempi: Giulio Cesare. Andrea Frediani ripercorre la vita e le gesta dell'eroe; ridisegna con impeccabile verosimiglianza storica, ma allo stesso tempo con una sorprendente potenza narrativa, le epiche battaglie che lo hanno reso leggendario, gli amori, le passioni. Dall'incontro d'infanzia con Labieno, che al fianco di Cesare combatterà fin dalle prime campagne militari, alla loro separazione; dal passaggio sul Rubicone, con cui il dittatore prenderà possesso della penisola, alla lotta contro Pompeo; dalla grande vittoria di Farsalo alla campagna africana; "Dictator" ripercorre le tappe principali che hanno portato alla soglia dell'Impero. Sullo sfondo, intrighi, tradimenti e intrecci amorosi, nel romanzo sul più grande uomo di Roma antica.
Rinunciare all'automobile è possibile. Un'idea semplice e "rivoluzionaria" è quella di viaggiare utilizzando i trasporti pubblici locali, una forma di erranza in perfetto equilibrio tra lentezza e comodità. Ogni giorno migliaia di autobus tessono una capillare rete di linee extraurbane che penetrano nel profondo della provincia italiana solcando, a velocità moderata, le belle strade della Penisola. Con biglietti economici, comodamente seduti a quasi due metri di altezza, si può godere del lungometraggio del Bel Paese che scorre lento fuori dal finestrino sentendosi un po' nei panni di Soldati, Piovene o Rumiz. È una forma di viaggio che si può praticare dai dodici ai novant'anni senza essere accompagnati dai genitori. "L'esperto di vie traverse" Paolo Merlini ci guida in questo nuovo modo di viaggiare, selezionando i percorsi più significativi, descrivendo le autolinee più efficienti lungo itinerari suggestivi, portandoci per mano alla scoperta di un'altra Italia, da attraversare senza fretta.
Hayat Shah è un ragazzino musulmano nato e cresciuto nella provincia americana. La sua vita procede spedita tra la scuola, il baseball e le corse in bicicletta. Delle origini pakistane resta solo qualche debole traccia nei battibecchi tra i genitori. Finché un giorno arriva Mina, un'amica della madre venuta a vivere negli Stati Uniti dopo un doloroso divorzio nel suo paese, e da quel momento tutto cambia. Dolce e bellissima, Mina porta con sé un fascino discreto e magnetico che in poco tempo conquista tutti, perfino lo scettico padre di Hayat. La sua religiosità profonda e non fanatica fa entrare discretamente la fede musulmana nella vita familiare e colpisce l'animo adolescente di Hayat, che viene attratto dalla spiritualità della preghiera e, senza averne immediata coscienza, dalla sensualità della donna. I guai iniziano quando Mina si innamora di un ebreo, Nathan, e quando questi per amore si converte all'Islam. Non sarà tanto la dura reazione della comunità musulmana a impedire il loro matrimonio, quanto il segreto intervento di Hayat, che trova nel fondamentalismo religioso uno sfogo alle sue tormentate pulsioni adolescenziali. Le conseguenze del suo comportamento gli si sveleranno molti anni dopo, incontrando casualmente Nathan e venendo a conoscenza del tragico destino di Mina. Solo in quell'istante, nel semplice atto di scusarsi per il male compiuto, Hayat diventerà finalmente adulto.
Venezia, fine del Cinquecento: una città tentacolare e spietata in cui anche i muri hanno gli occhi, il doge usa il pugno di ferro e il Sant'Uffizio sospetta di tutti e non ci pensa due volte a mandare a chiamare un poveraccio e a dargli due tratti di corda. La Serenissima osserva, ascolta e condanna. Anche ingiustamente. Ed è proprio per sfuggire a un'accusa infondata che Michele, giovane muratore, è costretto a imbarcarsi su una galera lasciando tutto e senza nemmeno il tempo per salutare la sua bella moglie Bianca, appena diciassettenne. Bandito da Venezia, rematore su una nave che vaga per il Mediterraneo carica di zecchini e di spezie e senza speranza di ritornare a breve, Michele vivrà straordinarie avventure tra le onde, sulle isole e nei porti del mare nostrum, fino ad approdare nelle terre del Sultano. Per sopravvivere, con il pensiero sempre rivolto a Bianca, da ragazzo ignaro e inesperto dovrà farsi uomo astuto, coraggioso e forte. Nel frattempo, Bianca rimane completamente sola in città, tra i palazzi dei signori e il ghetto. Il suo temperamento tenace e orgoglioso dovrà scontrarsi con prove se possibile più dure di quelle toccate a Michele, e incontri non meno terribili e importanti l'attendono nel dedalo di vicoli e calli, tra i profumi intensi delle botteghe di speziali, quello del pane cotto nel forno di quartiere, il torso dell'acqua gelida in cui lavare i panni e i pagliericci pidocchiosi che sono il solo giaciglio per la povera gente.
Pubblicato per la prima volta nel 1959, "Goodbye, Columbus" è la storia di Neil Klugman e della bella e determinata Brenda Patimkin. Lui vive in un quartiere povero di Newark, lei nel lussuoso sobborgo di Short Hills, e si incontrano durante una vacanza estiva, tuffandosi in una relazione che ha a che fare tanto con l'amore quanto con la differenza sociale e il sospetto. Questo romanzo breve è accompagnato da cinque racconti, il cui tono va dall'iconoclasta al sorprendentemente tenero.
Nel settembre del 1999 Paul Auster lanciò una sfida ai suoi ascoltatori della radio NPR: cercava storie vere, "capaci di sfidare le nostre aspettative sul mondo". Dalla risposta entusiasta del pubblico, di ogni età e latitudine d'America, è nato questo libro, che presenta il meglio delle quattromila storie selezionate dallo scrittore con il solo criterio del loro significato umano. Raccontano grandi eventi e piccole cose, situazioni tragiche o comiche: "una fatica straordinariamente generosa di soddisfazioni, una delle imprese più stimolanti cui mi sia dedicato". E anche un ritratto meraviglioso e inaspettato dell'America.
Che cos'è la libertà? Difficile dirlo per Emma Bonelli, che sulle colline del Monferrato piemontese nell'aprile del 1935 per la prima volta varca la soglia della casa dei Francesi, come sposa del ciabattino zoppo che le hanno dato per marito. Emma è una contadina che ha la terza elementare. La sua dote è misera. Però è una gran lavoratrice, e per questo i Francesi l'hanno voluta come nuora. Anche per sua figlia Luciana, libertà non è che una parola lontana. Solo una volta l'ha quasi assaporate quando le è stata offerta l'occasione di realizzare il sogno di diventare sarta, ma poi il marito la figlia, la casa, la vita hanno preso il sopravvento. Forse solo Anna, nata negli anni Settanta, l'unica donna nella famiglia a poter proseguir gli studi, spezzerà la catena di rinuncia e sottomissione a cui ha visto piegarsi la madre la nonna. Emma, Luciana, Anna, tre donne diverse, ugualmente legate con la mente e il cuore alla vecchia casa in collina, obbligate a lasciarla dai rivolgimenti della Storia e dalla durezza dei rispettivi destini. Tutte, dolorosamente, desiderose di tornarvi. E tutte, in modi diversi, masnà, bambine. In un gioco di sorprendenti rivelazioni, miserie quotidiane e commoventi eroismi, questo romanzo è la storia di una scelta difficile e coraggiosa: romper l'esilio, tornare alla casa dei Francesi, decidere della propria vita, sentirsi libere. Perfino di sbagliare. E smettere, finalmente, di essere masnà.
Questa storia inizia a New York nel 2000, quando, alle nozze del nipote, Joseph Kohn scorge tra gli invitati una donna dall'aria familiare. Gli occhi azzurro ghiaccio, l'ombra di un tatuaggio sotto la manica. Il presentimento gli toglie il respiro. Le chiede di mostrargli il braccio; non importa se è scortese, lui deve sapere. La certezza è lì, sulla pelle: sei numeri blu, accanto a un piccolo neo che lui non ha mai dimenticato. E allora le dice: "Lenka, sono io. Joseph. Tuo marito". Perché questa storia, in realtà, inizia a Praga nel 1939. Lenka e Joseph sono due studenti ebrei, si conoscono poco prima dello scoppio della guerra, si innamorano, diventano marito e moglie per lo spazio di una notte. Il giorno dopo, al momento di fuggire negli Stati Uniti Lenka decide di restare, perché non ci sono biglietti a sufficienza per la sua famiglia. Si separano con la promessa di ricongiungersi al più presto, ma Lenka finisce in un campo di concentramento. In mezzo all'orrore, fa ciò di cui è capace, dipingere, unico modo per dare colore a ciò che è privato di luce, per dare forma a ciò che non si può descrivere. Mentre Joseph, in America, si specializza in ostetricia: solo aiutare a dare la vita gli consente di non farsi trascinare a fondo dalle voci di chi non c'è più. Quando ormai si crederanno perduti per sempre, ci sarà un nuovo inizio per entrambi.
Eva Loi è la giovane doppiatrice di Lauren Armstrong, una delle più luminose star del cinema mondiale, a cui sente di essere legata da un vincolo impalpabile. Ama il suo lavoro, anche se è adombrata da malinconie e spettri di un passato mai del tutto rimosso. Le piace rinascere in sala di registrazione. Un giorno però Lauren Armstrong se ne va dalle scene e dal mondo, in un esilio volontario ma misterioso. Si può sparire del tutto senza lasciare conseguenze? La vita di Eva inevitabilmente ne viene travolta. È come se anche lei iniziasse a scomparire insieme all'attrice. Non lo saprebbe dire a parole, o confessare a qualcuno, ma ogni giorno scende di un gradino verso qualcosa di buio e indefinibile. In quel buio incrocia sua madre Ella. Una donna fuori dal comune, molto diversa da Eva, inquieta, enigmatica. Vent'anni prima di Lauren Armstrong, anche Ella ha tentato di sparire nel nulla. Nel 1989 è andata a Berlino, proprio nei giorni in cui cadeva il Muro. In quei momenti folli pieni di libertà e speranza, Ella ha nascosto per qualche tempo la sua profonda insoddisfazione. E ha lasciato dietro di sé una scia di relazioni che vent'anni dopo Eva proverà a ricostruire. Intanto di Lauren nessuna traccia. Un romanzo denso, sorretto da una scrittura che non smarrisce mai il controllo e conduce il lettore verso uno dei suoi più contraddittori tabù: è possibile fuggire dalla propria vita?