
Tre crimini nel giro di poche ore. Prima viene ucciso un professore universitario del Minnesota, Arno Holmstrand, poi un sicario spara a un collaboratore del presidente degli Stati Uniti, infine una bomba esplode nella chiesa di St Mary, a Oxford. Tre crimini avvenuti in luoghi molto distanti tra loro, eppure per Emily Wess, studiosa di Storia antica, sono in qualche modo collegati. Perché, poco prima di morire, Arno Holmstrand le ha rivelato una verità sconcertante: la leggendaria biblioteca di Alessandria non è mai stata distrutta. Esiste ancora oggi e, nel corso dei secoli, è stata costantemente arricchita, fino a conservare tutto lo scibile umano. E, dato che Emily è stata scelta come la nuova Custode, deve trovarla, prima che lo faccia il Consiglio, un gruppo di uomini potenti e senza scrupoli, pronti a tutto pur di mettere le mani sulla biblioteca e sfruttare le sue preziose informazioni per influenzare le sorti del mondo. Dagli Stati Uniti all'Inghilterra, dall'Egitto a Israele, Emily sarà coinvolta in una corsa contro il tempo per raccogliere le abili tracce disseminate dal professore, senza mai sapere di chi potersi fidare. Perché chiunque, amico o nemico, potrebbe essere un membro del Consiglio...
Questa è la storia di un padre che vorrebbe semplicemente poter fare il padre. Giocare con suo figlio, accompagnarlo all'asilo, insegnargli a vivere. Ma non può farlo. Perché Leonardo adesso è diventato un padre a metà, come ormai ce ne sono tanti, troppi. Dopo il fallimento del suo matrimonio, è costretto a contare le ore e ad aggrapparsi al ricordo di un sorriso per sopravvivere nell'attesa di poter vedere il figlio. La storia di Leonardo è un percorso fra mille difficoltà e sentimenti contrastanti. Un viaggio fatto di amarezze, solitudine e rimorsi, di pregiudizi e beghe legali, ma anche di piccole conquiste quotidiane e rari momenti di gioia. Finché un incontro insperato gli offrirà una semplice ma importantissima opportunità... In questo romanzo, Tiberio Timperi tratteggia la storia intima, e drammaticamente attuale, di un padre alla ricerca di un equilibrio fragile e prezioso, da raggiungere e difendere giorno dopo giorno.
John Glass è un giornalista di tutto rispetto: irlandese, da poco trapiantato a New York, ha un passato glorioso da corrispondente in prima linea (piazza Tienanmen, il conflitto nordirlandese, l'Intifada) e una reputazione da difendere. Ma in un momento di debolezza, vinto dalle pressioni famigliari e dalle lusinghe di un compenso da un milione di dollari, accetta di scrivere la biografia di William "Big Bill" Mulholland, magnate delle telecomunicazioni dai trascorsi non proprio immacolati ed ex agente della CIA. Le ricerche per il libro vengono però presto turbate da un omicidio... Fin dove si è spinto Glass? E perché viene ricattato? Inizia così un giallo sofisticato, un'indagine che porterà il giornalista a scavare nel torbido passato della famiglia della moglie. E a scoprire che il silenzio non può essere comprato, nemmeno da una delle dinastie più influenti di New York...
Questa raccolta riunisce i racconti più "neri" di Marco Vichi. Vi si ritrovano le sue atmosfere e i suoi personaggi, e quella sua capacità di farsi ascoltare mentre narra vicende quotidiane e terribili dove all'improvviso qualcosa si incrina, un meccanismo si inceppa, e a poco a poco tutto diventa follia, assurdità, mistero, fino al piccolo, spesso del tutto inaspettato colpo di scena finale. Come in "Amen", in cui un giovane ricco e nullafacente, che si gode l'eredità di famiglia senza un pensiero e senza un impegno, viene aggredito da un ometto bizzarro, che lo accusa di avergli ucciso l'amico più caro, il suo unico affetto. Eppure il ragazzo è certo di non aver mai fatto del male a nessuno... O in "Mio figlio no", dove l'ossessione di un padre che teme l'omosessualità del figlio adolescente spinge l'uomo a una decisione crudele. O ancora in "Puttana", una vicenda di sesso e vendetta ambientata nel famigerato villino romano frequentato dai gerarchi fascisti e dal Duce stesso, dove va a lavorare la giovane Simonetta, in arte Sissi, che ha un sogno segreto...
"Antonello, mio babbo, era nato galeotto, come diceva sempre quando parlava del suo luogo di nascita. In carcere, senza aver commesso alcun reato. Era infatti nato all'Asinara..." Così la voce femminile di questo romanzo d'esordio inizia il racconto, di una limpidezza sorprendente, di vicissitudini famigliari che hanno tratti antichi. In una Sardegna selvatica e piena di luce, si consuma l'iniziazione alla vita del padre, figlio di una guardia penitenziaria, attraverso i giochi proibiti con un detenuto-pastore che ha in sé qualcosa di tremendo e di epico. E si succedono, in una trascinante, a volte fosca, a volte persino spassosa catena di storie, avventure e sventure di sognatori e disgraziati innocenti, passioni amorose e vendette insensate, mescolate al rumore incessante del mare, al sapore della polvere, e a momenti di libertà "panica" in quella terra dove il sole brucia. La scrittura accompagna le vicende come una narrazione orale riversata in prosa: una lingua di oggi e, verrebbe da dire, di sempre, sostenuta da un occhio che guarda, trasparente, sia i minuti, duri fatti quotidiani, sia le immagini di una storia maggiore che corre dal Fascismo alla guerra fino agli ultimi decenni del secolo.
Galles, 2009. Una calda e bellissima giornata di agosto. Boschi e colline solitarie da una parte, la potenza del mare dall'altra. Vanessa e Matthew Hard, in viaggiò da Holyhead a Swansea, si fermano in un parcheggio isolato. L'uomo si allontana per pochi minuti, e al suo ritorno scopre che la moglie è scomparsa senza lasciare traccia. Matthew non sa che è stata rapita: il suo sequestratore, Ryan Lee, la rinchiude in una grotta nella "valle della volpe", un luogo isolato che lui solo è in grado di raggiungere, ma viene arrestato e incarcerato per un crimine precedente. Di Vanessa non si sa più nulla, e il marito sprofonda nell'incubo dell'incertezza. Nessun indizio, nessuna pista concreta. Tre anni dopo, Ryan viene rimesso in libertà. ma qualcuno pare abbia ordito una trama spaventosa, un'orribile vendetta per gli errori commessi nel suo passato: sua madre e la sua ex fidanzata vengono inspiegabilmente aggredite, e un'altra donna viene rapita "replicando" nei minimi dettagli la scomparsa di Vanessa Willard.
Una passione indomabile nata da un amore incontrato per caso, dove la morale religiosa e il libertinaggio settecentesco si confrontano in una storia piena di colpi di scena. Un'edizione, questa, arricchita da una prosecuzione della storia conosciuta da tutti, rimasta inedita negli ultimi due secoli.
Una giornata d'estate nella casa di campagna dei Godley. Una villa nobiliare in declino con una fonte considerata sacra, la stazione dei treni poco lontana e la verde Irlanda tutt'intorno. E un uomo che muore, forse. E Adam, il capofamiglia, che ha passato la vita a studiare l'infinito, e ora sta facendo i conti con la propria finitezza. Colpito da un ictus, è concentrato sui ricordi in una stanza in penombra al piano alto. E davanti gli sfilano famigliari e conoscenti. Ursula, sposata in seconde nozze, con la passione per la bottiglia. Il figlio Adam, grosso e goffo, come fosse incompiuto. La bella nuora Helen, attrice di teatro. Petra, la secondogenita, in uno stato di quasi permanente incomunicabilità. E il fidanzato di lei, Roddy, un dandy più attratto dalla fama dello studioso che dalla stravaganza della figlia. Eppure queste povere creature, con le loro banali vicende, in qualcuno suscitano invidia. Dall'infinità dei mondi a casa Godley sono giunti infatti gli antichi dèi greci, le più litigiose tra le divinità, stanchi di osservarli dall'alto, affascinati dal grande enigma che avvolge chi non è eterno e in cui vedono un possibile antidoto alla noia. Proprio a uno di loro, Ermes, John Banville affida il ruolo di voce narrante di questo pallido scorcio di storia terrena dove si incontrano uomini e numi spogliati del sacro, faceti e malandrini, a immagine degli esseri umani, di cui in parte sono costrutti.
"Racconto veritiero di una storia solo in parte supposta, il romanzo cresce e concresce scortato dalla luna. Tutto era lecito allora, nel Seicento, a Palermo, fuorché ciò che era lecito. (...) Tra le pompe di un dovizioso apparato, con maggiordomi, paggi, maestri di casa e scacazzacarte, e in mezzo a uno strisciar di riverenze, di ludi e di motteggi, era tutto un rigirar di scale e porte: un far complotti, ordire attentati, muover coltelli e insanguinar le mani; violar le leggi, collezionar prebende, metter tangenti, dispensar favori e accudir parentele; abusare, predare e ladroneggiare, intorbidar le acque; industriarsi nel vizio, puttaneggiare e finger compassione e trepida carità per il sesso più giovane, e derelitto, mentre un'enfasi scenica e profanatoria provvedeva ai corrotti desideri con burlesques di tonache coi fessi aperti dietro e dinanzi. L'illegalità lavorava a pieno servizio. Era il predicato forte della politica del Sacro Regio Consiglio, e delle sue mosse proditorie, dapprima alle spalle di un Viceré che la malattia aveva reso tardo e lento, grave di carne tremolosa, dirupato e assopito sul suo carcassone; e poi contro la sua vedova, donna Eleonora di Mora, senza paragone diversa, lucidamente ferma e decisa nella difesa delle leggi e della giustizia sociale, da lui designata a sostituirlo in caso di morte improvvisa. Fu così che, nel 1677, la Sicilia ebbe un Viceré "anomalo". Un governatore donna." (Salvatore Silvano Nigro)
È il 1933. Camille Galay, venticinque anni, arriva a Parigi. Ha lasciato Brooklyn, dove è cresciuta, e l'Alabama, dove ha fotografato i volti segnati dalla Grande depressione. È irrequieta. Non le basta essere la ricca erede del più grande biscottificio di Parigi per dare un senso alla propria vita. Non le basta nemmeno calarsi nei panni di un'operaia. Ha bisogno di scoprire le proprie radici, di ritrovare quel passato per cui la madre Gabrielle ha lottato tanto, l'amore fra i suoi genitori che l'orrore della Grande guerra ha quasi spazzato via. Ha bisogno dell'amicizia di Magda, della purezza e della solennità dei legami che si stringono da bambini. Ha bisogno di guardare al presente. Di nuovi incontri per realizzarsi, per comprendere il tempo in cui vive. Attorno a lei l'Europa freme. In preda a un'euforia alcolica, corre verso un nuovo conflitto mondiale. Ma c'è chi decide di non chiudere gli occhi. Chi alla follia nazista si oppone con intelligenza e umanità. Elise, libraia indipendente e cauta, Grete, attrice di cabaret e spietata osservatrice di una Germania accecata dalla gloria, Louvain, agente segreto con un'affascinante cicatrice sul labbro: le loro storie s'intrecciano a quella di Camille, coinvolti nella liberazione dell'unico ebreo che le nazioni si contendono, l'uomo che sta mettendo a punto la formula dell'acqua pesante, componente indispensabile per una nuova micidiale arma nucleare.
Beit Safafa è il quartiere più ricco di Gerusalemme est. Prediletto dagli arabi israeliani provenienti dal nord, il quartiere ha prezzi di case, carne e altri generi di prima necessità così alti che nelle panetterie vi sono due tariffari, uno per i locali e un altro per gli immigrati. A Beit Safafa vive l'avvocato protagonista di queste pagine, un giovane procuratore con una promettente carriera da principe del foro gerosolimitano davanti a sé. Vive in una villetta, due piani con salotto spazioso, cucina ultramoderna e due ampie stanze da letto. E ogni giorno raggiunge il centro a bordo della sua elegante Mercedes nera. Insomma, l'avvocato è, come si usa dire, un uomo che ne ha fatta di strada, un bravo ragazzo che ha di certo realizzato il sogno di sua madre, comune a tutte le madri arabe in Israele: avere un figlio medico o avvocato di successo. Tuttavia, ha anche un cruccio che l'affligge non poco. Si vergogna delle sue lacune in fatto di musica, letteratura, teatro e cinema. Lacune rilevanti, visto che suoi colleghi israeliani parlano disinvoltamente di tali argomenti. Perciò, di tanto in tanto fa una capatina in una vecchia libreria a dare una sbirciata ai titoli di narrativa raccomandati da Ha'aretz, il giornale cui è opportunamente abbonato. Un giorno, nel settore dei libri usati della libreria, scopre, e decide di comprare all'istante, una copia gualcita di "Sonata a Kreutzer", celebre racconto di Tolstoj, che sua moglie gli ha una volta stranamente menzionato...
"Bastava un solo sguardo, o quasi, per contemplare tutta Butcher's Crossing. Un gruppo di sei baracche di legno era tagliato in due da una stradina sterrata e poco oltre, su entrambi i lati, c'erano alcune tende sparse". Ecco lo sperduto villaggio del Kansas dove, in una torrida giornata del 1873, giunge Will Andrews, ventenne bostoniano affamato di terre selvagge. L'America sta cambiando, la ferrovia in breve scalzerà la tensione verso l'ignoto che aveva permeato il continente, lasciando solo il mito della frontiera. Eppure, il giorno in cui Will sente sotto i piedi la sua terra promessa, esiste ancora la caccia al bisonte, un'esperienza portentosa, cruenta e fondante, archetipo della cultura americana. È questo che il ragazzo vuole: dimenticare le strade trafficate ed eleganti di Boston e rinascere in una terra che lo accolga come parte integrante della natura. Ma in questi luoghi lontani dalla costa orientale e dalla metropoli gli uomini sono legnosi, stremati dall'attesa di un riscatto mai ottenuto e negli occhi custodiscono tutta l'esperienza del mondo. La caccia, l'atroce massacro di cui Will si rende complice, è un momento in cui si addensano simbologie, dove il rapporto tra l'essere umano e la natura diventa grandiosa rappresentazione, ma soprattutto è un viaggio drammaticamente diverso da ciò che il ragazzo si aspettava, da quel che immaginava di scoprire su se stesso e sul suo paese.