Il libro di Barthes si dipana attraverso il richiamarsi di una geografia di luoghi topici dell'amore, di frasi ricorrenti: "Adorabile!, la dichiarazione, il disagio, la gelosia, l'incontro, l'attesa, la tenerezza, io-ti-amo, fare una scenata, elogio delle lacrime, idee di suicidio, nell'amorosa quiete delle tue braccia, m'inabisso, soccombo..." Barthes sceglie l'ordine alfabetico a forma di frammento, che tutto evoca e disperde.
Da una parte Ada, giovane insegnante, natura istintiva e luminosa, con il marito Paolo, intellettuale malato, logorato dalle fatiche della lotta partigiana; dall'altra una giovane donna, Giulia, maternamente attratta dalla debolezza di Paolo, e il marito di Giulia, Stefano, uomo forte e risoluto, a sua volta colpito dalla vitalità di Ada. Questo gioco di attrazioni rimane tuttavia sul piano di affinità appena intraviste, come osservava Eugenio Montale recensendo il romanzo: "Tutti coloro che hanno conosciuto l'angoscia di certe ore o stagioni che parevano rovesciare o sospendere ogni norma della nostra vita consueta sanno che da simili esperienze si esce consapevoli di qualche verità fino a quel tempo insospettata".
A questo romanzo (pensato e scritto in tre anni, dal 1971 al 1974) Elsa Morante consegna la massima esperienza della sua vita "dentro la Storia" quasi a spiegamento totale di tutte le sue precedenti esperienze narrative: da "L'isola di Arturo" a "Menzogna e sortilegio". La Storia, che si svolge a Roma durante e dopo la seconda guerra mondiale, vorrebbe parlare in un linguaggio comune e accessibile a tutti.