
Questa storia d'amore fra un ipocondriaco, raffigurato con ironia, e una "fanciulla del bosco" che gli appare offrendogli fragole selvatiche (e potrebbe essere una driade o un altro essere mitologico), proprio per la sua delicata, implacabile attenzione a ogni minima parvenza della natura e con il suo intatto riserbo sugli eventi psicologici riesce a creare una tensione erotica altissima.
Uno scrittore altissimo che ebbe in sorte di vivere e raccontare uno degli orrori più intensi e più vasti che l'umanità abbia escogitato.
Un romanzo pensato e scritto come una composizione, in cui la melodia lascia spazio alle parole di coloro che subirono il potere del genio mozartiano. Sulle tante voci domina quella appassionata di Constance Weber, moglie di Mozart, cui Siciliano affida il compito di ricreare la leggenda del compositore.
Iniziata e finita su un volo Parigi-Londra, questa vicenda si svolge ai giorni nostri nella capitale inglese (tra musei, supermarket, ristoranti esotici) e ci fa vivere ogni fase di un'esemplare e normale storia d'amore.
Mike Dash racconta la storia avventurosa di questo fiore, dalle steppe asiatiche all'Europa, e dei molti uomini di genio (viaggiatori e botanici, banchieri, imperatori e speculatori) che ad esso dedicarono la vita. Narra anche un caso poco noto di isteria collettiva e di speculazione di massa, culminato in una colossale crisi finanziaria.
Con un cappotto troppo lungo e un berretto di pelliccia sulla testa, il volto pallido e febbrile, un giovane sconosciuto sbarca un grigio mattino a La Rochelle da un cargo. Scoprirà di essere l'erede del vasto patrimonio dello zio, un uomo a lui ignoto, che è vissuto in una feroce solitudine. E scoprirà anche che suo zio teneva in pugno tutti i ricchi notabili del luogo, riuniti in un sinistro sindacato. Teneva i loro segreti in una cassaforte di cui nessuno ora conosce la combinazione. Comincia così una partita mortale tra il giovane straniero e i vari potenti del luogo.
Questa storia quasi intollerabilmente scarna di una passione devastante - che ha per teatro uno scalcinato distributore di benzina su una statale a pochi chilometri da San Francisco, per ostacolo un marito rozzo e brutale e per via di fuga nient'altro che la tenebra - ha stretto, e continua a stringere, con i suoi lettori lo stesso patto di sangue che lega i suoi protagonisti, portando spesso anche i primi (per girare "Ossessione" Luchino Visconti svendette i gioielli di famiglia) alla rovina. Il perché lo si capirà leggendo, e fatalmente arrendendosi fin dal primo incontro, come Frank Chambers, a Cora, uno dei più temibili e vessatori fantasmi femminili che abbiano mai abitato le pagine di un romanzo: nelle parole dello stesso Cain, neppure una donna, ma "il desiderio fatto realtà".