
Le favole delle cinque giornate in cui si suddivide "Il cunto de li cunti" sono considerate uno dei vertici del barocco europeo, e mostrano tutta la duttile magnificenza della lingua napoletana al servizio delle esigenze del racconto. Roberto De Simone se ne è "impossessato", ritraducendo le cinquanta fiabe in italiano e restituendo all'oralità contemporanea la lingua napoletana. I due volumi contengono un'ampia sezione di immagini e sono contenuti in un cofanetto.
Uscita nel 1992 al termine di una lunga querelle filologica, la Pléiade di Fenoglio a cura di Isella rappresenta un tassello importante per qualsiasi letteratura fenogliana. In questa nuova edizione vengono integrati gli "Appunti partigiani", reperiti fortunosamente nel 1994. Questo volume contiene: Premessa; La lingua del "Partigiano Johnny"; Cronologia; I ventitrè giorni della città di Alba; La malora; Un giorno di fuoco (racconti del parentado); Primavera di bellezza; Il partigiano Johnny; L'imboscata; Una questione privata; I penultimi; Gli altri racconti; Appunti partigiani '44-'45; Itinerario fenogliano; Schede critiche; Bibliografia a cura di Barbara Colli.
"Novela total" lo ha definito Mario Vargas Uosa in un suo famoso saggio degli anni Sessanta: "Tirante il Bianco" come romanzo totale. E ha paragonato Martorell a Flaubert e Faulkner, collocandolo tra i più grandi narratori della letteratura di tutti i tempi. A quasi cinquantanni dal giudizio entusiastico di Vargas Llosa, si può forse leggere più pacatamente questo romanzo cavalleresco scritto in catalano nel XV secolo, ma resta la convinzione che si tratta di un'opera affascinante e fortemente innovativa: ha aperto le strade della narrazione moderna con personaggi che "maturano" attraverso le vicende raccontate nel libro e che dimostrano un'interiorità e una dimensione psicologica effettivamente in anticipo sui tempi, oltre le schematizzazioni tipologiche medievali. Un punto di forza del libro, oltre le parti epiche e guerresche, riguarda l'amore e la sessualità, trattati molto esplicitamente, con arditezza di situazioni e di linguaggio che ancora oggi possono colpire. La storia principale è quella di Tirante il Bianco, gentiluomo bretone, campione di tornei cavallereschi, che riesce con il coraggio e con l'ingegno a liberare l'isola di Rodi dall'assedio del sultano di Babilonia, dopodiché viene cooptato dall'imperatore di Costantinopoli per condurre la guerra contro i Turchi. Tirante si innamora della figlia dell'Imperatore, Carmesina, e Carmesina di lui, ma una serie di equivoci e di vicende allontana i due innamorati.
Con il Paradiso si completa l’edizione della Commedia di Dante Alighieri curata da Giorgio Inglese. Per la prima volta, novant’anni dopo i lavori di Giuseppe Vandelli, tornano a presentarsi così in un insieme organico la revisione filologica e il commento critico del capolavoro dantesco, in un’edizione che si rivolge al lettore colto come allo studente e che punta a far emergere, accanto ai valori espressivi del testo, il grandioso patrimonio culturale soggiacente ai versi di Dante.
Due testi e molti misteri. Il "Romanzo della Rosa" è costituito da due parti scritte da autori diversi a distanza di una quarantina di anni. Due parti molto diverse e la seconda sembra essere la palinodia della prima. I dubbi sull'identità degli autori, su eventuali interpolazioni di Jean de Meun nella prima parte, sul senso del poema come opera complessiva sono ripercorsi nell'introduzione di Mariantonia Liborio. Quello che sembra sicuro è che il "collage" dei due testi mostra come in quel mezzo secolo di iato fra la prima e la seconda metà del XIII secolo fossero profondamente cambiati i modelli culturali: dagli ideali e dalle forme letterarie cortesi del Roman di Guillaume de Lorris all'approccio filosofico-enciclopedico di Jean de Meun. E un passaggio che si verifica, in forme diverse, anche nella letteratura del sì fra i poeti siciliani e Dante. È dunque importante rileggere il "Romanzo della Rosa" nella sua diversificata completezza. Al di là dei problemi filologici e narratologici, il poema è davvero uno dei fondamenti della cultura europea: una rilettura dell'ars amandi ovidiana che diventa una fenomenologia della conquista amorosa e del desiderio; una perfetta compenetrazione di allegoria e narrazione che anticipa la Commedia dantesca.
La Milano e l'Italia raccontate da Rovani in questi Cento anni (dal 1750 al 1850) sono l'apice di una stagione culturale che era difficile poter rivivere già ai tempi del Rovani. I teatri, gli artisti, i personaggi politici, le industrie nascenti: leggere questo romanzo è anche riattraversare un pezzo fra i più significativi della nostra storia.
Dopo Il meraviglioso Mago di Oz, Baum scrisse altri tredici romanzi ambientati nello stesso mondo, con la piccola Dorothy e i suoi vecchi amici, ai quali se ne aggiungono via via di nuovi non meno bizzarri e simpatici, come Testadizucca, lo Scarasaggio Sommamente Eccessivo, la gallina Billina, la Tigre Famelica, l'automa Tic-Toc e tanti altri. I romanzi successivi, sebbene poco o nulla conosciuti in Italia, non sono affatto inferiori al capostipite. Chiara Lagani ha tradotto e antologizzato i quattordici romanzi, ha scritto i collegamenti tra un episodio e l'altro e ha corredato il volume di brevi note che mettono in luce ulteriori riferimenti tra i vari racconti. In collaborazione con lei, Mara Cerri ha realizzato una serie di disegni a colori e in bianco e nero che accompagnano le storie di Dorothy e dei suoi soci. Cosí anche il pubblico italiano può percorrere in un solo volume, per la prima volta, l'intero ciclo dei libri di Oz. Una saga il cui assoluto valore sta nel non farsi costringere in nessuno schema interpretativo; la libertà narrativa di Baum, la sua continua invenzione fantastica, gli esilaranti giochi linguistici, l'ambivalenza emotiva, fra comicità, paura e malinconia, attivano da sempre una misteriosa complicità con i lettori di ogni età che appartiene ai piaceri dell'intelligenza e alla sostanza della vera letteratura.
Dopo gli scritti politici presentati nel primo volume, il secondo volume delle Opere di Niccolò Machiavelli raccoglie un'ampia scelta di lettere e legazioni, cioè i documenti dell'attività diplomatica del grande statista.
Nell'ampio e affollato panorama degli studi che intrecciano Bibbia e letteratura italiana mancava un'opera in grado di offrire un quadro sistematico e il più possibile completo del legame che le opere e gli autori della nostra tradizione letteraria hanno intrattenuto con la sacra Scrittura. Il Dizionario biblico della letteratura italiana ha coinvolto con tale intento circa 150 studiosi, di grande prestigio e di molte Università, che hanno realizzato 270 voci, alcune delle quali si configurano come lemmi collettivi. L'opera spazia dalle origini della produzione letteraria in volgare fino al Novecento, con un'incursione del terzo millennio. Oltre all'indubbio valore scientifico, il Dizionario biblico della letteratura italiana costituisce un viaggio nelle pieghe più e meno remote della nostra storia letteraria, nella quale le parole della Bibbia rappresentano spesso un riferimento essenziale.