
El pensamiento teológico de Hildegarda de Bingen culmina en el Libro de las obras divinas, una obra que nos ayuda a situarla en el contexto de los filósofos y teólogos del siglo XII preocupados por un acercamiento a la naturaleza y la historia.
Hildegarda de Bingen desarrolla un tratado cosmológico con la topografía de la salvación y la condenación, las edades del mundo y la discusión sobre la creación del mundo y el final de los tiempos, además de la intervención en la Historia de dos grandes manifestaciones divinas, Sapientia y Caritas, fuerzas amorosas que han creado y sostienen el mundo.
El Libro de las obras divinas es un ascenso espiritual que hace de la experiencia interior un "envío", un mensaje que debe ser entregado a otros.
Ambientato nel terribile carcere di Burrel durante l'efferato regime comunista di Enver Hoxha (dittatore dell'Albania per 40 anni, dal 1944 al 1985) e ispirato a fatti realmente accaduti, Dio scende all'inferno ricostruisce le sofferenze e le torture patite da un gruppo di detenuti politici (dissenzienti, ex politici, oppositori del regime, intellettuali, contadini) e in particolare da uno di loro, un vecchio montanaro arrestato dietro denuncia del proprio stesso figlio. In un ambiente infernale e di fronte all'abiezione morale dei funzionari di regime, che non risparmiano violenze e umiliazioni per negare ai detenuti la dignità di uomini, brilla il faro della Fede rappresentato dalla resistenza dei sacerdoti cattolici e dal grande esempio che diedero al servizio della Verità, facendosi esempio per i fratelli sofferenti portando sempre parole di speranza e perdono. Un romanzo autenticamente cattolico, che ricostruisce una terribile pagina di storia del Novecento e che, allo stesso tempo, mostra come Cristo non faccia mancare il suo appoggio durante la prova e la persecuzione.
Pubblicato nel 1962, un anno prima della sua morte in esilio a Mosca, “Gran bella è cosa vivere, miei cari!” è un romanzo la cui gestazione ha accompagnato gran parte della vita di Hikmet. Pur trattandosi di un'opera di fiction, le vicende che Hikmet racconta sono attinte dalla sua biografia: sua è la voce del narratore, un uomo morso da un cane rabbioso che attende la fine del periodo di incubazione isolato in una capanna dell'Anatolia lasciandosi andare alle intermittenze della memoria e del cuore; suo è il “materiale di vita” che si accumula nelle pagine, gli squarci sull'infanzia, i momenti di attivismo politico, le sofferenze dell'esilio; suo l'incancellabile ricordo di un'amatissima donna, Anushka, sfuggente e contesa.
Due amici. L'amante di entrambi. Un omicidio. Ramon, fanatico cattolico, ossessionato dall'idea di peccato, e Theo, generoso, responsabile, razionale, sono due amici che, oltre ad aver condiviso mille avventure, dividono la medesima amante, Leila, creatura libera e selvaggia, riluttante a qualsiasi legame stabile. Tornando da un viaggio, Theo trova Leila assassinata e sfregiata. L'accusa ricade sul suo amico Ramon che, inspiegabilmente, confessa il delitto. Ma la polizia non appare convinta della confessione di Ramon e Theo si rende presto conto dell'assurdità della confessione dell'amico. In un Messico assolato e ambiguo, l'autrice costruisce una trama fitta di colpi di scena, affondando la propria penna nelle pieghe più intime dell'animo umano.
Si può avere ucciso, e vergognarsene. O avere ucciso più volte, e costruire su quegli omicidi difendibili e anzi necessari un modello di vita, una coerente visione etica del mondo. E' così per Tom Ripley, che ritorna in questo romanzo per proteggere e iniziare alla vita un giovane miliardario, Frank, convinto di aver causato la morte del padre invalido e tormentato quindi dai sensi di colpa.
Quando René Thom formulò la sua "teoria delle catastrofi" probabilmente non pensava che avrebbe trovato un'eco letteraria nei racconti di Patricia Highsmith. Più o meno naturali, qui le catastrofi sono protagoniste, riguardano un po' tutti, perché appartengono alla realtà di ogni giorno, al degrado e alla crudeltà del mondo in cui viviamo.
Protagonisti dei romanzi di Patricia Highsmith sono spesso quei fatti della quotidianeità che si mutano in "un'allucinante vicenda", quelle pagine di cronaca in cui un'intera vita si riduce a un "trafiletto sormontato da una fotografia". Ma il sipario appena sollevato subito cala, e regna nuovamente il silenzio. Ed è proprio in questa pausa quasi infinita che la scrittrice tesse la trama di "Gente che bussa alla porta", aprendo al lettore l'uscio di casa Alderman e descrivendo il tranquillo ménage di una famiglia borghese investita all'improvviso da una folgorazione religiosa che stravolge ogni equilibrio fino a compromettere irrimediabilmente il rapporto tra il padre e il primogenito.
Il volume raccoglie quattordici racconti inediti di Patricia Highsmith, scritti tra il 1938 e il 1949. Terribili vecchiette che meditano vendette atroci, amanti inseparabili in un mondo fatto di sogni, bambine insediate da adulti senza scrupoli, improvvise e quotidiane manifestazioni di crudeltà mentale: quattordici brevi storie in cui l'autrice vuole ricordarci che l'inquietudine si nasconde nella vita di ciascuno di noi, dietro il volto apparentemente benevolo delle cose e delle persone che più amiamo.
Amata dal pubblico e dalla critica per la sua capacità di combinare i meccanismi narrativi del thriller con l'approfondimento psicologico, Patricia Highsmith ritorna con una raccolta di racconti inediti. Queste storie, scritte fra gli anni '50 e '70, presentano amanti passionali, delitti, fascinazioni, terribili animali, vertigini sensuali e pericolose. Quattordici racconti, quattordici brecce nella normalità, quattordici occasioni per far affiorare un turbamento sommerso, lo stesso che fece rispondere alla creatrice di Tom Ripley, quando le venne chiesto se lei, signora del mistero, avesse mai paura: "Sì, della gente."
Una lucida analisi della natura umana sotto stress, dei suoi meccanismi, della crisi di tutti i principi etici della vita associata. Undici racconti, scritti tra il 1970 e il 1985, per un mosaico di inquietanti personaggi borderline. Un fascio di avventure e disavventure che nascono dai casi assurdi della vita e fanno emergere creativi semi di pazzia, che mettono in discussione in maniera grottesca le "normali" categorie del bene e del male.
Una bisca clandestina rapinata una notte probabilmente da qualcuno fuori dal giro. Pesci piccoli che pensavano di sfangarla, invece si ritrovano alle calcagna Jackie Cogan. Un gansgster in giaccone di camoscio spelacchiato e Chevrolet con le fiamme sulle fiancate, cui toccherà mettere in chiaro, tra scrocconi, criminali e avanzi di galera, chi sia a far le regole della malavita a Boston.