
Quando una rapina a mano armata a un casinò di Atlantic City finisce in un bagno di sangue, con uno dei rapinatori ferito e in fuga, all'uomo che ha organizzato il colpo non rimane che rivolgersi a Jack Delton. Pochi sanno che lui è esistito, e ancora meno immaginano che è ancora vivo. Perché Jack è quello che nel gergo si definisce un'"ombra": un uomo senza identità, che ripulisce le scene dei crimini senza lasciare la minima traccia di sé. Un mestiere da autentici professionisti, spesso rischioso. Ma mai come questa volta. Perché questa volta c'è di mezzo I'FBI, e soprattutto perché c'è chi vuole approfittare dell'occasione per regolare conti antichi, e far davvero sparire l'ombra, una volta per tutte.
Un padre, Jachin-Boaz, che disegna mappe preziose per tutte le esigenze. Un figlio, Boaz-Jachin, che vuole una mappa con almeno una zona vuota, ed è proprio la mappa che il padre non può dargli. Un leone, in un mondo dove tutti i leoni sono ormai scomparsi. Con questi tre elementi Russell Hoban ha costruito un romanzo - una favola? una parabola? un'allegoria? - che ha ricordato ai critici le grandi opere di Tolkien e di C.S. Lewis.
Tutto comincia con un testamento. Al momento di spartire l'eredità fra i quattro figli, una coppia di anziani decide di lasciare le due case al mare alle due figlie minori, mentre Bård e Bergljot, il fratello e la sorella maggiori, vengono tagliati fuori. Se Bård vive questo gesto come un'ultima ingiustizia, Bergljot aveva già messo una croce sull'idea di una possibile eredità, avendo troncato i rapporti con la famiglia ventitré anni prima. Cosa spinge una donna a una scelta così crudele? Bård e Bergljot non hanno avuto la stessa infanzia delle loro sorelle. Bård e Bergljot condividono il più doloroso dei segreti. Il confronto attorno alla divisione dell'eredità sarà l'occasione per rompere il silenzio, per raccontare la storia che i familiari per anni hanno rifiutato di sentire. Per dividere con loro l'eredità - o il fardello - che hanno ricevuto dalla famiglia. Per dire l'indicibile.
Polemico e critico, intenso e ironico, Hitchens intesse una meditazione arguta su cosa significhi pensare, vivere, opporsi. Nelle sue 19 lettere immaginarie a uno studente, esplora l'intera gamma di posizioni contrarie, dalla dissidenza all'anticonformismo, dal radicalismo alla ribellione, introducendo le nuove generazioni alle figure che lo hanno ispirato. Senza tempo e nel tempo, questo "minimanifesto" che eleva il dissenso a strumento del progresso e della democrazia raccoglie tutte le pulsioni di un autentico ribelle.
Adan ed Eva sono due dodicenni di Amsterdam: lei appartiene alla ricca borghesia ebraica, lui è musulmano di origine marocchina e vive con la numerosa famiglia nel quartiere ad alto tasso d'immigrazione di Slotermeer. Sono compagni di scuola e faticano ad ambientarsi: lei è grassottella, goffa e poco attraente, lui è povero. Dall'incontro di due solitudini nasce un'amicizia osteggiata dalle famiglie, che tra incomprensioni culturali e incidenti religiosi degenera in catastrofe. Quando Adan viene cacciato di casa ed Eva iscritta a un collegio in Svizzera, i due ragazzi tentano insieme la fuga. Ma nelle loro famiglie si scatena il panico e la città è sull'orlo della sommossa. Una cruda favola moderna, un apologo morale che sottolinea i pericoli del fanatismo religioso, le difficoltà e forse l'impossibilità della convivenza.
Nella piccola e bizzarra scuola Muhammadiyah di Belitung, un'isola dell'arcipelago indonesiano, è sempre mancato di tutto: pezzi di tetto, gessetti, il bagno, compassi, matite, cartine e perfino i soldi per pagare i maestri. Ma i bambini no, non sono mai mancati. Fino alla mattina del primo giorno di scuola in cui Bu Mus, la nuova insegnante appena quindicenne, si trova a fare i conti con un decreto governativo che fissa a dieci allievi il limite minimo per la sopravvivenza della (pericolante) struttura. E i ragazzini radunati davanti all'ingresso? Sono solo nove. Pak Harfan, il preside, ha già abbandonato ogni speranza quando all'orizzonte compare il faccione sorridente di Harun, un ragazzo lento a imparare ma veloce a conquistare l'amicizia di tutti. Comincia così l'avventura dei Laskar Pelangi, i guerrieri dell'arcobaleno, piccoli grandi sognatori pieni di speranza nel futuro. C'è Mahar, l'artista della classe, e Lintang, il piccolo genio con il pallino dei numeri e della geometria, A Kiong con la testa a barattolo, Trapani, irriducibile mammone, e Sahara, che non sa dire bugie. Attorno a loro, una natura magica e selvaggia, piena di pericoli e di meraviglie. Tra disavventure e piccoli trionfi, coccodrilli sacri e mucche vagabonde, maestre bambine e saggi sciamani, insieme alla voglia di crescere sbocciano anche i primi, timidi amori.
Nell'ampio giardino di un'antica dimora, protetta dall'ombra di un grande olmo, un giorno appare una nuvola, un minuscolo lembo di cielo bianco caduto sulla terra: è un piccolo gatto, anzi una gatta. Anzi è Chibi: si, perché Chibi ha un carattere tutto suo, indipendente, curioso, vivace. A volte sa essere anche brusca, soprattutto quando vuole afferrare quel pesce che le state cucinando, e può mordere se provate a prenderla in braccio, ma sa anche essere affettuosa e riempire di dolcezza i suoi silenzi (nessuno l'ha mai sentita miagolare!) Ecco, Chibi è cosi, prendere o lasciare. Chibi, come tutti i gatti, sa come farsi amare: giorno dopo giorno la sua testolina spunta alla finestra della coppia che da poco si è trasferita nella dépendance dell'antica dimora. Chibi deve passare per la loro casa prima di lanciarsi nei suoi rocamboleschi inseguimenti e misteriose esplorazioni nel magnifico giardino della villa. Marito e moglie sono giovani, ma sembra che già non abbiano più nulla da dirsi: forse è l'abitudine, forse è qualcosa di oscuro che serpeggia tra loro, ma sono più i silenzi quelli che si scambiano che non i gesti d'affetto. Ma le visite di Chibi costruiscono nuove abitudini, piccoli riti capaci di riavvicinare marito e moglie. Pur non facendosi mai adottare dalla coppia - fiera della sua autonomia, rimarrà sempre "il gatto ospite" - Chibi, come un piccolo spirito celeste, saprà cambiare per sempre la vita di chi l'ha conosciuta.
«Alon Hilu esplora con grande acume il rapporto di amore odio fra ebrei e palestinesi. Un romanzo affascinante».
«Le Monde»
«Un libro straordinario».
Shimon Peres
Quando nell'estate del 1895 lascia la Polonia per la Palestina, l'agronomo Isaac Luminsky ha un obiettivo, raggiungere i primi coloni ebrei che si sono stabiliti nella regione, e una speranza: che il clima mediterraneo risvegli la passione di «Sua Signoria», la bellissima ma inavvicinabile moglie Ester.
Una volta giunto a destinazione dovrà constatare che le terre buone sono tutte in mano agli arabi, mentre quelle in possesso dei sionisti sono aride e malsane. E poiché purtroppo non cambia nemmeno l'atteggiamento della consorte, Luminsky trae due conclusioni: dovrà trovarsi una donna e della buona terra.
L'occasione giusta arriva quando, dopo un primo casuale incontro in città, Afifa, la proprietaria palestinese della tenuta Rajani, lo invita ad andare a trovare il figliolo Salah, un dodicenne malinconico, che pensa spesso al suicidio e si smarrisce volentieri negli avventurosi racconti che scrive. La visita sembra rivelarsi propizia per tutti: per il ragazzino che crede di aver trovato nell'uomo un interlocutore attento e un compagno di avventure, per i due adulti che iniziano un ardente rapporto erotico in grado di compensare assenze e dinieghi dei rispettivi coniugi, e infine per il solo Luminsky che finalmente ha individuato il posto in cui potrà realizzare il suo sogno. L'idillio si volge in tragedia con il rientro e l'improvvisa morte del padrone di casa. Luminsky rivela il suo volto autentico e le sue mire, ricatta Afifa per poter mettere le mani sulla tenuta, facendola precipitare in un vortice di follia dal quale non uscirà più. Dal canto suo, Salah pensa che siano stati i due amanti ad avere ucciso il padre, in un inquietante sogno vede le infinite guerre combattute nella regione, vede gli ebrei costruire tre torri «alte come il cielo »; e infine cede ai suoi profondi istinti di morte.
Le sue visioni purtroppo si riveleranno giuste: nel luogo in cui sorgeva la tenuta Rajani, un secolo più tardi verranno inaugurate le torri Azrieli, simbolo della moderna Tel Aviv e al contempo testimonianza di un processo storico che da allora ha aperto ferite difficilmente sanabili.
Londra, giorno. Judith Rashleigh è una giovane e inappuntabile assistente presso una prestigiosa casa d'aste. Londra, sera. Judith arrotonda il suo magro stipendio lavorando in un club esclusivo per soli uomini, lasciandosi educatamente adorare per la propria bellezza e fingendo di sorseggiare champagne. Londra, notte. Judith può essere finalmente se stessa. E il sesso è il suo momento di abbandono. Libero, intenso, spregiudicato. Judith è intelligente, colta, determinata e ambiziosa. Sa bene come mettersi in gioco e fino a che punto. Sa come vestirsi, come parlare, come recitare al cospetto dei potenti. Ha imparato a rispettare i ruoli, a fare la brava ragazza. Ma quando, dopo essere stata ingiustamente licenziata in tronco, Judith vede tutti i suoi sogni andare in frantumi, improvvisamente capisce come vanno le cose nella realtà. Non le rimane che rivolgersi a una sua vecchia amica. Un'amica che l'ha aiutata a camminare sempre a testa alta nonostante le avversità. Un'amica che l'ha sempre sostenuta nei momenti difficili. Un'amica che una brava ragazza come lei non dovrebbe avere: la rabbia. Ed è proprio spinta dalla rabbia che Judith lotta per ottenere vendetta, usando ogni mezzo a disposizione: l'astuzia, il sesso e, quando necessario, anche l'omicidio. Perché sono stati loro a iniziare... Ma sarà lei a mettere la parola fine.
Da questa libro, nel 1937 Frank Capra trasse un film celebre, che giunse in Italia col titolo Sbangri-La. Ma il libro conserva un autonomo messaggio, e un'ambizione, nell'avventuroso intreccio, non solo spettacolare. Shangri-La è il monastero tibetano che ospita una antichissima e segreta città di saggi, raccolti da ogni parte del mondo, di sesso, cultura, religione e temperamento diversi, che meditano, studiano, vivono estremamente longevi senza inseguire un preordinato disegno di felicità. Nessuno vi cerca l'Uomo Nuovo; ognuno vivendo coopera a conservare i differenti valori dell'umana civiltà. "Orizzonte perduto" racconta l'avventura di quattro persone che vi giunsero, quello che videro e il destino che li inseguì da quella esperienza.