
"Se l'Africa è il continente dimenticato, l'Oceania è il continente invisibile", perché i primi viaggiatori che vi si sono avventurati non l'hanno visto, perché ancora oggi è un luogo senza riconoscimento internazionale, un passaggio, sebbene molti esploratori abbiano rischiato la vita per raggiungerlo e tentare di cartografarne le coste. Quando scopre l'immensità dell'oceano, la miriade di isole, isolotti, atolli di questo continente fatto più di mare che di terra, Le Clézio non immagina fino a che punto il mito possa ricongiungersi con la realtà. In questo racconto invita a scoprire la cultura dell'Oceania, a orientarsi con le stelle, ma anche a non dimenticare la storia dei popoli delle isole, il loro passato di migranti e di schiavi, il loro presente ancora troppo simile al passato. Oltre che viaggio iniziatico dietro le poche immagini note - spiagge, bellezze polinesiane di Gauguin, Naghol - questo libro è una riflessione critica su quella globalizzazione che mette in pericolo l'armonia di una civiltà preziosa ma fragile.
«Quando sono arrivato sull'isola, dopo tutti questi anni, pensavo che non sarei rimasto più di due o tre giorni. Ho preso una camera in un piccolo albergo del porto, accanto al terminal dei traghetti, sopra i negozi che affittano gli scooter e le biciclette ai turisti. Il tempo di verificare che non ci fosse più niente, che il passato fosse cancellato, che non provavo più nulla, il tempo di un ghigno o di un'alzata di spalle.» Philip Kyo, scrittore, condannato anni prima per aver assistito a un crimine orribile, uno stupro, e non averlo denunciato, e June, una tredicenne incapace di dare un volto al padre che non ha mai conosciuto. Questi i protagonisti di Tempesta, due figure segnate da un dolore profondo e conficcato nel tempo, chiuse nella bolla dell'isola di Udo, nel mar del Giappone. Un incontro fortuito, quasi impensabile, che assumerà la forma di un confronto serrato, dapprima fatto di intuizioni e fantasie, poi fin troppo vero e penetrante. Al centro del secondo quadro di questa composizione c'è invece Rachel, un'adolescente arrivata a Parigi dal Ghana. Anche lei racconta una vita segnata in due da una «rivelazione»: è figlia di uno stupro, figlia di una donna abbandonata, anche lei deve spiegare a se stessa la sofferenza che sente, e il come e il perché delle azioni che compie o si appresta a compiere.
Nel 1948, a otto anni, J.M.G. Le Clézio lascia Nizza, la sua città natale, e con la madre e il fratello parte per la Nigeria, dove il padre, che non ha mai conosciuto, è medico nell'esercito britannico. Inizia così uno straordinario viaggio che, più di cinquant'anni dopo, sarà oggetto di questo libro. Le Clézio racconta il continente nero attraverso gli occhi di un bambino che entra in contatto con un mondo dove tutto - natura, sole, temporali, insetti "esiste" con intensità e violenza, un mondo che gli regala una sensazione di libertà fisica e mentale per lui fino a quel momento sconosciuta. Fondamentale è l'incontro con il padre, uomo duro, abituato alla solitudine cui lo ha costretto la guerra. È dalla prospettiva del bambino che viene descritta la sua severità, il suo modo di vestire e i tentativi di ricuperare il tempo perduto con i figli. E sempre dalla stessa prospettiva emerge l'ammirazione verso quest'uomo misterioso, cui Le Clézio tenta di "avvicinarsi" per tutto il libro. Ad accompagnarlo nella sua indagine ci sono le foto scattate proprio dal padre, immagini piene di suggestione, non professionali e, forse per questo, assolutamente autentiche.
Un giorno della sua prima infanzia il piccolo Chancelade si sente dire dalla nonna: "La vita è così corta". Un avvertimento quasi minaccioso, che si incide in profondità nella sua mente. Ma ne fa tesoro e si ripromette di vivere quanto più intensamente gli riesce, cercando di non perdere nemmeno un secondo del tempo che ha a disposizione, di allinearsi con entusiasmo al movimento e al rumore della vita. Di immergersi nella sua festa turbolenta, nei suoi profumi ammalianti come nei suoi miasmi insopportabili. Così, a quattro anni, cerca di carpirne il segreto nel massacro di piccoli esseri animati; a dodici e mezzo ne soffre la mancanza attraverso la morte del padre; a ventidue la sente pulsare prepotente nell'amplesso con Mina; e a ottanta ne avverte l'inconsistenza raccontando a una sconosciuta di come tutto sia trascorso nello spazio di una notte.
Percorsi riflessivi e meditazioni scritte con lo scopo di smuovere e agitare la mente, piuttosto che rassicurare: le idee si deformano, tutto ciò che si crede di aver imparato inizia a cambiare. "Estasi e materia" è un trattato di emozioni applicate: "La bellezza, il vigore della vita non appartengono all'anima, bensì alla materia". All'apice della sua produzione saggistica, Le Clézio analizza se stesso e il proprio mondo in modo doloroso e con precisione clinica: discorre della sua stanza da letto, delle donne, del loro corpo, dell'amore, di una mosca o di un ragno, della scrittura, della morte, della sua idea di assoluto.
Un'infanzia sospesa tra il cielo azzurro e accecante e la terra rossa e polverosa del Boucan, una rigogliosa valle dell'isola Mauritius. Alexis vive in questo paradiso, sfogliando libri di viaggio nella soffitta insieme alla sorella Laure, e ascoltando le storie raccontate dalla madre Mam. Con il padre, il giovane divide la passione per le cacce all'oro e per le avventure di pirati e marinai. Ma quando la forza dei cicloni tropicali si abbatte sulla loro casa, la famiglia cade in rovina, e Alexis decide di partire in cerca di fortuna. Nelle carte del padre, scopre gli indizi che lo conducono all'isola di Rodrigues, alla ricerca del tesoro del Corsaro sconosciuto.
Nella Parigi sospesa e febbrile degli anni Trenta, Ethel Brun, "figlia unica di una famiglia in guerra, tra le mura di una casa in pericolo", percorre l'età inquieta dell'adolescenza. Una famiglia di coloni, la sua, arrivata dall'isola di Mauritius per mescolarsi alla ricca borghesia della capitale, senza riuscire a dimenticare l'indolenza e gli eccessi, i profumi penetranti e i colori della terra a cui appartiene. A tredici anni, Ethel incontra Xenia, figlia di esuli russi, e davanti al suo sguardo azzurro e fiero conosce per la prima volta la vertigine del desiderio e della diversità. A quindici, nel vacuo brusio delle chiacchiere da salotto, sente risuonare con insistenza il nome di Hitler - l'uomo che arginerà la minaccia bolscevica - e stringe una silenziosa alleanza di sguardi con il timido Laurent, senza sapere che di lì a pochi anni i loro destini si legheranno in modo indissolubile. Ma quando lo spettro dell'occupazione si allarga sulla Francia e i Brun sono costretti a sfollare a Nizza, Ethel sperimenta abissi ben più tormentosi della voracità della giovinezza; quelli della miseria e del bisogno, che le accenderanno in corpo una tenacia insospettata, la forza di sopravvivere in un mondo che va a fuoco sotto i suoi occhi. Un intenso romanzo in cui l'autore dipinge l'indimenticabile ritratto della donna che sarà sua madre, per raccontare l'ostinata fame di vita di un'intera generazione: il ritornello che accompagna l'esistenza di quelli che, come Ethel, sono stati travolti dalla storia.
George Smiley, capo del servizio segreto britannico, ha il compito di riaffermare il buon nome dell'organizzazione dopo un clamoroso caso di infiltrazione dei servizi segreti russi. Per questo affida a Jerry Westerby, l'onorevole scolaro del titolo, una delicata missione che lo porterà ad Hong Kong e in Russia per svelare un'oscura macchinazione. Ma Westerby non sa di essere soltanto una pedina nel grande gioco voluto da Smiley.
Più che un sospetto è una certezza: ai vertici dei servizi segreti inglesi c'è un traditore. Un finto amico che fa il gioco del nemico e che è assolutamente necessario smascherare il più in fretta possibile per la sicurezza della Gran Bretagna e dell'intero occidente. Esiste solo un uomo capace di snidare la talpa: George Smiley. Stretto in una rete di menzogne e di dissimulazioni, deve scovare il peggiore dei nemici proprio tra coloro con cui ha diviso una vita di lavoro e di pericoli.
Il protagonista ha una storia particolare alle spalle. "Figlio del peccato" di un missionario bianco e di una donna congolese, dopo una sofferta infanzia in Africa è stato cresciuto in Inghilterra, dove ha anche compiuto gli studi e incontrato sua moglie. A 29 anni è uno stimato e preziosissimo interprete di lingue africane e la sua rara esperienza è spesso di aiuto anche al governo britannico. È in occasione di un incontro tra alcuni misteriosi finanzieri, membri dei servizi segreti di Sua Maestà e Signori della Guerra del suo nativo Congo che la sua esistenza prenderà una drammatica piega. Si troverà infatti di fronte a una verità fatta di voraci multinazionali, governi collusi e sordide macchinazioni di potere. E per lui si tratterà di decidere tra la fedeltà assoluta alla Corona o alla propria coscienza.
Chi è lo sconosciuto gracile e male in arnese, avvolto in un cappottone nero, in cui Melik, immigrato turco di seconda generazione nato ad Amburgo, continua a imbattersi? Dopo l'11 settembre la vita del giovane, devoto musulmano e promessa della boxe, soffre di equilibri precari, e lui farebbe di tutto pur di non cacciarsi nei guai. Ma sua madre, che considera un dovere prestare aiuto a un compagno di fede, decide di dare ospitalità allo straniero. Lo strano ragazzo, che dice di chiamarsi Yssa Karpov, rivela di essere un profugo ceceno fuggito da un carcere russo e di essere entrato in Germania clandestinamente con l'intenzione di studiare medicina, grazie anche all'aiuto che gli verrà fornito da Tommy Brue. Peccato che Brue non abbia idea di chi lui sia. Il ceceno, però, è in possesso di una misteriosa parola d'ordine capace di ridestare improvvisamente il passato: "lipizzano". Quando Brue sente questo termine per bocca di Annabel Richter, avvocato specializzato nell'assistenza agli immigrati a cui Yssa si è rivolto, sa che non si riferisce alla nobile razza di cavalli di origine slovena. Lipizzano è la parola in codice con cui suo padre indicava ingenti e loschi capitali travasati dall'Unione Sovietica nelle casse della sua banca. John le Carré torna con una storia che si confronta con gli aspetti più ambigui della contemporaneità, ponendo l'accento sulle contraddizioni delle democrazie occidentali e sull'arroganza del potere nei confronti dei più deboli.