
Profeta e precursore, iniziatore e ispiratore, Howard Phillips Lovecraft, HPL nell'acronimo, è l'erede primario di Edgar Allan Poe nella letteratura del gotico e dell'horror, del grottesco e del soprannaturale. Ma HPL è anche molto, molto di più. Trascorso quasi un secolo dal suo concepimento e dalla sua stesura, l'opera di HPL si conferma a tutt'oggi come una delle più approfondite e innovative esplorazioni del lato oscuro, non solamente della dimensione umana, ma di un'intera prospettiva cosmica. Dominando sia la tematica dell'horror tout-court sia la creazione di un'articolata mitologia fondata su una incombente, mostruosa apocalisse, HPL definisce parametri narrativi, traccia linee di confine, stabilisce modelli primari. Sulla base delle sue storie del macabro, da "Dagon" ad "Aria fredda", da "Il colore dallo spazio" a "Il dominatore delle tenebre", o dei suoi agghiaccianti "Miti di Cthulhu", da "Nyarlathotep" a "L'entità sulla soglia", da "L'orrore di Dunwich" a "L'ombra su Innsmouth", si potrebbe affermare senza troppi timori che la letteratura dell'incubo possa essere suddivisa in prima e dopo HPL. È in questa chiave di analisi che si colloca la presente antologia, che raccoglie tutto il meglio della sua vasta produzione: un omaggio alla personalità e all'opera di un autore destinato a essere, e a rimanere, una leggenda.
Il "Ciclo del sogno" è una delle colonne portanti dell'opera di Lovecraft e si erge come la più multiforme, inventiva e spesso spiazzante esplorazione mai concepita nei regni dell'immaginario e del fantastico. Nella visione di Lovecraft la dimensione onirica è l'esatto opposto di un luogo contraddittorio, insensato o caotico e i "regni del sogno" formano un vero e proprio universo a sé stante, connesso al nostro da arcani portali, dotato di una complessa struttura tridimensionale, animato da contrasti, conflitti, battaglie. Eppure, perfino negli antri sotterranei più sinistri e minacciosi, è sempre invariabilmente pervaso da un alone di profonda e seducente magia.
In questo volume sono raccolti e presentati quei racconti che citano o parlano in qualche modo del "Libro Maledetto", quel Necronomicon che, sicuramente opera di fantasia di Lovecraft, come lui stesso ebbe ad affermare, a tutt'oggi conta una numerosa schiera di appassionati che sono convinti esista davvero. È in ogni caso fuor di dubbio che queste storie inquietanti costituiscono un momento fondamentale nell'insieme del corpus narrativo del Solitario di Providence, e in particolar modo per quanto attiene al suo famosissimo Ciclo dei Miti di Cthulhu, che viene unanimemente riconosciuto come la parte più pregnante e significativa della sua produzione.
La Guerra dei Sei Giorni del 1967 termina con la vittoria definitiva di Israele, che conquista Gerusalemme, Gaza, il Sinai e la costa orientale: una guerra che rappresenta ancora oggi il radioso emblema dell'orgoglio ebraico. Una settimana dopo gli scontri, un gruppo di giovani dei kibbutz, guidati da Amos Oz, registrano delle conversazioni intime e sincere con i soldati israeliani di ritorno dal campo di battaglia. Che cosa raccontano? Qual è la posizione dei soldati che furono in prima linea? Finora l'esercito israeliano ha sempre censurato queste voci, permettendo di pubblicarne solo alcuni frammenti. "Censored voices" propone per la prima volta quei documenti sonori integralmente, così come sono stati registrati da Amos Oz, accompagnati da raro materiale di repertorio.
"Mi sono allontanato di corsa, subito. Giusto il tempo di sentire mia madre che diceva: "Cosa fa quel diavolo?" Non volevo restare con loro, rifiutavo di condividere quel momento. Ero già lontano, non appartenevo più a quel mondo ormai, la lettera lo diceva. Sono andato nei campi e ho camminato per buona parte della notte, il fresco del Nord, i sentieri sterrati, l'odore della colza, molto forte in quella stagione dell'anno. Tutta la notte fu consacrata all'elaborazione della mia nuova vita, lontano da lì." In realtà la ribellione contro i miei genitori, contro la povertà, contro la mia classe sociale e il suo razzismo, la sua violenza, i suoi riti, sono venuti dopo. Perché prima della mia rivolta contro il mondo della mia infanzia, è stato il mondo della mia infanzia a rivoltarsi contro di me. Troppo presto, infatti, sono diventato per la mia famiglia e per gli altri un motivo di vergogna, persino di disgusto. Non ho avuto altra scelta che scappare. E questo libro è il mio tentativo di comprendere.
"Ho incontrato Reda una notte di Natale. Verso le quattro del mattino stavo tornando a casa dopo una cena da amici. Mi ha avvicinato per strada e alla fine gli ho proposto di entrare nel mio studio. Lì mi ha raccontato la storia della sua infanzia e l'arrivo in Francia di suo padre, in fuga dall'Algeria. Abbiamo trascorso il resto della notte insieme, abbiamo parlato, abbiamo riso. Alle sei del mattino, ha tirato fuori una pistola e ha detto che mi avrebbe ucciso. Mi ha insultato, strangolato, violentato. Il giorno dopo è iniziato il procedimento medico e legale. Più tardi, mi sono confidato con mia sorella. E l'ho poi sentita raccontare quegli avvenimenti a modo suo. Guardando indietro alla mia infanzia, ma anche alla vita di Reda e di suo padre, riflettendo sull'emigrazione, il razzismo, la povertà, il desiderio e gli effetti di un trauma, anch'io vorrei capire che cosa è successo quella notte. E da lì tracciare una storia di violenza." E.L.
La televisione in bianco e nero e i primi trattori, l'invasione sovietica in Ungheria, le tragedie di Marcinelle e di Superga insieme con i racconti sulla guerra e sul mito dei piccoli e grandi eroi dello sport, e poi le voci e i gesti anche in apparenza banali del vivere quotidiano negli anni Cinquanta, il decennio che compone il ritratto più vero dell'Italia alle soglie del futuro. Ispirati all'operazione tracciata dall'americano Joe Brainard e dal francese Georges Perec con la ripetizione ipnotica di un «mi ricordo» che coinvolge e richiama ciascuno alla propria storia, i 468 lampi narrativi dell'autore riassumono la memoria collettiva italiana attraverso le vicende di un remoto paese del Sud che si fa inconsapevole specchio di tutto un costume e una cultura.
Isabel Losada, ovvero una donna da sempre sul cammino verso l'illuminazione. Vuole vivere così, vuole vivere di più, vuole vivere. E capirci qualcosa. Senza lasciare nulla di intentato. Ogni forma di percorso spirituale la attrae. Ma ogni esperienza, ogni nuovo incontro, si rivela tanto spirituale quanto spiritosa, e le svolte che guru, sciamani, trainer, maestri le propongono in corsi, laboratori, assemblee, faccia-a-faccia si trasformano in occasioni per mirabolanti avventure dentro l'ansia di vivere, dentro i labirinti della solitudine, dentro i deliri delle anime in pena. Solo il Dalai Lama si salva in questo sbalestrato, sgangherato universo. Isabel ci invita a seguirla in questo vero e proprio viaggio (da Londra all'Amazzonia e ritorno), per sapere meglio, per sapere di più di che cosa siamo fatti.
Stare al mondo è un maledetto numero da equilibristi. È inutile pretendere che 'fuori' tutto funzioni se 'dentro' c'è disordine. Isabel lo sa. Non è felice ma è vitale e curiosa. Vuole capire e vivere meglio. E così si butta a pesce passando da un seminario new age a un week end in convento, da un corso di tai-chi a uno di sesso tantrico, da un workshop sulla reincarnazione a un incontro che promette il risveglio dell'assopito lato femminile. La via dell'illuminazione diventa una corsa ad ostacoli. Massaggi, irrigazione del colon, danze collettive, angeli e fate, astrologia e chakra...
Da una festa patronale all'altra, presentati durante la loro attività professionale ma anche a casa loro, con le loro abitudini e nel loro ambiente, non è soltanto alla musica dei contadini della Sardegna cui veniamo iniziati, ma ai costumi della popolazione di quest'isola che l'autore ha percorso con amore e pazienza. Nella serie di brevi ritratti che ci propone, il suo approccio con i protagonisti dei suoi studi, musicisti o no, prende l'aspetto di un'avventura. Personaggi reali, gli uomini e le donne incontrati dall'autore durante il suo soggiorno sull'Isola sono resi in tutto il loro spessore vitale. I racconti che li riguardano ci informano nella maniera più diretta sul loro carattere e sui tratti dell'ambiente sociale in cui vivono.
La legge del bene e del male è scritta fin dalla nascita in ciascun individuo? Oppure sono la cultura, l'educazione, le buone maniere a impedire all'uomo di prevaricare, di delinquere, di uccidere? Stefano Lorenzetto ha girato il Belpaese alla ricerca degli italiani che fanno il bene per il bene, indipendentemente dalla professione, dallo stato sociale dal credo religioso. Ne sono uscite venticinque storie esemplari: dall'imprenditore di Varese che assume solo dipendenti down alla mamma di Torino che realizza i desideri impossibili dei bambini gravemente malati; dallo scienziato di Siena che ha perso l'unico figlio e ora fa il padre ai ragazzi senza famiglia al medico di Parma che cura gli hanseniani nel lebbrosario genovese.
Moltissimi hanno imparato a capire gli animali dalle pagine di Lorenz. Non solo perchè è stato uno dei padri fondatori dell'etologia, ma perchè ha saputo vivere con gli animali, con una curiosità, un'affettuosità, un senso del gioco e un dono del raccontare le loro storie che mai ha manifestato così compiutamente come in questo libro.

