
Questo saggio contiene dodici ritratti di scrittori e scrittrici che hanno nutrito il proprio talento letterario e poetico attraverso il confronto-scontro con i grandi temi religiosi: la presenza di Dio, la figura di Cristo, l'azione della Chiesa, la dimensione della fede, del sacro e dell'ultraterreno. Concludendo la trilogia dei "Cristiani contro", il libro è dedicato alle penne internazionali dopo aver concentrato la sua attenzione sulla letteratura italiana nei primi due titoli. La letteratura internazionale è un campo vastissimo e molto variegato. La scelta è stata quindi molto più difficile. Gli altri poeti e narratori sono: Geoffrey Chaucer, Aphra Behn, Victor Hugo, Lev Tolstoj, Selma Lagerlof, Gilbert Keith Chesterton,Rainer Maria Rilke, Nikos Kazantzakis, Irving Stone, Flannery O' Connor, Margaret Atwood e Dan Brown. I temi che hanno affrontato e i problemi che hanno sollevato pongono ancora oggi sfide e domande, interpellano le coscienze, alimentano la continua ricerca di Dio fra le parole scritte dagli esseri umani.
Gli piaceva il calcio. Per questo, quando a sei anni ha lasciato il suo villaggio nel deserto, Alì era contento: perché il deserto è pieno di sabbia e nella sabbia il pallone non rimbalza. Se non è diventato un campione come Baggio è perché nella vita le circostanze contano più dei sogni di un bambino. Però ha visto il mondo e se lo porta dietro sotto forma di un mappamondo che di notte gli serve da abat-jour. Durante il suo viaggio ha chiesto l'elemosina per conto di un cugino che aspirava a diventare 'guerriero dell'Islam', ha lavorato in un circo, ha fatto il pizzaiolo in una città irta di grattacieli. Come a ogni essere umano, tutto gli accade per la prima volta, e Ali lo affronta con candore e coraggio.
"Di sicuro questa non è figlia di contadini" esclama il contadino Jacopo allorché gli viene affidata la trovatella Matilde Sofiri: e subito la delicatezza dell'aspetto e la sorte infelice di lei gli ispirano un sentimento che non ha mai provato nemmeno per i figli veri. Ma la bambina non resterà con lui a lungo: per sottrargliela viene ideato un tortuoso inganno, che dura un'estate e ha al suo centro l'interminabile esecuzione di un ritratto: e l'epilogo, lieto e doloroso insieme, sarà segnato dall'apparizione di una carrozza nera e oro da cui sporge, simile ad un artiglio, una mano guantata di donna.
L'estate ha appena iniziato ad arroventare la pianura quando una crepa si apre nella vita di Edo. La sua è l'esistenza di un normale tredicenne, reso speciale da un'immaginazione sensibile come un sismografo, che trasferisce la più piccola vibrazione della realtà nella vertigine di paesaggi surreali, in cui linee, proporzioni e colori danno vita a un mondo deformato e pulviscolare. Con gli adulti Edo entra in contatto malvolentieri e nella misura dello stretto necessario. Cosa potrebbe esserci di peggio, dunque, dell'incomprensibile accerchiamento di parenti che da un paio di giorni gli si muovono attorno con circospezione? Finché, scomposto e assordante, esplode il cordoglio: qualcosa di terribile è accaduto e i genitori di Edo non torneranno più a casa. Per fortuna gli zii sanno bene cosa fare, Edo andrà a vivere con zia Selma, tutto continuerà come prima. Solo che lui non ha nessuna intenzione di assecondarli. Non fa scenate, semplicemente si rifiuta di lasciare casa sua. Liberata dalla presenza logorroica degli adulti, la casa di Edo diventa il polo d'attrazione di una serie di personaggi bizzarri: le gemelline dai caratteri complementari Greta e Lavinia, che con le loro risatine "fanno scricchiolare l'aria" e lo iniziano al mistero della complicità e dell'antagonismo femminili; il compagno di classe Enea che, senza mai oltrepassare la soglia di casa, cerca di coinvolgere l'amico in scorribande in bicicletta sull'argine del fiume.
La vita non era mai stata generosa con Sofja Illarionovna. Dopo aver perso il marito, fucilato perché dichiarato "nemico del popolo", aveva trascorso vent'anni in un lager in Siberia. Al suo ritorno a San Pietroburgo, il figlio, noto trafficante di valuta, era stato ucciso in un regolamento di conti. Dopo tante tragedie, la sua morte per omicidio ha il sapore di un epilogo scontato. Non per Tatjana Tomilina, giudice istruttore di San Pietroburgo e famosa scrittrice. Lei diffida delle soluzioni ovvie, e si mette a scavare nella vita della donna. Le indagini la metteranno sulla strada di un'altra investigatrice allergica ai casi facili, la Kamenskaja, alle prese con il duplice omicidio di una coppia avvenuto a Mosca.
Platonov è un uomo braccato. Ex funzionario del Ministero degli Interni, è stato accusato di corruzione, contrabbando di metalli preziosi e omicidio. È un complotto, ma lui non può provarlo, la sua unica possibilità è fuggire, nascondersi e sperare di scagionarsi, guidando da lontano le indagini della polizia. Trova rifugio a casa di una sconosciuta, Kira, che accetta di aiutarlo e che lentamente si innamora di lui e trasmette i suoi messaggi alle persone che potrebbero tirarlo fuori da quell'impiccio. Per la Kamenskaja, della Polizia criminale di Mosca, è un caso difficile: difficile credere che Platonov sia innocente, ci sono troppi elementi contro di lui. Difficile anche rompere certe barriere di silenzio, difficile capire su cosa aveva messo le mani, non potendogli parlare direttamente. E poi ha tra le mani anche l'indagine su un killer misterioso che uccide ogni settimana, sei vittime senza legami tra loro, freddate in vari punti della città senza un apparente disegno. Più i tasselli si incastrano, più Nastja si accorge che questa volta ha a che fare con qualcosa di più astuto di qualunque criminale, qualcosa contro cui non esistono né armi né strategie abbastanza potenti: il semplice, banale destino.
In una discarica alla periferia di Mosca viene trovato il cadavere di una ragazza morta strangolata, Mila Shirokova. La lista dei sospetti è piuttosto lunga perché lo stile di vita della donna era a dir poco disinibito e molti avevano motivo di odiarla: Strelnikov, l'amante ripetutamente tradito, la moglie di lui, che assieme al marito temeva di perdere l'agiatezza, Ljuba, l'amica ingannata. Ma ognuno di loro sembra avere un alibi di ferro. Con la morte di Ljuba, che si suicida proclamandosi innocente, la polizia perde il più probabile indiziato e deve ritornare al punto di partenza.
Anastasija Kamenenskaja della polizia criminale e la sua amica giudice Tatjana sonon ospiti di una trasmissione televisiva sulle donne che fanno lavori cosiddetti maschili. Nel corso della diretta, tra il pubblico, un ragazzo, pagato da un anonimo, solleva un foglio con la scritta "Indovina dove incontrerai la morte?". Da quel momento, uno dopo l'altro, una serie di omicidi insanguina Mosca. Le vittime sono barboni, emarginati, handicappati, e sul cadavere di ciascuna viene trovato un pesce di ceramica che divora un bambolotto. E ogni volta, l'assassino sfida apertamente la polizia. Scoperto per caso che il pesce è un riferimento al pittore fiammingo Bosch, il sospetto principale diventa uno studioso, ammiratore dell'artista, che anni prima aveva perso un figlio in un'operazione di polizia. Ma le cose non possono essere così semplici, e più i cadaveri aumentano, più fitto si fa il mistero. Alla quarta vittima appare evidente che il filo conduttore degli omicidi sono i sette peccati capitali e che il film "Seven" è la fonte ispiratrice dell'assassino. Mancano dunque tre vittime all'appello: chi sarà la settima?
"Aeroromanzo" scritto netl'odiata-amata Venezia nel 1944, durante l'ultimo periodo di vita di Marinetti, Venezianella e Studentaccio arricchisce l'illustre tradizione delle rappresentazioni letterarie della città lagunare con nuove immagini, a metà tra un'incredibile ricchezza di dettagli e una delirante vena surrealista, e trasfigura nell'arte la drammatica vicenda di quegli anni. Nella trama si intrecciano due temi, la città e la donna, entrambi identificati nel personaggio principale, la bella crocerossina Venezianella, donna sensuale, enigmatica e vitale, ma anche intensamente spirituale, musa ispiratrice e novella Angelica in fuga perenne. Di lei si innamora Studentaccio, volontario in licenza medica dal fronte, impegnato in un'utopica impresa architettonica: la costruzione, sulla Riva degli Schiavoni, della Nuova Venezia futurista. Un romanzo gioioso e giocoso, eversivo e irriverente, che rende un omaggio innovativo e sorridente al mito veneziano.
L'Odissea non è la storia del viaggio di un uomo: è la storia d'amore di molte donne. C'è Calipso, che, avvinta dalle sue stesse reti di seduzione, si innamora di Ulisse ma deve lasciarlo andare. C'è Euriclea, la nutrice che lo ha cresciuto, e ci sono le sirene, ciecamente decise a distruggerlo. C'è Nausicaa, seduttrice immatura ma potente, che non osa nemmeno toccarlo. C'è Circe dominatrice, che disprezza i maschi finché non ne incontra uno diverso da tutti gli altri. E naturalmente c'è lei, Penelope, la sposa che non si limita ad attendere il marito, ma gli è pari in astuzia e in caparbietà. In questo libro, sono loro a cantare le peregrinazioni dell'eroe inquieto, ciascuna protagonista di una tappa della grande avventura, ribaltando la prospettiva unica del maschile nella polifonia del femminile: che conquista, risolve, combatte. Alle loro voci fa da controcanto quella di Atena, dea ex machina, che sprona sia Telemaco sia Ulisse a fare ciò che devono: la voce della grande donna dietro ogni grande uomo. In un curioso alternarsi di punti di vista, torna in vita e vibra di nuovi significati un classico immortale, in una narrazione che vola sulla varietà e sulla verità dei sentimenti umani.