
Agnes Browne, trentaquattro anni, bella, proletaria, simpatia irresistibile, ha un banco di frutta e verdura al mercato del Jarro, turbolento quartiere popolare di Dublino, sette figli come sette gocce di mercurio e un'autentica venerazione per Cliff Richard. Purtroppo ha anche un marito che lascia i suoi guadagni agli allibratori, per poi rifarsi con lei a suon di ceffoni. Ogni mattina Agnes esce di casa alle cinque per incontrare l'amica Marion e iniziare insieme la giornata in allegria. Ogni venerdì gioca a bingo, per poi finire al pub di fronte a una pinta di birra e a un bicchiere di sidro. Non una gran vita, a parte le risate con Marion e le altre, al mercato. Finché, un bel giorno, Rosso Browne muore, lei rimane sola e comincia a godersi davvero l'esistenza. È l'inizio di un carosello di vicende esilaranti, in coppia con Marion, autentico genio comico, e alle prese con i figli che le propinano dilemmi adolescenziali, obbligandola a improvvisarsi consigliera (con grande spasso dei pargoli) o a vestire i panni dell'angelo vendicatore. Insomma, senza quel treppiede del marito attorno, la nostra Agnes pare tornata la ragazza dublinese che è stata - tanto che non manca uno spasimante, un affascinante bell'imbusto francese ignaro degli equivoci della lingua inglese. Intanto la vita continua, nella Dublino di fine anni settanta, tra gioie e dolori, un colpo basso della sorte e un girotondo di risate con Marion, i figli che crescono e, in testa, un sogno che sembra irrealizzabile.
Cosa è stato dell'eroico idealismo della generazione nata negli anni Cinquanta? Quando sono svaniti i sogni e quando la realtà ha preso il sopravvento? Luglio 2000: al Darton Hall College del Minnesota si ritrova la classe del 1969 per un weekend da trascorrere insieme. Sono passati trent'anni e ogni laureato del '69 ha ormai alle spalle la maggior parte (quella più importante, la più attiva) della propria vita. Ci sono mariti, mogli, figli, professioni, successi, fallimenti, disgrazie, malattie, morti. Per due giorni Darton Hall diventa un grande confessionale. Così si ricostruisce un passato collettivo, un patchwork di storie individuali cucite le una alle altre e intrecciate alla più grande Storia del paese.
Cacciato è un militare americano, un fante del quale, quando sparirà, i suoi compagni scopriranno di non sapere neanche il nome di battesimo. Cacciato è un soldato, e poiché, come dice il poeta inglese Siegfried Sassoon nell'epigrafe del romanzo, "i soldati sono sognatori" - e si può ben immaginare che cosa sognino, specie quando sono dentro fino al collo in una guerra come quella del Vietnam - anche Cacciato sogna. Sogna di andare a Parigi. Sogno peregrino per chi sta sulle rive del Mekong. Ma chissà, sogno forse anche realizzabile, perché qualcuno ha detto a Cacciato che da lì a Parigi ci sono ottomila miglia e rotti. E così, gambe in spalla, uno ce la potrebbe anche fare. Così Cacciato un bel giorno si stufa, saluta i compagni e se ne va. Dove? Ma a Parigi, naturalmente. Hanno già fatto tante di quelle scarpinate, nel Vietnam, che forse la scarpinata per Parigi non sarà neanche la più lunga. Dopo tutto, basta attraversare il Laos, la Birmania, l'India, l'Afghanistan. E poi - hanno detto a Cacciato - una volta ad Atene, il più è fatto. È come se fossi arrivato a Parigi. Ma le regole sono regole, soprattutto nell'esercito. E quando Cacciato diserta, ai compagni e al loro comandante, un vecchio tenente tediato che non ha più voglia di inseguire Cacciato di quanta ne abbia di fare la guerra, non resta altro che mettersi alle sue calcagna. Bisogna catturare il disertore e riportarlo alla base.
Cacciato è un militare americano, un fante del quale, quando sparirà, i suoi compagni scopriranno di non sapere neanche il nome di battesimo. Cacciato è un soldato, e poiché, come dice il poeta inglese Siegfried Sassoon nell'epigrafe del romanzo, "i soldati sono sognatori" - e si può ben immaginare che cosa sognino, specie quando sono dentro fino al collo in una guerra come quella del Vietnam - anche Cacciato sogna. Sogna di andare a Parigi. Sogno peregrino per chi sta sulle rive del Mekong. Ma chissà, sogno forse anche realizzabile, perché qualcuno ha detto a Cacciato che da lì a Parigi ci sono ottomila miglia e rotti. E così, gambe in spalla, uno ce la potrebbe anche fare. Così Cacciato un bel giorno si stufa, saluta i compagni e se ne va. Dove? Ma a Parigi, naturalmente. Hanno già fatto tante di quelle scarpinate, nel Vietnam, che forse la scarpinata per Parigi non sarà neanche la più lunga. Dopo tutto, basta attraversare il Laos, la Birmania, l'India, l'Afghanistan. E poi - hanno detto a Cacciato - una volta ad Atene, il più è fatto. È come se fossi arrivato a Parigi. Ma le regole sono regole, soprattutto nell'esercito. E quando Cacciato diserta, ai compagni e al loro comandante, un vecchio tenente tediato che non ha più voglia di inseguire Cacciato di quanta ne abbia di fare la guerra, non resta altro che mettersi alle sue calcagna. Bisogna catturare il disertore e riportarlo alla base.
La Guerra evocata in tutta la sua insostenibile concretezza, in tutto il suo peso, il suo orrore e la sua assurdità. «Le cose che portiamo» è questo e molto di più. Attraverso le vicende di un immaginario plotone di soldati impegnato a combattere nella giungla vietnamita, Tim O'Brien consegna al lettore una riflessione in forma narrativa sui temi della memoria, della verità e del potere del narrare. Un atto d'accusa contro tutte le guerre...
Il nero delle notti in Vietnam è solido, è un buio che ti si appiccica addosso. Cammini in fila, ti hanno ordinato di metterti in marcia per fare un'imboscata, ma quello che ti preme di più è non perdere di vista i compagni, non rimanere solo in mezzo alla boscaglia, dove ogni cespuglio può nascondere un nemico. Sei come un bambino nella foresta degli spettri, e sapere che sono dei Charlie non li rende meno spaventosi. Tim non avrebbe mai pensato di trovarsi lì. Cresciuto nel Minnesota, in una cittadina che si vanta di essere la capitale mondiale del tacchino, voleva andare al college, e fino all'ultimo aveva accarezzato l'idea di disertare. Ma poi, per non perdere la faccia di fronte ai suoi concittadini, decide di andare. Addestramento a Fort Lewis, da dove, dice Tim, bisogna partire per capire il Vietnam, sbarco come "Fucking new guy", fottuto pivellino, giornate in spiaggia, birra e donne come essere in vacanza, poi la prima linea, i cecchini, i compagni colpiti da una mina sotto i tuoi occhi, le pallottole che ti sibilano nelle orecchie, ti trapassano l'elmetto, ma tu sei ancora vivo. La paura che ti tiene in vita, ma che devi nascondere, gli amici che ti fai e quelli che perdi per sempre. E i vietcong, che sono ovunque e, se ne fai fuori uno, ce n'è un altro che lo rimpiazza, e che l'America non vincerà la guerra lo capisci perché non combatti per conquistare della terra, perché appena ti sposti perdi quello che hai occupato il giorno prima al prezzo di tante vite umane.
Jack Aubrey, uomo di mare temerario e orgoglioso soldato della Royal Navy del diciannovesimo secolo, ha un solo grande sogno: comandare una nave della Marina Britannica, incrociare lungo le coste del Mediterraneo e dell'Atlantico all'inseguimento di navigli nemici. Quando tutto questo sembra avverarsi, con il comando della corvetta "Sophie", Aubrey scopre i mille pericoli del potere: il peso della solitudine, la difficoltà di governare un equipaggio di uomini duri e assetati di denaro, la durezza dei superiori, la logica crudele della guerra sui mari. Solo l'amicizia con il medico di bordo, Stephen Maturin, gli sarà d'aiuto davanti alla corte marziale.
Infiltrarsi nella setta segreta del Presidente dell'Europa e provocare la sua conversione per evitare che diventi l'Anticristo. È questo l'obiettivo impossibile di padre Elia, un frate carmelitano in missione segreta per il Vaticano, ebreo convertito, sopravvissuto ai campi di concentramento nazista, già potente uomo politico del governo israeliano e da vent'anni nascosto in una clausura volontaria nel monastero del Monte di Elia. Il Papa in persona e il Cardinale segretario di Stato lo richiamano fuori dall'oscurità per affidargli un compito urgente e cruciale per la salvezza della cristianità intera, afflitta dalla paura e dallo smarrimento dei suoi uomini migliori.
Varsavia, 1942. Un giovane ebreo fugge dal ghetto, inseguito dai tedeschi. A salvarlo da morte sicura è un anonimo libraio,solitario ed ombroso,che gli offre riparo nella sua casa e bottega. Entrambi gli uomini sono destinati ad alti incarichi nel piano salvifico di Dio: il fanciullo diverrà il monaco sapiente e fedele che sfiderà il Nemico;l’anziano sarà chiamato al sacrificio per proteggere la vita del giovane eletto.Prologo de Il Nemico,un romanzo appassionante e bellissimo,che racconta come è possibile opporre all’attacco del Male un unico ma inesorabile gesto di amore, tale da riscattare una vita di dolore e ignavia e da far fiorire la speranza nel mondo.
“Michael O'Brien è l’Andréi Tarkovski della letteratura” ( Guglielmo Spirito )
“Questo libro si muove come un thriller, un dramma dell’umanità, ma è un vero romanzo delle idee”
(Michael Potemra,National Review)
Josip Lasta è un bambino capace di intuire il mistero del mondo – contemplando l’azzurro del mar Adriatico – e di parlare il linguaggio del cuore,silenzioso e profondo. Nato in un piccolo villaggio sui monti della Croazia ove regnano l’armonia, la solidarietà e il gusto delle cose semplici, Josip viene educato alla fede e alla vita da un padre amorevole e una mamma generosa. Nel caos politico precedente l’affermazione al potere di Tito,la violenza sconvolge la vita del piccolo paese, da cui Josip fugge – unico superstite del massacro. Inizia così il pellegrinaggio di una vita intera,misurata sulle numerose perdite di affetti e sicurezza,sugli attacchi incessanti del Male e sull’esperienza del dolore – ma anche sulla poesia,l’amore fedele,l’amicizia accogliente e la redenzione ad opera di un Cristo bambino,con le mani piagate. Il miglior romanzo in assoluto di M.D. O’ Brien (E.Rialti)
DESTINATARI Chi ha amato Il nemico e Il libraio non potrà non emozionarsi per questo nuovo romanzo.
AUTORE Michael D. O’Brien nasce a Ottawa (Canada) nel 1948.Pittore autodidatta e scrittore,ha pubblicato numerosi saggi dedicati alla fede e la cultura in periodici internazionali. Ha scritto numerosi libri, soprattutto la serie di romanzi in sei parti Children of the Last Days pubblicata da Ignatius Press (San Francisco). Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato nel 2008 Il nemico e Il libraio.
Theophilos, greco e agnostico, è preoccupato per il figlio Loukas, seguace del Cristo e, deciso a riportarlo a casa, si imbarca per un lungo viaggio. Medico, profondamente legato alla ragione come criterio guida della sua vita,Theophilos lascia Creta, in cui vive, per andare a verificare di persona cosa si dice del Cristo, delle sue teorie e di quello che sta succedendo. Nonostante le indagini, non viene a capo di nulla: convinto che Loukas si sia lasciato irretire da una nuova religione, torna a Creta per rendersi conto che in realtà è lui a essere prigioniero, prigioniero della “ragione”.
Attraverso conflitti tra nazioni, mito e verità, bene e male,Theophilos compie un percorso interiore in una dimensione spirituale che non immaginava di possedere. Il lettore, catapultato tra antiche civiltà romana, giudaica e greca incontra, insieme al protagonista, i primi cristiani, uomini che hanno creduto da subito che Cristo fosse il Messia. Sebbene Theophilos sia un uomo del suo tempo, non è difficile immedesimarsi in lui, in questa storia che parla del misterioso rapporto tra fede e ragione e del potere dell’amore sopra la morte.
Destinatari
Per un libro per tutti.
Autore
Michael d. o’Brien nasce a Ottawa (Canada) nel 1948. Pittore autodidatta e scrittore, ha pubblicato numerosi saggi dedicati alla fede e la cultura in periodici internazionali. Ha scritto numerosi libri, soprattutto la serie di romanzi in sei parti Children of the Last Days pubblicata da Ignatius Press (San Francisco). Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato nel 2008 Il nemico, Il libraio e nel 2009 L’isola del mondo. Il suo sito web è raggiungibile all’indirizzo sito web www.studiobrien.com.
Alexander Graham conduce da sempre un’esistenza tranquilla ad Halcyon, una piccola cittadina canadese a nord del lago Ontario. È un uomo convinto che con la prematura scomparsa della moglie la sua vita abbia imboccato
la parabola discendente, ma quando Andrew, il figlio minore, che studia in Inghilterra, scompare senza lasciare traccia, Graham parte alla volta di Oxford deciso a ritrovarlo.
Graham scopre che Andrew ha aderito a una misteriosa setta che ha plagiato la sua mente; per salvare il figlio non gli resta che dare inizio a un lungo inseguimento che lo condurrà agli estremi confini del mondo e lo costringerà ad affrontare la fame e le torture e a incrociare il suo cammino con i Servizi segreti di due superpotenze. Michael O’Brien, autore dei bestseller Il Libraio e Il Nemico, regala ai suoi lettori un thriller ad alta tensione, dove, tra intrighi internazionali e settarismo religioso, un uomo lotta per ritrovare se stesso e proteggere quanto di più caro gli resta.
L'AUTORE
Michael D. O’Brien nasce a Ottawa (Canada) nel 1948 e vive vicino a Combermere, Ontario, con la moglie e i sei figli. Pittore autodidatta e scrittore, lavora come artista professionista dal 1970. Ha pubblicato numerosi saggi dedicati alla fede e la cultura in periodici internazionali. Ha scritto numerosi libri, soprattutto la serie di romanzi in sei parti Children of the Last Days pubblicata da Ignatius Press (San Francisco). Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Il nemico (2008), Il libraio (2008), L’isola del mondo (2009), Theophilos (2010) e L’Attesa.

