
Piero Rosini è un giovane integralista cattolico. Con una bella moglie altrettanto cattolica, una casa vista Ikea a Porta di Roma, tanti amici uguali a lui, "intellettuali organici in golf a strisce e mocassini da tranviere", e un lavoro come redattore alla casa editrice Non Possumus - ultracattolica, naturalmente. Diretto ormai a testa bassa verso la santità, eroe della rinuncia e dell'astinenza sessuale, Piero è costretto suo malgrado a realizzare che dentro di lui si sta facendo largo un io sepolto e rimosso che lotta per tornare in superficie. Gli basta vedere ballare sua cognata Ada, florida ventiquattrenne fiera della propria verginità, per non togliersi più dalla testa quelle tette immacolate. Ed è seguendo questa versione ruspante di sé che Piero abbandona Roma e il libro a cui sta lavorando - un controverso saggio contro Giovanni Paolo II -, per trasferirsi da solo a Parigi, città tentatrice per eccellenza. Dove le sue certezze si sgretolano in un vortice di "vorrei ma non posso" che lo conduce a una fatale, esilarante schizofrenia.
"Emanuele Pacifici nella sua autobiografia presenta al pubblico la storia di un ebreo che, nato nel 1931, dovette affrontare, appena adolescente, il periodo tristissimo delle leggi razziali e della persecuzione antisemita. È un libro senza pretese, che racconta con semplicità, con sincerità e con emozione episodi lieti e tristi della vita dell'autore. Senza dubbio il quadro che ne risulta è quello di una vita ricca di drammaticità sofferta ed accettata con spirito sereno, senza mai perdere la fiducia nel prossimo e nell'avvenire." (dalla Prefazione di Elio Toaff)
Perché proprio il Cervino, fra tante cime imponenti, è diventato il simbolo stesso delle Alpi? Perché la sua vetta è una meta irrinunciabile per gli alpinisti e i turisti di tutto il mondo, e il suo profilo è riprodotto come un marchio su berretti e giubbotti, scatole di pastelli e tavolette di cioccolato? Forse per quella perfetta forma piramidale che lo rende inconfondibile. O per la storia gloriosa e drammatica della sua conquista, avvenuta nel 1865 dopo tanti tentativi falliti che alimentarono la leggenda di una montagna inviolabile, protetta da spiriti e demoni. La scalata per raggiungere la cresta è una gara febbrile, costellata di tradimenti, delusioni, colpi di scena. Sul versante italiano c'è Jean-Antoine Carrel, montanaro ostinato e coraggioso, temprato dalla vita nei boschi e dai combattimenti nelle file dell'esercito sabaudo. È stato ingaggiato dal ministro Quintino Sella, che cerca una conquista per dare prestigio al Regno d'Italia, nato da poco. Dal lato svizzero c'è l'inglese Edward Whymper, giovane illustratore inglese, appassionato arrampicatore, che dedicherà gran parte della sua vita alle esplorazioni. Sarà quest'ultimo a spuntarla, ma il suo successo verrà funestato da un incidente mortale durante la discesa e dal sospetto che, per salvarsi, abbia tagliato la corda che lo legava ai compagni precipitati. A centocinquant'anni da quella prima ascensione, Paolo Paci ripercorre gli itinerari dei due pionieri, segue i tentativi e i sogni...
È un viaggio ad alta quota, quello che Paolo Paci propone in questo libro, ma non un percorso alpinistico. È un'avventura, umana più che sportiva, alla scoperta di dieci cime , sulle tracce dei personaggi che tra quelle rocce, su quei sentieri e su quei ghiacciai hanno vissuto, scalato, lavorato, pregato, cacciato, trovato rifugio e, in alcuni casi, sono morti. Uomini diversi santi e briganti, re e soldati, cartografi e partigiani - che hanno dato un senso alle montagne, colmandole di umanità. San Francesco popola il Subasio di luoghi dello spirito e un ingegnere rinascimentale, conquistando il Gran Sasso, registra la prima cronaca di un'ascensione. Vittorio Emanuele II trasforma il Gran Paradiso in un'immensa riserva di caccia negli stessi anni in cui i banditi di Carmine Crocco colonizzano il Vulture, nascondendosi in grotte e foreste. Sul Montasio Julius Kugy, il botanico-musicista cantore delle Alpi Giulie, apre grandi vie di salita e Willy Jervis, giovane ingegnere valdese, scrive la storia partigiana tra le cime della Val Pellice. Camminando con l'autore verso le vette, tra valli e ghiacciai, cascate e laghi - di cui l'inserto fotografico mostra la peculiare bellezza - ci si addentra in un paesaggio naturale e umano variegato e affascinante. In un racconto che, attraverso le storie di ieri e di oggi, riporta alla luce i segreti custoditi dalle montagne.
Roma, 1608-1609. Il mondo ecclesiastico e aristocratico acclama l’arrivo dei massimi compositori e virtuosi della tastiera del secolo XVII, Girolamo Frescobaldi (1583-1643), allora all’inizio della sua fulgida parabola artistica. Attorno a lui e alla giovane cantatrice Angiola Zanibelli, entrambi appartenenti al seguito di un mecenate ferrarese desideroso di diffondere anche a Roma una delle attrattive del ducato estense, il “Concerto delle dame”, si tessono trame, si ordiscono intrighi, si scambiano favori, sullo sfondo fastoso dei cerimoniali della corte pontificia, nella quale la raffinatezza degli intrattenimenti musicali e le contese fra i cardinali per assicurare alla propria disponibilità i migliori artisti del momento si accompagnano all’intento di occultare o di contrastare l’incedere inesorabile dei tempi. Sale, palazzi, basiliche, piazze e vie fanno da palcoscenico a feste sfarzose, colloqui furtivi, incontri passionali, conflitti lancinanti ed esecuzioni capitali, in un succedersi di eventi che vedono le esistenze privilegiate dei nobili fare da contraltare alla infime condizioni del popolo. Attraverso le vicende di una variegata galleria di personaggi, alcuni dei quali inventati, altri realmente esistiti, prende corpo l’immagine di una città resa dai papi e dalle grandi famiglie gentilizie teatro di sanguinosi scontri di potere ma anche crocevia del pensiero, della musica, dell’arte e della scienza: un affresco storico che ritrae gli albori di un’epoca ravvivata da un nuovo senso estetico e dal lume delle scoperte galileiane.
Londra-Parigi, Venezia-Atene, Cagliari-Olbia, Porto-Lisbona, Bergen-Oslo, Nizza-Marsiglia... Attraverso il Brennero e sull'orlo dell'Oceano. Città, mondi e vite che si incontrano sul filo di una ferrovia. Federico Pace riunisce in ciascun capitolo viaggi in treno che si assomigliano, come possono assomigliarsi i fratelli e le sorelle di una stessa famiglia. Qualcosa li tiene insieme, qualcosa di essenziale, eppure sono diversissimi tra loro. Per le geometrie con cui procedono, per le persone che incontrano e quelle che ti fanno incontrare, per i luoghi in cui ti portano e per i pensieri che ti fanno venire in testa. Racconti per tirare il filo di tante storie e riscoprire il viaggio nella sua forma più sublime, antica e modernissima. Perché quando si parte in treno, si parte davvero.
Dai colori dell'India ai segreti del Monte Athos. Dalla sterminata cordigliere dell'America Latina agli ipnotici silenzi della Siberia. Dalle dolci sinuosità della Moldava fino al Pacifico e oltre. Dalle antiche vie che costeggiano il mare alle strade che uniscono le grandi città. Il viaggio in auto di Oscar Niemeyer lungo oltre mille e duecento chilometri da Rio de Janeiro fino a Brasilia per dare vita a una città mai esistita prima. Il cammino a piedi di Vincent Van Gogh tra il Belgio e la Francia nell'inverno in cui fini per capire cosa gli serviva davvero per diventare pittore. La soglia inattesa con cui è costretta a misurarsi Frida Kahlo. La fuga di Joni Mitchell dalle battaglie meschine della fine di un amore. La corsa insonne di Keith Jarrett verso Colonia. "Controvento" racconta le storie di chi, attraversando un ponte, mettendosi su una strada, salendo su un autobus o un treno, ha trovato in un giorno, in un istante, il modo di cambiare e trasformarsi. I viaggi hanno segnato la vita di molti e di molti altri la segneranno nel tempo che verrà: perché l'altro e l'altrove hanno sempre in serbo qualcosa che non abbiamo ancora conosciuto, che lenirà il nostro dolore e ci schiuderà il passaggio verso la strada poco battuta.
Tra le valli e i monti, lungo i fiumi e tra gli alberi. A pochi passi dalle città e lontanissimo dalle autostrade. Là dove il rumore delle metropoli retrocede, ci sono vie poco battute, percorsi ferroviari nascosti, passaggi fluviali e varchi che aprono la strada verso un'Italia preziosa e profonda. Dalle enigmatiche vie cave di Pitigliano scavate nel tufo al rocambolesco fascino della statale 92 che attraversa la dorsale della Basilicata. Dal sentiero di punta Manara che conduce lì dove, al confine con il mare, una torretta ancora sembra attendere l'attacco dei Saraceni, fino ai meandri misteriosi delle barene tra le isole abbandonate della laguna della Venezia Nativa. Dai gradoni luminosissimi e irreali della Salita dei Turchi fino al viaggio in traghetto, sulle acque rapide del Lago Maggiore, che conduce all'eremo di Santa Caterina del Sasso. Federico Pace ci accompagna in un suggestivo viaggio tra luoghi che diventano occasione di piccole epifanie, in cui si svela qualcosa di inatteso, un meravigliato contatto che, senza una partenza, non sarebbe stato possibile. Il paesaggio, il movimento, le storie delle persone e i loro legami offrono l'opportunità di uno sguardo diverso e nuovo su noi stessi, sugli altri e su quel che ci accade intorno.
A volte il grande amore cammina sotto il nostro sguardo disattento per anni, prima che lo riconosciamo. Altre, invece, basta un solo istante: una parola, uno sguardo, e la vita cambia il suo corso per sempre. Così accade a Lo, che dei suoi diciott'anni porta addosso tutta la vitalità e la sfrontatezza, nel gelido gennaio milanese del 1973, un momento caldo della contestazione studentesca. Nell'attimo in cui il suo sguardo si posa su Berto, giovane professore nel suo stesso liceo, che lo ricambia, tra loro nasce qualcosa di unico. Lo piace a troppi: è una "cattiva ragazza" e frequenta con spensieratezza per denaro, assieme a Vicki, l'amica del cuore, una lussuosa casa d'appuntamenti nel centro di Milano. Ma l'incontro con Berto le fa scoprire l'amore. Il sentimento che li travolge è forte, intenso, e però come trattenuto dalle troppe differenze e da oscuri segreti che si insinuano tra loro ogni giorno, allontanandoli sempre più. Perché capita di incontrare la persona giusta nel momento più sbagliato. Costretti a separarsi o, piuttosto, incapaci di combattere nel nome di quell'amore così vero, ma così fragile, le loro strade si dividono. Altre storie, matrimoni, città, altre stagioni li vedranno protagonisti, ma entrambi porteranno nel cuore una nota di rimpianto per quell'amore abbandonato agli albori, mai vissuto davvero. E solo dopo vent'anni troveranno il coraggio di provare a essere felici.
Angelici personaggi celesti, com'e noto, si inserivano nella quotidianita del Santo di Pietrelcina e gli facevano compagnia. Uno dei suoi assistenti", in questo libro racconta tutto cio che ha sentito, visto e vissuto accanto a Padre Pio. "
Una sera, un affermato regista turco, che vive a Roma da alcuni anni, prende in gran fretta un aereo per Istanbul, la città dov'è nato e cresciuto. L'improvviso ritorno a casa scatena una serie di ricordi che sembravano sopiti: oltre alla madre affascinante ed elegantissima, il padre, misteriosamente scomparso per dieci anni (in Italia?), e altrettanto misteriosamente ricomparso; le zie zitelle, assetate di vita e di Martini, e i loro giovani amanti; e poi i fratelli, la fedele cuoca. E un amore, un amore perduto. Ma mai dimenticato. Stanza dopo stanza, i ricordi diventano più reali e la Istanbul della sua infanzia e adolescenza sembra riprendere forma. Ma con il passato il protagonista dovrà anche fare i conti. A questa storia se ne intreccia, imprevedibilmente, un'altra. Perché sullo stesso aereo Roma-Istanbul c'è, insieme al marito e a una coppia di amici, una donna. Il loro è un viaggio d'affari e di piacere, per festeggiare un evento importante. Finché accade qualcosa, e il loro futuro cambia direzione. Tra caffè e hammam, amori irrisolti e tradimenti svelati, melanconia e voluttà, il regista e la donna si sfiorano e, alla fine, si incontrano. Proprio come in un film di Ozpetek. Solo che stavolta è lui - forse - il protagonista.
Un'auto lascia Roma di primo mattino. Alla guida, c'è un affermato regista. Sul sedile accanto, l'uomo che da molti anni ama di un amore sconfinato. Dove stanno andando? Mentre la città si allontana e la strada comincia a inerpicarsi dentro e fuori dai boschi, il regista decide di narrare al compagno silenzioso il suo mondo "prima di lui": "La mia vita è la tua e ora te la racconterò, perché domani sarà solo nostra". Inizia così un viaggio avanti e indietro nel tempo: i primi anni in Italia, dove era giunto dalla Turchia non ancora diciottenne con il sogno di studiare e fare cinema, le persone che hanno lasciato il segno, gli amici, gli amori, le speranze, le delusioni, i successi. Storie che conducono ad altre storie, popolate da figure indimenticabili e bizzarre: una trans egocentrica sul viale del tramonto, un principe cleptomane, un centralinista con il rimpianto della recitazione, una cassiera tradita dalle congiunzioni astrali, una bellissima ragazza dallo spirito inquieto. E poi, raffinati intellettuali, inguaribili romantiche, noti cinefili, amanti respinti e madri niente affatto banali. Sullo sfondo, il palazzo di via Ostiense dove tutto accade, crocevia di solitudini diverse, ma anche di intense amicizie e travolgenti passioni. Il palazzo che nel tempo si è trasformato, conservando però intatti i suoi più intimi segreti.

