
A quarant'anni dalla prima edizione, "L'arcobaleno della gravità" non ha perso nulla della sua vertigine e della sua potenza. Londra sotto i bombardamenti, i razzi V-2 di Hitler, precognizioni ed esperimenti bizzarri, un misterioso Testo, la Zona in cui si addentra l'antieroe Tyrone Slothrop alla ricerca di un'arma apocalittica: un esercito di personaggi e una proliferazione febbrile di trame disegnano un'opera in continuo mutamento, un codice vivente aperto e provocatorio che si nutre di tutto, sacro e profano, tragedia e irrisione, esoterismo, mito, scienza e canzoncine. E in cui tutte le barriere convenzionali sono sbriciolate da un feroce genio inventivo. Vi si rivelano la paranoia come sostanza emotiva del nostro tempo, il sospetto che dietro le trame casuali del visibile si celi una connessione minacciosa, la lotta tra il desiderio di un ordine razionale e il destino della dissoluzione. "L'arcobaleno della gravità" è oggi più che mai il romanzo cruciale della letteratura postmoderna e non solo: un libro di cui forse non siamo ancora diventati contemporanei.
Tom è un giovane attraente, alto, esile, che proviene da una famiglia agiata, abbandonata per seguire la sua incontenibile passione per l'antropologia. Ha una fidanzata più grande di lui, Catherine: giornalista per una rivista femminile, è una donna indipendente, ironica e brillante, con abbastanza buonsenso da non prendere troppo sul serio il suo amato e sognatore Tom. Tra i due si mette in mezzo Deirdre, studentessa di antropologia, troppo giovane e troppo ingenua per non cadere ammaliata dal fascinoso Tom. Trattandosi di Pym non stupisce che ben presto Tom venga dimenticato sia da Deirdre sia da Catherine, che preferiscono costruire un rapporto d'amicizia tra di loro piuttosto che farsi la guerra per un uomo tutto sommato un po' inconsistente. Sullo sfondo professori a caccia di vecchie signore danarose, guerre tra studenti per improbabili borse di studio e piccoli intrighi.
Nel volontario esilio in campagna, nel possedimento di Boldino, Puskin scrisse le "piccole tragedie" di cui fa parte anche questo poemetto drammatico qui riletto da Erri De Luca, che afferma: «Puskin scrive la piccola tragedia in versi "L'ospite di pietra" contro se stesso... Scrive di don Juan contro se stesso. Non ne fa un fuggiasco, un clandestino, sì, a ribelle all'esilio del re».
Principi e regine, serpenti e draghi, spiriti magici e diavoli, personaggi indimenticabili come la strega Baba Jaga, la bella Vassilissa, Finist falco lucente o la piccola Masha e l'orso, protagonisti di un antico racconto recentemente riscoperto da un'amatissima serie televisiva. L'universo delle fiabe russe, disseminato di cupole d'oro e capanne sperdute nel folto di boschi secolari, costituisce da sempre un'inesauribile fonte di fascino e stupore per grandi e bambini. In questo volume, che affianca le più belle storie tratte dalla celebre raccolta di Aleksandr Afanasev a quelle rese immortali dal genio di Aleksandr Puskin, il mondo fantastico delle fiabe prende forma nelle incantevoli tavole di Ivan Bilibin. tra i più grandi artisti russi di inizio Novecento: contraddistinte da una perfetta osmosi fra tradizione e stile moderno, le sue illustrazioni ritraggono zar inflessibili e streghe spaventose, animali magici e giovani coraggiosi, immergendoli in paesaggi fantastici e in interni riccamente decorati. Età di lettura: da 6 anni.
Scritto nel 1824 e pubblicato per la prima volta nel 1831, il Boris, poema epico in forma dialogata, è qualcosa di più di un dramma storico: l'"epoca dei torbi", come si chiama la grande crisi dinastica che investì la Russia all'inizio de XVII secolo, e la tragedia dello zar Boris Godunov, che sullo sfondo di tale epoca si staglia, sono il prototipo della crisi che, fino ai nostri giorni, scuoteranno la Russia. Il dramma di Puskin è l'emblema di un destino nazionale, è l'epopea di un monarca che ambiguamente non riconosce la sua colpa, è la storia di una usurpazione mantenuta tempestivamente e oppressivamente da un potere legittimo solo formalmente. Introduzione di Clara Strada Janovic e Vittorio Strada.
Su uno sfondo realista che lega le vicende alla rivolta cosacca guidata dal ribelle Pugaciòv, Puskin racconta le avventure del giovane Pjotr, che, accompagnato da uno storico amico, raggiunge una vecchia fortezza in un reggimento di guardia per dare il suo apporto militare, come voluto dal padre. Qui si innamora di Màrja, figlia del capitano della fortezza, e per unirsi alla donna amata, aiutato anche da circostanze favorevoli, il giovane farà di tutto. Il romanzo, dallo stile sintetico e deciso, apre così la strada al genere del racconto nella letteratura russa e suscita nel lettore una naturale simpatia soprattutto per le vicende del protagonista.
Nella traduzione di Landolfi i tre più celebri racconti di Puskin: Il fabbricante di bare, Il mastro di posta, La dama di picche. Landolfi riversa nella traduzione italiana la febbrile ricerca di novità e perfezione verbale del testo russo, insieme a quel dinamismo narrativo che pone il lettore in un nuovo sorprendente rapporto con l'idea di libertà.
Ogni casa ha i suoi segreti. Ogni cuore le sue ombre. Inghilterra, 1865. Rimasta vedova e incinta del primo figlio, la giovane e inquieta Elsie parte alla volta della tenuta del marito insieme alla zitellissima cugina di lui, Sarah. Ma in quell’angolo di campagna inglese remoto e inospitale, l’opportunità di trascorrere in pace il periodo del lutto diventa qualcosa di molto più simile a una prigionia: un esilio opprimente in attesa che l’amato fratello Jolyon giunga da Londra a salvare Elsie dall’isolamento e dalla noia. A distrarre lei e Sarah dalla cupa atmosfera in cui sono sprofondate, solo l’intrigante diario di un’antenata dei Bainbridge, Anna, vissuta e tragicamente morta più di duecento anni prima; e la stanza in cui giacciono ammassate decine di figure di legno dalle sembianze realistiche e straordinariamente inquietanti. Quegli “amici silenziosi” che Anna si procurò allo scopo di deliziare ospiti illustri, presto costretti a ripartire in circostanze mai del tutto chiarite. A lungo in testa alle classifiche inglesi, acclamato tanto dai lettori quanto dai critici, Gli amici silenziosi è un piccolo gioiello nel solco di intramontabili classici quali Giro di vite e Rebecca la prima moglie. Un noir dalle sfumature gotiche modernissimo e sapiente nell’evocare psicologie e atmosfere. «La lettura perfetta per una notte d’inverno.» - The Guardian «Conturbante e irresistibile.» - The Times
Dodici case parlano a un intervistatore americano, giunto in laguna per girarvi un corto sul problema dell'acqua. Negli States sono infatti convinti che la Serenissima sia destinata a sparire in qualche prossima catastrofe. Dodici case raccontano così segreti, aprono finestre a far luce sui cadaveri negli armadi, emettono sussurri e grida a patto che le interviste circoli solo al di là dell'Oceano. In una parola, dodici bizzarri personaggi, dodici veneziani eccentrici, ovvero i proprietari degli appartamenti, situati in un ideale percorso, dalla Stazione al Lido alla campagna, liberano ossessioni e desideri malsani in una sorte di confessione pubblica dei peccati, o di analisi gratuita.
Il romanzo narra il correre parallelo di due esistenze (un uomo e una donna) nell’Ancona dei primi decenni del Novecento, popolata dei mezzi più avanzati di quella tecnologia sempre più dominante (auto, aerei, radio). Lui, nato cieco, e lei, intraprendente aviopittrice, finiscono col ritrovarsi, senza volerlo, insieme sotto il bombardamento della città, fatto storicamente avvenuto il 2 novembre 1943. La partecipazione all’evento provoca il misterioso, contemporaneo accadere di fenomeni opposti: lui, Elia, acquista inspiegabilmente la vista, proprio quando a lei invece verrà sottratta. Attraverso l’avvenimento che scombina la vita dei due personaggi, il romanzo si trasforma in un’ardita riflessione sulla facoltà del “vedere”, sollecitata dall’intromissione di un “terzo uomo”, un monaco ortodosso ispirato alla figura del matematico-filosofo Pavel Florenskij.
Nel 1866, gli Stati Uniti si sono appena ripresi dalle ferite della Guerra civile. Non c'è tempo però per la pace: una nuova guerra è scoppiata alla frontiera occidentale. È lo scontro tra una nazione giovane e ambiziosa, intenta a realizzare quello che percepisce come il suo «destino manifesto», e le tribù native che in quelle terre vivono da millenni. Ma è anche il momento drammatico in cui si svela la sostanza di cui sono fatti gli uomini: di viltà o coraggio, di spietatezza o speranza. Il colonnello Henry Carrington arriva nella valle del Powder, lungo la pista del Montana, per guidare l'esercito: devono proteggere una nuova strada per i cercatori d'oro e i coloni. Per farlo, Carrington decide di costruire un forte, Fort Phil Kearny, in pieno territorio lakota. Ma Nuvola Rossa, uno dei capi lakota piú rispettati, e il giovane ma carismatico guerriero Cavallo Pazzo comprendono immediatamente le implicazioni di questa invasione. Per i Lakota la posta in gioco è la sopravvivenza. Mentre l'autunno sanguina verso l'inverno, Cavallo Pazzo guida un piccolo gruppo di guerrieri che affronta i soldati del colonnello Carrington con attacchi quasi costanti. Nuvola Rossa, nel frattempo, cerca di stringere le alleanze tribali che sa saranno necessarie per sconfiggere i soldati. Il colonnello Carrington, intento a costruire il suo forte, cerca di tenere insieme un esercito americano lacerato e in subbuglio. Il violento e razzista tenente George Washington Grummond vuole affrontare a viso aperto un nemico che considera inferiore. E le truppe sono divise dagli strascichi della Guerra civile e dalla tentazione di disertare per cercare l'oro nei vicini giacimenti. Le scaramucce proseguono finché un episodio farà precipitare la situazione in uno degli scontri più drammatici, epici e avvincenti della storia del West. Michael Punke, dopo Revenant, scrive un'altra storia di violenza e sopravvivenza in territori estremi: ma questa volta sono uomini che si scontrano e si misurano con la brutalità della Storia. Basato su un episodio storico fedelmente ricostruito, Il crinale è una riflessione attualissima sull'eterna lotta tra conquista e giustizia, guerra e umanità.
Uno scritto che arreca conforto alla mente di chi legge per capire, o per lavoro, per svago, per distrasi. Parla a tutti, fa riconoscere le generazioni. Ci fa identificare, sognare, ricordare.