
In una cittadina del Massachusetts, soltanto la casa e il beauty shop di Rita Rosario sono rimasti quelli di un tempo. Le persone vanno da Rita per sistemare una permanente malriuscita, un taglio fatto con l'accetta o per far scomparire le mèche, ma da Rita si va anche per una spuntatina abbinata a una lettura di carte. Perché Rita non è solo una parrucchiera ma anche una cartomante, una confidente, una terapeuta.
Cresciuta tra le ombre delle due grandi guerre mondiali, Annabelle vive un'esistenza sicura e tranquilla nella sua piccola cittadina in Pennsylvania, fino al giorno in cui una nuova studentessa si aggiunge alla sua classe: Betty Glengarry. La nuova arrivata si rivela presto crudele e manipolatrice, e mentre all'inizio sembra limitarsi al bullismo scolastico, ben presto i suoi attacchi si spingono fino allo sfuggente Toby, un veterano della prima guerra mondiale. Toby è per tutti "quello strano", ma non per Annabelle, che conosce la sua bontà d'animo. Mentre la tensione cresce, Annabelle dovrà presto trovare il coraggio di essere l'unica voce fuori dal coro per fare giustizia. Età di lettura: da 12 anni.
Perché mai una donna sana di mente dovrebbe prendersi la briga di interessarsi a un uomo non più giovane e stempiato, uno che insegna scienze alle medie e che, come passatempo, stira oppure fantastica per ore su come clonare la moglie defunta? È ciò che si domanda Edward Schuyler quando, scapolo "di ritorno", scopre che i figli hanno pubblicato un'inserzione a suo nome tra gli annunci per cuori solitari della sua rivista preferita. Rimasto vedovo a più di sessant'anni, il timido e riservato Edward è ben lungi dal sentirsi pronto a tornare sulla piazza e ad aprire il proprio cuore un'altra volta. Eppure, quando viene sommerso da lettere, telefonate e inviti, deve arrendersi all'evidenza: il mondo è pieno di donne in gamba, single e piacenti, ma un uomo in salute, gentile e "libero" è merce rara. Diviso tra il senso di colpa all'idea di voltare le spalle al proprio passato e il bisogno di tornare a sorridere al futuro, riuscirà Edward a essere di nuovo disponibile e felice? Con una scrittura elegante e la giusta dose di lievità e ironia, Hilma Wolitzer ci regala un romanzo che è, insieme, un invito a non lasciarsi sopraffare dal pessimismo e un potente inno alla vita. Una storia tenera, appassionante e molto divertente su come ritrovare la gioia e l'amore anche quando si è convinti che sia troppo tardi.
È il 1960, JFK è appena stato eletto, ma alla Hill School la notizia è la visita di Hemingway: il grande scrittore consegnerà il premio letterario della scuola al miglior racconto. Uno degli studenti, il più povero e complessato, pensa di scrivere la storia che gli darà fama e riconoscimento sociale. Ma la sua opera viene smascherata come il puro plagio di un racconto altrui. Esplode lo scandalo e il ragazzo viene cacciato dalla scuola. Raccontata vent'anni più tardi, dal ragazzo stesso, diventato scrittore affermato, questa storia tormentata si staglia nella mente del lettore come il congedo nostalgico dall'ultimo istante dorato che precede la fine dell'innocenza.
Trent'anni, tanto separa i primi racconti di questa raccolta, risalenti all'inizio degli anni Ottanta, dagli ultimi: una cartografia letteraria di lungo sguardo e grande varietà, eppure sorprendentemente unitaria. "I protagonisti delle mie storie - dichiarava Wolff - abitano tutti quanti un mondo comune. E evidente che sono assillati dalle stesse preoccupazioni etiche e spirituali, e tali preoccupazioni sono il soggetto tematico dei racconti". Il furto, l'adulterio, la morte, l'ambizione, la paura: queste le preoccupazioni che mettono alla prova l'impianto morale dei personaggi, ma nel dar conto dell'esito, pur esposto con spassionata lucidità, Wolff rifugge ogni deriva censoria. A proteggerlo è il potente antidoto dell'investimento personale. Il complesso dei racconti forma infatti una specie di autobiografia obliqua i cui elementi rimbalzano, rifratti, tra la finzione e la memoria e ritorno. Il milieu accademico, la cui ipocrisia così implacabilmente Wolff sferza nella raccolta, è il medesimo a cui lui stesso, docente di scrittura creativa presso l'università di Stanford, appartiene. I protagonisti di ben sei dei diciannove racconti sono o sono stati soldati, e si muovono in un ambiente che l'autore, membro delle Special Forces dell'esercito americano durante la guerra del Vietnam, ben conosce. E certo dall'autobiografia origina il vero filo rosso che cuce, apparentandoli, tutti i racconti: impostura e illusione, menzogna e vagheggiamento, inganno e autoinganno.
Nelle prime pagine di questo romanzo un motoscafo della polizia è lanciato a tutta velocità attraverso la baia di Miami con a bordo Nestor Camacho, un giovane agente di origine cubana che crede nella giustizia e nel suo lavoro. Ma a guidare quel motoscafo è Tom Wolfe, lanciato a tutta velocità con il suo stile inconfondibile e il suo occhio inappagabile dentro la sola città al mondo in cui gente di un altro paese, che parla un'altra lingua e ostenta un'altra cultura, ha preso legittimamente il potere. Miami è un crogiolo di razze e culture in cui molti, maledizione!, non si fondono affatto: il sindaco cubano e il capo della polizia nero; lo scatenato reporter del "Miami Herald" uscito da Yale; lo psichiatra specializzato in disturbi sessuali che ha una rovente relazione con la sua infermiera cubana e tiene sulla corda il suo paziente più importante; il professore haitiano che pensa di essere francese e non sa come tenere a bada il figlio adolescente, fiero della sua identità creola; i ricchi collezionisti che spendono milioni in opere d'arte contemporanea al Miami Art Basel; gli spacciatori neri in guerra con i poliziotti cubani. Sono queste le figure su cui Tom Wolfe ha costruito il suo nuovo romanzo, per raccontarci una città che è la punta dell'iceberg sociale contemporaneo, il luogo in cui si manifestano tutte le contraddizioni e si sperimentano le dinamiche del mondo che verrà.
Opera postuma di Thomas Wolfe incentrata sul personaggio largamente autobiografico dello scrittore George Webber, "Ho una cosa da dirti" è la storia di una disillusione che segnerà profondamente la vita del grande scrittore americano. Fervente ammiratore della cultura e del popolo tedesco, George Webber - così come in realtà fece Thomas Wolfe - si concede, dopo la pubblicazione del suo ultimo romanzo, una lunga vacanza in Germania, dalla quale manca da molto tempo. È il 1936, l'anno delle Olimpiadi, tre anni dopo la vittoria elettorale di Hitler e il famoso 'patto con i tedeschi'. Ciò che George legge sulla Germania nella stampa internazionale lo inquieta, ma non vi crede del tutto: ritiene che la stampa esageri sempre, che la Germania degli anni precedenti fosse finita in un caos che sembrava irresolubile e che non sia possibile che un popolo tanto civile si sia sottomesso a una dittatura... Il primo impatto con Berlino è consolante: una città ordinata e bellissima, un'atmosfera culturale viva, una popolazione apparentemente felice. Ma presto George avverte piccoli segnali: un'atmosfera reticente, un sentimento generalizzato di paura, l'indisponibilità della gente ad affrontare certi argomenti. George è sconcertato: la grandiosa organizzazione delle Olimpiadi testimonia di un paese dalle eccezionali possibilità, la qualità e l'internazionalità dell'editoria tedesca la confermano ancora la migliore d'Europa, Berlino è tuttora una città multiculturale...
"Salvami! Salvami!" Nell'estate del 1859 una drammatica richiesta d'aiuto rompe il silenzio della clausura nel monastero di Sant'Ambrogio a Roma, luogo di culto che, situato a poca distanza dal Vaticano, ha accolto in più occasioni ospiti di riguardo e può vantare illustri protettori. La principessa Katharina di Hohenzollern, monaca proveniente da una famiglia di alto lignaggio e fervida religiosa, è convinta che, fra le mura del convento, qualcuno stia attentando alla sua vita, somministrandole a più riprese del veleno. La denuncia di Katharina al cugino, l'arcivescovo Hohenlohe-Schillingsfürst, non rimarrà inascoltata a lungo. Il tribunale dell'Inquisizione istruirà un processo nel corso del quale, mediante un accurato vaglio di numerose testimonianze, si finirà per andare ben oltre le aspettative dei giudici e verranno alla luce fatti a dir poco sconvolgenti: novizie vittime di abusi, padri confessori che somministrano benedizioni tramite baci assai poco casti, rapporti saffici, monache che sperimentano stati di estasi mistico-sessuale, misteriose sparizioni, accuse di affettata santità e venerazione di false reliquie. Eventi scandalosi protrattisi per decenni senza che nessuno, al di fuori di quel luogo sacro, ne fosse mai venuto a conoscenza. Nulla dell'"affare Sant'Ambrogio", visto il coinvolgimento nella vicenda di alti prelati, importanti teologi e del papa stesso, sarebbe dovuto trapelare e diventare di pubblico dominio...
"In carne e ossa" è l'emozionante discesa agli inferi di un corpo malato. Una donna sta male, è portata d'urgenza in ospedale. Sembra che non sia niente di grave, invece la situazione si complica. A intervento chirurgico segue intervento chirurgico, ma il male non va via, il sistema immunitario non reagisce, le cure più avanzate servono a poco. Il corpo balza in primo piano, rivelando la sua disobbedienza, la sua autonomia. E la paziente, sospinta dai sogni feroci della febbre, si dibatte persa tra le illusioni del passato e il disincanto del presente. Intanto la realtà dell'ospedale si incide nel'organismo tanto quanto si sono incise le figure significative dell'infanzia e della giovinezza con i loro conflitti irrisolti.

