
Primavera 1219: Francesco d'Assisi, assetato di Dio, salpa per la crociata. Sulle orme di Cristo, parte per predicare il pentimento sotto le mura assediate di Damietta. Desideroso di calmare i lupi che si contendono la Terra Santa, in Gerusalemme, città ferita ma splendente, intravede il compimento della sua ricerca. Nel corso del viaggio, lasciato il campo cristiano, il Poverello va incontro al potente sultano d'Egitto, al-Malik al-K?mil. Sullo sfondo di una folle spirale di massacri e di sangue, mentre si susseguono assedi e battaglie, questi due personaggi fuori dal comune instaurano un dialogo del tutto particolare. Senza arma alcuna che non sia la fede, due visioni del mondo vengono a contatto, si sollecitano a vicenda, arrivano a sfiorarsi... Fragili momenti di grazia dove tutto sembra possibile, in cui il potente re e il santo straccione, ignorando l'odio dei guerrieri di Dio, intravedono all'improvviso l'unica strada possibile della pace. Un romanzo in cui si mescolano storia e finzione, e che sviluppa il tema di una ricerca quanto mai attuale: quella dell'incontro, brusco ma fecondo, tra islam e cristianesimo.
Tamàr è ancora bambina quando Giuda la sottrae alla sua tribù per darla in sposa a Er, il suo primogenito. Ma questa unione non sarà benedetta dal cielo e Tamàr non troverà pace tra gli uomini e le donne della sua nuova tribù. Ambizioni, gelosie, segreti impronunciabili ed efferati delitti accompagnano i giorni di Tamàr tra quella gente tormentata, fino all'inaspettato epilogo: memore dell'insegnamento della saggia nonna Tabita, solita dire che il destino, come un cane, segue le nostre orme, Tamàr, con spregiudicatezza e intelligenza, donerà a se stessa e ai propri sogni una nuova possibilità di rinascita.
Un libro, due lettori, un mondo di pericolo e desiderio... Una giovane bibliotecaria trova per caso un libro lasciato fuori posto da uno sconosciuto: un lettore intrigato, rapito dalla storia e dal suo misterioso autore, come rivelano le note che ha appuntato a margine. Lei gli risponderà con note di suo pugno, dando inizio a un singolare dialogo che li condurrà insieme in un mondo sconosciuto. Il libro: La nave di Teseo, l'ultimo, discusso romanzo di V.M. Straka - autore prolifico quanto enigmatico - nel quale un uomo senza passato viene rapito e imbarcato a forza su una strana nave dal terrificante equipaggio e lanciato verso i pericoli di una missione ignota. L'autore: Straka, oscuro e discusso protagonista di uno dei più grandi misteri del mondo; rivoluzionario di cui nulla si conosce se non le parole che ha scritto e le teorie elaborate sul suo conto. I lettori: Eric e Jennifer, un ricercatore e una studentessa indietro con gli esami, entrambi chiamati a scelte cruciali per capire chi sono e che cosa vogliono diventare, e quanto saranno in grado di mettere le proprie passioni, ferite, paure l'uno nelle mani dell'altro. "S." ideato, concepito, realizzato dal regista J.J. Abrams e scritto dal romanziere Doug Dorst, è il diario di due persone che si incontrano tra i margini di un libro per ritrovarsi invischiate in una lotta mortale tra forze sconosciute: un viaggio nell'universo della parola scritta che risucchierà i suoi lettori in una rischiosa spirale...
Il matrimonio fra Deena e Daniel - ebrea chassid lei, ultraortodosso lui inizia sotto auspici negativi: il padre di Deena si oppone per motivi cabalistici. Infatti la somma dei numeri corrispondenti alle lettere ebraiche dei loro nomi equivale al numero che indica il dolore. Gli sposi non se ne preoccupano. Insieme paiono trovare le riposte alle difficoltà d'integrazione, fino a quando i rigidi valori della loro educazione si scontrano con la vita di tutti i giorni: difficilmente l'unione potrà sopravvivere. Quando Daniel decide di dare ospitalità a una giovane collega e alla sua migliore amica, si forma uno strano quartetto, che rivela le prime crepe del legame fra marito e moglie.
John Snow è un genio della fisica e della matematica che è diventato ricco grazie alle sue invenzioni nel campo dell'aeronautica militare. Ha tutto quello che un uomo può desiderare: una famiglia, la ricchezza, persino una splendida amante. Ma è anche affetto da una rara forma di epilessia che minaccia l'integrità della sua mente. Per salvaguardare quello che lui considera il suo bene più prezioso ha deciso di sottoporsi a una delicatissima operazione di neurochirurgia, ma all'alba del giorno in cui l'intervento è stato fissato viene trovato morto in un vicolo. Tutto fa pensare che si tratti di un suicidio, sulla pistola ci sono le sue impronte, ma perché avrebbe dovuto uccidersi proprio ora che il suo problema stava per essere risolto?
"Quelle gioie da amanti che provammo insieme mi sono state tanto dolci che non possono nè dispiacermi nè sfuggirmi dalla memoria. Dovunque mi volga sono sempre presenti ai miei occhi e mi accendono di desideri. Anche quando dormo la loro suggestione mi tormenta. Perfino durante i solenni riti, quando più pura deve essere la preghiera, le immagini impudiche di quelle voluttà inchiodano tanto nel profondo l'infelicissimo mio animo che mi sento disposta più a quei turpi godimenti che alla preghiera. E cosi, mentre dovrei gemere per quel che ho commesso, piuttosto sospiro per quel che ho perduto. E non quel solo che facevamo allora, ma anche i luoghi e i momenti in cui godemmo, e tu stesso, mi siete a tal punto dentro l'animo che agisco come se fossi con te in quel tempo, e nemmeno quando dormo riesco ad avere pace da queste immagini. Talvolta anche i miei movimenti tradiscono i pensieri dell'animo e la parola mi prorompe incontrollata. Oh me infelice! come potrei ben ripetere il lamento dell'anima dolente: 'Infelice me! chi mi libererà da questo corpo di morte?'. Almeno potessi aggiungere sinceramente le parole che seguono: 'La grazia di Dio per Gesù Cristo nostro Signore'. A te, o carissimo, questa grazia porse aiuto quando con una sola piaga ti liberò dai desideri del corpo, e così insieme anche da molti peccati dell'anima. Proprio per questo, invece di esserti nemico come può sembrare, Dio ti ha favorito, a guisa di un premuroso medico che non risparmia la sofferenza pur di conseguire la salute."
Parigi, inizio del XII secolo: a Pietro Abelardo, brillante magister della scuola cattedrale, viene affidata l'educazione della giovane nipote di un canonico, Eloisa. Tra i due sboccia presto l'amore; vengono scoperti, Eloisa dà alla luce un figlio e si giunge a un matrimonio riparatore, che non placa però la sete di vendetta della famiglia di lei. Una notte sicari prezzolati sorprendono Abelardo nel sonno e lo evirano. Travolto dalla disperazione egli si fa monaco; anche Eloisa prende il velo. I rapporti fra i due continuano con alterne vicende fino alla morte di Abelardo. La loro storia sentimentale e spirituale è raccontata in otto lettere di grande raffinatezza letteraria, che la tradizione attribuisce ai due protagonisti.
Nel secolo XI, un logico e teologo di fama europea, chierico e canonico della cattedrale di Parigi, incontra una figura eccezionale per il medioevo: una giovane donna altrettanto famosa per cultura e intelligenza. La storia d'amore di Abelardo e Eloisa ci è nota attraverso una sorta di autobiografia in forma epistolare e le lettere che i due amanti, separati dal destino, si scambiarono nel corso degli anni. La loro corrispondenza è scritta in modo così mirabile, con tale libertà d'espressione ed è così vicna al nostro modo di sentire che a più riprese gli studiosi ne hanno messo in dubbio l'autenticità.
Eshter Vital, ebrea sefardita nata a Strasburgo, ha il destino inscritto nelle proprie radici che affondano nel lontano Marocco. In un popolo e in una cultura che la fecondano e al contempo la soffocano. Eshter ha scelto di essere una donna libera e moderna, ma la sua è un'identità franta, multipla. La tradizione e la voglia di fuga lottano nella sua anima inquieta. A trentatré anni l'amore per Charles Tolédano la travolge. Pensa di lasciarsi alle spalle il passato e le incertezze, legandosi per sempre al suo uomo. Ma alla vigilia delle nozze, a Tel Aviv, lei vestita di porpora come le promesse spose sefardite deve fare ancora i conti con la storia della sua famiglia e del suo travagliato popolo. Insieme ai canti, ai colori, alle cerimonie rituali, compaiono le ombre. La sua famiglia e quella di Charles sono opposte da oscuri segreti e rancori mai sopiti. Un antico maleficio spunta a turbare una modernità apparentemente priva di contrasti. Eliette Abécassis mette in gioco tutta se stessa in questo romanzo, e lega la ricerca erudita sulla storia degli ebrei sefarditi allo studio delle misteriose geometrie del cuore umano.
Bolfazl è un esule iraniano che ha trovato rifugio in Olanda. Nonostante le difficoltà che deve affrontare in questa nuova esistenza, vive il suo stato di esule con grande forza d'animo, sensibilità, desiderio di comprendere e volontà di integrarsi. Nel suo cammino è aiutato dal vicino di casa René, un ex artista, sposato e con una figlia, che scopre di essere omosessuale. L'emarginazione cui è sottoposto René è identica a quella provata da Bolfazl. Ma per l'iraniano la condizione di diversità è stimolo per una nuova rinascita. E se la crisi di René aumenta e le bottiglie vuote si accumulano nel cortile, la lingua olandese diventa per Bolfazl una chiave per entrare in un mondo nuovo, fatto di sogni e aspettative.
Tra le grandi allegorie letterarie, "Flatlandia" è sicuramente quella che rimane oggetto di maggior culto tra scienziati, cyberpunk e appassionati di letteratura fantastica. Il mondo piatto immaginato e descritto minuziosamente nei suoi usi e costumi da Edwin Abbott può essere abitato soltanto da figure geometriche che frequentano una scala sociale che discende dai poligoni fino ai triangoli (e più in là fino alle povere semplici linee rette - le donne - a cui non è data neppure la bidimensionalità), tutte quante inconsapevoli della possibile esistenza di dimensioni altre. Abbott delinea in queste pagine una satira assai poco velata della società vittoriana rigidamente divisa in classi. Ma il fascino di "Flatlandia" va ben oltre il contingente del pamphlet politico. Nella seconda parte del libro Abbott narra difatti l'incontro del suo protagonista, il Quadrato, io narrante dell'opera, prima con il mondo monodimensionale di Linealandia, e in seguito con un'inconcepibile Sfera, alla ricerca di un apostolo che possa divulgare il concetto della tridimensionalità nel paese di Flatlandia, trascinando così il Quadrato in un viaggio iniziatico in altre dimensioni.
"Flatlandia" è stato pubblicato anonimo nel 1882. Abbott vuole spiegare la natura delle tre dimensioni che conosciamo, in modo da prepararci all'eventualità di una quarta dimensione, ancora sconosciuta. Così immagina un mondo a due dimensioni, Flatlandia, dove la terza dimensione è inconcepibile. Ma che cosa succede se un abitante di Flatlandia si rende conto che un'altra dimensione è, non solo concepibile, ma addirittura esistente? Al suo primo apparire, l'opera di Abbott non riscosse particolare attenzione. Ma è nel 1920, nel secolo di Einstein, che inizia ad attirare l'interesse di molti per l'evidente analogia con lo sforzo di comprensione che la teoria einsteiniana portava con sé. Come è noto, infatti, la teoria della relatività aggiunge una quarta dimensione, il tempo. Da allora questo libro è diventato un classico della letteratura, contaminata con la scienza. Prefazione di Claudio Bartocci.