
Nella grande Russia del secondo Ottocento, sotto il regno dello zar Nicola II, una tigre sconvolge i giorni degli uomini, ne fa strage. Da Mosca a Pietroburgo, è solo razzia e morte. Tale è il pericolo che lo zar decide di mettere una taglia sull'animale, promettendo una ricompensa inenarrabile a chi riuscirà a ucciderlo. Ivan, giovane ambizioso e squattrinato, raccoglie la sfida e si mette sulle tracce del felino: una caccia programmata con metodo, come se l'obiettivo fosse il più efferato degli assasini umani. Ivan esplora i paesi, vuol sapere tutto delle abitudini della tigre, se le fa raccontare minuziosamente, entra nella mente del nemico come un moderno profiler. E finalmente la affronta. Dallo scontro esce vivo ma ferito, anche nell'animo. Si sente umiliato: la tigre non l'ha forse ritenuto neppure degno di essere ucciso. Da questo momento la sua caccia diventa una questione del tutto personale, che prevede l'utilizzo di ogni strumento.
Londra, 1940. Per evitare la distruzione dell'esercito britannico a Dunkerque, Churchill ha un'idea che cambierà il corso della guerra: creare una squadra dei servizi segreti che lavori nella segretezza più assoluta, la SOE, Special Operations Executive. La SOE è incaricata di azioni di sabotaggio e intelligence tra linee nemiche: la novità è coinvolgere persone tra la popolazione locale più insospettabile. Qualche mese dopo, il giovane Paul-Emile lascia Parigi per Londra nella speranza di unirsi alla Resistenza. Subito reclutato dalla SOE, è inserito in un gruppo di connazionali che diventeranno suoi compagni e amici del cuore. Addestrati e allenati in Inghilterra, i soldati che passeranno la selezione verranno rimandati nella Francia occupata e scopriranno presto che il controspionaggio tedesco è già in allerta... L'esistenza stessa della SOE è rimasta a lungo un segreto. Settant'anni dopo i fatti, "Gli ultimi giorni dei nostri padri" è uno dei primi romanzi a evocarne la creazione e a raccontare le vere relazioni tra la Resistenza e l'Inghilterra di Churchill.
Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il suo amico e professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori più stimati d'America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della villa dello scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell'oceano. Convinto dell'innocenza di Harry Quebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre trent'anni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E, naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo.
Sino al giorno della tragedia, c'erano due famiglie Goldman. I Goldman di Baltimore e i Goldman di Montclair. Di quest'ultimo ramo dei Goldman fa parte Marcus Goldman, il protagonista di "La verità sul caso Harry Quebert". I Goldman di Montclair sono una famiglia della classe media, abitano in un piccolo appartamento a Montclair, nel New Jersey. I Goldman di Baltimore sono, invece, una famiglia ricca, su cui splende sempre il sole: vivono in una lussuosa villa nel quartiere residenziale di Baltimore. A loro, alla loro prosperità, alla loro felicità Marcus Goldman ha guardato con ammirazione, sin da piccolo, quando, con i suoi cugini Hillel e Woody, progettavano i loro sogni, e amavano di uno stesso, intenso amore, Alexandra. Otto anni dopo la tragedia, Marcus Goldman decide di raccontare la storia della sua famiglia...
30 luglio 1994. La cittadina di Orphea, stato di New York, si prepara a inaugurare la prima edizione del locale festival teatrale, quando un terribile omicidio sconvolge l'intera comunità: il sindaco viene ucciso in casa insieme a sua moglie e suo figlio. Nei pressi viene ritrovato anche il cadavere di una ragazza, Meghan, uscita di casa per fare jogging. Il caso viene affidato e risolto da due giovani, promettenti, ambiziosi agenti, giunti per primi sulla scena del crimine: Jesse Rosenberg e Derek Scott. 23 giugno 2014. Jesse Rosenberg, ora capitano di polizia, a una settimana dalla pensione viene avvicinato da una giornalista, Stephanie Mailer, la quale gli annuncia che il caso del 1994 non è stato risolto, che la persona a suo tempo incriminata è innocente. Ma la donna non ha il tempo per fornire le prove, perché pochi giorni dopo viene denunciata la sua scomparsa. Che cosa è successo a Stephanie Mailer? Che cosa aveva scoperto? Se Jesse e Derek si sono sbagliati sul colpevole vent'anni prima, chi è l'autore di quegli omicidi? E cosa è davvero successo la sera del 30 luglio 1994 a Orphea? Derek, Jesse e una nuova collega, la vicecomandante Anna Kanner, dovranno riaprire l'indagine, immergersi nei fantasmi di Orphea. E anche nei propri.
A 45 anni, nel pieno della sua maturità artistica e professionale, Charles Dickens è profondamente insoddisfatto: della famiglia, del lavoro, della propria immagine. Nasce così, contro il parere di tutti, il progetto di reinventarsi come "lettore" delle proprie opere e di portare in scena, in stupefacenti one man shows, alcune pièces tratte dalla sua produzione narrativa: i Readings appunto, o copioni, che qui presentiamo nella prima traduzione italiana. Fu un successo travolgente. Per poco più di dieci anni, prima in tutto il Regno Unito e poi negli Stati Uniti, Dickens compie tournées entusiasmanti, che riempiono le sale di migliaia di spettatori ipnotizzati davanti ai quali egli "recita" il mondo variegato e ricchissimo della sua narrativa, riportando in vita - condensati, riadattati e reinterpretati - i momenti, le scene e i personaggi più amati, da lui e dal suo pubblico. Da grande attore qual era, trasporta nella voce tutta la ricchezza inesauribile del proprio linguaggio, dalle sfrenatezze del comico alle melodrammatiche intensità del patetico, alle oscure pulsioni del tragico, in spettacoli di indimenticabile intensità emotiva di cui rimangono attonite e appassionate testimonianze. Niente, naturalmente, potrà restituire l'incanto di quei momenti; ma questi "copioni", che conservano tutte le tracce del parlato e del processo di drammatizzazione, mostrano intatto l'affascinante percorso di un autore maturo che ritorna su se stesso accogliendo e negando, scegliendo e spostando trame, personaggi e temi di tutta la sua lunga vita creativa. Rivisitazioni trepidanti e anche per lui sconvolgenti che lo sfiniscono, ma che pure continua a mettere in scena, fino all'ultimo tour, pochi mesi prima della morte.
"Nel Regno Unito e non solo parlare di Dickens è come parlare di Alessandro Manzoni in Italia: quasi un Padre della Patria. (...) 'Il viaggiatore senza scopo'", 'The Unconventional traveller', oltre alla bizzaria del titolo che fissa una differenza, per quel tempo significativa, tra il 'commesso viaggiatore' e quello che adesso chiameremmo il 'turista culturale', rappresenta un diario fedele e anche interessante dei gusti e delle attenzioni umane e ambientali di Dickens. Colpisce, ancora una volta, l'impronta dickensiana di voler rappresentare, attraverso la narrazione, il gusto diffuso del suo tempo. Charles Dickens, il quale attraversa con la sua penna leggera e talora ironica città e campagne, terra e mare, uomini e donne, giovani e vecchi, gentiluomini e briganti. A tutti e di tutti fa un ritratto e racconta la sua storia, talora sciogliendo nodi culturali e storici, talora apponendo la sua cifra narrativa e personale, intrigante, ma inestricabile. Non siamo davanti ad un libro di viaggio, bensì al diario di un viaggiatore: la differenza è sostanziale. Il primo dovrebbe lasciare nel suo lettore il desiderio di ripercorrere quell'itinerario per scoprirne segreti e bugie, curiosità e banalizzazioni, il diario è invece un unicum, una testimonianza di vita e un atto d'amore." (Giovanni Puglisi)
In "Oliver Twist" Dickens dà veste immaginativa alla sua dura infanzia di "orfano" e di operaio nella turbolenta Londra dei primi decenni del secolo e la trascende in dimensione più universale, tipizzando in essa l'esperienza e la psiche di ogni bambino. Perciò, come dato strutturale profondo, troviamo la semplicità e la potenza della lotta dell'innocenza contro il Male; e l'ottica infantile straniata che sottopone a radicale critica l'incomprensibile mondo adulto. Il classico di Dickens viene riproposto in un'edizione integrale, curata da Mario Martino, docente di letteratura inglese all'Università di Messina.
La triste vicenda di Louisa Grandgrin e di suo padre è una delle più belle storie raccontate da Dickens. Thomas Grandgrin, come molti suoi contemporanei, ha commesso il tremendo errore di fare della Filosofia dei Dati di Fatto, cioè la filosofia utilitaristica, la teoria guida della propria vita. E solo quando la figlia Louisa, intrappolata in un matrimonio senza amore, diventa preda di un ozioso seduttore, il padre si vede costretto a prendere le distanze dalle proprie convinzioni. "Tempi difficili" è uno dei grandi romanzi della maturità di Dickens, una macchina travolgente in cui ricorrono gli ingredienti consueti della sua scrittura, ma con in piú un tono di favola che stempera gli eventi in chiave comica.
Nel gennaio del 1845 il trentaduenne Dickens fa il suo ingresso a Roma. È la tappa più importante del suo tour raccontato in "Impressioni italiane", da cui sono tratte queste pagine. Subito il suo sguardo attento si appunta su ogni aspetto: le strade, le case, gli abitanti, il clero. Ne risulta alla fine un ritratto in chiaroscuro: a tratti persino spietato contro riti e miserie della città, ma pur sempre carico di fascino per la suggestiva bellezza della sua millenaria storia.
Pubblicato nel 1854, "Tempi difficili" fu fin da subito uno dei libri più discussi del grande romanziere inglese, anche per la decisa vena anti-utilitarista che ispira la trama. Duramente criticato da autori "conservatori" come Maculay, fu però valorizzato da autori più sensibili alla questione sociale, come John Ruskin e in seguito George Orwell, che ne esaltò "la generosa rabbia". Ispirato dalle osservazioni fatte dall'autore sulle condizioni di vita operaie e gli scioperi scoppiati nella cittadina di Preston, nei pressi di Manchester (in quegli anni già al centro del resoconto di Engels sulla condizione della classe operaia), il libro è ambientato in una città di fantasia, Coketown (la città del coke, del carbone). Al centro della vicenda il credo di Thomas Gradgrind, un industriale fiducioso "solamente nelle statistiche" e che educa di conseguenza i suoi due figli, Louisa e Tom, dei quali reprime con metodo ogni lato fantasioso e idealistico. La figlia, difatti, viene data in sposa a un altro avido capitalista della cittadina, Josiah Bounderby, un tipo avaro e impostore, di ben trent'anni più anziano della ragazza. Lei accetta, fino all'amaro epilogo, quando, ritornata dal padre, questi si renderà conto della follia del suo sistema educativo.