
Il Maggiore, un veterano della Seconda guerra mondiale, esala in ospedale il suo ultimo respiro. A vegliarlo, sua moglie e il cane Tassen. La macchia sul naso gli ha impedito di sfilare nelle mostre canine, ma gli ha fatto scoprire in casa Thorkildsen l'affetto di una vera famiglia. Purtroppo, ora, le cose non vanno granché bene: Tassen e la signora Thorkildsen devono ricominciare una nuova vita, loro due soli, e non è semplice, per Tassen, che è un cane da un solo padrone, e per la donna, sempre più evanescente e smarrita. Beve troppa «acqua del drago» e non uscirebbe più di casa, se non ci fosse lui. Ma Tassen non sarebbe un cane speciale se non sapesse cosa fare per risolvere la situazione: a suo modo, naturalmente. La storia della corsa al Polo Sud, la gara che vide protagonisti, nel 1911, l'esploratore norvegese Roald Amundsen e il suo rivale, il capitano inglese Robert Scott, diventa la loro passione. La sorte delle mute di cani, un quesito morale che assorbe tutte le riflessioni sulla vita, sulla morte, sulla gloria, sull'onore. E una grande metafora dell'umanità, a due o quattro zampe che sia. Un romanzo che mette in campo la voce ironica e disarmante di un cane, straordinariamente dolce e intelligente, aprendoci gli occhi su quanto sia strano, distorto, a volte crudele il mondo degli uomini.
Nel mondo che i Pionieri hanno colonizzato valicando un confine di cui si è persa ogni traccia, gli oggetti decadono in una poltiglia tossica se il loro nome non viene scritto e pronunciato con prefissata frequenza. Per evitarne la distruzione, un comitato centrale veglia severamente sulle parole pronunciate dagli abitanti delle colonie, perché la vita in un mondo minacciato dalla disgregazione richiede volontà e disciplina. Vanja, cittadina di Essre, viene inviata dalla sua comune nella gelida colonia di Amatka e troverà ad attenderla i primi fuochi di una rivoluzione sotterranea giocata sulla potenza del linguaggio. Suo malgrado, Vanja dovrà così affrontare le possibilità che si celano dietro il velo di blanda oppressione che assopisce i pensieri e le parole del popolo di Amatka.
I lunghi capelli di Argentina, un tempo corvini, ormai sono percorsi da fili argentei, ma i suoi occhi non hanno smesso di brillare. Perché Argentina, a ottant'anni, si sveglia ancora come fosse bambina, mentre attende con ansia quella sorpresa che le cambierà la giornata. Quella sorpresa che nasconde un segreto da non rivelare a nessuno. A scoprirlo è Arianna, che a sedici anni si sente goffa e insicura come se non ci fosse un posto giusto per lei nel mondo. È felice solo quando è circondata dai libri. Le loro pagine sono capaci di portarla lontana dai suoi genitori e dai suoi compagni di scuola che non la capiscono. Essere costretta a fare compagnia ad Argentina è l'ultima cosa che avrebbe voluto. Soprattutto perché quest'ultima, burbera e autoritaria, dice sempre quello che pensa. Ma quando Arianna fa luce sul mistero di quelle lettere che riescono a portare un sorriso sul viso di Argentina, tutto cambia. Qualcosa di forte inizia ad unirle. Perché quelle righe custodiscono una storia e un ricordo d'amore. La storia di Argentina, ancora ragazza, e di Rocco che con un solo sguardo è stato capace di leggerle l'anima, facendo vacillare le sue certezze di sposa promessa. La storia di un sentimento cresciuto sulle note di una poesia tra i viottoli e gli scorci di un piccolo paese. Un paese di cui Argentina ricorda perfettamente gli odori, i sapori, le voci delle feste in piazza. Un paese dove non è più tornata. Ma Arianna è lì per darle il coraggio per affrontare un viaggio che la donna desidera fare...
"Una donna anche quando è calma non è mai veramente tranquilla. Ogni donna è tutte le donne, come se all'interno di una donna ci fossero tutte le età e tutte le donne insieme. Scrivere sulle donne è come dare una struttura a un mistero. Ma è impossibile farlo con un libro lineare, ho cercato piuttosto di avvicinarmi alla geometria dei fiori, In questo senso la donna è una natura." (Filippo Timi). Dal fallimento di un rapporto all'eros delle notti d'amore, dalla ricerca disperata di un uomo alla rassegnazione casalinga forzata, mortificazione, ferite, eccitazione e abbrutimento. È un insieme di storie, con un filo ideale che le collega, dove non sono i personaggi ad avere un volto ma le emozioni.
Giacomo Leopardi è a Napoli, stanco, sfinito, malato. C'è molta gente che avrebbe tutto l'interesse a impossessarsi dei suoi averi, ora che è diventato celebre. E ci sono gli amici, i buoni amici che lo sanno bene e sono pronti a difenderlo. Sono loro ad aiutarlo a cavarsi dal pericolo mettendo in scena la sua morte, con tanto di cadavere e funerale, mentre lui prende il largo diretto ai porti spagnoli, poi a Calais, infine, via terra, a Parigi. Ma le cose non vanno come previsto: una nave corsara incrocia quella che lo trasporta, e Giacomo, malato e scosso, viene curato da una bella fanciulla mora, Josephine. È l'amore, finalmente: vero, appagato, fisico, profondo. Giacomo e Josephine concepiscono un figlio. Sono felici, possono esserlo. Ma non è questa la fine della storia...
Questa è la storia di un padre che vorrebbe semplicemente poter fare il padre. Giocare con suo figlio, accompagnarlo all'asilo, insegnargli a vivere. Ma non può farlo. Perché Leonardo adesso è diventato un padre a metà, come ormai ce ne sono tanti, troppi. Dopo il fallimento del suo matrimonio, è costretto a contare le ore e ad aggrapparsi al ricordo di un sorriso per sopravvivere nell'attesa di poter vedere il figlio. La storia di Leonardo è un percorso fra mille difficoltà e sentimenti contrastanti. Un viaggio fatto di amarezze, solitudine e rimorsi, di pregiudizi e beghe legali, ma anche di piccole conquiste quotidiane e rari momenti di gioia. Finché un incontro insperato gli offrirà una semplice ma importantissima opportunità... In questo romanzo, Tiberio Timperi tratteggia la storia intima, e drammaticamente attuale, di un padre alla ricerca di un equilibrio fragile e prezioso, da raggiungere e difendere giorno dopo giorno.
Un cane gironzola tra le case e, annusando, diventa l'unico testimone di un omicidio nato dalla gelosia. Un bambino ossessionato dalla madre spera che il suo coniglio possa essere libero, e per farlo volare lo uccide. Una donna convive con il fantasma del marito e serve fritto all'amante il boa constrictor che lui le aveva lasciato. Un uomo è ucciso dalla moglie, ma prima di morire ottiene dal figlio di poter stringere al petto ciò che resta del suo cane amato. Le giraffe di uno zoo scioperano, una donna scompare nella giungla attratta dalla libertà delle scimmie, un orso impagliato incombe su una figlia schiacciata dal peso del padre. Undici racconti che ci mettono davanti alle sfumature più inconsuete e stravaganti di ciò che è umano.
New England, intorno alla metà del XIX secolo. Cattolico tra i protestanti, orfano accolto appena nato nel convento di Saint Anthony, a undici anni Ren è ancora in attesa di qualcuno che lo adotti, risparmiandogli così l'arruolamento forzato nell'esercito. Ma come sperarci, con quella sua diversità tanto lampante? Ren, in compenso, ha già scoperto di possedere un innegabile talento: quello per il furto. Quando il misterioso Benjamin Nab, sedicente ex soldato e avventuriero dal sorriso irresistibile, viene a reclamarlo sostenendo di essere suo fratello, per Ren avrà inizio una serie di peripezie travolgenti in cui mettere a frutto il suo «dono». Benjamin, in compagnia di Tom, maestro in disgrazia e alcolizzato, lo coinvolgerà in una sfilza di affari loschi infarciti di tonici miracolosi, esibizioni pietose per abbindolare i gonzi, fino ad arrivare all'esumazione di cadaveri da rivendere agli ospedali per le autopsie. Sarà proprio in una di queste sortite che Ren farà amicizia con il gigantesco e «frankesteiniano» Dolly, assassino letteralmente risorto dalla tomba. E il ragazzo avrà bisogno di tutti loro per andare incontro al suo destino, nella città ferita di North Umbrage, sotto l'ombra dell'enorme e tetra ciminiera della fabbrica di trappole per topi del temibile contrabbandiere McGinty e dei suoi scagnozzi in cappello e guanti rossi.
Con una ricostruzione storica vivida e puntuale senza mai essere invasiva, tra echi di Dickens, Mark Twain e Stevenson, la storia di Ren ci porta alla scoperta di un mondo marginale e picaresco, dove ciascun individuo ha una storia inattesa alle spalle e dove un «piccolo ladrone» può davvero aver modo di dimostrare tutto il suo buon cuore. In un alternarsi di episodi commoventi e situazioni esilaranti, Ren andrà alla ricerca della famiglia che ha sempre desiderato e scoprirà - oltre alle storie edificanti delle Vite dei santi e alle avventure del Cacciatore di cervi - nei momenti in cui lui e Benjamin avranno bisogno di trarsi d'impaccio, il potere inarrestabile e il fascino irresistibile di una storia raccontata bene.
«Oscuro e trascinante... Nel Buon ladro il lettore trova un romanzo ricco di virtù tradizionali: struttura solida, estrema lucidità, un impeto viscerale e una totale assenza di manierismi stilistici. Hannah Tinti ambienta in America un racconto dickensiano con tratti di humour e fantasia alla Harry Potter, e un tocco macabro d'inquietante storia del New England».
The New York Times
«Davvero un bel libro... Ti fa ricordare perché ti sei innamorato della lettura tanto tempo fa... L'immaginazione fervida della Tinti... ci fa riscoprire la nostra. È un dono da tenere caro...».
Boston Globe
Stefano Tiozzo faceva il dentista. Oggi è uno dei più accreditati fotografi e documentaristi italiani. Questo libro non è solo una grande travel story, ma un’avventura personale di trasformazione. È l’itinerario di un’anima giovane, che ha cercato a lungo prima di raggiungere armonia, amore e determinazione a lasciare un segno positivo nel mondo. Nella convinzione che niente accade per caso!
Quando un quadro cade da una parete, chi ha deciso che debba precipitare in quel preciso istante? C’era qualcosa di predestinato, o tutto è assolutamente in balia delle coincidenze? Sono le domande con cui Stefano inizia questo percorso.
Alcuni anni fa, sente che l’ossessione per l’aurora boreale non è un capriccio, né il desiderio di un momento. È il suo primo passo verso una più profonda consapevolezza e una nuova visione della realtà. Poi c’è l’odissea Torino-Pechino, una seconda impresa che lo mette in contatto con la Russia. E infine l’India, con l’esplorazione di quel “mondo invisibile” che lo porterà a intensificare il proprio rapporto con la spiritualità, esploso dopo l’incontro con il Maestro Paramahamsa Vishwananda, che cambierà la sua esistenza insegnandogli ad ascoltare quella “voce interiore” in grado di mostrargli la sua nuova rotta.
"Ci sono tre tempi marcati dal procedere della trama: il tempo narrativo della peripezia, il tempo teatrale dell'inganno, e il tempo letterario della parola. E tutti e tre saranno destinati a confrontarsi alla fine con l'assenza di tempo, con l'eternità, davanti alla quale il disordine mondano, la rottura delle leggi dell'equilibrio sociale, diventerà ordine divino". Così Maria Grazia Profeti sintetizza, nella prefazione, l'opera che inaugura la ricchissima tradizione europea del "mito" di Don Giovanni, fondendo due leggende popolari: quella del convito macabro e quella del profanatore, per amore, del luogo sacro.
"Hanno ucciso papà. Ma queste cose succedono nei film, non può essere vero. I compagni dell'asilo non mi credono. Allora insisto: 'Hanno ammazzato papà, gli hanno sparato, bum! bum! bum! con la pistola' e mimo con le dita la forma dell'arma. Una P38". Walter Tobagi è morto a Milano il 28 maggio 1980, assassinato sotto casa da una semisconosciuta formazione terroristica. Era una delle firme piú prestigiose del "Corriere della Sera". Aveva trentatre anni. La figlia Benedetta aveva tre anni. Era lí. Oggi Benedetta vuole capire. Con forza, con delicatezza, ricostruisce la figura pubblica e privata del padre in un racconto che intreccia spietate vibrazioni intime ad analisi storiche lucide e rigorose. Cercando di comprendere cos'erano gli anni Settanta. Un libro tenero e terribile in cui batte il cuore di un padre ritrovato.
Un mattino d'estate, Araceli, l'unica domestica della famiglia Torres-Thompson a non essere stata licenziata per effetto della crisi, scopre che la casa è deserta. Dopo la violenta lite della sera precedente, sia il señor sia la señora sono spariti senza fornire spiegazioni. E soprattutto senza portarsi dietro i due intollerabili bambini. Cosi, nonostante Araceli abbia sempre tenuto a precisare di essere stata assunta come cuoca e domestica e non come baby sitter, si ritrova a dover badare ai due viziatissimi gringos. L'unica, forse, è cercare di rintracciare il vecchio nonno, visto da Araceli una sola volta e poi evidentemente bandito da quella casa...

