
In questo volume l'autore racconta i suoi tre viaggi compiuti attraverso tutta l'Italia alla ricerca dei vini genuini, alcuni famosi, altri noti, altri ancora "scoperti" da Soldati stesso. Ma questa non è una semplice guida enologica: è un libro che parla di paesaggi, di uomini, di case, ville e castelli, incontrati e amorevolmente scrutati in un itinerario alla ricerca di una civiltà autentica, legata alla terra e al clima, che ha nel vino uno dei suoi prodotti più sinceri, frutto dell'equilibrio tra natura e cultura.
Può una buona bottiglia raccontare il carattere delle persone, i vizi, le avventure, i loro desideri? In un’ideale carta dei vini e della varia umanità, i personaggi escono dalla penna di Camilla Baresani con la stessa impertinenza con cui Gelasio Gaetani d’Aragona interpreta i migliori frutti dell’enologia. Per ogni bottiglia, un racconto in cui il vino, l’amore e tutti gli incontri che rendono la vita interessante si intrecciano in un libro prezioso e divertente, un inno ai piaceri innocenti, e non solo, dell’esistenza.
Un romanzo che, tra finzione e verità storica, lega il nazismo all'estremismo islamico. A raccontare la storia di questo romanzo sono due fratelli nati da madre algerina e da padre tedesco. Parlano al lettore attraverso le intime pagine dei loro diari. Entrambi sono stati allevati nella banlieue parigina da un vecchio zio immigrato, mentre i due genitori sono rimasti in Algeria. A Parigi Rachel si è sposato con la bella Ophélie e ha fatto carriera in una multinazionale, mentre il fratello minore Malrich non è riuscito a integrarsi. Nel 1994 il Gruppo Islamico Armato massacra nel villaggio dei genitori trenta persone in nome della guerra santa. Al dolore per la perdita dei genitori si aggiunge, per i due fratelli, una scoperta ancora più atroce: loro padre - che in Algeria aveva partecipato alla guerra d'indipendenza dalla Francia, diventando poi il capo del villaggio - era stato un ufficiale delle SS e come ingegnere chimico aveva fatto esperimenti sul gas usato nei lager. Rachel è sconvolto. Decide di fare i conti col passato del padre; ma quello che scoprirà sarà insostenibile. Basato su una storia vera, il romanzo porta in primo piano tre episodi che sembrano dissimili, ma che invece hanno molti punti di contatto: la Shoah, vista attraverso gli occhi di un giovane arabo che scopre con orrore la realtà dello sterminio degli ebrei.
Villa Ventosa è una casa di campagna circondata da un incantevole parco che viene sistematicamente devastato dalla furia della padrona di casa, l'eccentrica Lilith Collett, che nella sua vita ha detestato ogni istante in cui ha dovuto essere madre. Ma per i suoi quattro figli viene il momento della rivolta, complici l'omosessualità di William e il promesso sposo di Barbara, un seducente cameriere spagnolo dall'improbabile nome di Miguel Angel Arqueso Algaron Perz de Vega. Tanto basta perché si scateni una trascinante sequenza di eventi comici che coinvolgono tutti i membri della famiglia.
"Per non andare a combattere in Algeria - siamo ai primi degli Anni Sessanta un giovane francese di cui sappiamo molto poco, va a rifugiarsi in una stazione termale affacciata su un lago dell'Alta Savoia, a pochi chilometri dalla Svizzera. Volendo nascondere la sua identità, si presenta come un discendente di una nobile famiglia russa: il conte Chmara. Dopo qualche tempo, incontra una ragazza molto affascinante che ha qualche anno più di lui: Yvonne. Lei dichiara di essere una attrice che ha appena finito di partecipare al film di un regista tedesco, girato proprio da quelle parti. I due si innamorano e, nella località turistica che col suo Casino, i ricevimenti, i campi da tennis, i concorsi di bellezza, sembra essere attrezzata di tutto punto per proporsi come una imitazione sbiadita e volgare della Costa Azzurra in cui un tempo avevano folleggiato Francis Scott Fitzgerald e sua moglie Zelda, e W.S. Maugham avrebbe sfogato fino all'ultimo il suo pessimo umore, vivono una lunga estate di passione e di bugie. Yvonne fa parte di quegli esseri misteriosi - sempre gli stessi - che, come sentinelle, se ne stanno ai bivi della nostra esistenza e, nel momento stesso in cui li incontriamo, ci travolgono. Il finto conte Chmara è un apolide della vita, alla ricerca del passato e del tutto. Sono, entrambi, protagonisti di 'quel momento della giovinezza in cui tutto è sul punto di precipitare e presto sarà troppo tardi per tutto'". (Giorgio Montefoschi)
Non potrebbe essere più felice Serena quando l'amica Maria Carla la invita a trascorrere gli ultimi giorni dell'anno a Villa Tre Pini, sulle incantevoli colline del Lago Maggiore. La aspetta una vacanza piacevole e in ottima compagnia: con lei il marito di Maria Carla, Aureliano Severi - editore bizzarro e irascibile - e alcuni ospiti e amici della coppia, tra i quali un noto albergatore di Cortina, uno scrittore in cerca d'ispirazione e il vicino di casa dei Severi, l'avvocato Cantoni. E qualche giorno più tardi è previsto l'arrivo di Enea Zottìa, il vicecommissario di polizia della Questura di Milano con il quale Serena ha in corso una complicata storia sentimentale. Mentre il silenzioso domestico Walter si occupa delle faccende di casa, i giorni a Villa Tre Pini sembrano scorrere spensierati, allietati dalle frequenti visite del sempre disponibile Sebyl, un uomo dal passato misterioso e dal ricco portafoglio. Ma quando Zottìa arriva, si accorge subito che qualcosa non va: la compagnia lo emargina, Serena non è la donna di sempre, la tensione diventa ogni giorno più palpabile. Chi è in realtà Sebyl? E gli altri ospiti sono davvero le persone che sembrano o nascondono qualche segreto inconfessabile? Ed ecco che, una notte, una morte improvvisa costringe Zottìa a rientrare nel suo ruolo di investigatore per svelare misteri che hanno radici lontane.
Una piccola isola vulcanica ai margini estremi del Mediterraneo meridionale, Tari. Uno squisito resort di lusso arrampicato sulle rocce, Villa Metaphora. Pochi ospiti internazionali, ricchi e famosi, in cerca di qualche giorno di tregua dalle pressioni del mondo. Quattordici personaggi che si passano il testimone di capitolo in capitolo: un architetto e imprenditore milanese, la sua assistente e amante tarese, un marinaio nato sull'isola, un falegname dall'animo artistico, un raffinato chef spagnolo, una ragazza italo-irlandese alla ricerca delle sue origini, un giornalista francese in incognito, un potentissimo banchiere tedesco e sua moglie, due anziani coniugi italiani dediti al gioco della deduzione, una giovane star americana e suo marito, inventore di un metodo per risolvere problemi altrui, un politico italiano che cerca il sostegno dei "poteri forti". Quattordici punti di vista, ognuno con la sua voce, il suo mondo, i suoi riferimenti. Ognuno credibile, coerente, e del tutto inconciliabile con gli altri. Una trama serrata, piena di coincidenze, complicazioni, colpi di scena . Un tour de force stilistico, sfaccettato in una quantità di prospettive e di modi di raccontare. Con Villa Metaphora Andrea De Carlo scrive il suo romanzo più ambizioso, ironico, cattivo, avventuroso, polemico, raccogliendo la sfida di raccontare il mondo di oggi, con le sue virtù e i suoi difetti peggiori, i suoi vizi, le sue paure e le sue insostenibili contraddizioni.
Sullo sfondo dell'Italia fascista, Maurizio vive la propria adolescenza a Villa Gradenigo, nella provincia veneta. La sua è una famiglia altolocata, con la quale il ragazzino ha minimi contatti: il padre è quasi sempre assente per affari, la madre lascia che siano le altre donne di casa (la governante, la cuoca, la tata appena ventenne) a prendersi cura di Maurizio e della sorella minore. Nelle stanze alte della villa e nell'enorme parco che la circonda il ragazzino si emanciperà gradualmente dal ruolo di figlio e di fratello sperimentando i primi turbamenti sessuali, e incontrerà la politica e la letteratura. Proprio confrontandosi con questi temi Maurizio potrà ridisegnare il suo percorso interiore in vista dell'età adulta. Un romanzo fortemente evocativo, costruito per piccole scene che s'inanellano le une alle altre, sorretto da una scrittura magnifica, capace di restituire l'atmosfera di un'epoca e le inquietudini di un'età cruciale della vita.
«Nel 188* il Console americano a Venezia abitava al secondo piano di un antico palazzo sul Canal Grande. Era il piano che gli italiani chiamano nobile. Al di sotto di questo piano nobile c’era un ampio piano terreno, o, piuttosto, acquatico, il cui pavimento, solo leggermente al di sopra del livello del canale, era sempre umido e, spesso, bagnato. Al tempo in cui risiedeva là il Console, questo piano acquatico era occupato da un altro inquilino, un commerciante di oggetti antichi, che aveva delimitato una piccola zona interna alla grande facciata principale come spazio espositivo. Siccome occupava il piano terreno, questo commerciante disponeva, ovviamente, anche dell’entrata principale del palazzo, con la sua ampia scalinata che scendeva verso le piccole onde increspate della splendida strada azzurra là fuori e gli alti, sottili pali de casada, piantati irregolarmente nell’acqua come testimonianza della nobiltà dei venerabili pilastri sui quali vegliavano. Qualcuno avrebbe potuto dire che questi bastoni turchini, ornati di disegni araldici, erano simili alle lance dei cavalieri; questo era quello che sosteneva Miss Senter. Qualcun altro avrebbe potuto notare la loro forte rassomiglianza con quei pali a spirali bianche e rosse usati in America come insegna dai barbieri; e questo era quello che insinuava sempre Peter Senter».
Constance Fenimore Woolson (1840-1894) nata in New Hampshire fu scrittrice di racconti, apprezzati dall’amico Henry James, ispirati da situazioni di luoghi vissuti, da cui traeva soggetti non ordinari, anticonvenzionali. Una scrittura limpida, quieta, suadente, assunta spesso a modello di prosa, ma sotto la cui superficie circolavano passioni nascoste e inquietanti misteri. Non sorprende che alcuni di questi sfiorassero il poliziesco appena nato, o il genere gotico più tradizionale. Tale è Vigilia di Natale ambientato a Venezia (dove Constance morì quasi certamente suicida): in un vasto palazzo sul Canal Grande, il console americano Peter Senter e la sorella Barbara, «la consolessa», tengono la tradizionale festa di Natale, nel corso della quale avviene un omicidio e una serie di strane aggressioni.
Di lei questa casa editrice ha pubblicato Via del Giacinto (2002), Per il Maggiore (2005) e Il giardino davanti casa (2007).
In questo terzo capitolo dell’ideale trilogia dedicata alla storia delle persecuzioni religiose in Inghilterra che comprende an%7Cche Il trionfo del Re (già edito da Fede & Cultura) e Con qua%7Cle autorità?, Benson racconta la storia del giovane e caparbio Robin Audrey che, per non perdere la fede, rinuncia alla sua amata e diventa prete. La ex fidanzata ospiterà poi, a rischio della vita, il giovane ministro di Dio che assiste i pochi rimasti fedele al Papa nella feroce caccia al cattolico della regina Eli%7Csabetta I per sradicare la fede autentica dall’Inghilterra. Vie%7Cni ruota! Vieni forca! (titolo che riprende una frase del santo martire Edmund Campion, personaggio del romanzo) celebra l’eroismo e i sacrifici di quei sacerdoti che, accettando la pre%7Ccarietà, misero a repentaglio la propria vita fino al martirio per portare i Sacramenti alle famiglie rimaste cattoliche durante la persecuzione di uno Stato ingiusto, e offrirono un fulgido esempio a chi la fede l’aveva persa.
In poche parole:
Dall’Autore del capolavoro bestseller Il Padrone del mondo, un romanzo che celebra l’eroismo di tanti sacerdoti cattolici che sfidarono la tortura e il supplizio all’epoca della persecuzione di Elisabetta I d’Inghilterra e della congiura per mettere al suo posto la regina di Scozia Maria Stuarda.
Autunno 1952. Silvio Arieti, vecchio liberale e docente universitario in pensione, viene trovato morto nel suo appartamento. Il cadavere è legato e porta sulla schiena una scritta, incisa sulla pelle in una lingua simile al greco moderno: "Erkete o Tanato", "Viene la morte". Dell'indagine si occupa il colonnello Anglesio insieme ai suoi due uomini di fiducia: il maresciallo Medardo Vercesi e il brigadiere Mattia Ferrari. Quello di Arieti è solo il primo di una serie di omicidi che hanno evidentemente a che fare con il conflitto da poco concluso. Per risolverli, tra intervalli culinari e distrazioni dovute alla giovane fidanzata Letizia, Anglesio dovrà fare i conti con il proprio passato e con quello di persone molto vicine a lui.