
Immaginate di essere un ragazzino di undici anni nell'America degli anni Venti. Immaginate che vostro padre vi dica che, in caso di sua morte, vi capiterà la peggiore delle disgrazie possibili, essere affidati a una zia che non conoscete. Immaginate che vostro padre - quel ricco, freddo bacchettone poco dopo effettivamente muoia, nella sauna del suo club. Immaginate di venire spediti a New York, di suonare all'indirizzo che la vostra balia ha con sé, e di trovarvi di fronte una gran dama leggermente equivoca, e soprattutto giapponese. Ancora, immaginate che la gran dama vi dica "Ma Patrick, caro, sono tua zia Mame!", e di scoprire così che il vostro tutore è una donna che cambia scene e costumi della sua vita a seconda delle mode, che regolarmente anticipa. A quel punto avete solo due scelte, o fuggire in cerca di tutori più accettabili, o affidarvi al personaggio più eccentrico, vitale e indimenticabile e attraversare insieme a lei l'America dei tre decenni successivi in un foxtrot ilare e turbinoso di feste, amori, avventure, colpi di fortuna, cadute in disgrazia che non dà respiro - o dà solo il tempo, alla fine di ogni capitolo, di saltare virtualmente al collo di zia Mame e ringraziarla per il divertimento.
Vi si narra la vicenda o meglio la carriera, di Pedro Camacho, fecondissimo produttore boliviano d'intrecci (lo chiamano anche Balzac creolo) che, chiuso in una mefitica stanzetta, sforna trame melodrammatiche e truculente per un programma di feuilleton di Radio Lima. Tutti attendono con impazienza le puntate della sua fantasia, ma improvvisamente le differenti trame di appendice prendono a confondersi tra loro. Camacho è impazzito e sarà degradato a galoppino d'una rivista di sicuro fallimento. D'altro lato, ecco invece la storia di Mario, giovane aspirante scrittore attratto da questa curiosa macchina dell'immaginario che ci racconta una sua complicata storia: s'innamora di una zia vedova e più matura che finirà per sposare.
"Aglio, cipolle, rape, ravanelli e porri sono verdure indigeste che non diamo mai agli ospiti della casa!" Suor Speranza ne è sicura: nel minestrone che ha distribuito ai pazienti della Casa di Riposo di Bellano l'aglio non l'ha fatto mettere di sicuro. Allora come mai Ernesto Cervicati, entrando nella stanza di zia Antonia, ha sentito quell'odore, invece dell'aroma inconfondibile e fresco della menta? Ernesto conosce bene il rassicurante profumo delle mentine di cui è golosa la sua anziana parente. Certo meglio di suo fratello Antonio, che della zia non ha mai voluto saperne: gli interessava molto di più Augusta Peretti, una trentacinquenne ossigenata e vogliosa, nonché figlia di salumiere. Ernesto invece aveva accolto zia Antonia in casa sua e l'aveva accudita per tre anni, finché lei, un po' per non gravare troppo sul nipote, un po' per pudore, aveva deciso di trasferirsi all'ospizio. Quel sorprendente odore d'aglio è un piccolo enigma. Forse è l'indizio di qualcosa di più grave. A indagare, oltre a Ernesto e all'energica suor Speranza, si ritrova anche il dottor Fastelli, medico dal carattere gioviale ma di grande sensibilità. Intorno a questo profumato mistero, Andrea Vitali costruisce un romanzo carico di tenerezza, una di quelle storie che, come zia Antonia, ti accarezzano in un fresco abbraccio. Per poi regalarti, alla fine, una sorpresa.
Un templare che, sulla strada per Roncisvalle, affida a un prode cavaliere una misteriosa quanto preziosa missione. Un trovatore provenzale in cerca di ispirazione per i suoi poemi. Un tribuno romano impegnato in un avventuroso viaggio sulla regina delle strade, la via Appia.
"Scrivere di cocaina è come farne uso. Vuoi sempre più notizie, più informazioni, e quelle che trovi sono succulente, non ne puoi più fare a meno. Sei addicted. Anche quando sono riconducibili a uno schema generale che hai già capito, queste storie affascinano per i loro particolari. E ti si ficcano in testa, finché un'altra - incredibile, ma vera - prende il posto della precedente. Davanti vedi l'asticella dell'assuefazione che non fa che alzarsi e preghi di non andare mai in crisi di astinenza. Per questo continuo a raccoglierne fino alla nausea, più di quanto sarebbe necessario, senza riuscire a fermarmi. Sono fiammate che divampano accecanti. Assordanti pugni nello stomaco. Ma perché questo rumore lo sento solo io? Più scendo nei gironi imbiancati dalla coca, e più mi accorgo che la gente non sa. C'è un fiume che scorre sotto le grandi città, un fiume che nasce in Sudamerica, passa dall'Africa e si dirama ovunque. Uomini e donne passeggiano per via del Corso e per i boulevard parigini, si ritrovano a Times Square e camminano a testa bassa lungo i viali londinesi. Non sentono niente? Come fanno a sopportare tutto questo rumore?" (Roberto Saviano)
La giovane donna di questo romanzo autobiografico, trova la forza di combattere in nome della vita che porta in grembo. Viene aiutata dal riemergere dei ricordi di un padre molto amato e che, durante la dittatura di Ceausescu, aveva saputo proteggere la propria famiglia dalle violenze e dai soprusi. È un percorso che piano piano cresce in intensità, energia e luce; un messaggio che acquista man mano sempre maggior potenza fino a divenire un liberatorio inno alla vita.
Iraq, 2003: lo scoppio di una bomba copre una donna di detriti e fa emergere dal suolo un piccolo cono d'argilla, un oggetto usato dai Sumeri per contare, 5000 anni fa. La donna, Aémer, è sopravvissuta, e il suo mestiere è proprio setacciare, alla ricerca di oggetti come i calculi d'argilla, il suolo del Paese dove fu inventata la scrittura delle lettere e dei numeri. Fa l'archeologa. Ma questa terra custodisce anche il mistero delle sue vite precedenti: sacerdotessa dell'amore a Uruk, prostituta a Ur, interprete di sogni a Babilonia, danzatrice a Bagdad nel IX secolo... A ciascuna di queste figure femminili corrisponde una tappa della storia del numero zero, cominciata in Mesopotamia e passata attraverso la cultura babilonese e araba. Ma nella vita quotidiana delle cinque donne ritroviamo la medesima Aémer, la cui vitalità cerca di colmare un vuoto non dissimile da ciò che lo zero rappresenta.
l padre di Jeffrey Lockhart, Ross, è un magnate della finanza sulla sessantina, con una moglie più giovane, Artis Martineau, gravemente malata. Ross è uno dei finanziatori di Convergence, un'azienda tecnologica con una futuristica sede ultrasegreta nel deserto del Kazakistan. Attraverso le ricerche biomediche e le nuove tecnologie informatiche, a Convergence possono conservare i corpi e le coscienze fino al giorno in cui la medicina potrà guarire ogni malattia. Decidono così di affidarsi a Convergence: prima Artis poi lo stesso Ross, incapace di continuare a vivere senza l'amata compagna. Così Jeff si riunisce con il padre e la moglie per quello che sembra un addio - o forse un arrivederci. Jeff è turbato: non capisce se a Ross è stato fatto il lavaggio del cervello dagli uomini di Convergence (un gruppo che ha non poco in comune con una setta religiosa o un manipolo di body artist) oppure se è la decisione consapevole e radicale di un uomo tanto ricco e potente che ha deciso di possedere anche la morte. Ma questa è anche l'occasione per ristabilire un rapporto - ammesso che non sia troppo tardi - con il padre: una relazione incrinata anni prima, quando il genitore decise di lasciare la madre di Jeff.
Woody Allen è tornato. Che scriva di attori falliti o mucche assassine, dell'origine del pollo del generale Tso o di quella del nodo Windsor, che descriva la vita sessuale delle celebrità o il talento di un cavallo pittore, ognuno di questi racconti è spiazzante, acuto e, soprattutto, spassoso. Tra galline annoiate, riunioni del Club degli Esploratori, la vita imprevedibile di Manhattan e il lusso di Hollywood, un libro che prosegue dopo quindici anni la straordinaria vena di narratore puro del regista premio Oscar. Zero Gravity dimostra tutta la serietà dell'irresistibile umorismo di Woody Allen. "Allen non ha perso un briciolo della sua abilità nel divertirci. In questi tempi, uno dei pochi rimedi affidabili alla cupezza e alla disperazione è l'umorismo. In tutte le sue varianti, da quelle più raffinate a quelle più scurrili, ci ricorda che nella vita non c'è solo l'orrore. Mai come ora, è importante far scendere in pista i clown. Allora, signore e signori, ecco a voi Woody Allen." (Dalla prefazione di Daphne Merkin)
Il sole infuocato si spegne nel mare dietro le mura dell'antico borgo medievale di Tossa de Mar, in Costa Brava. Le mani strette intorno a un drink ghiacciato, Peter Ross, giovane e brillante radiologo americano, incrocia lo sguardo di un'affascinante straniera. Le donne sono sempre state il suo punto debole. Ma questa volta, cedere a quella che inizialmente sembra soltanto una richiesta stravagante rischia di essere il più grande errore della sua vita. In poche ore Peter si trova catapultato dal caldo assolato della spiaggia al freddo gelido di una sala per autopsie, minacciato da tre uomini in abito scuro appena sbarcati da un volo proveniente dagli Stati Uniti. Peter non è abilitato a effettuare un'autopsia, sa a mala pena da dove cominciare. Ma a loro non importa: vogliono solo che lui nasconda qualcosa all'interno di un cadavere. Qualcosa di prezioso. Qualcosa per cui sono disposti a uccidere. E non sono gli unici. Appena terminata l'operazione, Peter si trova al centro di una spietata resa dei conti tra bande rivali, una corsa a perdifiato dalle torri moresche dell'Alhambra di Granada ai vicoli bagnati dalla pioggia di Parigi. Solo, nemmeno consapevole di ciò che ha appena fatto, Peter deve far affidamento su tutte le proprie risorse per fronteggiare la minaccia di un pericoloso scienziato, disposto a tutto per recuperare l'oggetto nascosto nel cadavere. Perché quell'oggetto permette di evocare un potere antico e terribile, qualcosa che può cambiare per sempre i destini del mondo...
Chaim Potok racconta l'età difficile di sei adolescenti, tre ragazzi e tre ragazze colti in un momento di crisi. Incontriamo un ragazzo che per un incidente ha perso l'uso di una mano, un altro che vede il padre abbandonare la casa mentre la mamma dà alla luce il fratellino, un terzo che è invidioso del fratellino adottivo appena arrivato dal Pakistan. E poi una ragazza tormentata da una gang e un'altra che vede la madre vedova risposarsi.
A Cerbère, sui Pirenei Orientali, improvvisamente la terra si spacca, seminando panico e terrore tra gli abitanti. Non si sa per causa di chi o di che cosa, ma ben presto si crea lungo tutto il confine tra Francia e Spagna una frattura così profonda… Con un capitolo inedito in prima edizione mondiale.
Il libro
"Dopo ci fu una pausa, si sentì passare nell’aria un grande soffio, come il primo respiro profondo di chi si sveglia, e la massa di pietra e terra, coperta di città, villaggi, fiumi, boschi, fabbriche, macchie incolte, campi coltivati, con la sua gente e i suoi animali, cominciò a muoversi, come una barca che si allontana dal porto e punta al mare di nuovo ignoto."
A Cerbère, sui Pirenei Orientali, improvvisamente la terra si spacca, seminando panico e terrore tra gli abitanti. Non si sa per causa di chi o di che cosa, ma ben presto si crea lungo tutto il confine tra Francia e Spagna una frattura così profonda che la Penisola Iberica resta disancorata dal continente europeo e, trasformatasi in un’enorme zattera di pietra, inizia a vagare nell’Oceano Atlantico, verso altri orizzonti e un ignoto destino. Sulla zattera, che rischia di speronare le Azzorre, i protagonisti sono costretti a fare i conti con la loro favolosa e fatale condizione di naviganti, in un clima di sospesa magia, tra eventi miracolosi e oscuri presagi. Le antiche rivali, Spagna e Portogallo, da sempre tenute ai margini dell’Europa, ora che non sono più vincolate a essa potrebbero dirigersi verso l’Africa e le Americhe, cui le lega un antico patrimonio comune di lingua e cultura. La zattera di pietra è la storia di questa incredibile e avventurosa navigazione, scritta con divertita fantasia e con una straordinaria invenzione di grandi e piccoli prodigi.