
La vita è una roulette russa e a volte fa davvero schifo. Lo sa bene Jack Laidlaw, detective della polizia di Glasgow. Nella sua carriera ne ha viste tante, ma nessuno è mai pronto quando la cattiva sorte gli si accanisce contro. Proprio mentre il lavoro vacilla, il matrimonio è ormai finito e lui ha più che mai paura di affondare, un uomo muore. Una morte immeritata, ingiusta e senza senso come tante altre, ma stavolta ancora più difficile da accettare. Perché Laidlaw conosce bene l'uomo in questione: è Scott, suo fratello. La morte viene classificata dalla polizia come un incidente: Scott è stato investito da un'auto in maniera apparentemente fortuita, ma Laidlaw ritiene che il suo precario stato mentale - di recente aveva avuto problemi di alcol ed era molto tormentato - possa aver giocato un ruolo rilevante. Si immerge così nella vita del fratello, lungo una scia di indizi che lo rimandano continuamente a un misterioso "uomo in giacca verde" e a vecchi episodi di violenza. Ben presto il viaggio si trasforma in un tuffo senza paracadute dentro il passato, dove Laidlaw scoprirà sconvolgenti verità anche su di sé.
La vita è una roulette russa e a volte fa davvero schifo. Lo sa bene Jack Laidlaw, detective della polizia di Glasgow. Nella sua carriera ne ha viste tante, ma nessuno è mai pronto quando la cattiva sorte gli si accanisce contro. Proprio mentre il lavoro vacilla, il matrimonio è ormai finito e lui ha più che mai paura di affondare, un uomo muore. Una morte immeritata, ingiusta e senza senso come tante altre, ma stavolta ancora più difficile da accettare. Perché Laidlaw conosce bene l'uomo in questione: è Scott, suo fratello. La morte viene classificata dalla polizia come un incidente: Scott è stato investito da un'auto in maniera apparentemente fortuita, ma Laidlaw ritiene che il suo precario stato mentale ? di recente aveva avuto problemi di alcol ed era molto tormentato ? possa aver giocato un ruolo rilevante. Si immerge cosi nella vita del fratello, lungo una scia di indizi che lo rimandano continuamente a un misterioso "uomo in giacca verde" e a vecchi episodi di violenza. Ben presto il viaggio si trasforma in un tuffo senza paracadute dentro il passato, dove Laidlaw scoprirà sconvolgenti verità anche su di sé.
È il 1811 a Lyme, un piccolo villaggio del Sussex, sulla costa meridionale inglese. Le stagioni si susseguono senza scosse in paese e il decoro britannico si sposa perfettamente con la tranquilla vita di una provincia all'inizio del diciannovesimo secolo.
Un giorno, però, sbarcano nel villaggio le sorelle Philpot e la quiete è subito un pallido ricordo. Vengono da Londra, sono eleganti, vestite alla moda, sono bizzarre creature per gli abitanti di quella costa spazzata dal vento.
Margaret, diciotto anni, riccioli neri e braccia ben tornite, sorprende costantemente tutti coi suoi turbanti verdolini sconosciuti alle ragazze di Lyme, che se ne vanno in giro ancora con grevi vestiti stile impero.
Louise, meravigliosi occhi grigi e grandi mani, coltiva una passione per la botanica che è incomprensibile in quel piccolo mondo dove alle donne è dato solo di maritarsi e accudire i figli.
Ma è soprattutto Elizabeth, la più grande delle Philpot, a costituire un'eccentrica figura in quel paesino sperduto sulla costa. Ha venticinque anni. Dovrebbe comportarsi come una sfortunata zitella per l'età che ha e l'aspetto severo che si ritrova, ma se ne va in giro come una persona orgogliosamente libera e istruita che non si cura affatto di civettare con gli uomini.
In paese ha stretto amicizia con Mary Anning, la figlia dell'ebanista. Quand'era poco più che una poppante, Mary è stata colpita da un fulmine. La donna che la teneva fra le braccia e le due ragazze accanto a lei morirono, ma lei la scampò. Prima dell'incidente era una bimba quieta e malaticcia. Ora è una ragazzina vivace e sveglia che passa il suo tempo sulla spiaggia di Lyme, dove dice di aver scoperto strane creature dalle ossa gigantesche, coccodrilli enormi vissuti migliaia di anni fa.
Il reverendo Jones, un uomo con il volto squadrato, i capelli a spazzola e le labbra sottili che non stanno mai ferme, dice che le cose non possono stare in questo modo, perché sarebbe contrario alla Bibbia. Dio non può aver creato delle bestie così grandi per poi sbarazzarsene.
Elizabeth Philpot però non solo presta fede alla ragazzina, ma la protegge anche dai cacciatori di fossili e dagli avventurieri che accorrono a frotte a Lyme. Tra questi anche l'affascinante colonnello Birch, un militare dritto e sicuro di sé dai bei capelli folti e neri, che infrange il cuore di Mary e suscita una morbosa, irresistibile attrazione nella maggiore delle Philpot.
Basata sulla storia vera di Mary Anning, la ragazzina che a Lyme Bay portò alla luce il cranio del primo ittiosauro e rese così possibile quella svolta negli studi sull'evoluzione che trovò il suo coronamento nel 1859, con la pubblicazione dell'Origine delle specie di Darwin, Strane creature è una delle opere più riuscite di Tracy Chevalier: un'avvincente storia di donne che lottano contro le ottuse convenzioni di un'epoca per aprire la strada al progresso e alla conoscenza.
È il 1811 a Lyme, un piccolo villaggio sulla costa meridionale inglese. Le stagioni si susseguono senza scosse in paese e il decoro britannico si sposa perfettamente con la tranquilla vita di una provincia all'inizio del diciannovesimo secolo. Un giorno, però, sbarcano nel villaggio le sorelle Philpot e la quiete è subito un pallido ricordo. Vengono da Londra, sono eleganti, vestite alla moda, sono bizzarre creature per gli abitanti di quella costa spazzata dal vento. Margaret, diciotto anni, riccioli neri e braccia ben tornite, sorprende costantemente tutti coi suoi turbanti verdolini sconosciuti alle ragazze di Lyme, che se ne vanno in giro ancora con grevi vestiti stile impero. Louise, meravigliosi occhi grigi e grandi mani, coltiva una passione per la botanica che è incomprensibile in quel piccolo mondo dove alle donne è dato solo di maritarsi e accudire i figli. Ma è soprattutto Elizabeth, la più grande delle Philpot, a costituire un'eccentrica figura in quel paesino sperduto sulla costa. Ha venticinque anni. Dovrebbe comportarsi come una sfortunata zitella per l'età che ha, ma se ne va in giro come una persona orgogliosamente libera e istruita che non si cura affatto di civettare con gli uomini. In paese ha stretto amicizia con Mary Anning, la figlia dell'ebanista.
Düsseldorf, settembre 1853. Uno sconosciuto musicista ventenne suona alla porta della casa sulla Bilkerstrasse in cui vivono, con i loro sei fi gli, il compositore Robert Schumann e sua moglie, la celebre pianista Clara Wieck. È un ragazzo vagabondo e silenzioso, biondo e angelico: il suo nome è Johannes Brahms, e fi n da quel primo incontro gli Schumann diventeranno il centro della sua vita, i primi sostenitori del suo talento e la sua vera famiglia.
Quarantatré anni dopo quel giorno decisivo nell’esistenza di tutti e tre, di ritorno da un angoscioso viaggio in treno che ha intrapreso per essere presente al funerale di Clara, rinchiuso nel suo studio di Vienna Johannes scrive una lunga lettera, l’ultima – quasi una confessione – alla sua carissima amica, così profondamente amata. E ripercorre le tappe di un rapporto unico, esclusivo, a volte ambiguo e persino crudele, divenuto ancora più singolare dopo la discesa nella follia e la misteriosa morte in manicomio di Robert. Riga dopo riga, trapelano tutte le verità non dette di un’affettuosa amicizia tormentata e indistruttibile, consumata nel nome della musica, all’ombra del ricordo di Robert e nel segno di una devozione reciproca così assoluta da costringere Clara nel ruolo di vedova inconsolabile e da spingere Johannes a rinunciare a tutto pur di restarle vicino. Illuminando in una prospettiva originale un sorprendente triangolo amoroso, e regalandoci così i ritratti di tre personaggi affascinanti e indimenticabili, Luigi Guarnieri racconta con sapienza e passione il mondo della grande musica romantica dell’Ottocento, e orchestra un’indagine finissima sui temi più segreti e profondi di tutte le nostre vite – la pazzia, la morte, la felicità, la famiglia, l’amicizia, l’amore.
Luigi Guarnieri (1962) è autore di cinque romanzi, tradotti nei principali paesi europei: L’atlante criminale. Vita scriteriata di Cesare Lombroso (2000), Tenebre sul Congo (2001), La doppia vita di Vermeer (2004), La sposa ebrea (2006), I sentieri del cielo (2008).
Il cardinale Dominic Trujillo Guzman soffre da tempo di lancinanti dolori al ventre, accompagnati da orrifiche allucinazioni: una schiera di demoni avvolti da pestilenziali effluvi, dediti a giochi autoerotici con cui stimolano le immense pudenda. A nulla valgono i rimedi indigeni che gli somministra Concepcion, la giovane e bella cuoca diventata sua concubina, dalla quale ha avuto un figlio, il piccolo Cristobal. La diagnosi del più illustre medico della capitale è infausta quanto incomprensibile: Teratoma di Tapabalazo. Convinto che si tratti della giusta punizione per la sua vita dissoluta, il cardinale lancia una crociata di evangelizzazione per snidare eretici e miscredenti e ottenere così il perdono divino. Nel frattempo, a Cochadebajo de los Catos, remoto villaggio andino che fa da sfondo alla vicenda, succede di tutto, compreso il tragicomico scontro tra gli integerrimi crociati del famigerato monsignor Rechin Anquilar e gli eroici e goduriosi abitanti del pueblo, capitanati da Dionisio Vivo e da Remedios, con l'immancabile aiuto dei fedeli giaguari neri. Uno spaccato di vita sudamericana, succulento e immaginario ma pur sempre veritiero, sospeso tra storia, commedia e misticismo, in un magico realismo dal sapore piccante e indimenticabile, come le pietanze che offre il ristorante di Dolores, ex puttana ravveduta e diventata cuoca provetta.
Quella sarebbe stata una giornata come tutte le altre per Alexandre Dumas, se non fosse stato per una bizzarra vecchia che gli aveva proposto di leggergli gli astri per l'anno successivo, il 1844. Dopo i primi convenevoli, infatti, si era accorto che l'indovina non aveva alcuna intenzione di parlargli dell'oroscopo, ma che aveva una storia da raccontare, la propria. Per una volta sarebbe stato lui lo spettatore. Tutto aveva avuto inizio a Modigliana, in Romagna, dove la madre della chiromante, Vincenza, l'aveva data alla luce e l'aveva chiamata Maria Stella. In breve, però, Vincenza si era accorta che l'accenno di chioma scarlatta e i piccoli occhi di cielo della neonata non potevano venire né da lei né da Lorenzo, suo marito, entrambi neri come la pece. Quella non era sua figlia. Ma quando aveva provato a parlare dei suoi sospetti, nessuno le aveva creduto, e Vincenza si era vista costretta a frugare in lungo e in largo la casa, e a chiedere ai vicini; era arrivata addirittura a interrogare il signor Conte. La scoperta sull'origine della bambina era stata sconcertante, ma Vincenza si era confidata solo con la piccola Maria Stella che, dopo tanti anni, aveva deciso di mettere Dumas, il grande scrittore, a parte di quello scandalo che avrebbe potuto minare dalle fondamenta l'intero regno di Francia. Quella era stata una strana giornata per Alexandre Dumas e la storia che aveva udito sarebbe diventata fonte di ispirazione per uno dei suoi capolavori.
I moti del 1848 in Sicilia come pretesto per rivalse trasformistiche da parte del notabilato: in questo contesto si svolgono due efferate stragi sulle quali le autorità si affrettarono a stendere un velo di silenzio. La prima strage avvenne a Porto Empedocle, dove il maggiore Sarzana si liberò in un sol colpo di 114 detenuti, soffocandoli e bruciandoli vivi in una cella comune; la seconda ebbe luogo a Pantelleria, dove ad opera di mafiosi e proprietari furono giustiziati 15 contadini in base a pretestuose accuse. Sulla scorta dei ricordi tramandati dalla sua famiglia, e consultando residue documentazioni, Camilleri fa rivivere quei tetri episodi in un racconto amaramente umoristico.
Dunque, il 15 ottobre 1991 il tribunale civile e penale di Milano mi assolse. Le motivazioni contenute nella sentenza erano varie; la piú importante, secondo me, è quella che affermava che l'autore (il sottoscritto) non era punibile in quanto aveva semplicemente esercitato il diritto di cronaca e di critica, emanazioni dell'articolo 21 della Costituzione che sancisce il diritto di libertà di stampa e informazione. Un diritto-dovere che, ancor oggi, continua a essere messo in discussione da chi ha altri interessi che la libertà di stampa e l'informazione.
Solo oggi, nel 2010, trentesimo anniversario della strage di Bologna, il romanzo torna in libreria, praticamente inedito.
Due righe sulla storia. Fantasia, niente altro che ipotesi di un romanziere, basate su alcuni dati emersi nel corso delle tante indagini eseguite dai magistrati e che io ho utilizzato per aumentare l'interesse dell'intrigo e rendere piú credibile la vicenda. Anche il finale è pura invenzione.
Chi ritenesse di riconoscersi in uno dei tanti personaggi, uomo o donna, si tolga subito l'illusione di essere diventato un eroe da romanzo.
I personaggi sono di fantasia esattamente com'era di fantasia Jules Quicher, esperto di problemi di sicurezza in una multinazionale svizzera.
Loriano Macchiavelli
maggio 2010
BOLOGNA 1980 - 2010
Attenzione: questo è solo un romanzo. Ma come escludere che un romanzo sia piú vero della storia vera?
Giancarlo De Cataldo
Loriano Macchiavelli ci regala un magnifico romanzo, denso di colpi di scena e di sorprendenti intuizioni che contendono alle verità faticosamente ricostruite in tante sentenze, plausibilità, razionalità, verità.
Libero Mancuso
Questo libro, con il titolo Strage e a firma di Jules Quicher, «esperto di sicurezza in una famosa multinazionale svizzera», in realtà pseudonimo di Loriano Macchiavelli, uscí nel maggio del 1990 da Rizzoli, e subito fu ritirato dalle librerie, e mai piú pubblicato, in seguito alle vicende che lo stesso Macchiavelli racconta nello scritto introduttivo a questa nuova edizione.
Di notte, nei bassifondi di Washington può succedere di tutto. Persino che un poliziotto in borghese venga scambiato per un delinquente e che muoia freddato da un collega in circostanze tutte da chiarire. La polizia ha fretta di coprire l'incidente, ma il sospetto che Chris Wilson sia morto "per colpa" del colore della sua pelle fa sì che sua madre, Leona Wilson non trovi pace. Non le interessano i soldi del risarcimento, non basta che l'agente che ha sparato, Terry Quinn, abbia cercato di restituire il distintivo. Leona vuole la verità. E per trovarla si rivolge a Derek Strange, investigatore privato. Quella che, a poco a poco, viene alla luce è una rete di interessi, ricatti e menzogne più fitta e più nera anche dei pregiudizi.
"Questo è il senso profondo de Le strade di polvere, un libro che anche nel titolo sembra richiamare il senso del viaggio nello spazio (e quindi nel tempo) e del raccontare senza fine, affidando alla immagine della polvere la suggesione della labilità del vivere e la sua asprezza in campagne avare" (Claudio Marabito, "Nuova Antologia"). Premio Viareggio e Premio Supercampiello 1988.

