
Dalla Patagonia al Messico: il racconto dell'amore per una terra e le sue genti. L'autrice è rimasta contagiata dall'amore per l'America e di questa passione inguaribile racconta, un passo avanti all'altro, le migliaia di chilometri percorsi in treno, che dalla Patagonia conducono fino al Rio Bravo. L'America umiliata ma sempre pronta ad alzare il capo con fierezza, l'America morena e meticcia che si stringe sugli ultimi treni scampati al Dio Profitto.
Amok è una parola malese che indica una "follia rabbiosa, una specie di idrofobia umana... un accesso di monomania omicida, insensata, non paragonabile a nessun'altra intossicazione alcolica". Lo sa bene il protagonista di questa novella, un medico dai tanti conti in sospeso: con la giustizia, con la professione, con la propria vita ormai annientata. In una confessione simile a un delirio, racconta di un mondo febbrile dove si scontrano la dispotica imperiosità di una donna, convinta che tutto si compri con il denaro, e la divorante passione di un uomo cui i tropici e la solitudine hanno sviato la mente e i sensi.
"La mia unica opera di getto": così Sibilla Aleramo definì questo romanzo epistolare, pubblicato nel 1927. Sono quarantatré appassionate lettere all'amante lontano, scritte per divenire, al suo ritorno, il "loro libro". Protagonisti Sibilla e Luciano, enigmatico e bellissimo giovane che si sottrae al suo amore per un ritiro spirituale iniziatico. Luciano fu nella realtà Giulio Parise, fascinoso mago del cenacolo di Julius Evola, amato dalla scrittrice fra il 1924 e il 1926. Un romanzo quindi autobiografico, che conserva tuttora la sua vivacità e sincerità e ricchezza, e mette a fuoco le perverse atmosfere della buona società romana del periodo fascista. Come sempre, anche in queste lettere mai spedite, l'autrice si abbandona ai ricordi, soprattutto amorosi, e alla confessione delle più impercettibili sensazioni fisiche e psicologiche. Il libro, che anticipa la scrittura degli ultimi "Diari", dà valore letterario alla quotidianità ed evoca i fantasmi della solitudine, della miseria, dell'isolamento nel panorama culturale dei tempi. Sibilla Aleramo vi rivendica il diritto all'identità di donna e scrittrice in un mondo maschile e maschilista, mostrando la contraddittorietà insita nell'essere artefice e vittima della propria immagine pubblica.
Come molti giovani uomini della sua generazione, Colby Buzzell non aveva un lavoro, e viveva ancora con i genitori. Passava il tempo ciondolando dallo Skateboard Park al pub, bevendo più di quanto sembrava possibile. Ma ormai era stanco di quella musica. Stanco di non avere una prospettiva. E così aveva deciso per l'esercito, come suo padre prima di lui. Pochi mesi ed era in Iraq. Ciondolava da un veicolo Stryker imbracciando un fucile M240, adesso. Precipitato in un mondo assurdo e spaventoso. E improvvisamente aveva molto da dire. Nata dal blog che Colby ha iniziato a scrivere a Mosul per cercare un senso in quell'esperienza, questa è la storia di un giovane uomo e di una guerra, un racconto assolutamente differente rispetto alle news dei Tg e ai brief ufficiali di Washington. È una straordinaria narrativa, che colleziona scene indimenticabili: la death letter da spedire ai genitori prima di partire; un ragazzino magrissimo che cammina sorridendo con una bomba in mano; soldati in battaglia con gli auricolari che pompano rock; il primo scontro a fuoco con i men in black di Al Qaeda; l'esitazione di un giovane troppo terrorizzato per combattere; una donna che proprio non riesce a smettere di urlare... e poi la noia, la straniazione, la censura dei papaveri dell'US Army. Ma il suo blog ormai è esploso, e lui è diventato il reporter "embedded" che l'esercito, malgrado gli sforzi, non può controllare.
L'"Amleto" rappresenta uno dei più grandi capolavori di Shakespeare. Composta agli inizi del '600, mette in scena una grande metafora della vita in cui bene e male si affrontano costantemente coinvolgendo l'omonimo protagonista in un vortice di dubbi e di incertezze esistenziali. Le domande che si pone Amleto sono le stesse che si pone l'uomo moderno: vivere o morire, agire o non agire? Proprio questa caratteristica rende questa tragedia un'opera sempre attuale che grazie alla sapiente drammaturgia shakespeariana, attenta soprattutto a far emergere le sfumature psicologiche dei suoi personaggi, coinvolge ogni tipo di lettore, trasportandolo in una dimensione profonda e complessa. Saggio introduttivo di Luigi Weber.
Composta tra il 1600 e il 1602, "Amleto" è forse l'opera più nota di Shakespeare e della storia del teatro intero. La "maschera Amleto", dietro la quale si cela il volto di Shakespeare stesso, percorre l'intero itinerario teatrale del bardo e ha messo a dura prova per secoli l'ingegno dei critici più illustri: Goethe vi ha visto il prototipo dell'eroe romantico, sensibile e tormentato; Eliot un uomo dominato da emozioni inesprimibili; Coleridge un individuo incapace di agire, bloccato da un'eccessiva attività del pensiero e dell'immaginazione, costretto dalla situazione a contravvenire alla propria natura. Certo è che la forza del personaggio - e dell'opera - sta proprio in questo suo essere così ricco di sfumature, sfuggente e complesso, saldamente ancorato nel suo tempo eppure capace di far risuonare le corde più profonde del lettore e dello spettatore di ogni epoca. Con uno scritto di Samuel Taylor Coleridge. Saggio introduttivo di Anna Luisa Zazo.
Fabio Rossi, giornalista svizzero trentenne, si sveglia in una camera d'ospedale e rapidamente si rende conto di due cose: la prima è che qualcuno lo ha malamente colpito in testa, la seconda è che il trauma gli ha provocato una perdita di memoria: gli ultimi cinquanta giorni della sua vita sono scomparsi. Inizia allora il tentativo di ricostruire quella parte mancante di sé ma presto la domanda che lo tormenta di più è se sia peggio dimenticare o ricordare. Già, perché le tante domande trovano risposte davvero inquietanti. Sullo sfondo di una Svizzera ricca e corrotta, una ricerca di sé che si tinge di giallo.
Il giovane e magro Said, nomade della savana africana, per sfuggire alla siccità e alla fame si adatta alla vita da pescatore sulle coste dell'Oceano Indiano. Ma dovrà dimostrare molto coraggio e vincere la paura del mare aperto. Mizuki, dell'antica comunità Ama, in Giappone, per vivere si tuffa nell'abisso, raccogliendo madreperle. Ragazzina coraggiosa e generosa comprenderà che le onde offrono i loro doni solo in cambio del nostro rispetto. E la tradizionale celebrazione del matrimonio fra il mare e la terraferma avrà per lei un significato tutto particolare... Dove vanno a finire i pescatori dispersi in alto mare? Se lo chiede Cosme, un allegro ragazzino brasiliano, il cui padre un giorno non è più tornato dalla pesca. Ma lui non è triste perché sa che Iemangià, la dolce dea Sirena, accoglie nel suo splendido palazzo in fondo al mare tutti coloro che amiamo e che l'Oceano ha preso con sé. Tre storie di amicizia, solidarietà e rispetto per la natura, in cui l'Oceano fa emergere dalle sue acque generose personaggi indimenticabili. Età di lettura: da 9 anni.
Soldati viaggiava in terza classe, non per fare esperienza o raccogliere materiale, ma per risparmiare. Eppure nei grandi scompartimenti pieni d'aria e di luce, dove ogni segreto era impossibile e capitavano mille incontri e mille incidenti, sono nati personaggi e storie di alcuni dei suoi racconti più belli. Come quelli raccolti ne "L'amico gesuita", l'antico compagno di scuola diventato Padre della Compagnia di Gesù, che Soldati riconosce nello svolazzo della veste, nella letizia contenuta e tranquilla, nella mimica tutta speciale del gesuita contento, che solo chi è stato in collegio dai preti può cogliere. Poi gli altri racconti racchiusi in tre quaderni: "Quaderno di viaggio" (il poliziotto del sud che lavora a Torino, "un uomo anche lui"; il pregiudicato che ritorna a casa dopo una vita di galera...), "Quaderno di malato": quattro racconti su medici e medicine che potrebbero essere stati scritti oggi, e "Torinesi", narrazioni ambientate nella aristocratica capitale sabauda dove le signore sono felici di parlare ogni tanto in francese e di mangiare la erre. Soldati si muove "nello spirito della commedia ma avvistando o sfiorando il tragico".
Nella Parigi scossa dalla Prima Guerra Mondiale, un sedicenne altoborghese ha un'intensa relazione sentimentale con un popolano chiamato al fronte. La passione erotica divampa al pari di quella letteraria, che porterà il giovane a incontrare nei salotti esclusivi della città il suo idolo, lo scrittore consacrato Marcel Proust. Con lui avvia un rapporto di amicizia piena di soggezione e di rispetto, ma anche di slanci affettivi, che si trasforma in una vera e propria educazione letteraria. Il racconto di due iniziazioni, sottilmente intrecciate, fino al momento in cui la morte del soldato spezza il legame amoroso e provoca uno sviluppo imprevedibilmente drammatico, che si arresta in modo brusco davanti a una scoperta sconvolgente.

