
"Dallo speciale mondo chiuso e anacronistico delle comunità chassidiche sperdute nelle grandi gelide pianure orientali non s'innalzerà mai più una voce. Il libro del ceco Jirí Langer "Le nove porte" è il documento meno mediato di cui oggi si possa disporre per avvicinare l'oscuro e luminoso regno dei chassidim, cuore di quell'universo perduto." (Sergio Quinzio)
Tra tutti i libri di Alojz Rebula che hanno per protagonista un uomo di Chiesa, il romanzo Notturno sull’Isonzo occupa un posto speciale. Ispirandosi alla vita di un sacerdote realmente esistito, ovvero don Filip Tercelj (di cui Florijan Burnik è l’alter ego letterario), Rebula descrive il tragico destino che investì tanti preti sloveni, vittime dei totalitarismi del secolo scorso: il protagonista del romanzo è dapprima incalzato dai fascisti in casa propria, poi confinato ed esiliato in Italia; rinchiuso in un campo di concentramento dai nazisti; infine, nel dopoguerra, assassinato brutalmente dai comunisti senza tanti complimenti. Questo romanzo è un singolare monumento eretto alla memoria di tutti i sacerdoti sloveni della cosiddetta Primorska che, accettando la persecuzione e mettendo a repentaglio la loro vita, furono sempre pronti a difendere la dignità umana nonché il diritto fondamentale spettante a ciascun uomo di onorare Dio nella sua lingua madre e di conservare la propria identità nazionale.
Destinatari
Un ampio pubblico.
Autore
Il triestino Alojz Rebula (1924), insegnante di lettere classiche ed esponente della minoranza slovena in Italia, è uno dei maggiori scrittori e intellettuali sloveni contemporanei. Al suo attivo ha più di quaranta volumi di opere letterarie, diversi saggi e traduzioni. I suoi campi di interesse spaziano dalla poesia alla saggistica, dai romanzi ai racconti, dai diari alle biografie, dai trattati di filosofia e teologia ai testi teatrali, dalle traduzioni dall’italiano, dal latino e dal greco in sloveno a quelle dallo sloveno in italiano. Ricordiamo alcuni titoli di maggior successo: La vigna dell’imperatrice romana, Il richiamo al Mediterraneo, Il ballo delle ombre, Nel vento della Sibilla, Jakob Ukmar e La peonia del Carso. Notturno sull’Isonzo è stato pubblicato nel 2004 con il titolo Nokturno za Primorsko e ha vinto nel 2005 il prestigioso “Premio Kresnik” per il miglior romanzo sloveno dell’anno.
Punti forti
Rebula è uno dei più grandi scrittori di lingua slovena viventi, nonché forse il più influente intellettuale cattolico di aerea slava. Notturno sull’Isonzo si è aggiudicato nel 2005 il prestigioso premio Kresnik per il miglior romanzo sloveno dell’anno.
Tra tutti i libri di Alojz Rebula che hanno per protagonista un uomo di Chiesa, il romanzo Notturno sull'Isonzo occupa un posto speciale. Ispirandosi alla vita di un sacerdote realmente esistito, ovvero don Filip Tercelj (di cui Florijan Burnik è l'alter ego letterario), Rebula descrive il tragico destino che investì tanti preti sloveni, vittime dei totalitarismi del secolo scorso: il protagonista del romanzo è dapprima incalzato dai fascisti in casa propria, poi confinato ed esiliato in Italia; rinchiuso in un campo di concentramento dai nazisti; infine, nel dopoguerra, assassinato brutalmente dai comunisti senza tanti complimenti. Questo romanzo è un singolare monumento eretto alla memoria di tutti i sacerdoti sloveni della cosiddetta Primorska che, accettando la persecuzione e mettendo a repentaglio la loro vita, furono sempre pronti a difendere la dignità umana nonché il diritto fondamentale spettante a ciascun uomo di onorare Dio nella sua lingua madre e di conservare la propria identità nazionale.
Il "notturno" in musica è una composizione di carattere lirico e melodico, veicolo di atmosfere sognanti e sentimenti ambivalenti, e in senso ampio ispirata alla notte. Nei cinque racconti di questa raccolta prevale l'ambientazione notturna delle scene cardine, la qualità onirica e comunque surreale delle vicende e soprattutto quell'alternanza di toni lievi e toni gravi che contraddistingue anche il genere musicale. Una sinestesia quasi perfetta dunque. Ma con un'importante eccezione: se il rigore della costruzione di parole in Ishiguro assorbe e maschera pressoché del tutto le tempeste della vita, è nel rapporto dei protagonisti di Notturni con la musica che il disagiò si rivela. Il crooner del primo racconto, per esempio, uno di quei vecchi cantanti melodici americani ormai fuori moda, ha alle spalle un passato di successi di cui vorrebbe tanto trattenere qualche brandello. La serenata - ovviamente notturna - che dedica alla moglie a bordo di una gondola, sembrerebbe il romantico pegno d'amore di un gentiluomo d'altri tempi ed è invece il primo atto di una cinica (e un po' ridicola) operazione di restyling.
Quale legame esiste tra la storia di Grey, vent'anni e già custode di un terribile segreto, e le atrocità commesse nel 1937 dall'esercito giapponese a Nanchino? Sulle tracce di un testimone sopravvissuto a una tragedia che i libri di storia cercano di nascondere, Grey arriva a Tokio, seguendo una pista che la porta a lavorare come hostess nei locali del vizio frequentati dalla malavita. E qui, tra gangster potentissimi, personaggi ambigui - mostruosi nell'aspetto quanto nell'animo - la giovane donna arriva al cuore del "suo" mistero mettendosi in gioco e confrontandosi con riti e realtà che non aveva neppure immaginato.
Il tema del "sognatore romantico", dell'eroe solitario che trascorre i suoi giorni immerso nella dimensione del sogno, in un paradiso di illusioni, malinconicamente sofferente e lontano dall'incolore e consueta realtà dell'esistenza quotidiana, percorre come un filo d'Arianna questo racconto.
Tre intellettuali diversi per origine, estrazione sociale e fede, s'incontrano a Serampore, nei pressi di Calcutta, a cavallo degli anni Trenta del Novecento. La loro amicizia, nutrita dai comuni interessi culturali e spirituali, viene sconvolta da un evento straordinario: durante una calda notte estiva, persi nella fitta foresta del Bengala, sono testimoni dell'assassinio di una giovane donna. Un crimine che però è avvenuto in quei luoghi centocinquant'anni prima! Sospeso tra realtà e sogno, tra passato e presente, tra orrore e liberazione, Notti a Serampore rievoca in parte fatti e persone reali dei primi anni del soggiorno in India di Mircea Eliade, sviluppando concezioni della fisiologia mistica che sono parte integrante della «religiosità cosmica» del pensatore romeno. Un romanzo breve dell'Eliade «esoterico», che, attingendo al tantrismo e al folklore yogico, sa combinare in modo peculiare occultismo e magia.
Tre racconti che analizzano l'oscurità dell'amore, il mistero del tradimento e il buio dell'incesto. Ne "L'amore lontano", Amin Maalouf racconta di un amore assoluto fra una principessa e un poeta. Lui non l'ha mai incontrata, la canta nelle sue poesie, finché non decide di raggiungerla. "La fatalità della bellezza", di Tahar Ben Jelloun, racconta di un uomo sposato, ossessionato dall'incubo del tradimento di sua moglie. L'incubo incede inarrestabile, conducendolo alla follia. Jane, protagonista de "Il buio" di Hanif Kureishi, torna a casa per fare chiarezza sul proprio passato e affrontare il patrigno. Prima di affrontarlo Jane immagina il dialogo, che si fa realtà nella sua mente, e in cui si intrecciano violenza, pudore, tenerezza e passione.
All'inizio c'è un manoscritto. Anzi, un frammento di manoscritto: "una reliquia mutilata, un pezzettino di testo sacro scritto in una lingua ignota su un rotolo di seta" risalente al II o al III secolo d.C. Quel rotolo misterioso, un imperatore dell'XI secolo ha invano cercato di decifrarlo, e per esserci (forse) riuscito il suo poeta di corte è stato assassinato. Quasi mille anni dopo, l'ultimo imperatore della Ghia, Puyi, ne è stato ossessionato al punto da uscire di senno, e durante il volo che lo portava in Giappone ha lacerato con i denti e ne ha gettato una parte dall'aereo. Il frammento disperso è finito, per vie misteriose, nelle mani di Zai Lan, il legittimo erede al trono esiliato in Manciuria dalla crudele imperatrice Gixi. Ma questo, appunto, è solo l'inizio: perché la nipote di Zai Lan sposerà un sinologo francese, che finirà in un campo di lavoro, e il figlio del sinologo francese studierà la lingua del rotolo, e si innamorerà a sua volta di una giovane sinologa francese, la quale rimarrà anche lei impiglita nel groviglio di vicende che hanno al centro l'enigmatico frammento.