
Un regolamento di conti che affonda le sue radici nel passato sembra essere all'origine del delitto del vicolo del Giardino del Tesoro: qualcuno è entrato nella stanza di Yin Lige, solitaria scrittrice dissidente con un'infelice storia d'amore alle spalle, e l'ha soffocata. Un caso che le autorità di Partito giudicano di competenza della squadra speciale, perché "politicamente sensibile". Massima discrezione, dunque. Dato che l'ispettore capo Chen è in congedo per avere accettato l'allettante offerta di un ricchissimo imprenditore legato alle Triadi, tocca al suo vice Yu indagare la complessa realtà della shikumen dove Yin abitava e raccogliere le testimonianze di una comunità che sembra vivere ancora all'ombra della Rivoluzione culturale, quasi ricoperta dalla polvere del passato. Mentre tutt'intorno ambiziosi progetti urbanistici trasformano incessantemente Shanghai, scintillante delle luci dei nuovi palazzi e dei locali di lusso, al di là della porta scricchiolante di questo malandato complesso tipico dell'età coloniale, incastrato in un labirinto di vicoli, Yu entra nel mondo segreto che popola le strade più nascoste di una città divisa, quelle dei bassifondi dove decine di famiglie vivono stipate in stanze anguste, lontane anni luce dallo splendore e lo sfarzo destinati alle nuove classi emergenti.
1941, l'Estonia è comunista. Due cugini, l'intrepido Roland e il pavido Edgar, hanno disertato le file dell'Armata Rossa per unirsi alle brigate partigiane dei Fratelli della foresta e opporsi all'occupazione dei russi. Ma all'arrivo dei nazisti, che prendono possesso delle terre e cacciano i nazionalisti estoni, le strade dei due giovani si separano: Roland, devastato dalla morte misteriosa di Rosalie, l'amore della sua vita, viene rinchiuso in un campo di lavoro, mentre Edgar, ritrovata la moglie che non ama, finisce per assumere una nuova identità e diventa Eggert, collaborazionista dei nazisti. 1963, l'Estonia è di nuovo sovietica. I vecchi partigiani del regime tedesco sono braccati per fare pulizia nel paese. Il compagno Parts è incaricato di scrivere una cronaca dei misfatti dell'occupazione nazista per glorificare il regime al potere. Ma durante le sue ricerche s'imbatte in un diario compromettente che sembra essere appartenuto a Roland. Occupazione, resistenza e collaborazione sono le molle di questo romanzo potente, ambientato in un'Estonia invasa a turno dai sovietici e dai nazisti. Per rispondere ai drammi della storia, ciascun personaggio dovrà scegliere il proprio cammino. Roland, il giusto, combatte senza tregua l'invasore; suo cugino Edgar, un vero camaleonte, sposerà come sempre l'ideologia al potere. Ma chi sarà il vincitore di questa lotta accanita?
Per Christopher Banks tutto sembra essersi fermato quando, da bambino, gli sono stati misteriosamente rapiti i genitori. Fino a dieci anni è cresciuto come un orfano nella ricca Shanghai dell'oppio, per poi essere affidato alle cure di una zia nell'austera Inghilterra. Londra anni Trenta: Christopher è ormai un famoso detective privato, ma dietro ad ogni caso brillantemente risolto grava l'enigma di quel rapimento. Poco importa se in quegli anni proprio a Shanghai si sta innescando la scintilla che porterà il mondo alla rovina. Banks, infatti, ritiene che anche il massacro insensato della guerra sia un caso risolvibile per un buon investigatore, magari con l'aiuto del suo strumento feticcio, la lente di ingrandimento.
Per Christopher Banks tutto sembra essersi fermato quando, da bambino, gli sono stati misteriosamente rapiti i genitori. Fino a dieci anni è cresciuto come un orfano nella ricca Shanghai dell'oppio, per poi essere affidato alle cure di una zia nell'austera Inghilterra. Londra anni Trenta: Christopher è ormai un famoso detective privato, ma dietro ad ogni caso brillantemente risolto grava l'enigma di quel rapimento. Poco importa se in quegli anni proprio a Shanghai si sta innescando la scintilla che porterà il mondo alla rovina. Banks, infatti, ritiene che anche il massacro insensato della guerra sia un caso risolvibile per un buon investigatore, magari con l'aiuto del suo strumento feticcio, la lente di ingrandimento.
Takumi e Yuji, un giovane padre e il suo bambino, sono rimasti soli: la dolce Mio, moglie e madre, è morta a soli ventotto anni per una malattia tanto fulminea quanto inspiegabile. Ma prima di andarsene per sempre Mio ha fatto una promessa: Quando cadrà la pioggia tornerò. E inspiegabilmente, ad appena un anno dalla sua morte, con l'arrivo della stagione delle piogge, una creatura identica a lei, con il suo viso e i suoi occhi, ricompare al loro fianco. Un fantasma, pensa sbalordito Takumi. Ma questa nuova Mio è fatta di carne e sangue, anche se non ha memoria di nulla; così Takumi, pazzo di gioia per quell'assurda, insperata seconda possibilità, decide di raccontarle tutta la loro storia: come si sono incontrati, come è nato il loro amore, come hanno finito per sposarsi... e mentre Takumi racconta, rinnova l'incanto dell'incontro, il magico gemellaggio di due anime, la tragedia della separazione. E il miracolo della ricomparsa di Mio, la sua profezia, il mistero un mistero che Mio scioglierà in un finale capace di piegare il nostro cuore e demolire le nostre certezze.
Assaf è un sedicenne timido e impacciato cui viene affidato un compito singolare: ritrovare il proprietario di un cane abbandonato seguendolo per le strade di Gerusalemme. Correndo dietro all'animale, Assaf viene condotto di fronte a inquietanti personaggi, attraverso i quali ricompone i tasselli di un drammatico puzzle: la vicenda di Tamar, una ragazza solitaria e ribelle, fuggita da casa per andare a salvare il fratello, giovane tossicodipendente finito nella rete di una banda di malfattori. "Qualcuno con cui correre" è il ritratto di due adolescenti che si cercano, che forse si amano, che soffrono ma combattono con generosità per qualcosa che è dentro di loro.
Pensieri, folgoranti aforismi, abbozzi di racconti mai più elaborati sono raccolti in questo "Quaderno di appunti", pubblicato postumo, e limpidamente tradotto da Elsa Morante. La breve vita di Katherine Mansfield vi si illumina di tonalità nuove, in particolare per i suoi ultimi anni, quando la sua ricerca di una verità oltre la letteratura la porta a mettersi in discussione, a confrontarsi drammaticamente con la vita. Il paragone con la sua grande contemporanea, Virginia Woolf, è obbligato: "Strane le sorti di queste due grandi scrittrici" scrive Emilio Cecchi. "E la sorte più buia, indecifrabile, non è quella della Woolf, piena d'immagini e di sogni, benché minacciata e visitata dalla demenza; ma della Mansfield, tesa e vibrante come acciaio, nella spietata ricerca della realtà, della verità, che la induceva a cieca crudeltà verso se stessa".
«La memoria dell'esule». Così Luciana Stegagno Picchio definiva i cinque volumi dei Cadernos de Lanzarote in un suo saggio sullo scrittore portoghese. Nel 1993, infatti, il futuro Premio Nobel per la Letteratura, in seguito alle polemiche suscitate in patria dal suo Vangelo secondo Gesù Cristo, si era trasferito alle Canarie, nell'isola di Lanzarote.
E per cinque anni - 1993-1997 - scrive una sorta di diario «pubblico» in cui racconta di sé, del suo amore per la moglie Pilar, di libri degli altri, di persone che incontra, di viaggi - l'Italia, la Cina, la Spagna, naturalmente il Portogallo -, dei suoi adorati cani, di scrittura e di scrittori, di politica, filosofia, religione, di illuminazioni, di sensazioni...
Un diario sincero che è anche un viaggio tra i suoi libri - scritti e da scrivere - e delle casualità che li hanno ispirati. Come pure un viaggio dentro se stesso, perché «tutto è autobiografia», perché la vita che raccontiamo sta «in tutto ciò che facciamo», e non solo nelle parole, ma anche nei gesti.
"La memoria dell'esule". Cosi Luciana Stegagno Picchio definiva i cinque volumi dei "Cadernos de Lanzarote" in un suo saggio sullo scrittore portoghese. Nel 1993, infatti, il futuro Premio Nobel per la Letteratura, in seguito alle polemiche suscitate in patria dal suo "Vangelo secondo Gesù Cristo", si era trasferito alle Canarie, nell'isola di Lanzarote. E per cinque anni, 1993-1997, scrive una sorta di diario "pubblico" in cui racconta di sé, del suo amore per la moglie Pilar, di libri degli altri, di persone che incontra, di viaggi - l'Italia, la Cina, la Spagna, naturalmente il Portogallo -, dei suoi adorati cani, di scrittura e di scrittori, di politica, filosofia, religione, di illuminazioni, di sensazioni... Un diario sincero che è anche un viaggio tra i suoi libri - scritti e da scrivere - e delle casualità che li hanno ispirati. Come pure un viaggio dentro se stesso, perché "tutto è autobiografia", perché la vita che raccontiamo sta "in tutto ciò che facciamo", e non solo nelle parole, ma anche nei gesti.
“La riverenza e la deferenza sono virtù perverse che facilmente possono convertirsi in soggezione e umiliazione”
Per le furibonde polemiche suscitate dalla pubblicazione del suo libro Il Vangelo secondo Gesù Cristo apparso nel 1991, José Saramago decise di trasferirsi, in una sorta di autoesilio, dal Portogallo a Lanzarote, nelle Canarie. Qui il grande scrittore lusitano comincia a tenere negli anni tra il 1993 e il 1997 una sorta di diario quotidiano, che andrà a confluire nei Quaderni di Lanzarote. Lettere indirizzate alla moglie Pilar, agli amici più stretti e agli scrittori incontrati nel corso di una vita letteraria, che hanno la forza di disegnare un vero e proprio universo sentimentale, dove traspare la sua vena più personale e riservata. Sono anni importanti nella sua evoluzione perché precedono di pochissimo l’attribuzione al suo lavoro del Premio Nobel (che avverrà nel 1998). Accanto alla presenza della moglie Pilar, trovano quindi spazio molte riflessioni sulla scrittura, senza certo dimenticare la bellezza del paesaggio, dell’isola di Lanzarote e delle Canarie. Una magica cornice per uno dei più grandi scrittori del secondo dopoguerra.
Un padre dall'immaginazione troppo fervida, un figlio diabolicamente angelico, una matrigna dalla sensualità irresistibile sono i protagonisti di questo romanzo di raffinato erotismo. Rigoberto, il padre, è un uomo di successo, appassionato d'arte e di letteratura. Eppure qualcosa lo tormenta, qualcosa lo spinge, nelle notti insonni, a frugare tra i numerosi quaderni dove per anni ha annotato emozioni, sentimenti, riflessioni. È la nostalgia per Lucrecia, la seconda moglie che ha condiviso con lui dieci anni di notti appassionate e inventive. E mentre don Rigoberto soffre da solo, Lucrecia è relegata nel suo appartamento vittima di un simmetrico rimpianto per l'ex marito. Che cosa ha potuto separare dunque due persone che si amano così tanto?
I "Quaderni della guerra" costituiscono la parte più importante degli archivi depositati da Marguerite Duras all'lmec (Institut Mémoires de l'édition contemporaine) nel 1995. Scritti tra il 1943 e il 1949, sono rimasti a lungo chiusi nei mitici "armadi blu" della sua casa di Neauphle-le-Chàteau; la loro pubblicazione permette l'accesso a un documento autobiografico unico e a una testimonianza preziosa sul lavoro letterario della scrittrice ai suoi inizi. Il contenuto di questi quattro quaderni eccede ampiamente il quadro della guerra, malgrado la nota apposta da Marguerite Duras sulla busta che li conteneva, ora diventata il titolo del volume. In effetti, troviamo racconti dove evoca i periodi più cruciali della sua vita, in particolare la gioventù in Indocina; abbozzi di romanzi in corso, come Una diga sul pacifico o "Il marinaio di Gibilterra"; o il racconto all'origine de "Il dolore". Dieci "altri testi" inediti, contemporanei alla stesura dei quaderni, completano quest'immagine di un'opera nascente dove si disegna l'architettura primitiva dell'immaginario durassiano.