
In una grande casa di Delhi, una domestica sta spolverando i libri dell'imponente biblioteca di un docente di antropologia in pensione. Comincia a sfogliarne uno, a leggere le prime pagine, quando il vecchio professore la sorprende. Ma invece del temuto rimprovero, arriva un incoraggiamento a continuare la lettura, e il regalo di un quaderno e di una penna su cui scrivere i propri ricordi. A volte basta così poco per cambiare una vita. Davanti a Baby Halder si spalanca un mondo nuovo: scopre che affidare alla carta un passato di maltrattamenti, disgrazie e umiliazioni è un'esperienza liberatoria, ma non può immaginare che nel giro di qualche mese i suoi scritti diventeranno il caso letterario più amato e discusso dell'India, oltre a venir tradotti in dieci lingue. Ad avere toccato una corda profonda nei lettori di tutto il mondo è l'autobiografia di una bambina abbandonata dalla madre, costretta a sopportare prima l'indifferenza della matrigna e di un padre assente, poi la brutalità di un uomo sposato a dodici anni e di quattordici più vecchio di lei. Una donna che un giorno ha deciso di fuggire con i suoi figli, tentando la fortuna nella grande città per riscattarsi dall'infimo livello della gerarchla sociale indiana e dal destino di rinuncia e sottomissione cui sembrava condannata. Una storia vera che ha il sapore di una favola moderna sulla speranza, il coraggio, il riscatto e il potere della letteratura.
Che cos'è il sogno americano? Che cosa rappresenta davvero per un emigrato cinese? Subito dopo i fatti di Tiananmen, Nan Wu, un letterato cinese che si trova in America per una specializzazione assieme alla moglie, decide, anziché rientrare in patria, di fare arrivare dalla Cina anche il piccolo Taotao, loro unico figlio, e cercare di ottenere la cittadinanza americana. Così si apre il calvario della famiglia Wu. Nan e la moglie, Pingping, si arrabattano per garantire a sé stessi e al bambino un presente vivibile e un futuro dignitoso: accantonata l'idea della carriera accademica, marito e moglie si danno da fare, lei come custode presso una facoltosa vedova americana che la tratta dall'alto in basso; lui come guardiano notturno prima e come aiuto cuoco e cameriere poi. Ammazzandosi di lavoro, Nan e Pingping riescono a comprare un ristorantino già appartenuto a un'anziana coppia di taiwanesi e a diventare alla fine proprietari di una casa con giardino e laghetto, realizzando così il sogno americano. Ma a che prezzo? Rinunciando ai sogni? All'idea di una vita dedicata all'arte e alla poesia? Dopo un deludente viaggio in Cina, dove scopre che l'ossessione americana per i soldi e il cinismo sono diventati ormai legge anche in Oriente, Nan decide di buttare tutto all'aria: ristorante, giardino e laghetto, di accettare un lavoro dipendente qualsiasi e di dedicarsi alla sua autentica passione: scrivere poesie.
In un piccolo villaggio della Norvegia del Nord, in una buia giornata d'inverno, una nave che batte bandiera russa attracca al porto. Una donna sale a bordo. Si chiama Kathrine, ha ventotto anni, è impiegata alla dogana, ha un bambino dal suo primo matrimonio. Il suo attuale marito si chiama Thomas. Kathrine non gli ha mai detto ti amo, e lui la considera sua, senza nutrire per lei un particolare interesse. Kathrine ha preso quella nave, per raggiungere forse Christian, con cui ha avuto un flirt, senza scambiarsi però nemmeno un bacio. Raggiungerà Oslo, Copenhagen e la costa danese, vedrà la luce e poi l'ombra, il sole e la notte, vedrà le infinite possibilità della vita.
È una calda sera d'estate a Tel Aviv. Seduto al tavolo degli oratori in veste d'ospite d'onore a un incontro letterario, lo scrittore ascolta e non ascolta i lunghi convenevoli, la barocca presentazione del critico di turno, la voce incerta della lettrice. Osserva il pubblico in sala e torna con la mente alle persone che ha visto poco prima in un bar - una cameriera dimessa ma con una provocante trasparenza di biancheria intima, due tizi dall'aria losca, una vecchia signora dalle gambe gonfie, un tipo malmostoso che non sembra affatto d'accordo con quel che sta dicendo l'oratore, un timido e occhialuto adolescente. Queste immagini captate, anzi rubate alla realtà diventano quasi simultaneamente delle storie. Finita la serata letteraria, lo scrittore prende a vagare per le strade quasi deserte della città e in questa specie di solitudine da vita ai suoi nuovi personaggi. Anzi, entra nelle loro vite, le invade e le trasforma. Accompagnato dai versi di un poeta ch'egli immagina al suo fianco, lo scrittore costruisce un affresco di vita e di morte pieno di sorprese.
Il calcio pone questioni assai ardue. Per esempio qual è il limite che accomuna Pelé e Platini? Perché Beckenbauer è simile ad un epigono di Paul Valéry? Qual è la colpa esasperante di Helenio Herrera? E infine, è in grado il calcio, il "re dei giochi" a sopravvivere all'epoca della sua riproducibilità televisiva? Dimitrijevic affronta questi temi senza battere ciglio; Dimitrijevic che, grazie al calcio, è riuscito a fuggire dalla Jugoslavia degli anni Cinquanta e a ottenere un permesso di soggiorno in Svizzera. Un permesso grazie al quale, abbandonato il calcio, ha potuto fondare la casa editrice L'Age d'Homme.
In un Sudafrica sconvolto dalla guerra civile, Michael K. (ogni riferimento a Kafka è ovviamente voluto) costruisce un carro per riaccompagnare la madre malata nel suo Eden evanescente: un pezzettino di terra in campagna dove ha trascorso un'infanzia felice. Il viaggio è clandestino, fra militari allo sbando, freddo e intemperie. Finché K. è costretto a far ricoverare la madre, ma nessuno l'assiste e quando muore viene cremata senza che il figlio venga consultato. Con le ceneri in un sacchetto di plastica, K. raggiunge comunque il luogo d'incanto, un fertile nulla, una fattoria abbandonata sfuggita al controllo ossessivo del regime, dove si sente, per la prima volta, libero. Ma la guerra saprà raggiungerlo anche nel suo minuscolo paradiso privato.
La prima versione integrale dell'immensa epopea che sta all'assedio di Stalingrado come Guerra e pace alle campagne napoleoniche.
Il libro segue con ottocentesca, tolstojana generosità molteplici destini individuali spostandosi da Stalingrado ai lager sovietici e ai mattatoi nazisti, da Mosca alla provincia russa.
"Sono già passati quasi dieci anni, da quando accettai di scrivere la biografia del pittore di scuola giapponese Onuki Keigaku, su richiesta della sua famiglia. Ancor oggi però non ho tenuto fede al mio impegno. La primavera scorsa, quella stessa famiglia mi ha mandato da Kyoto un formale biglietto d'invito alla cerimonia del tredicesimo anniversario della morte dell'artista, cerimonia che si sarebbe celebrata in un tempio zen della città; all'invito era accluso un cartoncino di risposta per confermare o meno la mia presenza." Incaricato di scrivere la biografia di un pittore giapponese affermato, il narratore trasferisce piano piano il proprio interesse sulla figura del falsario Hara Hosen, compagno di gioventù dell'artista, che nonostante le grandi potenzialità iniziali aveva poi condotto una vita oscura e sfortunata, dipingendo copie dell'amico. Con uno stile particolare, pacato, apparentemente divagante, ma che sfocia in improvvise rivelazioni, Inoue ci avvicina con solidarietà e compassione all'essere umano nel suo momento più amaro, della disillusione e della sconfitta.
Piscine Molitor Patel è indiano, ha sedici anni, è affascinato da tutte le religioni, e porta il nome di una piscina. Nome non facile che dà adito a stupidi scherzi e giochi di parole. Fino al giorno in cui decide di essere per tutti solo e soltanto Pi. Durante il viaggio che lo deve condurre in Canada con la sua famiglia e gli animali dello zoo che il padre dirige, la nave mercantile fa naufragio. Pi si ritrova su una scialuppa, alla deriva nell'Oceano Pacifico, in compagnia soltanto di quattro animali. Tempo pochi giorni e della zebra ferita, dell'orango del Borneo e della iena isterica non resta che qualche osso cotto dal sole. A farne piazza pulita è stato Richard Parker, la tigre del Bengala con cui Pi è ora costretto a dividere quei pochi metri. Contro ogni logica, il ragazzo decide di ammaestrarla. La loro sfida è la sopravvivenza, nonostante la sete, la fame, gli squali, la furia del mare e il sale che corrode la pelle. Il loro è un viaggio straordinario, ispirato e terribile, ironico e violento, che ci porta molto più lontano di quanto avessimo mai potuto immaginare. A scoprire che la stessa storia può essere mille altre storie. E che riaccende la nostra fede nella magia e nel potere delle parole.
Il naufragio di Piscine Molitor Patel, un ragazzo indiano chiamato da tutti Pi, e quattro insoliti compagni di viaggio - una zebra ferita, un orango, una iena e una tigre - si trasforma in un'avventura sospesa tra realtà e magia. La sfida del protagonista sarà la sopravvivenza nonostante la sete, la fame, gli squali e la furia del mare. Un libro unico, un po' romanzo d'avventura e un po' favola surreale dall'inattesa anima nera.