
È l'alba del 7 giugno 1967: le radio del Cairo, di Amman, di Damasco cantano ancora le eroiche gesta dei loro eserciti, ma i soldati di Israele hanno ormai occupato (o liberato) Gerusalemme est. Il governo israeliano si rende conto che nella nuova situazione le problematiche legate alla zona orientale della città saranno fra le più difficili da risolvere e nomina Nuri Elias Nasseh direttore dell'ufficio per gli affari arabi. Per Nuri, ebreo sefardita nato a Baghdad che conosce meglio la lingua e la cultura del "nemico" della propria, è un compito affascinante: dovrà mediare fra una realtà araba molto eterogenea e un mondo israeliano a sua volta diviso sul futuro ma reso baldanzoso dal trionfo militare, cercare punti di incontro fra una cultura che fonda la propria forza sull'unità religiosa e un popolo che in nome del progresso, del sapere scientifico e del processo di occidentalizzazione, rivendica un primato di civiltà. Nuri assume un punto di vista molto equilibrato, lontano dalle posizione radicali dei sionisti e degli ashkenaziti. Non manca di stabilire contatti con gli esponenti più in vista della comunità palestinese. Fra questi il giornalista Abu George, la cui figlia Jasmine è da poco rientrata da Parigi. Fra i due ha inizio un accidentato percorso di avvicinamento, fatto di rifiuti, di fughe, di litigi ma non privo di reciproca curiosità e di profonde affinità umane. Ma è anche solo pensabile l'amore, fra una palestinese cristiana e il figlio di una famiglia ebrea ortodossa?
Dany Contreras, esule cileno ed ex poliziotto, lascia il suo ufficio svizzero per andare a Milano ad indagare sulla morte di Vittorio Bruni, magnate delle omonime pelletterie. Si muoverà tra avidi soci d'affari e stregoni amazzonici, tra attraenti ereditiere e misteriosi cacciatori indios, riuscendo infine a svelare le ragioni che hanno portato a quella morte e i loschi traffici che si celano dietro lussuose valigette in pelle. George Washington Caucaman, cileno di sangue Mapuche e ispettore di polizia, viene trasferito per punizione a Santiago, e qui comincia a investigare su alcune telefonate che nascondono una sinistra vicenda, legata alla realtà politica del suo paese. Nel volume è presentato anche il racconto "Hot Line".
Edito nel 1820, Ivanhoe fu un autentico bestseller ante litteram, destinato a incidere in modo profondo sui gusti e sull'immaginario dell'intero Ottocento: Alexandre Dumas padre, Victor Hugo e Alessandro Manzoni - per citare solo i nomi più celebri - gli sono profondamente debitori. In questo libro avvincente e pittoresco Scott realizza infatti una mirabile fusione tra il realismo del romanzo storico e la fantasia del racconto di avventure. Ambientato a cavallo tra XII e XIII secolo, il libro racconta le vicende del valoroso cavaliere sassone Wilfred di Ivanhoe e della sua amata Rowena. Con le sue foreste popolate da nobili fuorilegge e signori arroganti, sullo sfondo del sanguinoso conflitto tra Sassoni e Normanni, Ivanhoe costituisce ancora oggi una delle rappresentazioni letterariamente più vive dell'Inghilterra di Riccardo Cuor di Leone, di Giovanni Senzaterra e di Robin Hood. Con un saggio di Mario Praz. Introduzione di Francesco Marroni.
È il luglio del 1976 e una straordinaria ondata di caldo avviluppa Londra. Non piove da mesi, i giardini sono invasi dagli afidi e l'acqua è razionata. Nella casa di Greta e Robert, due coniugi irlandesi di mezza età da tempo trapiantati in Inghilterra, è una mattina come tante. Robert esce a comprare il giornale, ma non fa più ritorno. La moglie non ci mette molto a scoprire che l'uomo ha preso con sé il passaporto e parecchio denaro. Ma dove è andato? La scomparsa del padre riporta a casa i tre figli, ormai lontani, ognuno alle prese con i suoi problemi. Michael Francis, il maggiore, sta attraversando una profonda crisi matrimoniale ed è sull'orlo del divorzio; Monica, la secondogenita, vive nella campagna inglese con il nuovo marito e le figlie di lui, che la detestano; e Aoife, la minore, che è sempre stata la più ribelle, si è trasferita a New York dopo una violenta lite con la sorella, alla ricerca di un difficile riscatto professionale e di una nuova vita. Mentre si susseguono le ipotesi su dove sia andato Robert, i tre figli non sanno che la madre nasconde un segreto che potrebbe spiegare tutto... Questo incontro "forzato" sarà l'occasione per confrontarsi su quello che è stato, riconsiderare il presente e i rapporti che veramente contano...
Gabriel-Atlan Ferrara è un grande direttore d'orchestra che si innamora di Inez Prada, affascinante cantante lirica. Simile a un eterno inseguimento, la loro storia d'amore si articola in vari modi e momenti storici: Londra sotto le bombe tedesche nel 1940, Città del Messico nel 1949, di nuovo Londra nel 1967 e Vienna alla fine del millennio. Una trama che sembra intersecarsi con un'era primigenia, alle origini del mondo.
Istanbul è una malinconia condivisa. Un gioco di specchi. Un labirinto di strade osservate dalla finestra in una sera d'inverno. Istanbul è un sogno dentro un sogno popolato di viaggiatori, poeti, mercanti, gatti, pittori, venditori ambulanti. Istanbul è Orhan Pamuk, che negli anni ne è diventato il cantore più amato e conosciuto. "Istanbul" è un libro, ora arricchito da più di duecento nuove fotografie, che Pamuk ha scritto per raccontare i luoghi in cui è nato e vissuto: un «autoritratto in forma di città» che possiede la bellezza irresistibile delle lettere d'amore.
"Istanbul come malinconia condivisa, Istanbul come doppio, Istanbul come immagini in bianco e nero di edifici sbriciolati e di minareti fantasma, Istanbul come labirinto di strade osservate da alte finestre e balconi, Istanbul come invenzione degli stranieri, Istanbul come luogo di primi amori e ultimi riti: alla fine tutti questi tentativi di una definizione diventano Istanbul come autoritratto, Istanbul come Pamuk".(Alberto Manguel, "The Washington Post"). Una delle più affascinanti città del mondo raccontata con la passione enciclopedica del collezionista, l'amore del figlio, il lirismo intenso del poeta.
CD Mp3, versione integrale. Zarité ha nove anni quando il giovane francese Toulouse Valmorain la compra perché si occupi delle faccende di casa. Intorno, campi di canna da zucchero, la calura dell'isola, il lavoro degli schiavi… Letto da Valentina Carnelutti.
Il libro
Zarité ha nove anni quando il giovane francese Toulouse Valmorain la compra perché si occupi delle faccende di casa. Intorno, campi di canna da zucchero, la calura dell'isola, il lavoro degli schiavi. La storia di una donna che lotta per emanciparsi dalla sua condizione di schiava nella Haiti della fine del '700. un'eroina modernissima che arriva da lontano per ricordarci della fede nella libertà e la dignità delle passioni.
Letto da Valentina Carnelutti.
Specifiche
Formato: CD Mp3, versione integrale. Per ascoltare questo audiolibro è necessario un lettore Mp3.
Durata: 14 ore 10 minuti
Letto da: Valentina Carnelutti
Regia: Flavia Gentili
Fonico Andrea Giuseppini
Studio di registrazione: 24 gradi, Roma
Illustrazione di copertina: Ana Juan
Progetto grafico: Internozero.
In breve
Le eroine di Isabel Allende recano tutte il medesimo tratto dominante: la passione. Sono le passioni a scolpirne il destino. E Zarité Sedella, detta Tété, protagonista di una storia che si dipana nella Haiti della fine del '700, non fa eccezione. Video, news, approfondimenti e gli incipit dei capitoli del romanzo su www.isabelallende.it.
Il libro
“Nei miei primi quarant’anni io, Zarité Sedella, ho avuto maggior fortuna di altre schiave. Vivrò a lungo e la mia vecchiaia sarà gioiosa, perché la mia stella – la mia z’étoile – brilla anche quando la notte è nuvolosa.”
1770, Santo Domingo, ora Haiti. Tété ha nove anni quando il giovane francese Toulouse Valmorain la compra perché si occupi delle faccende di casa. Intorno, i campi di canna da zucchero, la calura sfibrante dell’isola, il lavoro degli schiavi. Tété impara presto com’è fatto quel mondo: la violenza dei padroni, l’ansia di libertà, i vincoli preziosi della solidarietà. Quando Valmorain si sposta nelle piantagioni della Louisiana, anche Tété deve seguirlo, ma ormai è cominciata la battaglia per la dignità, per il futuro, per l’affrancamento degli schiavi. È una battaglia lenta che si mescola al destarsi di amori e passioni, all’annodarsi di relazioni e alleanze, al muoversi febbrile dei personaggi più diversi – soldati e schiavi guerrieri, sacerdoti vudù e frati cattolici, matrone e cocottes, pirati e nobili decaduti, medici e oziosi bellimbusti. Contro il fondale animatissimo della Storia, Zarité Sedella, soprannominata Tété, spicca bella e coraggiosa, battagliera e consapevole, un’eroina modernissima che arriva da lontano a rammentarci la fede nella libertà e la dignità delle passioni.
La seconda guerra mondiale infuria per l'Europa e in Polonia la vita, già difficile per tutti, è per gli ebrei pressoché insopportabile. E Alex è, appunto, ebreo. Sua madre è scomparsa nel nulla e suo padre è stato prelevato dalle SS e fatto partire per una destinazione ignota. Rimasto solo Alex si è rifugiato in un edificio abbandonato, al numero 78 di Via degli Uccelli, e dalla sua isola segreta esce solo di notte, per procurarsi il cibo. Finché, un giorno, Alex ode delle voci: degli sconosciuti si sono introdotti nel palazzo. Il coraggio, l'eroismo perfino, non sono insoliti in tempo di guerra, ma Alex ha appena undici anni, e la sua è la storia di come la nuda forza di volontà riesca talvolta ad avere la meglio sulla crudeltà e l'ingiustizia.
Un docente universitario di etnologia decide di apprendere le arti esercitate dagli stregoni ma, per ben dieci anni, ha l'impressione di essere preso in giro da loro. Solo alla fine scoprirà che questo "imbroglio" è in realtà una tecnica di insegnamento, un modo diverso per avviarlo alla conoscenza. Questo libro narra la fase conclusiva dell'imbroglio e forma la sintesi dell'apprendistato.
Se il professor Victor Henrik Askenasi, proveniente da Parigi e diretto in Grecia, ha deciso di fermarsi a Dubrovnik (che negli anni Trenta si chiama ancora Ragusa), è forse perché - non diversamente dal Giacomo Casanova della "Recita di Bolzano", né da tanti altri personaggi di Márai - è lì che ha un appuntamento con il destino. Perché lì, forse, troverà la risposta alla domanda che da sempre lo tormenta - quella che lo ha spinto, alcuni mesi prima, a lasciare sua moglie, i suoi studi e la sua cattedra di greco antico, e ad andare a vivere con una equivoca ballerina russa. Situazione banale, in apparenza, sebbene altamente "sconveniente", come amici e colleghi l'hanno giudicata: un maturo signore si innamora di una donna giovane e attraente. E invece no: alla turbinosa Eliz, come a tutte le donne che ha incontrato nella sua vita, Askenasi non ha fatto altro che chiedere quella risposta. Ma nemmeno lei, pur nella sua solare sensualità, nella sua generosa impudicizia, ha saputo dargliela: Eliz non era la meta, poteva soltanto mostrargli la strada. Adesso, in un pomeriggio di maggio eccezionalmente caldo, allorché decide di andare a bussare alla porta della sconosciuta che gli ha rivolto uno sguardo provocante chiedendo la chiave della sua stanza a voce appena troppo alta, Askenasi sente che la risposta è vicina, che è infine arrivato il momento di oltrepassare quel limite al di là del quale forse c'è l'oscurità del crimine e della follia - o forse la verità.