Da «Sette piani» a «Ragazza che precipita», i racconti più belli di Buzzati: storie che attirano il lettore nel mistero, nell'assurdo, nel paradossale, narrazioni ambigue che riflettono l'ambiguità della vita.
Un libro intriso di memoria. Seguendo con fedeltà le tracce degli uomini, non arrendendosi alle ragioni del tempo, ogni racconto trae in salvo qualcosa o qualcuno: i tanti nomi della neve, un pastore solitario che parla con amore alle sue pecore, paesaggi scomparsi, la storia di un popolo, un giovane legnaiolo la cui esistenza è sconvolta dall'apparizione di una strega bellissima e impietosa, un focolare intorno al quale si raccolgono vivi e morti intrecciando rimpianti e speranze. I ricordi si coagulano in frammenti o si dilatano in narrazioni estese come quella che apre il libro, incentrata sulla lunga marcia verso casa di un uomo uscito dal Lager, gracile scheletro che arranca tra i relitti lasciati dalla guerra.
Nel corso di una ricerca d'archivio Sandro, giornalista, s'imbatte nello scarno resoconto di un episodio dell'occupazione nazista di Roma: la fucilazione di dieci donne che avevano dato l'assalto a un forno. Il fatto, realmente accaduto ma dimenticato dalla storia "ufficiale", a poco a poco diventa un'ossessione per il protagonista che - a cinquant'anni di distanza decide di investigare, parlando coi testimoni, cercando le prove, interrogando i documenti.