
Dionisio, poco più che ventenne, combattente dell'esercito siracusano, è costretto ad assistere allo spaventoso massacro di Selinunte, splendida città greca al confine con la provincia cartaginese, a causa delle titubanze del governo democratico. Lo sdegno e la rabbia alimentano in lui tre ferree convinzioni: le democrazie sono inefficienti; i cartaginesi sono i mortali nemici dell'ellenismo e devono essere sradicati dalla Sicilia; l'unico uomo in grado di condurre a termine una tale impresa è lui stesso. Dionisio vuole trasformare la Sicilia in un'isola greca, e per realizzare il suo progetto è disposto a travolgere qualunque ostacolo. Inizia così l'avventura di un uomo che costituì il più grande esercito dell'antichità.
I racconti che compongono questo libro hanno una doppia anima: guerra e natura si alternano in un contrappunto che la scrittura di Rigoni sa modulare con verità. Così, accanto alla storia di Romedio e della sua mula che salvarono decine di feriti in Russia, o a quella di una bottiglia di grappa nascosta in una trincea da un soldato nel 1917, e ritrovata trent'anni dopo, o ancora a quella di un ritorno, dopo sessant'anni, sul luogo della sofferenza e della morte - il Lager 1B, in Polonia - trasformato in un impossibile paesaggio bucolico, possono trovare posto due piccoli caprioli che si avvicinano alle case in cerca di cibo e di riparo, una lepre inseguita nel bosco, la legna messa da parte per l'inverno o per chi verrà dopo di noi.
Quasi ogni epoca si è riconosciuta nel Principe con argomenti sempre diversi. E anche oggi i motivi "attualizzanti" di questo breve classico non sembrano mancare: soprattutto il conflitto tra il desiderio di dominare razionalisticamente la realtà politica e la percezione del momento oscuro della storia, catena di eventi non predeterminabile, appare un legame privilegiato tra Machiavelli e i nostri tempi. Il volume contiene il testo critico del Principe messo a punto da Giorgio Inglese. Inoltre, un commento a pié di pagina assai ricco, con ausili letterali, chiarimenti storico-politici, rimandi culturali e spunti interpretativi a più livelli di lettura.
La presente edizione del Mastro don Gesualdo si pone come lo strumento più utile per comprendere il farsi della scrittura verghiana, per valutare la sua evoluzione ed i suoi esiti finali. Attraverso il ricco commento, il testo definitivo dell'opera viene continuamente confrontato con la prima redazione del romanzo. La stessa prima redazione viene presentata in appendice al volume.
È il 1354. Il ricco mercante Giannino viene convocato in Campidoglio da Cola di Rienzo, che gli si getta ai piedi e gli rivela: "Voi siete il legittimo re di Francia, vittima di uno scambio in culla avvenuto pochi giorni dopo la vostra nascita". La grande Storia travolge la vita del tranquillo mercante senese. Nel pieno della Guerra dei Cento Anni, Giannino rivendica il proprio diritto al trono e si aggira per l'Europa in cerca di aiuto. Sostenuto in segreto da una potenza nemica della Francia, coinvolge nel suo disegno cardinali e gran signori. Si procura documenti falsi, una corona, una spada, un'armatura e, alla testa di una compagnia di mercenari, si lancia alla conquista del 'suo' regno.
Nel giorno della Liberazione di Roma un padre e un bambino avanzano contromano nella folla da Porta Pia verso il Quadraro: nel loro racconto i fatti salienti della guerra a Roma si mescolano al libero scorrere della fantasia narrativa. Il testo nasce da una storia vera raccontata all'autore dal padre, Gaetano Celestini detto Nino. Lo spettacolo "Scemo di guerra" ha esordito alla Biennale di Venezia e questo libro, a differenza degli altri volumi di Celestini pubblicati da Donzelli, non è il testo dello spettacolo ma una versione romanzesca dello stesso spunto.
Famiglia di imprenditori partenopei senza scrupoli, arricchiti a dismisura, i Negromonte godono dei favori e dell'intesa del potere centrale e sono padroni indiscussi della città nonché pionieri di una nuova economia di rapina. Vivono in un immenso palazzo settecentesco ricalcando grottescamente un presunto fasto borbonico, circondati da una corte di ecclesiastici, precettori e segretari. Distruggere e ricostruire sono le parole d'ordine. Vendere Napoli, il Golfo, il Vesuvio, e fare Eternapoli, una sorta di enorme parco tematico, è il loro progetto.
I ricordi della ritirata di Russia scritti in un lager tedesco dall'alpino Rigoni Stern nell'inverno del 1944, pubblicati da Einaudi nel 1953 sotto il titolo Il sergente nella neve e da allora long-seller per il candore e la forza con cui viene rappresentata la lotta dell'uomo per conservare la propria umanità. Un sogno di pace rivisitato nel 1973, quasi trent'anni dopo, in Ritorno sul Don, un viaggio non solo nello spazio, ma anche nel tempo, senza rancori e senza voglie di rivalse, come atto d'amore e di riappacificazione con gli uomini e con la storia.
Tutta colpa della cicogna. Se la cicogna avesse fatto il suo dovere, Emma sarebbe una donna felice. E non un'Aspirante Madre. Invece eccola qui, dalla parte sbagliata dei 35, con una terrazza piena di rose e un amorevole Consorte... Cosa manca? È ovvio, un bambino. Che, ostinatamente, non arriva. Così Emma guarda di nascosto le vetrine prémaman, passa ore nelle sale d'aspetto dei centri fertilità, compila una lista di Mamme Tardive Over 40, passa il suo sguardo scanner su tutte le donne che incontra. Ed è dura, la vita di un'Aspirante Madre. Anche perché, come spesso accade, le amiche di Emma, pronte ad accompagnarla a un sushi consolatorio nel momenti di grande disperazione, hanno però altri problemi...
"Le metamorfosi" inaugurò nel 1951, insieme ai racconti di Lucentini, la collana dei "Gettoni". Piacque a Elio Vittorini la sua forma divertente di "capriccio": una suite di sogni enunciati da cinque diversi personaggi che potrebbero essere gli autori di un romanzo da inventare sulla traccia dei loro racconti. Sogno dopo sogno si intrecciano e si inseguono temi, simboli, allegorie, piccoli miti, favole in cui ciascuno di noi può trovare la chiave delle cose, l'interpretazione stessa di quanto il personaggio ha sognato. Sotto l'apparente astrattezza del "gioco", Lalla Romano ha saputo costruire un libro imprevedibile come i sogni che descrive, ricco di spunti umoristici, o drammatici o meditativi, tutti di pungente umanità.

