
Nella memoria di ognuno la Storia con la "s" maiuscola si intreccia a quella personale, e così gli eventi cardine della propria genealogia si accostano ai fatti salienti del mondo. Seguendo lo stesso principio l'autore narra le vicende della famiglia d'Asaro e di una terra meravigliosa e difficile come la Sicilia. Ecco quindi che un rapimento d'amore avvenuto agli inizi del Novecento nelle strade di Enna ha come cornice un mondo di tradizioni e valori ormai quasi del tutto scomparso; una rocambolesca visita a un paesino sperduto si rivela il pretesto per riflettere sulla Sicilia tra moti garibaldini, sbarchi degli Alleati e gerarchie mafiose; un viaggio in treno Catania-Palermo fa da eco all'importante riforma agraria di Antonio Segni, Amintore Fanfani e Paolo Bonomi, che negli Cinquanta e Sessanta significò la fine di una secolare sottomissione per migliaia di contadini e l'unica ridistribuzione di ricchezza mai avvenuta dall'Unità d'Italia. Ma questa è anche la storia di un trasferimento a Reggio Calabria, a seguito del terribile terremoto del Belìce, che porterà nella sfera della famiglia d'Asaro una figura straordinaria e indimenticabile come Vito de' Bianchi (Giove Ionico), riservato benefattore, filantropo e deus ex machina della Locride. Un racconto arricchito da approfondimenti culturali, storici e gastronomici, capace di trasmettere al lettore quell'amore particolare che lega i protagonisti ai luoghi della propria esistenza.
Agli inizi del XII secolo, in Borgogna, un tranquillo villaggio viene sconvolto dalla scorreria di un esercito violento e sadico. Franchon viene rapita, portata in città e costretta alla prostituzione. Il suo amato Efrem, azzoppato da una freccia nemica e ormai inabile al lavoro, entra in abbazia e si appassiona alla pittura, scoprendo la forza della creatività e i prodigi del colore. Il giovane, incoraggiato dal saggio abate Odilon e circondato da un devoto gruppo di allievi, si lancia nella scommessa più difficile: rappresentare la vita della gente sulle immense superfici della cattedrale che Guinéfort, signore di Macôn, ha iniziato a costruire. Attraverso l'arte, Efrem vuole infondere speranza nell'anima dei fedeli, e indagare il senso della vita e il mistero della morte in una ricerca incessante dell'armonia e della bellezza. Franchon, lontana da lui, si cimenterà in un'impresa non meno ardua: la faticosa conquista della propria libertà. Un romanzo corale costruito su un impianto storico rigoroso, un'epopea dello spirito che affronta i grandi interrogativi di ogni tempo in un confronto serrato tra ascetismo e sensualità.
Il miracolo della vita è un rompicapo affascinante che racchiude un immenso potere. Per questa ragione magia, religione e scienza, nei secoli, hanno cercato di garantirsene il controllo. E la controversia è ancora in corso, accesa più che mai. La "nascita della vita" e i diversi modi di essere madre o padre costituiscono il nucleo di questi ventiquattro racconti: i miti della Creazione e i possibili sviluppi (fanta)scientifici dalle nuove tecniche di riproduzione, i problemi etici e il dramma della sterilità... Un ciclo di storie appassionanti e delicate che ci lasciano con la sensazione che, per quanto gli uomini si sforzino di conoscere, alla base della vita rimarrà sempre il mistero.
Il libro di Arpo Angeli si sviluppa su un doppio registro narrativo che coniuga insieme due esigenze, quella della narrazione dei fatti, delle persone e delle cose ed un secondo inedito elemento: stati emotivi, sfondo culturale, immagini mentali. Il recupero del Nonno Antonio e la Porta del morto. Da una parte ci sono i tesori della casa colonica accanto, i marenghi sempre trovati e sempre negati da altri, strano ed oscuro cerimoniale a mezzo tra le esigenze di vite senza denaro e sogni medioevali di incredibili ricchezze. Un eldorado nascosto tra le vecchie mura delle case sempre inframezzate da scavi notturni in notti senza luna; da preti compiacenti che benedivano pezzi di campo per dissuadere il diavolo dalla difesa delle ricchezze sottoterra.
Il vizio, o il piacere, di fumare hanno sempre accompagnato la vita e l'opera di Italo Svevo, come appare da questa raccolta di suoi scritti che hanno come loro centro appunto il fumo. Alcuni di questi sono molto celebri, in particolare il famosissimo capitolo de "La coscienza di Zeno", che colpì fortemente, anche e proprio per questa sua originalità tematica, uno scrittore come James Joyce, in altri, come il racconto "Il mio ozio", il fumo sembra recitare un ruolo del tutto marginale, finendo tuttavia col rivelarsi in realtà la presenza più costante attorno cui ruota la vicenda del vecchio che usa l'amore, anche comprato, per sottrarsi all'occhio inesorabile della morte.
Fosco Maraini (Firenze, 1912) è certamente fra quei protagonisti della nostra vita culturale che più sfuggono ad una classificazione precisa. Antropologo, fotografo, orientalista, scrittore, grande viaggiatore, Maraini è soprattutto la felice incarnazione di un'idea di uomo che stenta a sopravvivere in un'epoca come la nostra, dove sembra che non si possa essere nessuno se non si possiede una collocazione precisa, un proprio biglietto da visita esistenziale. E forse questa è la ragione principale per cui Maraini resta, in fondo , e nonostante il fatto che sia così facile imbattersi nei suoi libri, nei suoi articoli, nelle sue fotografie, un personaggio ancora per molti versi sconosciuto.
Che ci fa Jos Asad, affermato scrittore giamaicano non ancora cinquantenne a Borgo San Giustino, piccola borgata del Canavese, a pochi passi da Ivrea? Perché un intellettuale impegnato, che si sentiva soffocare nella natia Giamaica, ha deciso di rintanarsi in un angolo immoto del 'verde Canavese'? Perché si ostina, contro il parere di tutti, a voler comprare e restaurare il Mulinet, che sarà pure un vecchio rudere, ma è caro alla memoria degli indigeni? Jos è andato a misurarsi con una colettività che è vissuta per anni nell'illusione di essere, grazie all'utopia olivettiana, la Silicon Valley italiana e che ancora non si è riavuta dal brusco risveglio, sta elaborando il lutto per la repentina scomparsa financo del marchio Olivetti.
Un giovane pittore in crisi di creatività accetta di trascorrere una vacanza estiva nella villa in riva al mare di un'affascinante donna di mezz'età con fama di grande libertinaggio, abituata ad ospitare gruppi di amici, tra lussi e lussurie. Il lettore apprende, fin dalla prima frase del romanzo "Addio a tutti", che chi narra questa storia ne è anche la vittima. Dovrà poi attendere l'ultima pagina per scoprire la causa e il modo di questo assassinio, nonché il suo autore. Nel mezzo, si sviluppa l'intricata vicenda di questa allegra brigata, che, nello svago estivo, lascia affiorare le impurità della vita: in un rapido turbine di personaggi, che scoperchiano angosce rancori, tradimenti, menzogne e quanto le vicende della vita lasciano nella storia di ciascuno.
"Se chiedete a un bravo romanziere cosa sia necessario per scrivere un buon libro vi risponderà che occorrono almeno tre ingredienti. Perché una storia abbia successo deve dare ai lettori tre cose: una buona trama, dei personaggi irresistibili ed un'ambientazione realistica. Crovi e Pezzani in questo loro thriller aggiungono una quarta personalissima gamba allo sgabello della narrativa di genere: una fervida immaginazione... Lasciandoci prendere per mano dai due autori, veniamo condotti in una folle avventura che attraversa il mondo criminale di Amsterdam e dintorni servendosi del linguaggio dei racconti noir, del classico police procedural, ma che fa propri anche i trucchi di un serial tv come quello dei Seinfeld." (Jeffery Deaver)