
Somalia, 1994. Murayo, una bambina gravemente malata, viene lasciata in un ospedale militare italiano per essere curata. Il padre va a visitarla una volta e poi sparisce. La piccola diventa la mascotte dell'accampamento fino al momento del ritiro del contingente. Ma il militare che avrebbe dovuto accompagnarla all'orfanotrofio di Mogadiscio non se la sente di abbandonarla, le vuole bene e decide di portarla con sé. Murayo arriva in Sicilia e diventa il centro di una nuova famiglia. È convinta di aver perso tutti i suoi cari e la Somalia resta per lei solo un lontano ricordo. Fino a quando, quattordici anni dopo, una puntata della trasmissione Chi l'ha visto? rimescola di nuovo le carte e accade quello che nessuno avrebbe mai immaginato: Murayo riconosce suo padre in un campo di rifugiati in Kenya. "Solo le montagne non si incontrano" mai è l'incredibile storia di una ragazza che intraprende il viaggio più importante della vita per ritrovare la sua famiglia. Una vicenda segnata da situazioni imprevedibili e coincidenze fatali che travolgono anche tutte le persone a lei vicine. L'aiuta in questa impresa una donna determinata come Laura Boldrini, da anni impegnata nella difesa dei diritti dei rifugiati, che racconta con grande coinvolgimento come una perdita può trasformarsi in una conquista. Perché oggi Murayo non è più divisa tra due padri ma unita a tutti e due.
Nel mio mondo ci sono tre stelle Del firmamento son le più belle La più grande è l’orsa maggiore Le altre due formano l’orsa minore È bello poterle guardare È bello poterle amare L’autrice, attraverso le pagine del suo libro d’esordio, racconta la storia della sua vita. I numerosi ostacoli che ha dovuto superare e le gioie che la vita le ha riservato.
Note sull'autore
Carla Boldrin è nata il 28 aprile del 1947 a Mestre in provincia di Venezia. Ha lavorato sempre come infermiera. Questo è il suo scritto d’esordio.
Otto, calzoncini corti e maglia a righe da cui si intravedono le scapole magre, adora le favole. Quelle che gli racconta suo padre quando lo accompagna a scuola. Perché con il potere della fantasia tutto è possibile. Anche far felice sua madre che passa le giornate nel letto, al buio, senza parlare con nessuno. Senza riuscire a giocare con lui. Otto non sa cosa le accade, ma il suo unico desiderio è farla sorridere. Greta è una bambina bellissima e delicata. Per tutti è come una principessa. Ma a Greta questo non interessa. Lei vorrebbe solo un padre che la prenda in braccio, che partecipi alle sue recite, come succede a tutti suoi compagni. Lei che un padre non l'ha mai avuto. La madre non parla di lui, troppo intenta a lavorare per occuparsi di lei. Troppo incapace di farle arrivare il suo amore per farla sentire al sicuro. Otto e Greta sono due bambini che sentono dentro una forte mancanza, una forte assenza. Otto e Greta non possono fare altro che diventare due adolescenti pieni di domande a cui nessuno ha dato risposte. I loro destini corrono su due binari paralleli. Opposti, ma profondamente simili. Apparentemente distanti, ma vicini. Fino al momento in cui, in un istante che sembra infinito, si incontrano. Solo un istante che però lascia il segno. Un segno che scava nel profondo. Otto e Greta non sono più gli stessi. Eppure per cambiare ci vuole coraggio. Il coraggio di credere che, come nelle favole, anche nella realtà l'impossibile accade e due metà possono fondersi in un tutto.
La stessa città fa da sfondo ai due racconti: la Milano di fine Ottocento di Camillo Boito e la Milano di oggi di Patrizia Violi. Prima c'era l'omnibus, adesso c'è la metropolitana. Molte cose sono cambiate col passare del tempo, altre invece sono immutabili. Come, per esempio, la solitudine che può provare un uomo, camminando per le vie deserte e nebbiose, mentre dalle sale da pranzo delle case riecheggiano le risa festose delle famiglie, riunite intorno alla tavola per celebrare la vigilia di Natale. Età di lettura: da 8 anni.
"Domani alle tre, su un prato della Costa Azzurra, ho un appuntamento con Pegaso." È l'apertura della lettera testamento che Lauro de Bosis scrisse, in un albergo di Marsiglia, la sera prima di salire su un aereo, ribattezzato Pegaso, per quella che ormai considerava la sua missione suprema: volare fino a Roma e gettare sulla città centinaia di migliaia di volantini antifascisti. Con la figura di Lauro de Bosis, pilota, educato alla poesia e all'idealismo, che vive e muore nella storia, ma si muove in essa sospinto dal mito e dalla letteratura, si apre anche questo libro: un viaggio aereo e felicemente vertiginoso nell'eterna fascinazione umana per il volo.
Scena prima, nel 14 d.C. Augusto è in ambasce: dalla sua statua è caduta la C di CAESAR (ma anche C = 100). È un segno funesto, gli restano solo cento giorni di vita. Scena seconda, 306 d.C. Un anziano senatore commenta ironico le nuove idee che i cristiani stanno diffondendo. E siamo all'epilogo, nel 396. A parlare è il nipote del senatore di prima. Roma non è più capitale, a difendere i confini adesso sono i barbari: un intero mondo sta scomparendo. Ci sarà un Rinascimento?
L'Oriente del mistero e della suggestione, l'India di un piccolo paria che vede la sua città solo tra le gambe di chi lo scavalca, il Nepal dei maestri asceti, l'Indonesia e Singapore, la meravigliosa Tahiti di Gauguin, l'inedita Bali di un artista che costruisce aquiloni con i sacchetti di plastica... Sfondi esotici, su cui Andrea Bocconi tratteggia le sue storie: non più cronache di viaggio, ma veri e propri racconti. Un mondo osservato con occhi occidentali ma curiosi, sempre pronti a riconoscere la verità nella lontananza. E poi il ritorno a casa, l'Italia, e una realtà quotidiana che si rivela assai meno distante dall'Oriente di quanto si potesse sospettare.
"Si sa quanto gli originali più autentici siano proprio quelli sottoposti a costanti revisioni" afferma Busi "e in questo sta la loro vitale inossidabilità: nella letteratura universale le più grandi opere immutabili sono quelle che hanno ancora e sempre tanta energia in serbo" tale da sopportare ogni manipolazione "e pungolano i contemporanei di ogni epoca a [...] farle 'risorgere' in un'edizione qualsiasi, e renderle, appunto, di volta in volta nuovamente originali." Le straordinarie storie di Giovanni Boccaccio (Gertaldo 1313-1375) trovano nuova linfa in un'opera originalissima - la prima di un filone di traduzioni d'autore di classici dall'italiano antico al contemporaneo - che conserva il ritmo serrato dell'originale, ma in una lingua moderna, agile, godibile e accessibile a tutti. Scevri da ogni intento moralistico e ogni fronzolo letterario, gli intrighi, le avventure, le beffe e i personaggi del nuovo Decamerone acquistano così un sapore più sciolto e più vicino al gusto moderno.

