
Se sei morto, o stai per diventarlo, Faenza è il buen retiro che hai sempre sognato. O almeno così pensa Piero Schivazappa, in arte Rudi Ortolani detto Rudi O' che, in fuga dal frastuono del mondo, tenta maldestramente di scrollarselo di dosso. Con risultati tragici, in ogni senso: perché anche in mezzo alle piste ciclabili e con il mare in lontananza non c'è modo di sottrarsi al molesto cicaleccio degli indispensabili opinionisti nostrani, delle trasmissioni tv a bassissimo contenuto riflessivo, del frusto discorso politico, degli speciali su Padre Pio e soprattutto delle migliaia di notizie futili vomitate a getto continuo dai mass media. Attraverso un flusso di coscienza tra la confessione personale e la satira spietata, Gene Gnocchi in queste pagine dipinge un personaggio memorabile: comico, cupo e surreale allo stesso tempo, che sbeffeggia la nostra ossessione per la celebrità, l'ansia di essere à la page e le nostre velleità intellettuali. L'orgia chiassosa dei discorsi pubblici vuoti e ampollosi, degli scandali mediatici e della passività con cui facciamo finta che tutto questo sia normale.
Cosa faresti se, nel tempo breve di una giornata o di un attimo, dovessi scegliere fra due alternative, ognuna critica, ognuna destinata a ridefinire l'idea di te stesso, a cambiare il destino tuo e altrui? Una scelta irresolubile eppure necessaria, come quella che si trovano costretti a prendere Laura e Raffaele, una coppia che desidera adottare un figlio e si ritrova a decidere in poche ore - una lunga, interminabile notte - se diventare genitori di una bambina gravemente malata. O come capita a Adriano, che un mattino si sveglia e scopre da un video sul cellulare che il figlio ha preso in prestito la sua auto e con essa ha investito una persona, uccidendola senza nemmeno fermarsi a prestare soccorso. Adriano, che da quando ha perso la moglie e il lavoro, è incapace di decidere qualsiasi cosa, esce di casa per cercare fuori da sé, un passo dopo l'altro, una risposta: denunciare il figlio o costituirsi al suo posto per salvarlo? Invece solo un istante è concesso a Giovanni, il tassista Urano 4, per prendere la risoluzione più importante... Seguendo quale ragionamento o intuizione, quale idea del mondo e di sé, Laura, Raffaele, Adriano, Giovanni e gli altri personaggi di questo romanzo - che il lettore scoprirà essere tutti sottilmente legati fra loro - potranno fare la loro scelta? Come arriveranno al catartico finale che li richiama in scena tutti insieme per scegliere ancora, giacché la vita è un percorso segnato da bivi etici? Nel divario fra essere autentici ed essere giusti temono di perdersi, perché ci sono nell'esistenza di ciascuno "deviazioni improvvise, circostanze inattese, scelte improbabili" davanti alle quali è impossibile quanto necessario farsi trovare pronti. Gabriele Romagnoli sonda con la consueta scrittura lucida e paziente la coscienza dei suoi personaggi, esponendola al lettore senza melodramma, senza esibita compassione, e proprio per questo con le loro storie ci interroga, risveglia domande complesse e sollecita i dilemmi morali che ci rendono umani. Cosa faresti se, ti ritrovi a chiederti...
"Ho parlato per due anni con mille donne, da sei a novantasei anni. Soprattutto adolescenti, giovani donne. Ho posto a tutte le stesse domande: cosa sia importante nella vita, come ottenerlo, come fare quando quel che si aspetta non arriva. Nelle risposte il tema centrale è sempre l'amore. L'amore e il sesso, l'amore e il desiderio, il tradimento, la famiglia, l'impegno, il corpo, l'amore e i soldi. Una sinfonia di voci raccolte davvero, ascoltate davvero: occhi visti con gli occhi, risate e lacrime, confessioni e segreti. Un'orchestra di strumenti diversi, una sola musica. Da questo coro di parole sono nate le mie storie: prendono occasione dalla realtà ma si aprono alla libertà di immaginare, da un frammento di verità, vite e mondi." (Concita De Gregorio)
Un noir che disturba e sorprende, una tensione che sale piano come la marea. La storia di un amore che lentamente si trasforma in veleno, di un vuoto intimo che trasfigura una ragazza meravigliosa. In questo senso "Cosa resta di noi" fa pensare ai romanzi di Patricia Highsmith. Guia, la protagonista, chiama "morte vista al contrario" la sua impossibilità di avere un figlio: "una vita che non solo non inizia ma non riesce nemmeno ad essere concepita". Eppure è una ragazza nata per essere felice, di antica famiglia, scrittrice indirizzata al successo, sposata con un uomo che ama ed è pazzo di lei. Ma è in questa unione di felici che si infiltra il "lutto al contrario" del figlio mancato, come una crepa che si allarga e non si può fermare. Edo, il marito, il Narratore, segue le scene da questo matrimonio che si sta suicidando, nel letargo dorato degli inverni in Versilia, mentre Guia riversa in un prossimo romanzo tutta la sua disperazione e scrive di un tempo diverso da quello che stanno vivendo. Intorno le quiete banalità di coloro che "hanno tempo, soldi ed energie in surplus". Ma ad un tratto lo scenario cambia. Nella vita di Edo appare un'altra donna che però, pochi giorni dopo, svanisce nel nulla inspiegabilmente. La sua scomparsa diventa il caso del momento, segna l'irrompere di una realtà cieca e distruttiva nella crisi che Edo e Guia stanno cercando di affrontare.
"Because the night belongs to lovers, because the night belongs to lust", cantava Patti Smith, e Giorgia Cantini lo sa bene. Irrequieta, ruvida e con uno spiccato talento per le cantonate sentimentali, Giorgia è un'instancabile esploratrice delle luci e delle ombre della notte. Dopo una breve parentesi come batterista di una cover band, è ora a capo dell'agenzia investigativa Cantini e scava nell'oscurità delle vite degli altri catalogando segreti, bugie e cuori spezzati. Quando viene ingaggiata per indagare sulla morte di Oliver, aspirante attore il cui cadavere era stato ritrovato in un campo alla periferia di Bologna tre anni prima, Giorgia deve ancora una volta ascoltare la voce del buio. Il giovane è morto a seguito di un pestaggio di chiara matrice omofoba e la notte che si spalanca davanti a lei è quella del battuage, delle dark room, di certi angoli dei parchi dove uomini amano altri uomini con frenetico desiderio o con la speranza di riempire un vuoto. Giorgia incontra gli amici della vittima, la gente del giorno e quella della notte: il vecchio professore del liceo, un compagno ferrarese, un ballerino di musical e Simone, attore famoso con il vizio della cocaina. Con l'aiuto della sua assistente Genzianella, si inoltra in una Bologna sempre più ambigua. Fa i conti con menzogne, tradimenti, emozioni congelate da tempo, e nella notte cerca risposte anche alla sua storia travagliata con il capo della squadra omicidi, Luca Bruni.
All'amministratore delegato di una importante azienda viene diagnosticato un tumore in metastasi avanzata. Non si potrebbe operare, ma un chirurgo famoso lo fa lo stesso. Salvo parcheggiare il paziente in terapia intensiva quando l'operazione non riesce. Tra quest'uomo ormai menomato, incapace di comunicare, in attesa della morte, e il medico di terapia intensiva che deve prendersi cura di lui, comincia un rapporto tormentato e umanissimo che l'autore descrive nei dettagli più personali, suddividendo il romanzo in capitoli, uno raccontato in prima persona dal malato, l'altro dal medico. L'autore è direttore di divisione di anestesia e terapia intensiva all'Istituto Europeo di Oncologia di Milano.
Maria, la nonna di Mario Calabresi, andava a letto esausta, dopo una giornata spesa a lavare montagne di lenzuola e pannolini. Quella sera, quella in cui per la prima volta aveva usato la lavatrice, è stata, nei suoi ricordi, lo spartiacque tra il prima e il dopo. Calabresi ha ricomposto i frammenti di un tempo in cui si faceva fatica a vivere ma era sempre accesa una speranza, e di un presente così paralizzato da non riuscire a mettere a fuoco l'esempio di chi non ha smesso di credere nel futuro. Ed ecco un viaggio nel vissuto del nostro Paese attraverso le storie di chi - scienziati, artisti, imprenditori, giornalisti e persone comuni - è stato capace di inseguire i propri sogni, affrontando a testa alta le sfide collettive e individuali del mondo di oggi. C'è chi è riuscito a offrire una speranza per i malati incurabili, chi è diventato un prestigioso astronomo e spera ancora di vedere l'uomo su Marte, chi ha trasformato la sua tesi di laurea in un'azienda californiana di successo, e chi ha deciso di cambiare il proprio destino giocando l'unica carta a sua disposizione, lo studio. Per intuire che in mezzo allo sconforto diffuso la strada esiste, perché coltivando le proprie passioni non si rimane delusi e perché la libertà si conquista, anche, con la volontà. Per scoprire un giacimento di vita, energia e coraggio, un luogo in cui "le stelle si sono accese per guidare il cammino degli uomini, la loro fantasia, i loro sogni, per insegnarci a non tenere la testa bassa, nemmeno quando è buio".
Una raccolta di dodici racconti ("Abitavo a due passi da un negozio di cravatte", "Sono uscito dal riformatorio", "Mi tolgo subito le mutande così facciamo prima"...) sui rapporti fra uomini e donne: dodici "perizie di parte sui rapporti fra maschi e femmine", in cui ogni personaggio esprime una visione molto faziosa delle sue relazioni di coppia.
La storia di Zeno Cosini, inetto a vivere: una specie di marionetta tirata da fili che quanto più egli indaga, gli sfuggono. Una coscienza inutile a mutare un destino che sembra ineluttabile. E' il capolavoro di Svevo, la prima storia italiana dove entra prepotentemente in scena la psicanalisi come coprotagonista; forse il più grande romanzo del Novecento italiano e uno dei maggiori della letteratura europea di questo secolo.
La storia di Zeno Cosini, inetto a vivere: una specie di marionetta tirata da fili che quanto più egli indaga, gli sfuggono. Una coscienza inutile a mutare un destino che sembra ineluttabile. E' il capolavoro di Svevo, la prima storia italiana dove entra prepotentemente in scena la psicanalisi come coprotagonista; forse il più grande romanzo del Novecento italiano e uno dei maggiori della letteratura europea del XX secolo.
La storia di Zeno Cosini, inetto a vivere: una specie di marionetta tirata da fili che quanto più egli indaga, gli sfuggono. Una coscienza inutile a mutare un destino che sembra ineluttabile. E' il capolavoro di Svevo, la prima storia italiana dove entra prepotentemente in scena la psicanalisi come coprotagonista; forse il più grande romanzo del Novecento italiano e uno dei maggiori della letteratura europea di questo secolo.