
"Le ambizioni sbagliate", secondo romanzo di Moravia, riassume in sé le tematiche caratteristiche di tutta l'opera successiva dello scrittore romano: da un lato la ricca borghesia di Roma, dall'altro figure contrassegnate da atonia morale, snobismo, bassa avidità di denaro, piatta sensualità.
Una ventata progressista scuote il Vaticano. Un piccolo gruppo di religiosi opera in sordina per rinnovare la Chiesa, liberarla dal rigido conservatorismo elitario che la immobilizza e la tiene lontana dai bisogni della gente: due giovani preti e una sorella laica, che sotto l'insegna di "Chiesa rinata" favoriscono contro tutti l'elezione di papa Roncalli e la spinta riformatrice del Concilio Vaticano II. Ma la loro impresa è ostacolata negli anni dalle forze oscure che albergano nella Chiesa. Decennio dopo decennio Marco, Michel, Catherine, e in seguito anche Patrick, un sacerdote americano che ha conosciuto l'abominio della pedofilia, vedranno il Vaticano avvinto dalle spire della finanza deviata, della corruzione politica, della massoneria e della malavita organizzata. Assisteranno a crimini e delitti, tra cui quello clamoroso, e fallito, di papa Wojtyla. Un giornalista incaricato di seguirne le indagini, tra Roma, Istanbul e Sofia, incrocerà il loro cammino e, ugualmente sgomento, dovrà divincolarsi tra ricatti, depistaggi, spie e cospirazioni internazionali. Per scoprire, in fondo all'inchiesta, che come spesso accade la verità, quando è troppo vicina, rischia di sfuggire.
Alla fine degli anni Cinquanta, un giovane italiano di buone letture e nessun pregiudizio passa una stagione a Harvard e un’altra a Broadway. Dunque, corsi e lezioni e incontri importanti nella prestigiosa università: H. Kissinger, A. Schlesinger, J.K. Galbraith, D. Riesman, J. Burnham... Poco dopo, nella capitale dello spettacolo, sensazionali musicals e commedie con leggendari mostri sacri tuttora in scena: Ethel Merman, Mary Martin, Charles Boyer, Claudette Colbert, Lotte Lenya, Paul Newman, Geraldine Page, Lauren Bacall, Elizabeth Taylor, fra Tennessee Williams, Jerome Robbins, Gene Kelly, Woody Allen, Gypsy, Redhead, West Side Story... Intanto, letture e conversazioni coi protagonisti della letteratura: da Edmund Wilson e Saul Bellow e Mary McCarthy a Saul Steinberg e Truman Capote e Jack Kerouac... Incubi e tormentoni metropolitani. Nuovi perbenismi nei suburbia. Gli scapestrati «sabati del Village». Negli anni Sessanta, su e giù per la California, lungo la mitica Highway 101. Soggiorni e scoperte fra San Francisco e Los Angeles, Stanford e Berkeley e Hollywood. Da Alfred Kazin a George Cukor. Panorami e vedute. I primi movimenti dei «figli dei fiori» e le «contestazioni» poi passate più violente in Europa. Quindi, «off-off». Affermazioni vigorose ed effimere delle tendenze e strutture alternative, soprattutto nel cinema e nel teatro controcorrente. Mentre lo spettacolo più convenzionale si abbassa a livelli sempre più infantili e turistici. Visite cool a vari luoghi leggendari, frattanto: New Orleans, New Mexico, Taos, Key West, Cape Cod, Fire Island, Arizona, Disneyland, Honolulu.
Alberto Arbasino è nato a Voghera nel 1930, e ha pubblicato il suo primo racconto nel 1955, su «Paragone». Era Distesa estate, che sarebbe entrato a far parte della raccolta Le piccole vacanze, del 1957. Membro del Gruppo '63, collaboratore di alcune importanti riviste come «L'illustrazione italiana», «Officina», «Il Mondo», «Tempo presente», «Il Verri», e in seguito del quotidiano «la Repubblica», Arbasino ha scritto numerosi saggi, pamphlet e opere di narrativa, che vengono ripubblicati in questi anni da Adelphi (L'Anonimo lombardo, 1959 e 1996; Parigi o cara, 1960 e 1995; Fratelli d'Italia, 1963, 1976 e 1993; Super-Eliogabalo, 1969 e 2001; Specchio delle mie brame, 1974 e 1995; Lettere da Londra, 1997) insieme a nuovi testi (Mekong, 1994; Passeggiando tra i draghi addormentati, 1997; Paesaggi italiani con zombi, 1998; Le Muse a Los Angeles, 2000; Marescialle e libertini, 2004; Dall'Ellade a Bisanzio, 2006). Matinée (1983) è invece, come recita il sottotitolo, Un concerto di poesia.
Questo volume conclusivo – curato come i precedenti da Bruno Falcetto – è un’ampia antologia. La sua prima sezione, “Viaggi”, presenta, oltre al capolavoro America primo amore, Un viaggio a Lourdes (un’opera a cavallo tra reportage e pamphlet, racconto autobiografico e saggio di psicologia sociale), Fuga in Italia (racconto della fuga da Roma a Napoli durante l’occupazione tedesca), e articoli tratti dalle raccolte Fuori (resoconto di viaggi compiuti negli anni Sessanta, dalla Grecia alla Libia, dall’Italia all’URSS), Vino al vino (attraverso l’esperienza del viaggio si valorizza la produzione vinicola italiana), Addio diletta Amelia (racconto del ritorno in America dopo quarant’anni) e L’avventura in Valtellina. La seconda sezione raccoglie tematicamente (Società, Letteratura, Arti figurative e musica, Cinema, teatro e tv) pagine di diario, saggi, recensioni. L’ultima sezione contiene, oltre alla produzione poetica e di canzoni, una scelta tratta da copioni teatrali, tra cui l’inedito giovanile Nerone.
Come sarà l'America di domani? Quanto conterà sullo scenario internazionale? Sarà ancora un laboratorio sperimentale, anticipatrice di mode e culture da esportare? Negli Stati Uniti Riccardo Ruggeri ha lavorato e vissuto a lungo, costruendo una carriera che lo ha condotto ai vertici di importanti aziende. Oggi, da analista politico indipendente, sceglie di raccontarli seguendo alcuni «sensori» che sono diventati nel tempo la bussola con cui osservarne i cambiamenti: il mondo del business, la politica e gli aspetti culturali legati al territorio e alla società. Nascono così queste «cartoline», scorci raccolti nel corso degli anni, che compongono un ritratto variegato della realtà americana: dagli effetti di ciò che l'autore definisce Ceo capitalism, alla descrizione dell'America profonda e ai cupi scenari di American Gothic, da quello che considera il «luogo mito del paese mito», New York, fino alla crisi delle élite. Il libro è un invito a percorrere le strade d'America e a svelarne i segreti perché, scrive l'autore, «cercare di capire l'America significa tentare di comprendere anche cosa ne sarà dell'Europa e dell'Italia».
Da Melville a Brando, da John Ford a Diane Arbus, da Faulkner a Cary Grant, da Monument Valley all'utopia di Arcosanti. Irene Bignardi, che gli Stati Uniti li ha frequentati assiduamente da studentessa, da curiosa, da appassionata di letteratura, di cronache e di cinema americano, ha raccolto le esperienze accumulate nel corso di venticinque anni di giornalismo culturale seguendo un percorso libero. E ci propone con le sue cinquanta storie una vivace e ironica cronaca letteraria e il quadro divertente e appassionato di un'America talvolta imprevedibile, ma sempre tumultuosamente creativa.
Mentre è in viaggio in Italia con il suo amante Vrónskij, Anna Karénina avvia quasi per caso una corrispondenza con Emma Bovary, una signora francese che abita in provincia. Per sfuggire alla monotonia della propria vita, Emma cerca rifugio nei piaceri della letteratura e quindi non esita a consigliare ad Anna di leggere "L'epistolario" di Abelardo ed Eloisa, che l'ha conquistata. Anche sulla spinta di questa comune passione, le due donne iniziano a scriversi con assiduità e a scambiarsi racconti, chiacchiere e considerazioni sulle rispettive esistenze, che in parte ricalcano la trama dei romanzi di cui sono protagoniste, in parte la reinterpretano o la reinventano. Mentre la corrispondenza tra Anna ed Emma si fa sempre più intima e disinibita, a una festa in casa Guermantes Anna incontra Charles Swann, che la introduce nei fascinosi ambienti di una Parigi a lei sconosciuta, l'accompagna al Père-Lachaise sulla tomba di Abelardo ed Eloisa, all'atelier di Degas, ai caffè degli impressionisti e soprattutto le presenta la sua amante, la cocotte Odette de Crécy. Nel frattempo, a Rouen, Emma incontra a teatro Rossella O'Hara e Rhett Butler: prigioniera delle sue passioni e ostinata nel desiderio di evadere dal meschino orizzonte borghese, progetta di partire per l'America con la sua nuova ed effervescente amica...
Sofia, Carla, Norma e Vera: donne in prima linea sulla frontiera della vita che corre veloce. I figli frequentano le stesse scuole milanesi, così la mattina prima del lavoro le quattro amiche condividono un caffè al bar Golden Palomino - una vera istituzione -, parlano di sé, di quello che succede intorno. Sofia è un po' fissata con il cibo, con i pasti che ogni giorno diventano il campo su cui misurare la propria ansia di perfezione e le proprie nevrosi; Carla è angosciata dalla precarietà di un lavoro che non si è mai concretizzato, dal rapporto difficile con il marito (la cui carriera va a gonfie vele) e dal fatto di ritrovarsi intrappolata negli spazi e nei riti domestici; Norma, invece, è reduce da una separazione dolorosa, e si trova a fronteggiare i molti paradossi dell'essere di nuovo single a quarant'anni e con i figli al seguito; infine Vera, una donna che porta il mondo sulle spalle e non si ferma mai, la breadwinner di una famiglia in cui il marito ha perso il lavoro: sarà proprio lui, rovinato dalle slot, a sparigliare le carte in modo drammatico e inaspettato. Questo momento di crisi unisce le amiche e le costringe a confrontarsi. Ciascuna di loro darà del dramma di Vera la sua interpretazione, in quel coro femminile di riflessioni autonome e concentriche che, piano piano, conferisce senso alla realtà, anche quella più dura, rendendola pensabile e visibile, come in un caleidoscopio.
Sofia, Carla, Norma e Vera: donne in prima linea sulla frontiera della vita che corre veloce. I figli frequentano le stesse scuole milanesi, così la mattina prima del lavoro le quattro amiche condividono un caffè al bar Golden Palomino - una vera istituzione -, parlano di sé, di quello che succede intorno. Sofia è un po' fissata con il cibo, con i pasti che ogni giorno diventano il campo su cui misurare la propria ansia di perfezione e le proprie nevrosi; Carla è angosciata dalla precarietà di un lavoro che non si è mai concretizzato, dal rapporto difficile con il marito (la cui carriera va a gonfie vele) e dal fatto di ritrovarsi intrappolata negli spazi e nei riti domestici; Norma, invece, è reduce da una separazione dolorosa, e si trova a fronteggiare i molti paradossi dell'essere di nuovo single a quarant'anni e con i figli al seguito; infine Vera, una donna che porta il mondo sulle spalle e non si ferma mai, la breadwinner di una famiglia in cui il marito ha perso il lavoro: sarà proprio lui, rovinato dalle slot, a sparigliare le carte in modo drammatico e inaspettato. Questo momento di crisi unisce le amiche e le costringe a confrontarsi. Ciascuna di loro darà del dramma di Vera la sua interpretazione, in quel coro femminile di riflessioni autonome e concentriche che, piano piano, conferisce senso alla realtà, anche quella più dura, rendendola pensabile e visibile, come in un caleidoscopio.
Il volume conclude la trilogia "La grande famiglia" iniziata con "L'assente" e "Arrivi e partenze". Nel 1999 la famiglia si è molto ingrandita ed è allietata da matrimoni e nascite, ma colpita anche da dure circostanze di sofferenza fisica e morale. Appaiono sulla scena persone sgradite e pericolose. Ma la grande famiglia ha in sé la forza per superare le avversità e gli ostacoli.
Bologna, 1954. Il Bar Margherita, sotto i portici di via Saragozza, è frequentato dai campioni della città: campioni nel biliardo, nel poker, nella briscola, nella conquista delle donne, nelle gare di boogie, nelle bevute, nel guidare spericolatamente ma, soprattutto, nell'investire gran parte del tempo negli scherzi da riservare agli amici. Tutto sembra andare per il meglio finché non accade l'irreparabile: il fidanzamento dell'ingenuo Bep con la navigata Beatrice, "l'unica a essere uscita con tutti i ragazzi di via Saragozza sia dalla parte dei numeri pari che dei numeri dispari"! Matrimonio più disarmonico è difficile da immaginarsi ma difficile sarebbe anche farlo saltare, considerati gli interessi delle rispettive famiglie... Fortuna però che esistono gli amici del Bar Margherita, quell'"unità di crisi" sempre pronta a correre in soccorso di uno dei suoi membri in difficoltà.