
La meticolosa preparazione di una trappola diabolica ai danni di Bond, nelle stanze più segrete e più cupe di una Mosca ancora staliniana; un lungo e molto fascinoso intermezzo nella città di tutte le trame e di tutti gli intrighi, Istanbul; un fuori programma assai movimentato in un campo di zingari (e soprattutto zingare); un viaggio attraverso l'Europa sul treno dove molte passioni e altrettanti crimini finivano un tempo per consumarsi: l'Orient-Express.
Tra le storie più affascinanti di sempre merita senza dubbio un posto quella del Koh-i-Nur, il diamante dal valore stimato «in due giorni e mezzo di cibo per il mondo intero», la gemma portentosa contesa nel corso dei secoli da un numero impressionante di re, conquistatori, principi, razziatori, ladri e imperatori, le cui morti truculente ne alimentarono la fama di pietra maledetta: accecati, avvelenati, torturati, bruciati nell'olio bollente, 'incoronati' con il piombo fuso o uccisi dai familiari. Nel riscrivere questa storia, William Dalrymple e Anita Anand la sottraggono alle brume del mito e la ricostruiscono meticolosamente a partire dalle fonti originali (persiane, afghane, urdu, in parte tradotte per la prima volta). E mostrandoci, tra l'altro, come la 'maledizione' non abbia nulla di soprannaturale, ma sia la concreta manifestazione della cupidigia e della furia omicida che questo gioiello inestimabile ha suscitato, storicamente, in tutti coloro che lo hanno bramato. E quando il Koh-i-Nur trovò in Inghilterra «la sua dimora definitiva», lo seguì il suo ultimo proprietario indiano, Duleep Singh, che nacque sovrano del più potente regno dell'India e morì, abbandonato da tutti, in un hotel di Parigi, mentre la gemma che un tempo aveva fieramente indossato faceva bella mostra di sé sulla corona della regina Vittoria.
Inghilterra, 1321. Il gufo è stato gettato sulla soglia di casa sua, morto; gli occhi sbarrati sembrano accusarlo. Giles conosce il significato di quel macabro dono, sa che è ben più di un avvertimento: i Maestri Oscuri stanno per venire a prenderlo, per assalirlo nella foresta o nel suo letto. Lo puniranno per i suoi peccati.
Dopo qualche settimana di terrore, infatti, un gruppo di uomini con i mantelli scuri lo accerchia, i visi nascosti da maschere da gufo. Lo agguantano, lo feriscono e lo portano via, per sempre. Giles viene sacrificato agli dei, il giorno della fiera del primo maggio, perché non è stato in grado di resistere alle tentazioni.
Nessuno nel villaggio ha mai osato opporsi agli atroci soprusi perpetrati dall’antica setta. Da qualche anno, però, è giunto dal nord della Francia un gruppo di donne, le seguaci di Marta, con l’intento di stabilirsi a Ulewic e di portarvi un messaggio di pace. Sono loro le prime a sollevarsi in difesa dei deboli.
Quando i Maestri si accorgono dell’influenza che le straniere cominciano ad avere sulla gente, capiscono che quelle che erano sembrate delle innocue religiose potrebbero trasformarsi in una minaccia al loro potere. C’è un unico modo per eliminarle: farle diventare agli occhi del popolo l’incarnazione di ciò che più teme. Saranno accusate di essere delle streghe, di aver ucciso gli animali e distrutto i raccolti, uniche ricchezze dei contadini, di aver portato il più terribile dei mali: la peste. E forse neppure la sacra reliquia che nascondono sarà in grado di proteggerle dall’ira funesta degli Oscuri.
1565: Solimano il Magnifico è a capo del più grande impero del mondo e vuole convertire l'umanità intera alla fede del Profeta. Ma nel mezzo di quel "lago turco" che è il Mediterraneo, un pugno di monaci guerrieri è deciso a resistergli. Per i turchi sono i "cani dell'inferno"; loro amano definirsi "la Religione": sono i Cavalieri di Malta. Ma la sorte dei Cavalieri sembra segnata: con i suoi settantamila soldati il gran sultano vuole spazzarli via. Nel frattempo, in Sicilia, una nobildonna maltese in disgrazia cerca di raggiungere la sua isola per ritrovare il figlio illegittimo che le è stato strappato alla nascita. Ma il Gran maestro dell'Ordine non consente l'accesso a nessuno che non possa combattere; anzi, per salvare Malta, ha bisogno di un guerriero d'eccezione. Il suo nome è Mattias Tannhauser, le sue origini sono oscure, per anni ha militato nell'esercito di Solimano. Mattias adesso è un uomo di pace e non sarà facile convincerlo a imbracciare nuovamente un'arma. A meno che non sia una donna a chiederglielo, una donna disposta a tutto pur di poter rientrare nell'isola dove è nata. Mentre il conflitto tra Islam e Cristianità assume i contorni dello scontro apocalittico, una madre disperata e un uomo reduce dall'inferno cercano un bambino senza nome e senza volto. E su di loro si allunga la mano insanguinata dell'Inquisizione...
"Mi accingo a scrivere della mia vita; a partire dalla mia prima fanciullezza via via anno per anno fino a quella svolta fatale in cui, circa otto anni fa, mi trovai subitamente impegolato in una crisi che chiamerò 'aurea' e dalla quale non ho mai potuto districarmi." Zio di Caligola, marito dell'infedele Messalina, padre adottivo e vittima di Nerone, l'imperatore Claudio inizia il racconto della sua vita, scritto proprio di suo pugno, e non affidato, com'era costume a quei tempi, a un oscuro segretario o a un annalista adulatore. Immaginaria autobiografia del grande imperatore, "Io, Claudio" rievoca i fasti, i costumi e la potenza della Roma imperiale, ma anche gli episodi grotteschi e le tragiche avventure di colui che, tra i dodici Cesari, ebbe la vita più movimentata. Primo "generalissimo" dell'impero, seguiremo Claudio nell'instaurazione della dominazione permanente della Britannia, nei palazzi dei deserti libici, per le strade di Roma, negli accampamenti dei Balcani, addirittura ad Antiochia in una casa infestata dagli spiriti.
L’Inghilterra all’inizio del 1500 è in un vicolo cieco, a un passo dal disastro. Se il re morisse senza un erede maschio, il Paese sarebbe condannato a una guerra civile. Enrico VIII vorrebbe annullare il suo matrimonio e sposare Anna Bolena, ma il Papa e la maggioranza dei regnanti d’Europa si oppongono. Sarà Thomas Cromwell ad occuparsi di questa impasse: figlio di un fabbro di Putney, uomo capace di redigere un contratto come di addestrare un falco, disegnare una mappa e sedare una rissa, arredare una casa così come di corrompere una giuria. Architetto machiavellico del regno di Enrico VIII e artefice dei destini della dinastia dei Tudor, il protagonista del pluripremiato romanzo di Hilary Mantel emerge in tutta la sua contraddittoria umanità: nonostante le sue umili origini, quest’uomo venuto dal nulla, dedito ai mestieri più disparati - mercenario in Francia, banchiere a Firenze, commerciante di tessuti ad Anversa – in virtù delle sole doti intellettuali sarà in grado di rompere le rigide regole della società inglese e rialzarsi da una drammatica situazione personale, e di lui si servirà il re per ottenere il divorzio da Caterina d’Aragona e unirsi ad Anna Bolena, dando così un nuovo corso alla storia della chiesa d’Inghilterra.
Hilary Mantel è nata a Glossop, nel Derbyshire, nel 1952. Scrittrice prolifica, ha esordito nel 1985 con Every Day is Mother's Day e molti dei suoi romanzi sono stati finalisti a importanti premi letterari, primo tra tutti l’Orange Prize (Beyond Black, di prossima pubblicazione per Fazi Editore). Wolf Hall è stato insignito nel 2009 di uno dei più importanti premi letterari del mondo, il Man Booker Prize, ed è stato finalista al Costa Novel Award 2009 e all’Orange Prize for Fiction 2010. Di Wolf Hall Hilary Mantel sta scrivendo un sequel, The Mirror and the Night.
Nello splendore della villa di famiglia di Morton Hall, Sir Philip e Lady Gordon aspettano la nascita dell'erede. Quando anziché il maschio desiderato nasce una femmina, decidono comunque di chiamarla Stephen. La bambina crescendo rivela ben presto abitudini e atteggiamenti diversi dalle sue coetanee e la isolano da chi la circonda, costringendola a un'infanzia difficile e a una tormentata adolescenza. Raggiunta la maturità Stephen Gordon si innamorerà perdutamente di un'altra donna.
Nel 1905, all'età di trentun'anni, Gilbert Keith Chesterton riunisce in un unico volume gli articoli scritti per il liberale "Daily News". Nasce così Eretici, in cui il "principe del paradosso", facendo sfoggio di tutta la sua tagliente ironia, passa al vaglio le più importanti figure del suo tempo, in particolare del mondo della letteratura e dell'arte: Rudyard Kipling, Gorge Bernard Shaw, H. G. Wells, James McNeill Whistler. Ciò che soprattutto gli interessa è però combattere le "eresie" di cui si fanno banditori o interpreti e che si riflettono in quelli che l'autore identifica come i grandi mali della modernità: la cieca fede nel progresso, lo scetticismo, il determinismo, la negazione dell'esistenza di Dio e dei valori fondamentali del cristianesimo. Frutto di un sapiente dosaggio di umorismo e buon senso, "Eretici" suscitò le ire di alcuni critici, perché condannava le filosofie coeve senza fornire alternative. Lo scrittore inglese decise quindi di replicare qualche anno più tardi con un altro celebre titolo, "Ortodossia", di cui questo resta l'essenziale premessa. Prefazione di Roberto Giovanni Timossi.
In una pensione sulle colline di Londra arriva all'improvviso un vento impetuoso che scuote ogni cosa, compresi gli ospiti un po' annoiati che vi alloggiano. E porta sulla scena uno strano individuo: Innocent Smith, un gigante scomposto, allegro, rumoroso, eccentrico, forse un po' matto. Anzi, magari è un pericoloso criminale, visto che in sua presenza accade di tutto: pistolettate, una violazione di domicilio, rapimenti di innocenti fanciulle, un tumultuoso processo. E magari non è neppure da solo quando compie le sue azioni dirompenti. Per dichiarare guerra a tutto ciò che spegne una sana meraviglia verso l'esistere non basta l'azione isolata e solitaria di un singolo, occorre un'incursione congiunta: un complotto di famiglia. Chi è l'Uomovivo? O, meglio, chi sono? Chesterton è davvero al suo meglio in questo romanzo "filosofico" pubblicato nel 1912, ma che mantiene intatta, dopo oltre cento anni, la sua carica lietamente eversiva nei confronti di ogni specie di conformismo e di tutte le idee troppo ovvie per essere vere. Dale Ahlquist ricorda Edoardo Rialti nell'Introduzione - una volta mise i lettori saggiamente in guardia: "Quanto più leggi Chesterton, tanto più ti sottoponi allo spaventoso pericolo di vedere le cose per la prima volta". Prefazione di Edoardo Rialti.
A chi la visitasse per la prima volta, Pagford apparirebbe come un'idilliaca cittadina inglese. Un gioiello incastonato tra verdi colline, con un'antica abbazia, una piazza lastricata di ciottoli, case eleganti e prati ordinatamente falciati. Ma sotto lo smalto perfetto di questo villaggio di provincia si nascondono ipocrisia, rancori e tradimenti. Tutti a Pagford, dietro le tende ben tirate delle loro case, sembrano aver intrapreso una guerra personale e universale: figli contro genitori, mogli contro mariti, benestanti contro emarginati. La morte di Barry Fairbrother, il consigliere più amato e odiato della città, porta alla luce il vero cuore di Pagford e dei suoi abitanti: la lotta per il suo posto all'interno dell'amministrazione locale è un terremoto che sbriciola le fondamenta, che rimescola divisioni e alleanze. Eppure, dalla crisi totale, dalla distruzione di certezze e valori, ecco emergere una verità spiazzante, ironica, purificatrice: che la vita è imprevedibile e spietata, e affrontarla con coraggio è l'unico modo per non farsi travolgere, oltre che dalle sue tragedie, anche dal ridicolo. J.K. Rowling firma un romanzo sulla società contemporanea, una commedia sulla nozione di impegno e responsabilità. In questo libro di conflitti generazionali e riscatti le trame si intrecciano e i personaggi rimangono impressi come un marchio a fuoco. Pagford, con tutte le sue contraddizioni e le sue bassezze, è una realtà così vicina da non lasciare indifferenti.
1754. Nati e cresciuti a Madras, in India, Theo Courtney e sua sorella Constance sono sempre stati inseparabili, ma la tragica morte dei genitori li allontana bruscamente, mettendo fine alla loro infanzia fatta di avventure e complicità. Theo, tormentato dai sensi di colpa, cerca il riscatto arruolandosi nell'esercito britannico e combattendo nella guerra franco-indiana. Connie, convinta di essere stata abbandonata dal fratello, dopo aver subito ogni sorta di abusi e angherie da chi avrebbe dovuto proteggerla, riesce infine a fuggire in Francia e a farsi accettare nell'alta società parigina. Ma ancora una volta si ritrova alla mercé di uomini crudeli e senza scrupoli, la cui sete di potere e di gloria finisce per condurla suo malgrado sul fronte nordamericano della Guerra dei sette anni, dove Francia e Gran Bretagna si affrontano senza esclusione di colpi. Poi, inaspettatamente, le loro strade si incontrano di nuovo, e i due fratelli si rendono conto che la vendetta e la redenzione che entrambi stanno disperatamente cercando potrebbero costare loro la vita... Una nuova generazione di Courtney lotta per la libertà in un susseguirsi di dolorose tragedie e grandi passioni, atti di eroismo e orribili tradimenti, che portano il lettore nel cuore della guerra franco-indiana.
Edward Rutherfurd celebra la più grande città d’America in questa appassionante saga, unendo con abilità fiction e storia. Dagli inizi del Nuovo Mondo – quando New York era solo un piccolissimo villaggio di pescatori Indiani sull’isola di Manna Hata – alla New York moderna dei grattacieli, l’autore ricostruisce l’intera storia di questa straordinaria metropoli. Passando attraverso la guerra civile, l’immigrazione, il boom economico e l’attacco alle Torri Gemelle, Rutherfurd mescola l’impeccabile ricerca storica al bellissimo racconto dei destini intrecciati di numerose famiglie, ricche e povere, bianche e nere, immigrate e non, ricostruendo, attraverso le loro peripezie, quattro secoli di storia americana.

