
Nessuno può sottrarsi allo charme di Myra Henshawe: né gli "amici artisti", né gli "amici ricchi", che subiscono rassegnati il suo sarcasmo fulmineo. Adorabile e imperiosa, Myra sembra avere proprio tutto. Anche un marito devoto, il quale non può scordare che Myra, per sposarlo, ha rinunciato a un'immensa fortuna. Ma crepe sottili percorrono la superficie di questa perfezione. Solo l'occhio incantato e perspicace di una ragazzina riesce a scorgerle; ed è come se nella casa degli Henshawwe, dove regnano spensieratezza e buone maniere, penetrasse uno spiffero gelido, suscitando un misterioso terrore.
Justice ama giocare a calcio, tifa per il Manchester e vive in Ghana. Ha solo quattordici anni quando lascia il villaggio dove è cresciuto per trovare un po’ di quella giustizia che porta nel nome. Non sa dove è diretto. Non lo sa quando salta su una carovana del deserto, puntando al confine algerino. Non lo sa quando attraversa lo spietato deserto del Niger, costellato dalle ossa dei tanti che non ce l’hanno fatta. Né quando apre un varco nel muro nella terribile prigione di Qatrun, per tirare fuori i suoi amici rinchiusi come clandestini. Anche in Libia, dove il suo tempo si fa attesa, dove viene arrestato e torturato, non gli è chiaro dove sta andando. E non lo diventa quando, insieme a decine di altre persone, viene stipato su una barca. Né quando i mercanti di uomini lo abbandonano in mezzo al mare. Dopo giorni e notti trascorsi attaccati alle reti per i tonni, qualcuno finalmente si decide a soccorrere chi è sopravvissuto, e dice: «Là si prenderanno cura di voi. È un’isola italiana». Ma neanche allora Justice sa dove è diretto. È partito per il suo viaggio verso la Terra Promessa, ma dove sia questa terra, non lo sa.
Il viaggio di Justice è durato quattro anni, tanti ce sono voluti per attraversare un continente, per fare a piedi o con mezzi di fortuna le migliaia di chilometri che lo separavano dalla speranza di una vita migliore. Non è che un ragazzo, con la saggezza di chi ha vissuto mille anni. Ha conosciuto la paura e la speranza, la fame e il freddo, la solidarietà e la solitudine, l’innocenza e la violenza. Ma il suo viaggio, come quello di milioni di ragazzi come lui, non è ancora finito.
Un’odissea indimenticabile e di stringente attualità, che avvince e commuove con la forza implacabile della verità.
Jack Aubrey, a bordo dell'"Ariel", si sta dirigendo verso il mar Baltico: lo scopo è quello di raggiungere le truppe catalane, che stanno occupando Grimsholm per conto dei francesi, e di convincerle a "tradire" Napoleone in favore della Gran Bretagna. Incaricato di questa delicata missione è, ovviamente, Stephen Maturin, che può vantare una perfetta conoscenza della lingua catalana e impeccabili credenziali politiche. Stephen riesce nel suo intento, ma il ritorno in patria non sarà certo dei più tranquilli. Naufragati, dopo un epico scontro, sulle coste francesi, Jack e Stephen saranno infatti condotti a Parigi e rinchiusi in una tetra prigione in attesa di essere giustiziati...
Stephen Maturin viene a sapere che un eminente catalano, inviato dai servizi segreti inglesi nel Mar Baltico, è morto in un naufragio. Costui avrebbe dovuto raggiungere le truppe catalane che occupavano un'isola per conto dei francesi e convincerle a cedere l'avamposto agli inglesi. Stephen sa che adesso tocca a lui portare a termine quella missione e propone l'impresa al fidato Aubrey. I due riescono nell'intento, ma sulla via del ritorno, durante una violentissima burrasca, dopo un epico scontro con un vascello francese, la loro goletta naufraga sulle coste della Bretagna e tutto l'equipaggio viene catturato. Stephen e Jack vengono condotti prigionieri a Parigi e rinchiusi nella tetra prigione del Tempio in attesa di essere giustiziati.
Un giovane investigatore in erba, Mick Williams, è molto interessato alle vicende di una banda di inafferrabili rapinatori di banche. Ma non sa che presto la sua strada incrocerà la loro. Il suo amico Izzy, infatti, gli insegna come entrare di nascosto negli studi cinematografici Kellerman, un luogo che custodisce tanti segreti, tra cui uno che riguarda proprio la banda dei rapinatori.
Mentre la Guerra civile americana è ormai alla fine, a Redemption Falls, la capitale di un immaginario territorio di frontiera nel Nordovest degli Stati Uniti, James O'Keeffe fatica a svolgere il ruolo di governatore, abbandonato da Washington e guardato con sospetto dai suoi rudi concittadini. Irlandese di nascita, con un rocambolesco passato da oppositore della Corona britannica, O'Keeffe è sposato con un'ereditiera di New York, la bella e ombrosa Lucia-Cruz McLelland. Il loro matrimonio - un'unione tormentata, cui sono dedicate alcune delle pagine più intense del romanzo - è però in crisi da un pezzo. Quando, dopo anni di separazione, Lucia decide comunque di raggiungere il marito nei selvaggi territori del West, trova non solo un uomo spaesato e distante, ma anche, con lui, un misterioso ragazzino, probabilmente uno dei tanti orfani del conflitto. Né lei né O'Keeffe - figura eroica e feroce, capace di grandezza e di meschinità, vero emblema di un periodo tempestoso e cruento - possono immaginare che, dal Sud al Nord, una giovane donna stia attraversando il paese alla ricerca proprio di quel ragazzino, in un lungo viaggio che avrà conseguenze sorprendenti sulla loro vita e sul destino di molte altre persone.
Nata nel carcere di Newgate, orfana, sposa del fratello, piccola apprendista cucitrice, giovane gentildonna, femminista ante litteram, e più grande ladra del suo tempo. Questo, e altro, è Moll Flanders. E prima ancora è una maestra del travestimento e dell'inganno, al punto che neanche il suo stesso nome è certo, anche quello è una copertura, un velo che ci impedisce di conoscerne la vera identità. Nel 1722, meno di tre anni dopo aver scritto Robinson Crusoe, Daniel Defoe dà alle stampe Moll Flanders: uno dei frutti principali della straordinaria stagione creativa di cui fu protagonista. "Defoe si aggira dovunque a Londra," scriveva E.M. Forster. Se Robinson prende il largo e diventa il più famoso naufrago della storia letteraria. Moll ci accompagna per le strade e le campagne inglesi. Nel suo picaresco pellegrinaggio la seguiamo in luoghi d'ogni genere e compagnie d'ogni risma: con lei entriamo nelle case della borghesia in ascesa, dormiamo nei letti di mercanti e truffatori, lasciamo Londra per concederci una gita a Oxford e saliamo a bordo di diligenze dirette nel nord dell'Inghilterra, ci innamoriamo di un bandito irlandese e veniamo deportati come schiavi nelle colonie americane della Virginia. Questa nuova traduzione si propone di portare alla luce la creatività verbale e lo stile oraleggiante di Moll, inarrestabile e sensuale narratrice.
"Molloy" è il primo capolavoro della "Trilogia": personaggi che cercano instancabilmente la propria identità, un movimento a spirale di riflessioni che ruotano sempre più vicine al nulla. Molloy, misero e inerme, è rinchiuso nella stanza della madre morta e scrive in continuazione. Ogni settimana uno sconosciuto porta via tutto ciò che ha scritto offrendogli del denaro. Molloy racconta la sua inutile odissea trascorsa in cerca della madre. Nella seconda parte, Moran descrive la stessa storia di Molloy da un punto di vista completamente opposto: egli è un agente privato, la sua follia paranoica si esprime in gretto sadismo e severo autocontrollo, il suo compito è dare la caccia a Molloy.
Settembre 1938. Hugh Legat è uno degli astri nascenti del Servizio diplomatico britannico e lavora al numero 10 di Downing Street come segretario particolare del primo ministro, Neville Chamberlain. L'aristocratico Paul von Hartmann fa parte dello staff del ministero degli Esteri tedesco ed è in segreto un membro della cospirazione anti-Hitler. I due uomini, che si erano conosciuti e frequentati a Oxford, non si sono più visti né sentiti per sei anni, fino al giorno in cui le loro strade si incrociano nuovamente in circostanze drammatiche in occasione della Conferenza di Monaco, un momento cruciale che definirà il futuro dell'Europa. Entrambi si ritroveranno di fronte a un grave dilemma: quando sei messo alle strette e il rischio è troppo alto, chi decidi di tradire? I tuoi amici, la tua famiglia, il tuo paese o la tua coscienza? Nella tradizione di Fatherland, che ha reso famoso Robert Harris in tutto il mondo, Monaco è un romanzo di spionaggio basato sui fatti reali che hanno cambiato il corso della storia, che parla di tradimento, coscienza e lealtà ed è ricco di dettagli e figure chiave dell'epoca – Hitler, Chamberlain, Mussolini, Daladier –, raccontati in maniera vivida e cinematografica.
Questo incredibile esordio narrativo abbatte a spallate i confini tra i generi letterari: è al contempo una favola politica sull'assurdità della guerra, un'opera sarcastica di fantascienza sui pro e i contro dell'Apocalisse, un thriller imbottito di cospirazioni, guerrieri ninja e cani cannibali, un horror alla Lovecraft sul nostro futuro mica tanto remoto.
La trama in soldoni: le Bombe Svuotanti hanno cancellato intere zone della realtà dalla faccia della terra. Un soldato senza nome e il suo eroico amicone Gonzo Lubitsch devono affrontare l'inimmaginabile minaccia che viene dall'esterno della Zona Abitabile: un assortimento da incubo di mutanti e mutazioni. Non contenti di avere fra le mani il destino dell'umanità, i due finiscono per trovarsi coinvolti in un triangolo amoroso potenzialmente catastrofico. Accompagnati da una ciurma di guerrieri male assortita e rotta a ogni esperienza, i nostri eroi riusciranno a salvare questo caoticissimo mondo postapocalittico?
E soprattutto: ne vale la pena??? Salutata dalla stampa internazionale come un'opera esilarante e profonda, erede di Comma 22 e del miglior Kurt Vonnegut, questa avventurosa odissea comica in 3D dotata di effetti sonori speciali, rappresenta l'irruzione sulla scena letteraria mondiale di un autore pieno di un talento tanto esuberante quanto irresistibile.