
Jaffy Brown ha otto anni quando, per le strade della Londra vittoriana, si imbatte in un gatto dalle proporzioni maestose, concentrato puro di bellezza, agilità, istinto. E l'intervento di Charles Jamrach a salvare Jaffy dalle fauci della tigre. E per premiare il coraggio del ragazzino, Jamrach lo prende a lavorare con sé nel suo negozio di animali esotici. Comincia così, sotto un cielo fuligginoso e gonfio di miasmi, tra il frullare d'ali dei pappagalli e lo stridio senza tregua delle scimmie, l'avventura che porterà Jaffy in mare aperto, a bordo di una baleniera sulla rotta d'Oriente, alla ricerca del leggendario drago di Komodo. Al suo fianco c'è Tim, il suo nuovo, amato, ambiguo amico. La spedizione è un successo, il drago viene catturato. Ma le provviste finiscono, la caccia alla balena non dà risultati, gli uomini hanno fame e cominciano a mormorare che quella bestia in gabbia, vibrante di rabbia e di paura, porta sfortuna. Finché una tempesta investe con violenza la baleniera, la affonda. E un altro viaggio ha inizio: lento, livido, allucinato, su un oceano perfettamente immobile in cui l'animo di ognuno sarà costretto, presto o tardi, a specchiarsi.
Chi ha di Mordecai Richler l'immagine di un narratore irresistibile e torrenziale (irresistibile anche perché torrenziale) deve metterla da parte. Da vero epigono di razza del cabaret yiddish, Richler sapeva perfettamente come allestire un one man show, cioè come scrivere e interpretare un breve monologo che sotto l'ombrello di una comicità viscerale e inarginabile disegnasse, attraverso le vicissitudini e i tic di un personaggio, tutto un mondo. Non è dunque un caso che nel 1969, a metà circa della sua carriera, abbia deciso di prendersi una vacanza, e raccontare daccapo le storie del suo quartiere a Montreal, solo in una forma più diretta e confidenziale, lasciando cioè che si sovrapponessero e si intrecciassero così come, in apparenza, gli venivano in mente. Ecco perché in queste pagine si mischiano, con la massima libertà possibile, una disamina delle catastrofiche ripercussioni di un pezzo di "Time" sulla vita quotidiana di St. Urbain Street, una divagazione sull'uso "privato" delle cabine telefoniche pubbliche e un manualetto sul sesso redatto da un cultore della materia assai vicino a molti lettori: Duddy Kravitz. Per capire di chi è questo libro, e cosa offra, basterebbe insomma aprirlo a caso, senza neppure guardare la copertina.
Una giornata d'inverno, un paesino isolato dalla neve, in mezzo alla desolazione della brughiera vicino a Dartmoor e alla sua famigerata prigione. A Sittaford House la signora Willett, che dal Sudafrica è venuta a passare la stagione invernale in questa remota località del Devon insieme alla figlia Violet, tiene salotto, come sempre. Per passare il pomeriggio, gli ospiti decidono di fare una seduta spiritica. Ma quello che doveva essere un gioco si trasforma in un incubo: gli spiriti, infatti, annunciano che il capitano Trevelyan, il proprietario di Sittaford House che ha ceduto in affitto la sua casa alle Willett ritirandosi in una vicina cittadina, è stato assassinato proprio in quel momento. Tutti gli astanti sono sconvolti. Il maggiore Burnaby, vecchio compagno del capitano, si precipita a casa dell'amico dove fa una sconvolgente scoperta...
Una mattina come tante nella cucina in disordine, nell'aria pungente di una Dublino ancora addormentata. Una mattina come altre quella in cui Ben decide di dire addio alla moglie Rose, ai suoi tre figli e a vent'anni di vita assieme. Rose non parla, non reagisce, non sa nemmeno cosa provare. Con questa scena si apre "La metà di niente", il felice romanzo d'esordio di Catherine Dunne, il diario lucido e drammatico di una donna che, di punto in bianco, si trova sola, senza soldi e con una famiglia da mantenere. Come in un album di fotografie, la nuova vita di Rose si alterna a flashback della vita passata, dei suoi sogni giovanili, delle sue illusioni romantiche sul matrimonio. Ma tra lacrime e disperazione, tra rabbia e sensi di colpa, Rose diventa forte.
La vicenda raccontata è una storia realmente accaduta. Siamo nel 1937, è da poco passato Natale, il Natale russo che secondo l'antico calendario giuliano cade 18 giorni dopo quello occidentale. È mattina, fa molto freddo, quando nella zona orientale della vecchia Pechino, vicino a un'imponente e spettrale torre di guardia, la Torre delle Volpi, viene ritrovato il cadavere di una giovane donna. Ai suoi piedi montano la guardia due huang gou, due cani gialli. In quel periodo era abbastanza frequente trovare cadaveri per le strade della città: morti per fame o freddo, per suicidio o per droga o in seguito a risse violente negli hutong della città. Ma questo omicidio appare subito diverso. Diverso perché la morta è una donna occidentale, una bianca, e "pelle bianca" come afferma Han, l'ambiguo colonnello della polizia locale incaricato delle indagini, "significa domande. Domande da parte di uomini potenti, uomini che non mollano finché non ottengono risposte" e risposte che a loro convengono, naturalmente. Ed è diverso, anche perché il volto del cadavere è orrendamente sfigurato, i vestiti da studentessa stracciati e dal petto aperto sono stati prelevati alcuni organi, tra cui il cuore. L'orologio costoso al polso della ragazza ha smesso di funzionare poco dopo la mezzanotte. La morta è Pamela Werner, figlia di un ex diplomatico inglese, professore, archeologo, linguista, uno studioso molto noto in città e nel Quartiere delle legazioni...
"Scegliendo le parole con la cura e la pacatezza di un abile intarsiatore la Gaskell racconta con straordinaria delicatezza la storia di Phillis, cugina del diciannovenne Paul, e si esprime attraverso una sorta di realismo in bilico tra due ideali: da una parte la campagna, armoniosa e immobile, e dall'altra la città con il suo dinamismo ineluttabile e divoratore". (Kate Singleton)
Clara, 33 anni, sposata con due figli, scrive per una rivista. Non è particolarmente carina, i figli dei suoi amici le danno sui nervi, cerca di essere una buona madre e una buona moglie, ma non è molto sicura di cosa si deve fare. Nell'accompagnare i bambini a scuola Clara si ritaglia degli spazi per chiaccherare con altre donne, con Naomi, perennemente in lizza per diventare la casalinga perfetta, con Joyce, separata, che cresce le figlie a pane fatto in casa, con Tasmin, che, nonostante la sua bellezza, non riesce a trovare qualcuno con cui fare un figlio. E deve trovare il tempo per occuparsi della sua famiglia, ovviamente complicata, costituita da una madre, un padre, due ex patrigni, tre ex fratelli.
La prima voce narrante femminile di McEwan dall'epoca di "Espiazione", Serena Frome, è una figlia degli anni Sessanta senza slogan né rivoluzioni, una figlia borghese cresciuta dal padre vescovo entro i confini protetti di una cattedrale, lontana dalle inquietudini politiche e sociali che sferzano la Gran Bretagna dei primi anni Settanta. La sua iniziazione al mondo si compie attraverso un amante maturo, docente di storia e amico personale del ministro dell'Interno, che a Serena insegna ad accostare il giusto vino al giusto cibo e a contemperare la baldanzosa lettura di Solzenicyn con quella approfondita di Churchill, e che, prima di sparire misteriosamente dalla sua vita, le spezza il cuore e le regala un mestiere: un incarico all'MI5. Che cosa possono volere ai piani alti della prestigiosa agenzia d'intelligence britannica da una bionda ragazza di buona famiglia con una mediocre preparazione matematica faticosamente rimediata a Cambridge e una prodigiosa, ancorché superficiale, rapidità di lettura? Farne una pedina nella cosiddetta "guerra fredda culturale": Serena parteciperà all'operazione "Miele", con la quale l'agenzia intende finanziare occultamente scrittori ritenuti affini alla causa dell'Occidente trasformandoli in inconsapevoli agenti della propaganda anticomunista. Il candidato ideale è individuato in Tom Haley, promettente autore di alcuni apprezzati racconti e di qualche articolo critico nei confronti del blocco sovietico.
Con rapidità bruciante i racconti di Le mille e una morte attraversano tutto il mondo di Jack London, illuminandone la mappa segreta. La miccia si accende nella baia di San Francisco, dove lo scrittore poco più che ventenne ingaggia col fantasma del Padre una vera e propria psicomachia; attraversa i territori del Grande Nord, quel Klondike dove, giovane avventuriero, London non troverà l'oro ma se stesso - perché «là nessuno parla» -, e lo sfondo di racconti come "Perdifaccia e Allestire un fuoco", fra i più celebri e perfetti; per giungere infine al deflagrante esito di "Il dio rosso", scritto sotto il segno di Freud e di Jung negli ultimi mesi di vita e ambientato in Polinesia, paradiso invano agognato. E come sempre si impone la presenza animale, che in "Bâtard", dove uomo e cane lupo lottano letteralmente all'ultimo sangue e con le stesse armi, tocca inauditi vertici di ferocia. Abbiamo così sotto gli occhi nella loro luce più vivida tutte le ossessioni di London: la natura primitiva, anzi preistorica, dell'uomo; il conflitto tra gli istinti ferini del corpo e i folli sogni della mente; e soprattutto, vero mito fondante dell'uomo e dello scrittore London, il presagio di una fine violenta, che giungerà immancabile.
Quando all'aeroporto di Heatrow scoppia una bomba, lo psicologo David Markham pensa che sia un ulteriore atto casuale di violenza fino a quando scopre che tra le vittime c'è anche la sua ex moglie Laura. Seguendo le piste della polizia, David decide di infiltrarsi in alcune organizzazioni di protesta per investigare sulla morte di Laura e finisce per entrare in un gruppo che, diretto dal carismatico dottor Robert Gould, sembra avere lo scopo di sollevare la docile middle class e di liberarla dai limiti che la condannano, in nome della responsabilità civica, a farsi schiavizzare da assicurazioni, scuole private, rate, pensioni. Obiettivo di Gould è far crollare la società dei consumi per realizzare un'esistenza ricca di più profondi significati.
Damian e Anthony Cunningham, nove e undici anni, fratelli. Dicembre in Gran Bretagna. Una borsa stipata di sterline piomba nel rifugio segreto di Damian, vicino alla ferrovia. All'improvviso, i fratelli Cunningham sono ricchi. Molto ricchi. Possono comprare quello che vogliono. Ma mancano pochi giorni all'ingresso della Gran Bretagna nell'euro. Presto tutte quelle sterline non varranno niente. Per due ragazzini come loro è impossibile cambiarle senza destare sospetti. E allora vanno spese molto in fretta. Età di lettura: da 10 anni.
Allan Quatermain, esperto cacciatore di elefanti, viene ingaggiato dal gentiluomo inglese sir. Henry Curtis come guida in una spedizione nel cuore dell'Africa alla ricerca di suo fratello, scomparso mentre seguiva le tracce delle miniere di diamanti del re Salomone. Tra colpi di scena, guerre e incontri inattesi, il viaggio si trasformerà in un'esperienza cruciale, un confronto con un mondo sconosciuto e con se stessi. Uno dei più celebri romanzi d'avventura, che Haggard scrisse per scommessa in sole sei settimane per dimostrare di essere capace di un racconto migliore de "L'isola del tesoro". Un viaggio in Africa fuori dai limiti del colonialismo più angusto, ma anche un itinerario spirituale nelle regioni più nascoste dell'anima.