
Una grande storia di amore e morte e della perversione dell'occhio clinico che la osserva. Dall'interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre il caso clinico più perturbante della sua carriera: la passione tra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra, e Edgar Stark, artista detenuto per uxoricidio. Alla fine del libro ci si troverà a decidere se la "follia" che percorre il libro è solo nell'amour fou vissuto dai protagonisti o anche nell'occhio clinico che ce lo racconta.
La musica gioca un ruolo importante in molte delle opere di McEwan: a livello tematico, impegna e appassiona i suoi personaggi; come metodo formale, organizza e scandisce la sua scrittura. Ma nella piena commistione di partiture che è il libretto d'opera, McEwan, rinnovando la collaborazione con il compositore Michael Berkeley esplora inedite possibilità espressive e dilata i confini del genere. La trama di "For you" si inserisce nella vasta tradizione dell'opera buffa. Il celebre compositore e direttore d'orchestra Charles Frieth si appresta a dare nuovo lustro alla sua fama con la messa in scena della sua ultima creazione per orchestra, "Demonio Aubade", e intanto non rinuncia ad ampliare la propria collezione di conquiste femminili seducendo, in cambio di un assolo di 32 battute, la giovane suonatrice di corno Joan. Charles e la moglie Antonia, molto malata e in attesa d'intervento, si trovano così coinvolti in un vivace ménage a six che include anche il medico di Antonia, Si-mon, il segretario di Charles, Robin, e la cameriera polacca, Maria, in un girotondo teso e a tratti comico che sfocia in un epilogo sorprendentemente cupo. Si ritrovano dunque i temi da sempre cari a McEwan calati in una lingua che, pur nella specifica forma concisa e cadenzata, sa esprimere tutta la forza della contemporaneità perché, come osserva l'autore, "al giorno d'oggi un libretto deve avere un interesse intrinseco; non può essere solo la gruccia su cui appendere musica favolosa".
Il dottor Edward Sanders, un leprologo recatosi in Africa alla ricerca dei suoi due amici scomparsi, Suzanne e Max Clair, una volta arrivato a Port Matarre in Camerun scopre che nella giungla si sta verificando uno strano fenomeno. Dall'oscurità della foresta e del fiume si sprigiona infatti una luce che fa risplendere lo spazio circostante e si riflette nel cielo. A produrla sono agglomerati di cristallo che si sviluppano sui corpi vegetali e animali, trasformandoli in autentiche opere d'arte vendute di nascosto sulle bancarelle. Sanders si avventura assieme alla giornalista Louise Peret nel cuore della foresta, dove già sono all'opera militari e ricercatori scientifici, per cercare di venire a capo di questa misteriosa mutazione. Ogni tipo di materia, vivente e non, si cristallizza, tutto si trasforma in cosa inanimata, anche il tempo si paralizza. Il fenomeno riguarderà presto l'intero pianeta e i protagonisti si vedono costretti ad affrontare non solo la catastrofe esteriore ma anche una metamorfosi interiore, psichica. C'è chi reagisce lottando all'idea di essere pietrificato, c'è chi invece si rassegna a sacrificare la propria vita fisica e mortale a questa minerale forma di immortalità. La fine di un mondo in fondo può essere l'inizio di un altro che sorge dalle macerie del primo.
Caio Merlino Britannico, dopo un fallito attentato alla vita del piccolo Artù, è fuggito da Camelot. Navigando verso nord, i fuggitivi giungono nel porto neutrale di Ravenglass, il cui re è Derek, l'uomo che ha ucciso il padre di Artù e violentato sua madre. Merlino deve reprimere l'odio che porta a quell'uomo e arriverà addirittura a salvargli la vita. In cambio si farà concedere un vecchio fortino abbandonato dai romani. Lì nascosto, Merlino educherà e addestrerà il giovane Artù di Pendragon.
Nei palazzi del potere della Roma antica, dove l’intrigo si cela dietro ogni sontuoso banchetto, dove la cospirazione si annida fra le lusinghe dei propri alleati, un amore proibito sfida l’ordine vigente e il corso della Storia. Siamo nel I secolo d.C., Vespasiano è ancora un giovane nobile di basso rango, inconsapevole delle glorie imperiali che lo attendono e deciso a elevare il proprio status, quando rimane folgorato da Atonia Cenide. Nata schiava presso una potente famiglia e educata come scrivana, grazie alla propria intelligenza Cenide ha colpito la madre dell’imperatore Claudio, che ne ha fatto la sua più fida servitrice e l’ha resa libera. E sono proprio l’acume e la sensibilità dell’ex schiava a intrigare Vespasiano, che riconosce in lei doti più eccitanti della mera bellezza. Invano Cenide cerca di resistergli, spaventata dalla differenza di ceto: la complicità fra i due sfocia in un’incontenibile e profonda passione, che supera le prove del tempo e della sorte, accompagnando l’ascesa al potere dell’ambizioso giovane fra gli improvvisi viaggi nelle lontane province dell’impero e le lunghe campagne militari. Ma la forza del sentimento non può nulla contro le rigide regole del cursus honorum, il percorso di cariche e uffici pubblici che Vespasiano ha intrapreso per arrivare al Senato e che vieta il matrimonio con una schiava, anche se liberta. È per amore di Vespasiano che Cenide non esita a mettersi da parte e a spingerlo fra le braccia di una nobile, ed è al caro prezzo di una struggente nostalgia che l’ex schiava segue da lontano il percorso dell’amato verso il trono imperiale. Fino all’emergere di una nuova speranza, la possibilità per i due di crearsi un proprio cursus honorum, con cui realizzare l’antica promessa di felicità. Lindsey Davis ci trasporta in una delle età più turbolente della Roma imperiale per far rivivere un’emozionante storia vera che ha lasciato breve traccia nelle cronache ufficiali. Un uomo e una donna, un imperatore e una schiava, uniti nell’amore ma divisi da una società brutalmente gerarchizzata, trovano un compromesso con la Storia per far valere le ragioni del cuore.
Nel 1934 Patrick Leigh Fermor ha diciannove anni, e già da alcuni mesi si è lasciato alle spalle l'Inghilterra e un curriculum scolastico scellerato con il fermo proposito di raggiungere a piedi Costantinopoli, vivendo "come un pellegrino o un palmiere, un chierico vagante", dormendo nei fossi e nei pagliai e familiarizzando solo con i suoi simili. "Fra i boschi e l'acqua" è il racconto della seconda parte di quel viaggio, e prende avvio dal punto esatto in cui era terminato "Tempo di regali": il ponte di Maria Valeria, al confine tra Cecoslovacchia e Ungheria, che di lì a dieci anni sarà minato dai tedeschi in ritirata e mai più ricostruito fino al nuovo millennio. Ma i mille chilometri successivi - dalla Grande Pianura ungherese, lungo il corso del Tibisco e del Maros e attraverso la Transilvania, fino alle Porte di Ferro, dove collidono i Carpazi e i Balcani - aprono una parentesi idilliaca e precaria nel secolo più violento della storia: il ritmo del viaggio rallenta, il passo si fa più pigro, la percezione del tempo svanisce, come in "un felice e gradito incantesimo". Leigh Fermor racconta incontri con cervi e boscaioli, ritrae manieri isolati e villaggi di montagna, fienagioni e favolose biblioteche, rievoca notti passate sotto le stelle e amori estivi, riferisce leggende di spiriti, fate e lupi mannari e conversazioni con un'aristocrazia votata all'estinzione.
Nell'estate del 1816 un gruppo di poeti e letterati, guidati dal già celebre Lord Byron, si trovò isolato per il maltempo in una villa sul lago di Ginevra. Spinto dalla noia e suggestionato dalla lettura di una storia di fantasmi, Byron propose a tutti i suoi amici di comporre ciascuno un racconto che fosse il più terrificante possibile. Nacque così "Frankenstein, o il moderno Prometeo", scritto dalla diciannovenne Mary Wollstonecraft Godwin, che poco più tardi avrebbe sposato Percy Bysshe Shelley. Colpita dall'ipotesi, ventilata dalla scienza di quegli anni, che grazie al galvanismo si potesse ridare la vita ai cadaveri, la giovane creò la storia dello scienziato Victor Frankenstein, che riesce ad animare una mostruosa creatura ma paga il risultato scientifico con la perdita di tutti gli affetti. Una storia angosciante, una favola potente e terribile che fin dal suo primo apparire, nel 1818, si è imposta nella cultura occidentale con la sua forza di mito antico e contemporaneo. Con uno scritto di Muriel Spark.
A Ginevra, nella fredda e piovosa estate del 1816, Mary Shelley scrive, a soli diciannove anni e in attesa del secondo figlio, la terrificante storia di un mostro, il più famoso "uomo artificiale" della letteratura. Il protagonista di Frankenstein non è l'automa stolido e brutale reso popolare da tante trasposizioni cinematografiche, che semina il terrore per appagare un'insaziabile sete di sangue. La creatura nata dall'audace progetto di un moderno Prometeo è un fratello gotico di Edipo: uccide per vendicarsi dell'indifferenza del suo artefice che, accecato da una folle e smisurata ambizione scientifica, lo ha prima assemblato con membra umane, poi gli ha dato la vita e infine l'ha rinnegato e maledetto per il suo aspetto ripugnante, simbolo del fallimento del proprio ingegno di inventore. Ispirato al mito antichissimo dell'uomo che si fa dio e accende la scintilla della vita, il racconto sostituisce al prodigio la chimica e il galvanismo, e intreccia al plot riflessioni sui temi al centro del dibattito speculativo dell'epoca: l'ambiguità della scienza, la paura della diversità, l'originaria bontà della natura umana, la necessità della bellezza, il mistero delle origini della vita. Introduzione di Maria Paola Saci.
Frutto perverso degli esperimenti di uno scienziato "apprendista stregone", espressione di una visione apocalittica della scienza, la creatura di Frankenstein è tuttora la raffigurazione del "mostro" per eccellenza, materializzazione vivente delle nostre paure. Mary Shelley, cresciuta in un ambiente intellettuale di prim'ordine (nell'Inghilterra tra Sette e Ottocento), si ispira ai miti di Faust e Prometeo.
Londra 1795: Charles e Mary Lamb, fratello e sorella, conducono una vita tranquilla e insignificante, insieme ai genitori, la madre ossessivamente severa e il padre con l'alzheimer. L'unico momento felice della giornata è la lettura di poesie, drammi e testi che i due fratelli fanno insieme la sera. Charles sogna un futuro da poeta, Mary sogna la libertà negata e trova rifugio nell'amore per le opere di Shakespeare. E sarà proprio la passione per il grande bardo ad attrarre i due verso William Ireland, lestofante che rivela di aver scoperto manoscritti inediti di Shakespeare e che conduce la giovane in pellegrinaggio nei luoghi shakespeariani. Per Mary e Charles il sogno di una vita romantica si trasformerà nel più terribile degli incubi.
"Il mio nome è Louise Williams e oggi ho ricevuto un messaggio diverso dagli altri. «Maria Weston vuole stringere amicizia con te.» Forse è stato proprio questo il problema, fin dall'inizio. Maria Weston voleva diventare mia amica, e io l'ho delusa. Maria Weston vuole stringere amicizia con me. Ma Maria Weston è morta più di venticinque anni fa." Uscito nell'estate 2017, "Friend request. Richiesta di amicizia" arriva in Italia. Un romanzo che racconta qualcosa che potrebbe succedere a tutti noi: chi non ha paura di ricevere una richiesta di amicizia su Facebook... dalla persona sbagliata? Nessuno è al sicuro quando ha troppi segreti, perché il passato ha la brutta abitudine di tornare sempre a prenderci. E, per Louise, tornare al passato significa anche risolvere i nodi che ingarbugliano ormai da troppi anni il suo cuore.