
Il diritto del lavoro e il business law, inteso erroneamente in Italia quale diritto delle società, hanno costituito da diversi decenni un ossimoro. La presente opera, per contro, dimostra come, ove il diritto italiano venga analizzato da una prospettiva di common law, il fulcro attorno al quale gravita il lavoro è l’impresa da intendersi in senso ampio.
Di qui vi è una convergenza verso l’unica area del business law, da intendersi nella corretta accezione di common law, quale comprensiva del labour law, del contract law, e del corporate/partnership law.
Il lavoro costituisce, forse, la prima analisi del diritto del lavoro attraverso le lenti dei common law britannici (quello inglese, ma anche quello scozzese).
L’originalità è data anche dalla disamina di problematiche contemporanee, quali l’emergenza sanitaria e la tecnologia, fra cui, in particolare, gli human-gig-worker.
Da ultimo, questo libro costituisce uno dei rari esempi di lavori giuridici, e non solo giuslavoristici, relativi all’ordinamento italiano, realmente concepiti e realizzati in Gran Bretagna.
Il rapporto tra tecnologie e intero dell'umano non può non partire dal riconoscimento che la tecnica è una componente antropologica essenziale che viene a connotare le modalità delle relazioni dell'umano con sé stesso, con gli altri da sé, con le cose del mondo, e con l'Oltre/Altro. Questo riconoscimento si spinge fino a suggerire un cambiamento di paradigma in grado di riconsiderare la struttura autoreferenziale dell'antropologico, ricomprendendo la tecnica e l'artificio tra le componenti costitutive e propulsive del suo sviluppo. Ciò significa non indugiare in una visione fissista dell'essenza umana, che scambia la sua permanenza con la staticità, e muovere verso un'antropologia dinamica, dove l'essenza umana è una manifestazione d'essere sempre in via di compimento e va quindi intesa come identità "aperta", che nel factum innesta il faciendum. Un modello dell'umano come actuositas mai conclusa permette di assumere il rapporto tra "naturale" e "artificiale" secondo una permeabilità che rende il secondo intrinseco al primo, in un processo di potenziamento delle dotazioni cognitive e operative nonché delle prestazioni produttive. contributi pubblicati in questo volume intendono elaborare, in una molteplicità di prospettive convergenti, un'attitudine critica e, insieme, valorizzatrice, funzionale alla percorribilità di un percorso in grado di rendere ragione della condizione tecno-umana.
Lo studio dei sogni e l'importanza dei contenuti onirici riportati in seduta terapeutica sono stati ciò che ha caratterizzato, fin dal principio, la tecnica psicoanalitica. Il peso conferito da Freud al sogno ha segnato l'inizio di un interesse specifico per ciò che in un'epoca razionalista veniva considerato privo di senso e di importanza. Si inaugura un campo di interesse peculiare, la ricerca sull'oggetto specifico della psicoanalisi: l'inconscio. Il sogno è per Freud la "via regia" per la scoperta dell'inconscio; i meccanismi tipici della formazione del sogno, come spostamento, condensazione, simbolismo, sono anche quelli adoperati nel processo primario ed in quanto tali altrettanto reperibili in altre formazioni dell'inconscio come lapsus e atti mancati. Tali formazioni sono a loro volta formalmente equivalenti a sintomi per la loro struttura di compromesso e la funzione di appagamento di desiderio.
Questo manuale si rivolge agli studenti che affrontano nell'ambito del loro percorso di studi un insegnamento di Sociologia. L'obiettivo è quello di fornire loro gli strumenti concettuali per renderli capaci di cogliere fenomeni emergenti e comprendere il senso di una nuova cultura e di una nuova società, nella consapevolezza che le trasformazioni in atto richiedono nuovi concetti e nuovi strumenti di analisi. La struttura del testo riprende, quindi, concetti e formule propri dell'analisi sociologica classica, ma non si limita a utilizzarli per una rappresentazione statica della società, bensì li piega e li ridecodifica per adattarli a interpretare la nuova società che si fa liquida. La trattazione è arricchita da numerosi box che hanno lo scopo di proporre le tematiche in modo critico, suggerendo percorsi di approfondimento e di riflessione. Una nota storica che ripercorre le tappe fondamentali della disciplina fornisce la piattaforma di base su cui poter innestare la lettura dei grandi classici presentati nei vari capitoli.
Il volume nasce dalla riscrittura e dalla drastica asciugatura di un predecessore più voluminoso, "Fondamenti di linguistica", primo trattato italiano moderno di linguistica, pubblicato nel 1990 (da Laterza) e arrivato nel 2012 alla ventiduesima edizione (presso McGraw-Hill) anche con il sostegno di una bella accoglienza internazionale. La scelta della forma breve di questo libro è conseguenza della riduzione delle ore di lezione frontale anche su importanti insegnamenti di base. Il tempo disponibile per i corsi è ora più ridotto, la fretta è maggiore e la struttura dei corsi per moduli costringe a presentazioni più veloci. "Nuovi fondamenti di linguistica" è divenuto un manuale con approccio fortemente didattico, mantenendo il carattere di testo di riferimento. Infatti, presenta ancora, nelle sue 352 pagine (al pari dei Fondamenti) i fatti delle lingue e i principi della linguistica in modo sistematico, per poter meglio cogliere gli aspetti essenziali della forma delle lingue. Si contraddistingue per la presentazione coinvolgente dei concetti, pensata per fornire allo studente uno strumento da usare per comprendere a fondo la materia. Il testo cerca di spingere lo studente a una lettura attiva, mettendolo nelle condizioni di interagire con quanto studiato in modo da verificare passo passo la comprensione dei concetti attraverso un ricco apparato pedagogico.
Un completo trattato di Cristologia, che viene riedito con una nuova Prefazione (1992) nella quale si sintetizzano gli sviluppi della discussione cristologica nel corso degli ultimi due decenni.
Dalla quarta di copertina:
Preparato da un lavoro decennale di studio e di magistero accademico la Cristologia di Walter Kasper è un'opera che si richiama alla scuola cattolica di Tubinga e in particolare agli schemi cristologici di Karl Adam e di Josef Ruprecht Geiselmann. Intento dell'opera non è quello di ripetere in modo sterile i vecchi discorsi, e nemmeno di ragguagliare, sfruttando l'enorme materiale a disposizione, sulle innumerevoli e nuove questioni di carattere esegetico, storico e sistematico. Qui si mira piuttosto ad evidenziare, con una riflessione approfondita e metodica, i motivi dominanti della tradizione e della ricerca contemporanea, per vagliarli e utilizzarli in vista di una nuova impostazione sistematica della cristologia, che riproponga in modo responsabile di fronte al pensiero moderno le ricchezze della tradizione e i risultati del dibattito contemporaneo.
Un completo trattato di Cristologia, che viene riedito con una nuova Prefazione (1992) nella quale si sintetizzano gli sviluppi della discussione cristologica nel corso degli ultimi due decenni.
Il volume presenta una revisione e un adattamento italiano ad uno strumento di tipo semiprotettivo utilizzabile sia per fini clinici che di ricerca, che consente di misurare le caratteristiche di personalità e i rischi di esiti psicopatologici in bambini di 4-7 anni, attraverso le reazioni e le risposte a ipotetiche separazioni dei genitori; nella versione italiana, il test permette di rilevare i modelli mentali dell'attaccamento anche in bambini più grandi e in età adulta.
La Gran Bretagna ha interpretato nella storia degli ultimi due secoli un ruolo da protagonista assoluta. Presa spesso a modello, invidiata, temuta, a lungo la maggior potenza mondiale, oggi conosce forti contrasti.Il libro ne ripercorre la storia fino ai giorni nostri in una sintesi che prende in esame i suoi aspetti economici, sociali, politici e culturali.
La conoscenza della geografia svolge un ruolo fondamentale nell'educare al territorio (cioè ai valori e alle risorse dei luoghi, alla loro conoscenza e comprensione) così come nell'educare il territorio (sviluppando strumenti per interpretarlo, rappresentarlo, insegnarlo, gestirlo, tutelarlo, progettarne il futuro). Il volume, che si avvale del contributo di diversi studiosi, propone una riflessione sull'educazione geografica attraverso tre prospettive di analisi: il contributo della geografia nell'affrontare i temi di maggiore attualità e trasversalità nei curricula didattici (ad esempio la cittadinanza, l'interculturalità, la globalizzazione, la sostenibilità); l'impiego degli strumenti della disciplina in ambiente formativo (da quelli più tradizionali sino a quelli più innovativi legati all'utilizzo delle nuove tecnologie); le relazioni tra la geografia e altri saperi disciplinari.
Negli ultimi decenni, la psicologia dell'educazione ha visto un interessante sviluppo sia a livello teorico, sia sul piano applicativo. Il volume, partendo da una rivisitazione di temi e approcci tradizionali, offre un resoconto ampio e sistematizzato delle più recenti concettualizzazioni e delle varie interconnessioni con discipline attigue, delineando così anche possibili sviluppi della ricerca nel settore. L'articolazione del testo in tre parti una teorica, una metodologica e una relativa agli sviluppi futuri della disciplina - lo rende adatto sia per corsi di laurea di base e specialistici, sia per chiunque si occupi di processi di apprendimento/insegnamento in contesti scolastici, formativi, professionali ed informali.
Risale a Cartesio la separazione fra emozione e intelletto, ma le indagini sul cervello attualmente in corso muovono in tutt'altra direzione. Damasio è stato forse il primo a porre sotto esame le infauste conseguenze della separazione di Cartesio e oggi è possibile circoscrivere quell'errore sulla base anche di casi clinici e della valutazione di fatti neurologici sperimentali. Tutte le linee sembrano convergere verso uno stesso risultato: l'essenzialità del valore cognitivo del sentimento. Damasio usa la parola "sentimento" per denotare qualcosa di concettualmente nuovo e introduce una distinzione importante fra il sentire di base e il sentire delle emozioni, fondata su osservazioni di architettura anatomico-funzionale.
Gli psicologi, i sociologi, gli assistenti sociali, gli educatori, i coordinatori e i responsabili dei servizi, gli assistenti domiciliari, ma anche i medici e il personale paramedico che lavorano nei servizi territoriali delle Asl, nei Comuni, nel privato sociale (cooperative, volontariato, associazioni ricreative, culturali, etc.) ma anche nelle aziende, nella scuola o come liberi professionisti, sempre più spesso sono chiamati a lavorare per, o su progetti.
La costruzione, la stesura, il coordinamento di progetti, la valutazione di progetti elaborati da altri, il monitoraggio e la valutazione dei risultati sono competenze sempre più fondamentali. Esse sono indispensabili, tra l'altro, per accedere a molte fonti di finanziamento (vedi ad es. fondi Commissione Europea, fondi legge Turco 285/1997). A fronte di queste necessità, la formazione di base degli operatori psicosociali è stata finora carente e gli operatori hanno cercato di porvi rimedio attraverso l'esperienza e l'approfondimento personale.
Il volume si rivolge sia agli studenti sia agli operatori che già stanno lavorando su progetti; per questi ultimi può costituire un'occasione per approfondire o sistematizzare le conoscenze e riflettere sulle proprie esperienze.
Pur privilegiando la dimensione metodologica, lungo tutti i capitoli l'attenzione viene focalizzata anche sulle altre dimensioni del processo di progettazione e valutazione: su quella valoriale, cognitiva ed emotiva, su quella organizzativa ed interorganizzativa e sugli aspetti relazionali e negoziali.
Dal sito francoangeli (www.francoangeli.it/Area_multimediale) si può scaricare una serie di utilità online (ipertesti e slide su: gli approcci di valutazione, le evidenze di efficacia nella prevenzione, come sviluppare un disegno di valutazione su misura, la valutazione basata sulla teoria del programma, la valutazione dei piani di zona, ecc.).