
Milioni di persone si informano e interagiscono fra loro attraverso l'uso di internet e delle nuove tecnologie. Ognuno a suo modo partecipa alla messa in rete di notizie, ma anche alla trasformazione di questi strumenti di comunicazione e di socializzazione. Blog, wiki, social network sono soprattutto - strumenti di relazione sociale. Il web partecipativo costringe quindi a un profondo ripensamento dei concetti classici della sociologia della comunicazione. Davide Bennato propone una analisi approfondita dei diversi strumenti e delle piattaforme note al grande pubblico, da Facebook a Youtube, ed esamina le conseguenze etiche e sociali dell'uso delle nuove tecnologie.
Questo quarto volume è dedicato alla civiltà letteraria dei "lumi". Dopo che all'inizio del secolo il campo delle poetiche è investito da una riforma tesa al superamento dell'ispirazione barocca, si assiste al diffondersi dell'estetica sensista, ad un crescente interesse per il melodramma e per la nuova cultura teatrale, mentre si va affermando sempre più il gusto neoclassico. Alla fine del Settecento, nuovi scenari si aprono con la poetica del sublime, l'ossianismo e la drammaturgia alfieriana.
Nata a Istanbul, attualmente docente di Scienza politica all'Università di Yale, Seyla Benhabib contesta l'uso che - per negare l'uguaglianza, o per tutelare le diversità - si è fatto del concetto di cultura come un insieme chiuso e immutabile. Al contrario, propone di concepire le identità culturali come negoziazione dinamica non solo nella sfera pubblica ma anche in quella privata. Per disinnescare lo scontro di civiltà, senza cadere nelle retoriche del multiculturalismo.
Il testo affronta il tema del lavoro minorile in modo critico rispetto alle posizioni di chi vorrebbe eliminare del tutto la possibiltà di svolgere un'attività economica da parte di un ragazzo. La questione viene affrontata da diverse prospettive: normativo-legislativa, storica, psicologica, teorica, metodologica e delle politiche di intervento. L'ipotesi di fondo che muove il volume è che non tutte le esperienze lavorative siano da eliminare. Se lo sfruttamento e le occupazioni pericolose o dannose vanno combattute, tuttavia esistono forme di attività economiche che possono essere ritenute accettabili e che possono costituire per i ragazzi un'occasione di apprendimento e crescita, in termini di conquista di maggiore autonomia, senso di autostima, socializzazione economica. Da questo punto di vista, il lavoro degli adolescenti non va interpretato come un fenomeno patologico, che riguarda principalmente soggetti in situazione di disagio sociale o povertà, ma, al contrario, va visto come un'esperienza possibile (anche se non necessaria) per gli adolescenti di tutte le fasce sociali ed economiche, proprio per gli aspetti positivi che tale esperienza può offrire.
A livello internazionale, l'atteggiamento è unanime: non possono lavorare i soggetti che non abbiano ancora raggiunto almeno i 14 anni, come stabilito dalla Convenzione ILO n.138. Non esiste però un accordo per quanto riguarda il lavoro degli adolescenti. Nei paesi ad economia avanzata prevale un approccio di tipo abolizionista, secondo cui gli unici lavori ammessi per un adolescente dovrebbero essere quelli leggeri, non retribuiti, come la partecipazione nelle faccende domestiche o nelle attività economiche della famiglia; viceversa, il lavoro svolto nel mercato del lavoro è considerato un'attività da limitare o addirittura da bandire. Tuttavia un approccio drasticamente abolizionista rischierebbe di eliminare la possibilità per un adolescente di svolgere un'attività formativa, di vivere un'occasione di socializzazione economica, di acquisire maggiore autonomia. Viceversa, l'adozione di un approccio possibilista dovrebbe prevedere le condizioni e i criteri per definire con una chiarezza la soglia di accettabilità dei lavori consentiti per legge ad un adolescente. Questo testo intende offrire un contributo in questa direzione, presentando appunto un gruppo di ricerche sulla socializzazione al lavoro e degli adolescenti.
La sintesi del pensiero di uno dei maggiori teologi contemporanei sulle radici della Chiesa e sui suoi compiti nel mondo contemporaneo. Un saggio storico teologico di alto livello sulla identità e il valore della comunità, sulle fonti della Bibbia e della Tradizione apostolica, sul ruolo dei laici e dei sacerdoti, nella fedeltà al Concilio Vaticano II e, in particolare alla Costituzione Apostolica Lumen Gentium. Joseph Ratzinger è nato nel 1927 a Marktl am Inn, un paesino della Baviera. Dopo gli studi teologici e l'ordinazione sacerdotale insegnò teologia nelle università di Monaco di Baviera, Bonn, Münster, Tübingen, Regensburg. Fu consigliere del cardinale Frings durante il concilio Vaticano II. Arcivescovo di Monaco di Baviera dal 1977, nel 1981 fu nominato prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Numerose le sue pubblicazioni presso la San Paolo. Tra queste ricordiamo: Rapporto sulla fede (1985, 1998[3]); Svolta per l'Europa? (1992[2]); Il sale della terra (1997); La mia vita (1997); Introduzione allo spirito della liturgia (2001[3]).
L'essere padre o madre e lo svolgere i compiti fondamentali di protezione, educazione e cura dei propri figli sono competenze che solo in minima parte hanno un'origine biologica. Nell'uomo il parenting mostra una variabilità che non si ritrova in nessun'altra specie animale. Tra le popolazioni africane !kung i figli a tredici anni sono spronati a costruire la propria capanna e a vivere da soli; in Europa, invece, i figli crescono in famiglia per oltre vent'anni e, anche se autonomi da un punto di vista professionale, spesso attraversano una lunga transizione verso la condizione di adulti indipendenti. Il volume passa in rassegna teorie e concetti psicologici classici, come l'attaccamento e gli stili educativi familiari, rivisitati secondo una prospettiva ecologica, più aderente alla realtà delle relazioni genitoriali che si riequilibrano e cambiano dinamicamente nello sviluppo secondo i bisogni mutevoli dei figli.
"Tecnologia digitale e innovazione per umanisti" è un libro che, con linguaggio accessibile, descrive le tecnologie alla base della rivoluzione digitale, quali il cloud, l'intelligenza artificiale, la cybersecurity e le blockchain. Gli autori si sono posti l'obiettivo di avvicinare un lettore non tecnico, o uno studente di corsi universitari di facoltà non tecniche, a queste tecnologie, consentendogli di comprenderne il funzionamento e di anticiparne l'evoluzione. Il volume può essere impiegato anche come compendio da professionisti che devono effettuare scelte sull'impiego delle tecnologie all'interno di aziende, pubbliche amministrazioni, regolatori di settore, organismi di standardizzazione e certificazione.
I servizi di psichiatria vedono crescere il numero di giovani che accusano forme di disagio psichico. Un fatto allarmante, che più che il segnale di un aumento delle patologie, è il sintomo di un malessere generale che permea la società. Un fenomeno che costringe a interrogarci su che cosa si basi la nostra società, su quali siano le cause delle paure che ci portano a rinchiuderci in noi stessi. I problemi dei più giovani sono il segno visibile della crisi della cultura occidentale fondata sulla promessa del futuro come redenzione laica. Si continua a educarli come se questa crisi non ci fosse, ma la fede nel progresso è sostituita dal futuro cupo, dalla brutalità che identifica la libertà con il dominio di sé, del proprio ambiente, degli altri.
Tutti noi ci impegniamo per soddisfare le nostre aspettative e quelle della società che ci chiedono di essere perfetti in ogni ambito della nostra vita: sembrare più giovani, fare più soldi, essere sempre felici. Ma, secondo Tal Ben-Shahar, la ricerca della perfezione potrebbe in realtà essere il principale ostacolo al perseguimento della felicità. Basandosi su ricerche all'avanguardia nel campo della psicologia positiva e su solidi principi scientifici, l'autore ci allontana dall'impossibile ricerca della perfezione e ci indirizza verso la felicità, la ricchezza e la vera realizzazione. Tal Ben-Shahar ci mostra, inoltre, la libertà che deriva dal non cercare di fare sempre tutto bene e le vere lezioni che possiamo trarre dal fallimento e dalle emozioni dolorose. La ricerca della perfezione illustra una modalità ottimale di pensare al fallimento e al successo e al modo stesso in cui viviamo. Propone esercizi di riflessione personale e momenti di meditazione per aiutarci a riscoprire ciò che vogliamo veramente dalla vita.
"Psicologia dello sviluppo" è un manuale centrato sulla persona piuttosto che sulle teorie psicologiche: aiuta realmente a capire perché e come un bambino di 8 anni sia diverso da uno di 4, un trentenne da un ventenne, una persona di 60 anni da una di 85. In particolare: mette in evidenza la molteplicità di forze che plasmano lo sviluppo, è articolato come una lunga conversazione con il lettore, favorisce lo sviluppo del pensiero critico, ha un taglio internazionale e presenta diverse prospettive sociali, è orientato all'applicazione pratica e suggerisce possibili interventi.