
Quando nasce la «seconda Repubblica»? Quali caratteri peculiari, in termini di culture politiche, piattaforme programmatiche, processi sociali e istituzionali, contribuiscono al rafforzamento della fase bipolare in Italia? E come se ne spiega il tracollo? Muovendo da questi interrogativi, il volume riflette sulle grandi fratture che hanno segnato un tempo particolare della biografia politica repubblicana, sul superamento dei perimetri partitici tradizionali e sull'apertura di una stagione "nuova" che non ha però sanato - malgrado le attese iniziali - contraddizioni e anomalie del sistema politico italiano, rimasto nel limbo di una estenuante transizione dovuta anche alla perdurante mancanza di legittimazione reciproca tra le forze politiche. Storici e politologi indagano le ragioni per le quali il passaggio dalla dinamica consociativa alla logica dell'alternanza nella guida del Paese non ha coinciso con un processo di ammodernamento dell'architettura istituzionale, quantomeno sul terreno del rafforzamento del principio di governabilità. Dai loro contributi emerge il quadro delle condizioni che sono mancate all'Italia per imboccare il sentiero di una compiuta democrazia "decidente". La riflessione non può ovviamente prescindere dall'approccio di respiro internazionale: tenendo in assoluta considerazione i mutamenti strutturali che dopo il 1989 investono la dimensione pubblica oltre i confini della penisola, viene quindi esaminato il rapporto che intercorre tra le difficoltà dell'Italia e il ruolo che essa ha giocato sullo scacchiere europeo, come pure sono investigate le dinamiche che incidono sulle relazioni transatlantiche nel momento di passaggio dal vecchio al nuovo sistema politico-partitico. Guardando alla realtà con le lenti dell'oggi, si apre la fase in cui è doveroso approfondire le vicende di una «seconda Repubblica».
Uno degli elementi che qualificano il disegno istituzionale della presidenza della Repubblica nella storia euroatlantica è la durata del mandato. La scelta del settennato delinea un mandato lungo, come elemento significativo di continuità con i caratteri della monarchia costituzionale e la configurazione dualista del sistema parlamentare. Il volume, frutto di un articolato confronto tra storici delle istituzioni e costituzionalisti, è strutturato in due parti. Nella prima, delineato il settennato dai dibattiti settecenteschi all'invenzione francese, sono presentate le principali esperienze nazionali. La seconda parte è dedicata al settennato italiano, deciso in Assemblea Costituente sull'esempio di quello francese. Un tratto che connota il Presidente italiano, unico ormai tra quelli delle principali democrazie contemporanee a disporre di un mandato settennale.
Il testo è un utilissimo strumento per quanti si preparano per la prova pratica dell'esame di abilitazione alla professione di assistente sociale e assistente sociale specialista e quanti invece, già professionisti, affrontano la prova pratica di concorsi o prove selettive pubbliche per tale profilo professionale. Il volume è strutturato in modo che vengano prima offerti gli inquadramenti teorici su metodi e tecniche della professione e, immediatamente dopo, le indicazioni operative relative a casi pratici. I casi pratici proposti sono sviluppati da assistenti sociali impegnati sul campo che, in considerazione dell'esperienza acquisita, delineano le metodologie, i riferimenti normativi e deontologici, gli strumenti utilizzati e l'organizzazione del servizio di appartenenza. L'opera è suddivisa in tre aree di intervento: pianificazione, programmazione e progettazione dei servizi sociali e sanitari, coi relativi casi pratici; ricerca sociale, ambito di fondamentale importanza per lo sviluppo della professione; lavoro con l'utenza, con casi pratici legati a minori, disabilità, dipendenze patologiche, ospedale e disagio adulto. In coda al testo è inoltre riportato il codice deontologico dell'assistente sociale.
L’influenza che i primi tre anni di vita hanno sulla crescita del bambino, anche a lungo termine, è ampiamente riconosciuta da tutti coloro che si occupano di sviluppo. Il volume presenta una serie di metodi e strumenti per la valutazione psicologica in diverse aree dello sviluppo del bambino di 0-3 anni e si rivolge a tutti i professionisti della salute in formazione. La prima parte è dedicata alla valutazione dello sviluppo cognitivo, con la presentazione degli strumenti per l’assessment delle competenze neonatali, infantili, del linguaggio e del gioco. Nella seconda parte si affronta lo sviluppo socio-emotivo e vengono descritti gli strumenti per la valutazione del legame di attaccamento, del temperamento, dell’adattamento quotidiano e della competenza emotiva. La terza parte è dedicata all’approfondimento delle tecniche e degli strumenti per la valutazione del contesto di sviluppo, con particolare riferimento all’assessment del parenting e della famiglia, anche in ottica cross-culturale.
L'approvazione della legge del 13 luglio 2015, n. 107, che istituisce il «sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni», ha sollevato in Italia un ampio dibattito. Infatti, secondo questa riforma, i servizi educativi rivolti ai differenti segmenti di età all'interno della fascia 0-6 devono progettare congiuntamente percorsi educativi che, pur tenendo conto delle caratteristiche specifiche delle diverse età, si presentino come coerenti e continui nell'impostazione pedagogica. Si tratta di una prospettiva che trova supporto nei documenti della Commissione europea per l'infanzia i quali, sottolineando la specificità dell'educazione infantile prima dell'ingresso nella scuola primaria, ne individuano i tratti peculiari sulla base delle ricerche più recenti. Il volume presenta alcuni temi-chiave utili a definire i percorsi educativi 0-6 e a progettare esperienze di qualità per questa fascia di età: il curricolo, la relazione educativa, l'ambiente spazio-temporale, il gioco. Il testo si rivolge a ricercatori, studenti universitari di materie pedagogiche e operatori nell'ambito dei servizi per l'infanzia 0-6.
Strumento fondamentale per lo psicologo, spesso i test psicologici sono utilizzati in modo inadeguato dal punto di vista sia teorico sia tecnico-pratico. Se la scelta del test adatto all'ambito di intervento è il primo passo per ottenere un risultato professionalmente valido, la sua corretta applicazione pratica è cruciale al fine di non inficiarne la validità e l'attendibilità dei risultati. Le esercitazioni pratiche proposte in questo volume introducono il lettore all'uso efficace dei test in psicologia: a partire da una serie di esercizi tratti dalla vita reale e di casi di studio vengono così chiarite le modalità di somministrazione, l'attribuzione dei punteggi, l'interpretazione dei risultati.
Questo volume fornisce una panoramica dei testi utilizzati nella valutazione psicologica attingendo non solo alla tradizione anglosassone ma anche, e sopratutto, ponendo attenzione agli strumenti prodotti in ambito italiano ed europeo. Accanto a una prima presentazione dei parametri fondamentali attraverso cui valutare la qualità degli strumenti, vengono poi descritte le diverse batterie di test, le loro caratteristiche metriche e gli ambiti di intervento in cui applicarle.
Invece di proporre la storia del pensiero organizzativo secondo una ricostruzione cronologica, necessariamente lunga e laboriosa, Bonazzi individua cinque aree tematiche o filoni di pensiero che nel loro insieme formano un quadro essenziale ma completo di quanto è stato detto in questo campo di studi. Oltre che informare, il volume riesce pienamente nell'intento di suggerire confronti, interpretazioni, connessioni con altre discipline, spunti per ragionare a tutto campo.
Questa Storia del pensiero organizzativo si è ormai imposta da molti anni come il più importante testo italiano sull'argomento. Adesso esce in una nuova edizione che aggiorna e completa l'importante trattazione critica di tutta la materia. Questa viene articolata in tre grandi questioni: industriale, burocratica e organizzativa. La questione industriale, definita dagli assi portanti tecnologia e consenso, si apre con una lettura storicizzata di Taylor, prosegue con il dibattito sul superamento del taylorismo e la pluralità delle forme industriali, fino ai problemi posti oggi dalla flessibilità e dalla "scoperta" occidentale del Modello Giapponese. La questione burocratica, definita dagli assi funzioni delle norme e strategie dei soggetti, inizia con il "tipo ideale" proposto da Weber e prosegue con il dibattito post-weberiano fino ai più recenti orientamenti sulle possibilità e i limiti di un'organizzazione post-burocratica del lavoro nelle aziende. La questione organizzativa, definita dagli assi decisioni e risorse, sottolinea la portata rivoluzionaria del modello di Simon sulla razionalità limitata ed esamina gli sviluppi successivi fino agli approcci culturalisti, all'economia dei costi di transazione, all'approccio ecologico alle popolazioni organizzative, alla scuola neo istituzionale e alla cosiddetta sociologia della traslazione.