
Una grammatica amichevole ed essenziale del nuovo italiano, rivolta a chi è cresciuto o cresce in esso, lingua materna o della nuova patria, e sente l'esigenza e il gusto di una conoscenza ragionata e adulta, non scolastica o mnemonica, del suo funzionamento, delle norme che si rispettano (spesso senza saperlo) e degli errori che si commettono (sempre senza volerlo). Le regole sono qui spiegate a partire dalle infrazioni più comuni (di pronuncia, grafia, morfologia, sintassi), illustrando le prospettive future delle une e le cause remote delle altre. Questa nuova edizione, ampliata e aggiornata, affronta anche le questioni linguistiche di più controversa attualità, come quelle relative alla marcatura di genere, con le sue ricadute ortografiche, fonetiche (asterisco? scevà?) e morfologiche (i femminili dei nomi di professione: sindaca, assessora), o ai cambiamenti in corso nell'uso di certi verbi (intransitivi che si usano con costrutto transitivo come il famigerato uscire il cane).
Questo racconto è stato scritto da un manager un po' atipico, che per la prima volta si cimenta in un campo che non è di sua specifica competenza. Come dichiara l'autore stesso, si tratta di un momento di riflessione di un "dilettante della letteratura" su argomenti aziendali per approfondire, umanizzare, in un certo senso, sdrammatizzare gli eventi che ogni giorno si succedono nelle aziende e che tanta importanza rivestono nel nostro tempo per la vita degli individui e lo sviluppo della società.
La «Ballata» è la storia di un una sfida mitica, di un'incursione nel profondo e nel mistero dell'animo umano; storia di trasgressione, punizione ed espiazione, di un peccato terribile commesso senza motivo né consapevolezza, e della condanna a raccontarla in eterno a ogni nuovo atterrito impotente ascoltatore. Ma prima di tutto questo, è la storia di un lungo viaggio per mare, che ci arriva nei ritmi ora dolci e incantatori ora allucinanti della ballata, nel rumore frusciante delle onde e nello scricchiolare tormentoso del ghiaccio, in immagini raccapriccianti e improvvise pacificanti distese - del mare, della parola e del senso.
Nasce dal sogno di un amico, durante una passeggiata con William Wordsworth, l'idea della "Ballata del vecchio marinaio", la vicenda fantastica della maledizione che si abbatte sull'equipaggio di una nave a causa dell'insensato gesto di uno dei marinai: l'uccisione di un albatros. Bilanciando sapientemente il mondo del reale e del soprannaturale, razionale e irrazionale, in un grande mito di mare e ghiaccio, espiazione e colpa, con la presenza di creature ultraterrene e forze misteriose che sospingono la nave e il racconto, il poeta si fa albatro nella metafora dell'opera, e fondendo romanzo gotico, letteratura di viaggio e ballata tradizionale, riesce a salvare se stesso tramite il potere dell'immaginazione nella propria creazione artistica. Recuperando la forma metrica della tradizione poetica popolare inglese, con un linguaggio evocativo e immaginifico, Coleridge compone una delle liriche manifesto del sublime romantico inglese, la cui poetica raggiunge, in questo volume, la sua perfetta espressione nelle incisioni di Gustave Doré, artista eclettico e poliedrico, in grado di incarnare coi suoi tratti cupi e angosciati lo spirito dei testi della letteratura coeva e non.
"La Ballata del Vecchio Marinaio" venne concepita nell'anno (primavera 1797 autunno 1798) della straordinaria simbiosi poetica con William Wordsworth. Con questo capolavoro del Romanticismo, il viaggio per mare (e la bonaccia, l'angoscia, l'attesa dei venti favorevoli) diviene la ricerca estrema del senso, l'avventura capace di restituire pienezza alla vita dell'uomo. Andare per mare acquista il significato di un'impresa metafisica. La poesia "Kubla Khan" (in appendice a questa edizione), palesa le immense potenzialità dell'immaginazione, suprema facoltà intellettiva e visionaria di Coleridge.
Senza scopo, gratuita, lontana da quotazioni, valori e poteri di scambio, la poesia è un'evidenza semplice e necessaria. Chi la scrive spesso la trova senza cercarla; chi la legge ne viene sorpreso e intrappolato, volentieri e per sempre. Ma esiste una tecnica per leggere la poesia? Un modo per orientarsi nelle sue regole e nelle infrazioni che nascono da quelle regole? Un modo per gioirne, come si gioisce quando si ravvisa qualcosa di familiare in una nuova conoscenza? Questa guida offre un tentativo di risposta: un'introduzione confidenziale al fenomeno poetico e alle sue trasformazioni.
Saperi di confine presenta testi che raccontano esperienze artistiche polimorfe oppure sono frutto di analisi sulla società che quelle forme ha prodotto.
Pertanto attendono dal lettore un’attenzione particolare al doppio percorso che caratterizza la ricerca in comunicazione e produzione culturale: quello di chi produce l’evento e quello di chi lo trasmette.
Che è in fondo anche il percorso di chi raccontando l’e-sperienza fa della propria indagine un elemento altro, in qualche misura partecipe della creazione.
Il giornalista che racconta un fatto di cronaca ne può rielaborare l’iter, la logica, il contesto critico, ma non può inventarlo del tutto o snaturarlo, altri-menti viola l’etica dell’informazione.
Il comunicatore e l’organizzatore dell’evento culturale che raccontano l’esperienza dell’evento stesso sono in qualche modo l’ul-timo anello della stessa catena creativa che ha prodotto quell’evento: esistono pezzi di critica letteraria altrettanto efficaci dei libri che raccontano (penso al grande mae-stro Giovanni Macchia).
E recensioni cinematografiche o teatrali molto più belle degli spettacoli di riferimento (penso agli scritti di Tullio Kezich e Roberto De Monticelli). ...
Che cosa ha a che fare Omero con l'intelligenza artificiale? E I viaggi di Gulliver, i trattati di Giordano Bruno, le opere di Borges: cosa ci possono insegnare dell'accelerazione tecnologica? Nel racconto Nella colonia penale, Kafka immagina un uomo assoggettato al potere della macchina: una figura che sembra perdere del tutto la propria umanità di fronte allo splendore matematico, logico ed efficientista di un automa. È proprio esplorando esempi letterari e filosofici come questo che Andrea Colamedici e Simone Arcagni si interrogano sul nostro futuro in relazione all'incredibile sviluppo dell'intelligenza artificiale e al mistero dell'algoritmo di Babele. Attraverso molti capolavori e autori del passato - dai dialoghi di Platone ad Asimov - possiamo infatti ricostruire il codice genetico della nuova frontiera informatica, mostrando come il suo immaginario sia profondamente intrecciato con la nostra società. Ne emerge un affascinante atlante archeologico della modernità che stiamo vivendo, in cui ogni esempio culturale si lega perfettamente alla dimensione contemporanea e al dibattito che si sta generando sul fronte etico e cognitivo. «La torre di Babele è diventata oggi l'algoritmo di Babele, che si situa all'incrocio tra la spinta tecnologica e l'accumulo dei saperi e che rappresenta una sfida avvincente e allo stesso tempo una minaccia inaggirabile. E incarna un racconto, un simbolismo e una visione straordinari.»
Il libro intende chiarificare il ruolo professionale del servizio sociale, che si è sempre mosso in campi interdisciplinari, senza assumere una caratterizzazione precisa. L'autore cerca di definire organicamente il quadro delle competenze tecniche e metodologiche di tale professione di aiuto, distinguendola con accortezza (anche dal punto di vista metodologico) dall'intervento di altre figure professionali (lo psicologo, lo psichiatra, lo psicoterapeuta); mette ben in rilievo quali siano i limiti dell'attuale forma di welfare fondato sul concetto di "bisogno" e quali invece possano essere gli sviluppi di una professione di aiuto, fondata sui concetti di agency e di capabilities, che riesca a svincolarsi dal ruolo burocratico.
Amate il sudoku, gli enigmi, le parole crociate, i rebus? La matematica, forse più di qualsiasi attività, si presta al gioco, richiedendo strategia, astuzia, immaginazione. Una punta di malizia, un tocco di logica e un pizzico di perseveranza costituiscono la migliore ricetta per affrontare un gioco matematico. Non si richiede la conoscenza di teorie particolarmente impegnative. L'enunciato è intrigante, sorprende e pone una sfida a colui che lo legge; suscita la curiosità e la voglia di saperne di più. La stessa soluzione diverte e persino, a volte, stupisce per la sua semplicità.