
"Rivoluzione personalista e comunitaria" illustra l'originale costruzione filosofica del personalismo comunitario, che rifiuta sia l'individualismo di stampo liberale e capitalista, sia il collettivismo materialista e totalitario.
Riconoscere tempestivamente condizioni di criticità nello sviluppo dei bambini e dei ragazzi non significa formulare diagnosi cliniche o valutazioni fossilizzanti, ma piuttosto creare le condizioni indispensabili per progettare attività educative efficaci e ideare strategie di intervento scientificamente fondate. Questa consapevolezza, suffragata dalle più recenti scoperte sul funzionamento del cervello umano, ha suggerito ai dirigenti della Federazione italiana delle scuole materne (FISM) di Parma di affidare al Centro studi sulla disabilità e la marginalità (CeDisMa) dell'Università cattolica di Milano una ricerca-azione con l'obiettivo di studiare, costruire e validare uno strumento di osservazione e analisi, rivolto a educatori e insegnanti, utile a intercettare le difficoltà e le problematiche riscontrabili nei bambini di età compresa tra 0 e 6 anni. Il volume presenta gli esiti di questo lavoro, che si pone come preziosa risorsa per chiunque operi nel campo dell'educazione.
Se si vuole conoscere il cristianesimo, bisogna anzitutto conoscere Gesù Cristo. Per tutti resta dunque valido l'interrogativo di fondo: "Chi è Cristo per noi oggi?". La cristologia che qui viene presentata è mossa dalla convinzione che, se non si parte dal Gesù terreno, la cristologia della Chiesa sarebbe priva del suo fondamento storico e contenutistico. L'opera è strutturata in due volumi (di cui il secondo di prossima pubblicazione). Il titolo vuole esprimere la molteplicità dei modi di approccio alla figura del Cristo: esso evidenzia il dato di una personale e costante unità di fondo che, però, viene percepita e interpretata in modo diverso da coloro che ne hanno scritto.
Rito e modernità si propone di cambiare radicalmente la nostra concezione del rito. Con l'aiuto di prospettive psicoanalitiche e antropologiche, illustra il processo di creazione di mondi "come se", fondati nella capacità della mente di immaginare universi condivisi, di passare da un mondo immaginario all'altro, comune al rito e al gioco. I riti tracciano i confini dei mondi immaginari, tra cui l'empatia e altri ambiti di creatività, come la musica, l'architettura e la letteratura. I riti ci permettono di vivere in un mondo intrinsecamente imperfetto.
Questo libro intende mostrare la presenza e la forza dei riti, sia nella vita pubblica sia nella vita privata contemporanee, anche in ambiti profani. Molte azioni cerimoniali suscitano pulsioni emotive, producono simboli, forniscono quadri di riferimento in grado di rafforzare i legami sociali e di creare un senso di comunità. L'ampio repertorio di riti contemporanei, che l'autrice individua e descrive, viene analizzato alla luce delle teorie antropologiche classiche (Mauss, Douglas, van Gennep) ma anche di quelle sociologiche (Durkheim, Goffman, Bourdieu, Turner) e testimonia dell'inesauribile capacità sociale di produrre strutture dotate di senso.
Questo libro intende offrire degli strumenti teorici, metodologici, osservativi e operativi perché gli educatori professionisti della prima infanzia, trasformando i «sintomi» di disagio dei bambini in «messaggi» a loro diretti, sappiano diventare artefici di una risposta educativa che si pone come prevenzione primaria in questa età così cruciale per la salute dell'infanzia.
La società attuale manca di espressioni efficaci di riconoscimento e valorizzazione delle persone. Nonostante leggi e regole, di fatto siamo tutti esseri spersonalizzati, schegge di un mondo frammentato che isola, suscita sentimenti di impotenza, ci fa sentire tutti egualmente inadeguati. Attingendo anche al proprio percorso individuale di ragazzo cresciuto a Chicago in una casa d'accoglienza, Sennett affronta il tema della deprivazione e del riscatto, della diseguaglianza e delle varie istituzioni preposte al Welfare, e mostra come solo il rispetto sia in grado di restituire a ciascuno un'identità accettabile. Pur prendendo atto che le persone non sono uguali, che talune hanno più talento di altre, che talune sono più dipendenti e meritevoli di compassione, il vero rispetto - quello suscettibile di riverberarsi nella vita collettiva - consiste nell'incoraggiare ciascuno a dare il meglio di sé secondo e capacità.
L'economia della cultura, considerata da molti e per molto tempo come un ossimoro o una contraddizione in termini, si è assicurata ormai un posto rilevante nelle strategie di sviluppo per l'Europa e, in misura ancor maggiore, per l'Italia. Studiosi e operatori dedicano grande attenzione ai processi attraverso i quali la cultura (patrimonio, attività, eventi, attori) può concretamente trasformarsi in risorsa per la crescita della qualità della vita e la promozione territoriale. In particolare, molte attese si concentrano sulla valorizzazione turistica degli innumerevoli beni paesaggistici, archeologici, storici e artistici che costellano il Bel Paese. L'analisi delle tendenze in atto e l'indagine su alcuni aspetti ancora poco esplorati dei fenomeni rilevanti (come l'attrattività turistica dei territori, la gestione sostenibile delle risorse, i modelli di valorizzazione possibile) consente di rendere conto del posizionamento internazionale dell'Italia e di proporre alcune linee di azione per il superamento delle principali criticità del settore. In questo libro, approcci e strumenti della pianificazione strategica sono proposti in forma di manuale, come possibili contributi operativi per la progettazione di interventi specifici sulla offerta e sulla domanda culturale e turistico-culturale.
La Storia dell'Italia contemporanea si apre con il primo dei quattro volumi dedicati al profilo politico delle vicende italiane degli ultimi due secoli nello scenario internazionale. Dopo l'Introduzione di Andrea Ciampani all'intera opera, nella prima parte del volume Roberto Balzani affronta i processi di maturazione, spesso difformi e competitivi, delle aspirazioni nazionali e delle richieste liberal-costituzionali, elaborati nel susseguirsi di accelerazioni e pause che segnarono gli Stati italiani nel quadro europeo. Il loro sovrapporsi, per effetto di scelte politiche e militari e di eventi accidentali, portò infine a misurare il confronto sulla modernizzazione liberale nella Penisola sul metro dell'esperienza piemontese. Nella seconda parte, Carlo M. Fiorentino segue l'evoluzione dei percorsi avviati alla fine del biennio 1848-1849, richiamando le disillusioni riformiste e le proposte di un impossibile ritorno al passato, pure presenti in vari Stati italiani a fronte della via europea all'unità nazionale perseguita da Cavour. Dopo la proclamazione del Regno d'Italia, il giovane Stato unitario si consolidò affrontando problemi di equilibrio interno e di dissidenza sociale, trasferendo la capitale da Torino a Firenze e combattendo la guerra per il Veneto.
Con questo libro, dal linguaggio diretto e coinvolgente, Biesta porta il lettore a riconoscere la centralità dell'insegnamento e del ruolo dell'insegnante, inteso non solo come una figura legata al mondo della scuola, ma come una professione strategica a livello sociale e politico, capace di promuovere emancipazione e sviluppo consapevole nei soggetti della società di oggi e di domani. Con continue domande e questioni che illuminano le conseguenze pratiche del suo ragionare, l'autore, dialogando con Emmanuel Lévinas, Paulo Freire, Jacques Rancière e altri pensatori, si chiede non solo cosa significhi fare l'insegnante, ma anche cosa voglia dire oggi esistere e agire come insegnante. Rivolto a ricercatori e studenti che lavorano nel campo della filosofia dell'educazione e delle teorie dell'insegnamento, il testo enfatizza il ruolo fondamentale degli insegnanti per un'educazione intesa come emancipazione.
La maggiore integrazione finanziaria, la convergenza tra i diversi modelli di intermediazione, gli schemi di vigilanza basati sull'adeguatezza patrimoniale e la maggiore mobilità/consapevolezza degli investitori hanno reso più significativa, per le banche, la rilevanza del rischio e di uno stile di gestione capace di remunerare gli azionisti. Il management bancario - come in qualsiasi altro tipo di impresa - ha avvertito la necessità di ottimizzare la redditività corretta per il rischio delle diverse aree di attività della banca. A tal fine, è necessario dotare la banca di un efficace sistema di misura e gestione dei rischi, per identificare, misurare e "prezzare" tutte le attività che generano incertezza e potenziale instabilità. È inoltre richiesto un adeguato processo di allocazione di capitale, con cui allocare il patrimonio degli azionisti alle diverse unità operative, determinando il volume di rischi che esse sono autorizzate a generare e dunque tenute a remunerare. Infine, è indispensabile rivisitare i processi organizzativi, promuovendo meccanismi che consentano a tutta la banca di condividere la stessa logica di creazione di valore, secondo regole chiare, trasparenti, comprese e condivise dal management e dal consiglio di amministrazione. Il volume, che riprende e sviluppa il precedente lavoro di Andrea Sironi, affronta queste tematiche.