
Mai come oggi la psicoanalisi ha avvertito l'esigenza di una riflessione sulla propria identità e il proprio futuro. A oltre cent'anni dai Saggi sull'isteria di Freud (1895), che si possono considerare l'atto di fondazione di questa disciplina, enorme è la distanza che la separa dalla sua origine, sia sul piano della teoria, dove l'iniziale paradigma unitario si è frammentato in una pluralità di prospettive, sia sul piano della pratica terapeutica.
Di fronte a questa situazione di incertezza Silvia Vegetti Finzi si è proposta di ricostruire da un punto di vista storico e critico i molteplici percorsi della psicoanalisi e i problemi terapeutici, culturali e sociali che essa ha affrontato e diversamente risolto, restituendo respiro critico e prospettiva unitaria al dibattito intorno a questa disciplina.
Silvia Vegetti Finzi ha insegnato psicologia dinamica all'Università di Pavia e svolto attività psicoterapeutica per problemi della famiglia e del bambino. Collabora al Corriere della Sera e alle maggiori riviste femminili
Carità e povertà: simul stabunt, simul cadent, insieme staranno o insieme cadranno. La storia della Chiesa è da sempre legata a doppio filo all'incontro con i poveri. Sul "fare la carità" si sono giocati per venti secoli l'organizzazione concreta della Chiesa e della società, l'evangelizzazione, la riforma religiosa, le utopie secolarizzate di un mondo senza sfruttati e senza sfruttatori. Monsignor Paglia ripercorre la storia del rapporto dinamico tra Chiesa e società attraverso la peculiare prospettiva della lotta alla povertà nelle sue diverse forme. Partendo dal cristianesimo delle origini, dal monachesimo e dai più influenti ordini religiosi, l'autore dipinge un affresco i cui protagonisti sono le figure emblematiche della cristianità e le loro opere, da Gesù ai padri della Chiesa fino a papa Giovanni XXIII con il Concilio vaticano II e la stagione di papa Francesco. In queste pagine emerge una Chiesa che rivendica con forza il valore della charitas cristiana come cura imprescindibile ai dilemmi sociali del mondo globalizzato. Perché: "è una grande funzione profetica della Chiesa quella di inquietare il banchetto del ricco epulone con la memoria e i dolori del povero Lazzaro. Nell'immaginare un mondo nuovo, o almeno diverso, la povertà è una delle soglie da attraversare con audacia, intelligenza e generosità da parte di tutti, credenti e non credenti."
Questo terzo volume di Storia della politica internazionale valuta l'evoluzione interna ai due blocchi "Est-Ovest" nel periodo 1957-2017. Esclusa la possibilità di prevalere con un confronto militare aumenta lo sforzo dei due competitori per rendere ottimale il proprio modello. Vengono esaminate le alleanze, le unioni economico-sociali, gli impegni umanitari e la presenza all'interno dell'ONU. Emerge il ruolo esercitato dalle grandi potenze sia nel mondo liberal-democratico che in quello marx-lenin-maoista. Gli USA sono impegnati in un ciclopico sforzo nelle Americhe, in Europa, in Asia e anche in Africa sotto la guida di diversi presidenti fra i quali Kennedy, Nixon, Carter, Reagan, Bush, Clinton, Obama e Trump. L'esame del mondo comunista si sofferma sull'evoluzione sovietica fino alla dissoluzione dell'URSS; in questi decenni sono al centro della scena Krusciov, Breznev e Gorbaciov. Negli anni successivi la guida della Russia è assunta da Eltsin e da Putin. Un'attenzione specifca è riservata al lungo dopo- guerra tedesco; la Germania, debellata, occupata e divisa persegue con tenacia la riunificazione. Un rilievo particolare è riservato alla Cina durante gli anni di Mao Tsè-tung, Deng Xiaoping e Xi Jinping; sono esaminate anche la questione tibetana e il dissidio con Formosa. Un breve capitolo conclusivo è dedicato ai Paesi non allineati (PNA) e al loro attuale impegno politico. In questo quadro è avviato il processo integrativo del continente africano prima con l'Organizzazione dell'unità africana (OUA) e, in seguito, con l'Unione africana (UA).
Dopo un primo volume dello stesso autore, pubblicato sempre presso le Edizioni Studium, sulla "Storia della politica internazionale (1917-1957). Dalla Rivoluzione d'ottobre ai Trattati di Roma" (2009), si prende qui in esame, in maniera documentata, la lotta dei popoli colonizzati per ottenere l'indipendenza, che pone al centro i movimenti, i partiti e i leaders che l'hanno determinata, fra i quali emergono, tra gli altri, figure come Bolívar, Gandhi, Nasser, Ho Chi Min e Castro. Il volume evidenzia le diverse fasi di questo fenomeno, dalla nascita degli Stati Uniti d'America alla decomposizione dell'Unione Sovietica, con una particolare attenzione agli avvenimenti della seconda metà del Novecento e dei primi anni Duemila. Sono esaminati in modo specifico i problemi del Medio Oriente, della Palestina, dell'India, della penisola indocinese, dell'America Latina e di Cuba; in questo contesto emerge la fine degli imperi coloniali d'oltremare e di quelli contigui alla potenza colonizzatrice. Sono discusse inoltre le questioni relative alle calotte polari e allo spazio extraterrestre. Si tratta di nuove forme di "colonizzazione" in parte regolate da trattati multilaterali e in parte oggetto, a tutt'oggi, di controversie fra diversi Stati.
La prima metà del Novecento è stata un’epoca terribile e grandiosa della storia umana: l’era del dominio europeo del pianeta, dell’emergere di ideologie politiche distruttive e belliciste come il nazionalsocialismo tedesco e il comunismo sovietico, ma anche l’epoca dell’inizio dell’emancipazione e della rigenerazione di molti popoli asiatici e africani, in primis turchi, cinesi, arabi e indiani. In quegli anni hanno preso forza e sviluppo fenomeni che tuttora condizionano la nostra vita, dalla globalizzazione economica all’ascesa degli Stati Uniti a Stato egemone mondiale, alla costituzione di grandi potenze asiatiche come Giappone, India e Cina. Il volume delinea un affresco generale e appassionante dei momenti e dei problemi fondamentali delle relazioni internazionali fra il 1917 e il 1957, dalla rivoluzione bolscevica in Russia alla costituzione del Mercato Comune Europeo, sottolineando il ruolo dei grandi leader e delle ideologie (nazionalismi, comunismi, liberalismi) nella politica mondiale.
Alessandro Duce, professore ordinario di Storia delle relazioni internazionali, insegna nelle Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze Politiche e Relazioni internazionali dell’Università di Parma. È stato parlamentare e segretario della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei deputati. Collabora con diverse riviste nazionali ed estere. Ha pubblicato, fra l’altro, i volumi: Considerazioni sul Canale di Suez nella politica internazionale dal 1869 ad oggi, Milano 1968; La crisi bosniaca del 1908, Milano 1977; L’Albania nei rapporti italo-austriaci (1897-1913), Milano 1983. Nelle nostre edizioni figurano i volumi Pio XII e la Polonia (1939-1945), 1997² (premio Capri- S. Michele, XIV ed., sezione storia, 1997) e La Santa Sede e la questione ebraica (1933-1945), 2006.
Fulvio De Giorgi, Come studiare la Storia della Pedagogia Giuseppe Tognon, Jean-Jacques Rousseau Antonia Criscenti, Claude-Adrien Helvétius Adolfo Scotto di Luzio, Immanuel Kant Giancarla Sola,Johann Heinrich Pestalozzi Evelina Scaglia, Albertine Adrienne Necker de Saussure Marco Antonio D'Arcangeli, Johann Friedrich Herbart Caterina Sindoni, Friedrich Fröbel Fernando Bellelli, Antonio Rosmini Tiziana Pironi, Herbert Spencer Tiziana Pironi, Émile Durkheim Luciano Pazzaglia, Lucien Laberthonnière Fabio Pruneri, Antonio Gramsci Filippo Sani, Sigmund Freud Dorena Caroli, Anton Semënovi? Makarenko Giuseppe Tognon, Giovanni Gentile Andrea Mariuzzo, John Dewey Fulvio De Giorgi, Maria Montessori Andrea Dessardo, Adolphe Ferrière Daria Gabusi, Lorenzo Milani Giuseppe Zago, Jacques Maritain Matteo Morandi, Jean Piaget Livia Romano, Françoise Dolto Luana Salvarani, Burrhus Frederic Skinner Vincenzo Schirripa, Paulo Freire Angelo Gaudio, Ivan Illich Nicola Barbieri, Jerome S. Bruner Paolo Bonafede, Edgar Morin.
Il tedesco ha una storia diversa da quella della maggior parte delle altre lingue europee, perché non si forma da uno dei suoi dialetti, ma da una koiné faticosamente strutturata in ambiente centro-meridionale, la Cancelleria di Praga di Carlo IV, accettata dapprima come espressione giuridica; solo più di un secolo dopo Lutero impone la lingua comune attraverso l'entusiasticamente sofferta diffusione della sua Riforma. Una vera fioritura letteraria espressa in tedesco è dunque piuttosto tarda e solo col Romanticismo vede raggiunta la sua completa e splendida maturità. Le origini indoeuropee e germaniche, gli antichi rapporti col mondo latino e la conversione al Cristianesimo dei Tedeschi hanno tuttavia un ruolo determinante per l'evoluzione futura come la considerazione diacronica dell'aspetto linguisticamente tecnico. La terza edizione propone una revisione completa del volume, oltre ad alcuni ampliamenti tematici (lingua del nazismo, divisione e riunificazione, jiddisch ecc.) e un significativo aggiornamento bibliografico.
Questa Storia della letteratura italiana in quattro volumi (ora in veste rinnovata e corretta, aggiornata fino al 2012) attraversa tutta la tradizione della letteratura del nostro paese, fornendo tutti i necessari dati informativi e tenendo conto dei risultati degli studi degli ultimi decenni: affollato e ricchissimo panorama delle esperienze e dei testi che hanno costruito nei secoli il senso dell'essere italiano, che hanno proposto modelli di esistenza di portata universale, in drammatico rapporto con le diverse situazioni storiche e con l'orizzonte europeo e mondiale. Questo di Ferroni è il manuale "classico", di fine e di inizio millennio, sostenuto da una cura appassionata per la condizione attuale della letteratura; ed è anche un racconto, non costruito su schemi storici astratti, ma in continuo ascolto del valore delle opere, della vitalità delle esperienze a cui esse danno voce.
Il volume, diviso in nove capitoli, affidati ciascuno a un diverso specialista, segue l'ordine cronologico della storia della letteratura inglese: dall'età medievale si arriva fino al secondo Novecento, analizzando i protagonisti le caratteristiche e gli aspetti essenziali della narrativa, della poesia, e del teatro inglese nelle diverse epoche.