
I saggi che seguono intendono ricollegare educazione e religione, mettendo in evidenza alcuni aspetti ed alcuni nodi problematici, con riferimento in specie ai saperi teologici e giuridici.
Quando Maria Montessori fondò la prima “Casa dei bambini” nel 1907 a San Lorenzo in Roma era già nota in Italia per essere stata una delle prime donne laureate in medicina, per le sue lotte femministe (grande clamore suscitò in Europa il suo intervento al Congresso femminile di Berlino: 1896) e per il suo impegno sociale e scientifico a favore dei bambini handicappati.
“Il Metodo della Pedagogia Scientifica”, volume scritto e pubblicato a Città di Castello (Perugia) durante il primo Corso di specializzazione (1909), fu tradotto e accolto in tutto il mondo con grande entusiasmo: per la prima volta veniva presentata una immagine diversa e positiva del bambino, indica il metodo più adatto al suo viluppo spontaneo e dimostrata la sua ricca disponibilità all’apprendimento culturale, i cui possibili risultati non erano mai stati prima immaginati e verificati. Un altro fenomeno che interessò l’opinione pubblica di tutto il mondo fu quello di poter osservare un gruppo di bambini dedito al lavoro liberamente scelto da ciascuno di essi in un clima di tranquilla collaborazione.
Questo insospettato successo determinò un profondo cambiamento nella vita di Maria Montessori che inizi il suo pellegrinaggio scientifico in ogni parte del mondo, ove nascevano e si sviluppavano le sue scuole e dove altrettanto grande era l’esigenza di una nuova preparazione delle insegnanti. A partire dal 1913, anno del I Corso Internazionale svoltosi a Roma, Maria Montessori visitò ripetutamente gli Stati Uniti, la Spagna, l’Olanda e tanti altri paesi per approdare in India ove restò molti anni anche a causa del secondo conflitto mondiale. In Italia tornò nel 1947, dopo averla lasciata nel 1934, costretta insieme a suo figlio Mario a dimettersi dall’Opera Nazionale Montessori che ella aveva fondato nel 1924. Ciò avvenne a causa del tentativo del regime fascista di orientare l’Opera e il pensiero della sua Autrice in una direzione incompatibile con i principi ideali ed educativi di Maria Montessori, la cui immagine e i cui libri vennero dati alle fiamme prima a Berlino e poi a Vienna negli anni del dominio nazista.
Per oltre 40 anni Maria Montessori sarà presente non solo nella diffusione del metodo, ma anche nella ricerca scientifica in vista della liberazione dell’infanzia (“la vera questione del nostro tempo”) e della difesa del bambino, l’essere fino ad oggi dimenticato e sostituito dall’adulto. Dopo “Il metodo”, ora conosciuto come “La scoperta del bambino”, altre opere vedono la luce: “antropologia pedagogica”, “L’autoeducazione nelle scuole elementari”, “Il bambino in famiglia”, “Psicoaritmetica” e “Psicogeometria”, tutte tradotte all’estero dove il metodo va intanto diffondendosi in modo sempre più vasto. Nel 1929 fu fondata l’A.M.I., l’Associazione Internazionale Montessori, nata per una esigenza di unità e identità del movimento montessoriano. Ma nuovi interessi si dischiudono alla mente creativa di Maria Montessori, che nelle sue decennali osservazioni ha scoperto e valorizzato i “nuovi caratteri” del bambino e la sua insostituibile funzione nella conservazione e bel perfezionamento dell’umanità (“il bambino padre dell’uomo”). Di pari passo nuove opere accompagnano il lavoro della Montessori: tra le altre “Il segreto dell’infanzia”,”Dall’infanzia all’adolescenza”, “Come educare il potenziale umano”, “La mente del bambino”. Due nuove conquiste intellettuali e scientifiche sono il risultato di questa incessante esplorazione: la pace e l’educazione cosmica, due visioni che portano l’educazione e la pedagogia ad un livello di interpretazione della formazione umana, mai osato nel passato e che trovano espressione nel libro “Educazione e pace”.
L'attività osservativa, sia essa occasionale o strutturata, fa cogliere un insieme di dati, fra loro connessi, riferiti a persone, situazioni o fenomeni. Tali informazioni, tuttavia, non consentiranno neanche all'osservatore più scrupoloso di conoscere nella loro complessità e interezza le realtà indagate. Allora a cosa serve osservare? Il percorso proposto dal volume fornisce a chi opera in ambito educativo e sociale elementi utili per dotarsi di lenti e strumenti che permettano di intervenire in ambiti complessi e in continua trasformazione. In questa nuova edizione, aggiornata con un capitolo sulla progettazione dialogica, sono inoltre presentate le metodologie e gli strumenti pratici in grado di supportare un'osservazione professionale contestualizzata.
L'attività osservativa, anche se metodologicamente strutturata, permette di cogliere un insieme di dati, riferiti a persone, situazioni o fenomeni che però non consentiranno di conoscere le realtà nella loro complessità e interezza. Nel testo viene dedicato ampio spazio a quegli aspetti che aiutano l'educatore ad acquisire maggior consapevolezza dell'influenza che l'osservatore ha sul campo osservato, attraverso l'approfondimento degli elementi che indirizzano e "disturbano" la suddetta attività attraverso metodologie e strumenti pratici.
In che modo l'inclusione e la marginalità riguardano il mondo dell'educazione? Come si impara a includere o a escludere, a integrare o a marginalizzare, a fare i conti con le differenze, proprie e altrui? Come si possono generare nuovi apprendimenti e nuove forme di convivenza e di giustizia sociale? Sono queste alcune delle principali traiettorie che vengono tracciate nel volume, a partire dalla consapevolezza che nella contemporaneità sia indispensabile sostenere una posizione pedagogica ed etico-politica capace di confrontarsi con esse criticamente e di assumere in situazione un atteggiamento contrassegnato allo stesso tempo da rigore e creatività, tramite cui moltiplicare, rendere porosi, permeabili e attraversabili i confini che separano vita e formazione, istituzioni e territori, identità e alterità, individui, gruppi e comunità di appartenenza. Il testo è rivolto a chi, a titolo personale o professionale, ha a che fare con temi legati all'inclusione e all'esclusione.
Giuseppe Capograssi (1889-1956), professore di filosofia del diritto e membro della prima Corte Costituzionale della Repubblica Italiana, si interroga nei suoi scritti sulla natura dell'autorità e sulla rivoluzione che l'annuncio cristiano ha operato su questo concetto che non si associa più solo all'idea di potere o di forza, ma anche a quella di "servizio della verità".
Le esperienze di Edward Bunker nelle prigioni peggiori della California, per le strade di Los Angeles e nel sottobosco di Hollywood lo hanno accreditato a scrivere alcuni dei piú conturbanti ed efficaci romanzi moderni sul carcere. Con "Educazione di una canaglia" i lettori possono entrare, senza alcuna finzione narrativa, nel mondo duro e non edulcorato di Bunker. Sia che fumi uno spinello seduto sulla sedia della camera a gas, o che prenda in mano un coltello usato da un serial killer, o che nuoti tra i marmi della sfarzosa piscina Nettuno a San Simeon, California, Bunker si limita a esporre la sua mercanzia, nuda e cruda. Il risultato è agghiacciante, eppure non privo di una sua orgogliosa morale, perché è la pura verità.
Il nido d'infanzia è una realtà educativa ormai diffusa e riconosciuta come positiva per lo sviluppo dei bambini nei loro primi anni di vita, perché capace di offrire stimoli a sostegno del loro processo di crescita. Il libro si rivolge agli educatori dei servizi per la prima infanzia e agli studenti che si preparano a svolgere questo lavoro, affrontando gli aspetti della realtà del nido che ne garantiscono la qualità pedagogica e organizzativa. Propone inoltre indicazioni utili alla pratica educativa con i bambini e nella relazione con le famiglie a partire dalle migliori esperienze realizzate negli ultimi anni, offrendo strumenti per incrementare la professionalità degli educatori e per garantire nella quotidianità del nido condizioni di benessere e di sviluppo per i bambini.